Da qualche giorno medito di scrivere nel mio piccolo anch'io due righe sulla tragedia del popolo tibetano, tenuto sottomesso con le armi ormai da cinquant'anni al dominio della Cina.
Riflessioni su temi di attualità dall'ambiente ai diritti, compresi i diritti degli altri animali.
scrivi a Lavocetta@gmail.com
26 dicembre 2008
Tibet spiritualmente libero
Da qualche giorno medito di scrivere nel mio piccolo anch'io due righe sulla tragedia del popolo tibetano, tenuto sottomesso con le armi ormai da cinquant'anni al dominio della Cina.
14 dicembre 2008
Pacchetto clima: Berlusconi esulta ma rimangono gli obiettivi 20:20:20
06 dicembre 2008
Centrale a carbone di Porto Tolle: la commissione nazionale Via rinvia il parere
Credo che questo sia il secondo rinvio del progetto di conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. La volta scorsa, era il settembre 2007, la Commissione, dopo un pressing notevole di esponenti politici locali e nazionali e delle forze sindacali, chiese le integrazioni al progetto, per cui ripartì l'iter di presentazione delle osservazioni.
03 dicembre 2008
Lobby del carbone e "comitati" dei lavoratori
Meglio prenderla con filosofia ... altrimenti, come dice E. Falcetti già alle 6 del mattino, a proposito di come vanno le cose in Italia "c'è da morire di rabbia!!!"
La lunga battaglia della lobby del carbone contro la logica e il buon senso della gente comune che vorrebbe più energie rinnovabili e meno carbone ancora non si arresta.
Qui a fianco la cartolina con cui i comitati hanno iniziato la raccolta delle adesioni contrarie alla centrale a carbone.
Qui un articolo in cui Giorgio Crepaldi del comitato di Porto Tolle, che continua a dare del filo da torcere ad Enel e alla politica prostrata, interpreta notizie trapelate su un possibile parere di VIA ministeriale a giorni.
E qui di ieri l'articolo in risposta di un certo Ferro, che da presidente del cosiddetto "comitato per lo sviluppo", passa a portavoce del comitato d'azione dei lavoratori (di Enel). In pratica getta la maschera.
Un'azione dura, pervicace e pesante contro l'interesse di tutti noi gente comune che vorremmo il nostro Delta pulito e pronto per un nuovo tipo di sviluppo... come recitavano certi programmi elettorali in tutti questi anni. ...
30 novembre 2008
Esempi di Buone pratiche per il benessere nella scuola polesana
C'è chi dice che la bellezza di questo progetto consiste nel tenere insieme due aspetti fondamentali dell'educazione: la solidarietà verso popolazioni povere (ma - come ha sottolineato Milan - particolarmente ricche di calore umano) e la soluzione di problemi con l'aiuto di un istituto e di studenti che hanno le competenze tecniche e scientifiche richieste, in questo caso legate all'agricoltura.
26 novembre 2008
Ottima la raccolta di olive, quest’anno in Polesine
Finalmente potrò avere anch'io il mio bel limone in giardino con i suoi profumatissimi fiori.
L’olivo, Olea europaea, è pianta tipicamente mediterranea. Il suo areale è lo stesso degli agrumi, anche se, con alcune varietà più resistenti al freddo, lo troviamo diffuso nel Veneto in zone particolari, in prossimità del lago di Garda o sui versanti esposti a sud di zone collinari, quali la Valpolicella, la zona del Grappa, i colli Euganei e Berici. Viene apprezzato e si trova sempre più frequentemente nei giardini come pianta ornamentale, in quanto sempreverde e molto longeva. E’ inoltre una specie molto rustica, non avendo esigenze particolari in fatto di terreno, irrigazione o concimazione. Da qualche anno, complice il clima invernale ormai eccezionalmente mite, anche da noi, come si può vedere dalle foto, si può considerare una pianta da frutto, perché in grado di produrre una grande quantità di olive, peraltro sanissime, senza bisogno di trattamenti. Nei prossimi anni, quindi, potremmo avere, oltre alle Americane di Valliera (le patate), al melone del Delta, ad Ariano l’aglio polesano, anche le “olive nere DOC”. La raccolta, se si vuole produrre l’olio, va eseguita all’invaiatura, ossia quando il colore passa dal verde a quello tipico della varietà. Le olive cadute a terra sono scadenti, quindi è preferibile staccarle a mano. Per metterle in salamoia, si possono raccogliere quando sono ancora verdi. Il periodo in genere va da metà ottobre fino a dicembre. Un’altra pianta che in questi ultimi due anni, complice lo stravolgimento climatico in atto, ci regala i suoi frutti deliziosi è il nespolo del giappone, Eriobotrya japonica, specie diversa dal nespolo comune, il Mespilus germanica, i cui frutti si raccolgono in questo periodo. L’E. japonica è un sempreverde, con grandi foglie, originaria della Cina orientale. Viene coltivata per i frutti in zone temperato-calde, in Giappone, Stati Uniti, in Spagna nella zona di Valencia e in Italia nella provincia di Palermo e un po' in Calabria. Fiorisce in novembre, e in passato, con i primi freddi, i fiori abortivano. Da noi finora era usata come ornamentale, ma a giugno del 2007 e del 2008 gli alberi erano carichi, fino a 30 Kg, di dolci frutti ovali, giallo-arancio, simili ad albicocche. Ma non è finita qui, perché nei nostri giardini si possono ammirare sempre più spesso palme, agrumi o altre specie ornamentali di climi caldi. Quindi possiamo ben sperare di poter raccogliere tra non molto anche arance e datteri. Tutto bene? Non proprio, perché ogni cosa ha spesso il suo rovescio. La modifica delle condizioni climatiche nei nostri ambienti, se da un alto favorisce certe specie, dall’altro mette in crisi le piante tipiche del nostro territorio. I frutticoltori si sono accorti che peschi, meli e peri richiedono cure sempre maggiori, in termini di irrigazione, concimazione e trattamenti antiparassitari. La specie che maggiormente ne risente, attualmente, è il pero, in quanto ha necessità di inverni freddi per maturare bene le gemme a fiore. A conferma di ciò quest’anno le produzioni delle pere sono dimezzate, ed è probabile che i frutteti verranno progressivamente estirpati. Questo è un invito ai tanti che parlano, con convinzione ma in maniera teorica, di sviluppo sostenibile, e non si sono mai fermati ad osservare come piante, animali, insetti, malattie, stanno cambiando o si stanno diffondendo, minando di conseguenza le basi del nostro benessere. Si cerca continuamente di correre ai ripari, per problemi sempre “nuovi ed inattesi”, magari creandone di nuovi. Gli apicoltori forse ne sanno qualcosa, e, solo per fare un esempio, in questo momento sono molto preoccupati di fronte ad un programma di disinfezione generalizzata alle zanzare, in Polesine.
E’ evidente che dobbiamo affrontare la sfida dello sviluppo in modo diverso, ricercando soluzioni innovative dal punto di vista scientifico e tecnico, in materia di energia, di produzione, di infrastrutture e di smaltimento rifiuti.
Gabriele Zecchin
24 novembre 2008
Ecumenismo: conferenza del SAE con Paolo Ricca "Tutti contro Dio"
L'incontro organizzato giovedì scorso 20 novembre in Accademia dei Concordi dal gruppo del SAE (segretariato attività ecumeniche) di Rovigo dal titolo "Tutti contro Dio - vecchie e nuove critiche alla fede e alla religione", relatore Paolo Ricca, ha avuto ampia partecipazione di pubblico. Ricca, spesso ospite del programma radiofonico di Radio3 "Uomini e profeti", è un noto teologo valdese, professore presso la facoltà valdese di teologia a Roma.
08 novembre 2008
Yes we can, together
Ora che Barack Obama è stato eletto Presidente degli Stati Uniti, non possiamo non sperare che si riescano a cambiare le cose anche riguardo al consumo di fonti fossili che inquinano il globo, riducendo principalmente i consumi di petrolio e di carbone. Con il duplice obiettivo di allontanare i pericoli legati al cambiamento del clima e di dare inizio ad una nuova economia basata sulle fonti rinnovabili.
07 novembre 2008
Voglia di cambiare - la questione educativa alla base del cambiamento
La presentazione del libro "Voglia di cambiare" di Salvatore Giannella, all'Accademia dei Concordi di Rovigo, ha avuto ieri sera una discreta presenza di pubblico. Un pubblico molto vario ed interessato, pronto a prendere la parola non appena si è aperto il dibattito sulle grandi questioni di attualità sollevate dall'autore, con l'amichevole complicità dell'avvocato G. Ceruti coordinatore dell'incontro.
Su Lavocetta audio potete ascoltare la registrazione dell'incontro: sono presentati i capitoli del libro dedicati alla sicurezza sul lavoro in Svezia, alle energie rinnovabili in Germania e a come la Spagna ha affrontato il problema trasporti.
05 novembre 2008
"Voglia di cambiare": domani Salvatore Giannella in Accademia dei Concordi ore 18
Su Lavocetta audio potete ascoltare la registrazione dell'incontro: sono presentati i capitoli del libro dedicati alla sicurezza sul lavoro in Svezia, alle energie rinnovabili in Germania e a come la Spagna ha affrontato il problema trasporti.
30 ottobre 2008
Gelmini: anche il mio blog aderisce allo sciopero
Cara Ministra "Mari Star" Gelmini,
19 ottobre 2008
Salviamo il clima con Greenpeace
21 settembre 2008
Porto Levante: inaugurato il primo rigassificatore off shore in Italia. Berlusconi promette un piano energetico nazionale
Ieri il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è giunto a Porto Viro per inaugurare il primo rigassificatore off shore in Italia, arrivato via mare dalla Spagna nei giorni scorsi. Molti vogliono prendersi i meriti dell'impresa perchè sembra che da questo per l'Italia inizi una nuova era energetica con una maggior capacità di fronteggiare crisi del gas e con vantaggi per l'abbassamento dei prezzi. Sarà vero? Ognuno farà i suoi conti in bolletta.
Scajola nel suo discorso ha parlato anche del rigassificatore di Livorno affermando che i lavori, stoppati dalla sentenza del Tar Toscana, ora riprenderanno per una ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso l'efficacia della sentenza.
rigassificatore porto levante
13 settembre 2008
Spettacolo spettacolare
Anche quest'anno le vacanze sono ormai finite.
Per chi ha potuto godersi qualche giorno al mare o in montagna rimangono nel cuore alcune immagini della bellezza che, in un modo o in in un altro, sempre ci circonda.
Essere in pace con la natura e difenderla dalle aggressioni di uomini di affari dalla vista troppo corta è un impegno di tutti, che richiede però sempre più coraggio. Almeno fino a quando non diventerà l'unica via possibile per la nostra stessa sopravvivenza.
(nelle foto: a sinistra il ghiacciaio della Marmolada, a destra il monte Pelmo)
02 settembre 2008
Quale Italia - il futuro dell'ambiente, Realacci e Francescato a confronto
grazia francescato verdi ermete realacci ambiente pd
30 agosto 2008
Villadose: XIII mercato della centuriazione romana
villadose mercato centuriazione archeologia romani villadose le nuvole aristofane
05 agosto 2008
Intervista sul tema: Costituente della sinistra e nuovo centro sinistra
bacoli verdi nichi vendola sinistra democratica grazia francescato claudio fava costituente sinistra
28 luglio 2008
Villadose: discarica di rifiuti in fiamme
E' successo ieri, nel bel mezzo del tranquillo pomeriggio domenicale, che la super-discarica Taglietto"0" ha preso fuoco. Si è alzata una alta e densa colonna di fumo nero, visibile da più di una decina di chilometri (anche dai dintorni di Monselice). Il fumo, ha interessato la campagna circostante, ma sembra non il paese, essendosi diretto ad ovest, verso Sarzano e Rovigo.
Dai giornali di oggi le autorità minimizzano i rischi e non sembrano esserci motivi di grande preoccupazione. Ma ancora nulla si sa delle analisi dell'aria, che stanno eseguendo i tecnici dell'Arpav.
Certamente per chi era nei paraggi non si è trattato di aria sana.
La zona è sede di altre tre discariche che si sono succedute nel tempo dagli anni '70 in poi, ricevendo in tutti questi anni i rifiuti dall'intera provincia di Rovigo. Vicino alle discariche c'è anche il separatore (secco-umido) dei rifiuti, proprio nel cuneo di confine del comune di Rovigo con quello di Villadose, in funzione dalla fine degli anni '90, che a sua volta prese fuoco qualche anno fa.
L'intervento dei vigili del fuoco si è protratto fino a tarda notte. La causa dell'incendio non è nota: autocombustione?
19 luglio 2008
In diretta il Congresso dei Verdi (Chianciano 18-20 luglio)
La prima mozione sembra essere la favorita e porta le firme della maggior parte della precendente classe dirigente verde, tra cui quella di Grazia Francescato, di Angelo Bonelli, di Marco Pecoraro Scanio e anche quella di Gianfranco Bettin. Oggi al Congresso interverrà l'ex Presidente Alfonso Pecoraro Scanio.
Il Portavoce eletto dall'assemblea dovrebbe rimanere in carica un solo anno, fino alle elezioni europee del prossimo anno.
E' possibile seguire la diretta del Congresso (sotto).
Tutte le mozioni e i documenti del Congresso dei Verdi
Da Radio radicale è possibile rivedere il Congresso:
Prima giornata
Seconda giornata: presentazione delle mozioni ed elezione di Grazia Francescato (mozione 1)
Terza giornata: elezione esecutivo nazionale
verdi marco boato congresso grazia francescato angelo bonelli pecoraro scanio
14 luglio 2008
Voci per la Libertà: da mercoledì 16 inizia l'importante concorso canoro
E domenica 20 luglio saranno premiati i Subsonica che con la canzone "Canenero" (qui sotto), che parla delle violenze sui minori, vincono il premio Amnesty Italia 2008.
Per saperne molto di più visitate il sito Voci per la Libertà
diritti umani VociXLibertà villadose amnesty international subsonica
10 luglio 2008
La legge è meno uguale per alcuni
07 luglio 2008
Gianni Mattioli a Porto Viro - ecco il filmato
25 giugno 2008
Ca' Cappello: In-Giustizia amministrativa
Sembra che il Consiglio di Stato abbia dato ragione al comune di Porto Viro e al suo legale avvocato Luigi Migliorini nel ricorso presentato dalle associazioni e dai comitati ambientalisti contro il progetto di una mega area industriale di quasi 4 milioni di metri quadrati in località "Ca' Cappello" (vedere il post del 4 marzo 2006).
21 giugno 2008
Straordinaria lezione di Gianni Mattioli su nucleare e clima
C'era gente persino in piedi. Presenti molti amministratori, alcuni poi anche intervenuti nel dibattito. Coordinava G. Ceruti, noto avvocato ambientalista ed ex-parlamentare verde.
La parola quindi è passata al prof. Gianni Mattioli, fisico nucleare e docente presso l'Università "La Sapienza" di Roma, che ha introdotto la sua relazione indicando prima di tutto una necessità: quella di trasferire le informazioni, di diffonderle (e io modestamente sto facendo la mia parte) in maniera da garantire a tutti di capire meglio la realtà in cui viviamo ed i suoi problemi. Partendo dai mutamenti climatici e dagli equilibri stabili e precari, la sua ampia relazione ha toccato gli aspetti cruciali del problema energetico nel nostro Paese, con uno sguardo all'Europa, nell'ambito della quale esistono trattati che ci vincolano alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico, all'incremento delle fonti rinnovabili.
Il coordinatore Gianluigi Ceruti rivolgendosi in particolare ai giornalisti presenti ha detto che è il momento di garantire la controinformazione in tutta Italia dando risalto alla serata anche sui giornali nazionali. E rivolgendosi all'associazione Articolo 21 ha chiesto espressamente che la RAI garantisca una informazione pluralistica.
Alla fine Mattioli ha affermato che carbone e nucleare sono scelte "non praticabili", ma questo non significa che allora lo scenario sia facile: "appena si scende sul terreno organizzativo, economico [...] si deve comprendere quanto sia difficile la strada delle energie alternative. Una strada obbligata ma difficile che si può portare avanti solo se c'è una partecipazione consapevole."
Cliccare qui per ascoltare: l'introduzione di G. Ceruti, la relazione di Gianni Mattioli e la sua replica finale alle domande del pubblico:
17 giugno 2008
Energia: il futuro è nel nucleare? Conferenza con il fisico Gianni Mattioli
La conferenza si tiene venerdì prossimo 20 giugno alle ore 20.30 in sala Eracle a Porto Viro. La conferenza sarà coordinata dal noto avvocato ambientalista, padre della legge quadro sulle aree protette, Gianluigi Ceruti.
Interverranno inoltre il sindaco D. Mancin (centro destra) e l'assessore del comune di Taglio di Po Alberto Fioravanti (centro sinistra).
Qui a fianco la locandina.
centrale nucleare verdi gianni mattioli porto viro gianluigi ceruti
07 giugno 2008
Quell'ambientalista di Galan
Sia chiaro: per me qui è del tutto improponibile la sua realizzazione e sono convinta che nessuno liberamente possa compiere una scelta simile per il nostro delta. Ma logiche miopi, nutrite da interessi trasversali, possono invece spingere chi è deputato alle decisioni ad accettare anche la peggiore delle soluzioni. Non si può rimanere in silenzio e rassegnarsi ad una lunga attesa in cui le generazioni che verranno chiederanno il conto a chi ha svenduto il territorio, senza rispetto dei luoghi e del patrimonio di tutti, valori imprescindibili saldamente legati alla vita delle persone. Le lunghe proteste della popolazione che non si arrende all'ingiustizia di una politica che agisce per salvare e riprodurre se stessa, invece che per il bene comune, certamente incrementano la consapevolezza collettiva sulla necessità di un cambiamento.
Nel caso di Porto Tolle, Enel ha finora potuto contare su di uno schieramento trasversale dei partiti più grossi a tutti i livelli. E alle amministrative di Porto Tolle ha vinto Finotti (sindaco uscente prima appoggiato dal centrosinistra) con uno schieramento di forze che vanno dal PD ad AN a una parte di FI, segno inequivocabile delle rispettive volontà di gestire tutti insieme la questione "centrale". Galan un anno fa stringeva il patto per il carbone con il sottosegretario Letta dell'Unione. Si parlava a quel tempo di uno scambio per velocizzare le procedure per la costruzione di autostrade. In questi giorni è arrivato in Consiglio regionale veneto un emendamento a un collegato alla finanziaria in cui i consiglieri del PD C.A.Azzi e Frigo chiedono al consiglio regionale l'interpretazione autentica dell'art. 30 della legge sul Parco (L.R. 36/97). L'articolo in questione sembra capace di creare problemi ai fautori del carbone, anche se i commissari della commissione VIA regionale se ne sono fatti un baffo. Ma si è tuttora in attesa dell'esito della commissione VIA nazionale, che forse potrebbe avvalersi di quell'articolo in cui si precisa che l'alimentazione delle centrali nei comuni del Parco deve essere di un combustibile con un impatto ambientale pari o inferiore a quello del metano. In ogni caso il Presidente Galan è apparso all'apertura del Consiglio regionale, dichiarandosi contrario all'emendamento - che non avrebbe votato - e alla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle "per cui la commissione regionale si è già espressa; per cui non c'è stato nessun confronto con il governo: quali sarebbero i vantaggi?" ed inoltre "il Veneto si trova in una situazione di equilibrio energetico, essendo autosufficiente e fra pochi mesi avremo il Terminal gasifero unico in Italia, che permetterà di fonti di approvvigionamento diversificate".
Un bel colpo di scena se non è solo fumo negli occhi: perché questi improvvisi cambi di orientamento? Un Galan improvvisamente ambientalista, oppure si vuole solamente alzare il prezzo? Prima si parlava di 25 milioni di euro per la Regione da parte di Enel. Più si diceva una ventina per il comune di Porto Tolle. E ora?
Del resto Galan ha offerto il Veneto anche per il nucleare, un ambientalista "doc". In ogni caso il PD polesano sembra essere rimasto un po' di stucco: Galan più ambientalista di loro? (non ci vuole poi molto ... )
Ma la storia non finisce certo qui, sono anni che va avanti, tra una campagna elettorale e l'altra. E la prossima.
03 giugno 2008
FAO: un piano globale contro la fame nel mondo
Oggi Roma è sede di una conferenza internazionale della FAO per affrontare i problemi della crescita dei prezzi dei beni alimentari, dei cambiamenti climatici e della sicurezza ambientale.
La massiccia conversione dell'agricoltura verso la produzione dei biocombustibili, come in Brasile ma anche negli Stati Uniti, e la conseguente riduzione della produzione di cibo, sembra essere all'origine della crescita dei prezzi degli alimentari che diventa dramma per i paesi più poveri, che non sono in grado di provvedere da soli, come alcuni Paesi africani dove solo una piccolissima parte del territorio è coltivato.
01 giugno 2008
Nucleare: la parola a Carlo Rubbia
Ieri nel Corriere della sera Carlo Rubbia risponde a quanti non sono disponibili a riconoscergli autorità in materia o affermano che sul nucleare non c'è alcun problema, come il prof. Veronesi che afferma che il timore per le radiazioni è infondato. Strano, mi sembrava che le radiazioni ionizzanti fossero agenti cancerogeni riconosciuti dalla classificazione internazionale!
Alla scienza spetterebbe l'ultima parola, sempre che sia libera da condizionamenti.
centrale nucleare carlo rubbia
28 maggio 2008
Domande in libertà 1
I rompiballe
25 maggio 2008
La favola del giorno
Giorni grevi di notizie. Sono quasi arrivata al punto di non voler sapere niente. Non ho scuse ma si tratta di autodifesa contro questo governo che contro immigrati, ambiente e cittadini organizzati a non subire proprio tutto, mostra i muscoli e i denti aguzzi fin dal suo esordio.
La favola atomica
Gianni Mattioli
Massimo Scalia
Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si può trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitù del petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del cambiamento climatico, energia a prezzi ben più limitati, tanto da ridar fiato alla nostra stanca economia.
Tutto ciò è una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una domanda ingenua: è possibile che ministri, politici e industriali possano proclamare tante assurdità senza che un tecnico amico gli suggerisca qualche dato?
Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite.
L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo, si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben più abbondante in natura: si tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di cattura di un neutrone, si puo trasformare in plutonio, materiale fissile, anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo è la dose che può essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza strategica della force de frappe.
La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri cubi, da sistemare in modo che non vengano più a contatto - per «ere» intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'è soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua è un temibile avversario per la sua capacità di fessurazione di qualsiasi contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi. La fiducia è crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione là dove non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si è anche ipotizzata la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad alta temperatura (a causa della loro radioattività) con conseguente alterazione delle condizioni di stabilità geologica. Oggi si spera nelle rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua ricerca.
Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il ciclo del combustibile nucleare è tutt'ora materia di ricerca fondamentale?
E si torna alla complessità di una tecnologia che ripropone il problema della radioattività, l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre più elevati.
Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale non c'è rischio: dosi comunque piccole - questa è la valutazione della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti - possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico (tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della sicurezza da incidenti.
Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal 1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama la messa a punto di un reattore che si vorrebbe più sicuro, che usi con maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di meno. Il prototipo non è atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo Rubbia giudica già insufficiente il programma.
In questo quadro è incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010 e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile espansione, altro che nucleare, su scala mondiale.
Certo, le imprese elettromeccaniche devono pur lavorare e forniscono impianti per esempio a Cina e India, ma continuano a non piazzarli in casa: solo gli enormi incentivi del provvedimento di Bush fanno dire alla Exelon, una delle principali elettriche Usa, che, in virtù di quegli incentivi, partiranno un paio di impianti entro il decennio, ancora di terza generazione, come di terza generazione è quello che si annuncia in Francia in mancanza di meglio.
È questo che ci propongono Governo, politici e industriali? Attendiamo chiarimenti.
18 maggio 2008
Verdi: nè di destra, nè di sinistra ?
Comunque la si giri è inevitabile per noi verdi non fare i conti con la sconfitta che va ben al di là delle responsabilità di chi possa anche (più o meno correttamente) aver remato contro perché ciò accadesse. E ce la ritroviamo tutta al nostro interno, fra di noi, nei circoli locali, in cui improvvisamente - e aggiungo: per fortuna - diventa necessario esprimersi per trovare il bandolo della matassa: l'avessimo fatto prima questo dibattito, invece di inseguire facili consensi unanimi in tutte le assemblee, dove era ben visibile la totale assenza di un vero confronto!
La crisi, uno dei pochi ricordi che mi è rimasto dal liceo, è un momento forte di consapevolezza, in cui acquisti la capacità di giudicare e di scegliere. Nei Verdi le diverse anime devono aver convissuto a lungo nella sopportazione reciproca e a volte anche fingendo di amarsi.
Ci sono quelli che inseguono i comitati e non vogliono sentir parlare di partito, dicono di non amare le gerarchie e di preferire la orizzontalità, che talvolta rischia di debordare in una generale anarchia gestita da pochi, senza regole.
Poi ci sono quelli che, da anni nelle istituzioni, cercano fondamentalmente di mantenere i privilegi acquisiti e che vivono una sorta di competizione con i comitati ambientalisti, che del resto e per fortuna non fanno mai distinzioni per chi è al potere.
Ma oltre a queste distinzioni metodologiche bisogna dire che il contenitore verde spazia da sinistra a destra: centri sociali, ex-comunisti delusi dal PRC, ambientalisti di estrazione liberale, ambientalisti cattolici, .... Dov'è il bandolo della matassa? Chi, o meglio cosa, può riuscire a tenere insieme queste molte anime verdi? Il compito è difficile.
La sconfitta elettorale della sinistra arcobaleno ha dato fiato a chi prima, con l'onda che avanzava della nuova sinistra, sommessamente continuava a ripetere inascoltato che i verdi devono stare da soli, fare i verdi, nè di destra nè di sinistra.
Il dibattito si è acceso.
Da parte mia credo che il modo giusto di affrontare il problema non sia di stabilire in astratto quanto a sinistra, al centro o a destra vogliono stare i verdi. Ma, nel rispetto di alcuni principi di fondo condivisi, prima di tutto di partire dalla concretezza delle azioni e dalla realtà che viviamo, cioè dalle persone con cui fino ad oggi abbiamo lavorato, andando al di là di quei paletti ideologici che spesso si traducono in un confine più ipotetico che reale. E di capovolgere il ragionamento partendo dallo sviluppo che vogliamo per il nostro territorio, locale o globale che sia. Forse in questo modo riusciremo a trovare un unico filo conduttore che ci accomuni e con cui guardar fuori.
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