26 dicembre 2008

Tibet spiritualmente libero


Da qualche giorno medito di scrivere nel mio piccolo anch'io due righe sulla tragedia del popolo tibetano, tenuto sottomesso con le armi ormai da cinquant'anni al dominio della Cina. 
Poco se ne parla eppure, dopo le proteste della primavera scorsa, i monaci tibetani considerati terroristi dalle autorità cinesi stanno scontando le loro proteste pacifiche, con la "rieducazione politica"
Molti che sono stati arrestati sono condannati ad anni di reclusione o all'ergastolo anche con sentenze segrete.
Dispiace ricordare quando fu Prodi, allora capo del Governo italiano, a piegarsi di fronte alle pressioni e agli interessi per la Cina rifiutando di incontrare il Dalai Lama, capo del governo tibetano in esilio e autorità m
assima spirituale del Tibet. Ne è valsa la pena?
Diverso è stato il comportamento del presidente di turno della UE Sarkozy, capace di sopportare le dure pressioni inevitabili delle Cina:  ha incontrato ufficialmente il Dalai Lama. L'incontro perchè l'Europa possa mediare il conflitto fra il popolo tibetano e la Cina  consente anche una passo avanti nella creazione di una radice comune dei popoli europei, che sia fortemente legata al rispetto dei diritti.
L'autorità spirituale del Dalai Lama, Nobel per la pace, spaventa i potenti. L'arroganza del potere è difficilmente arrestabile, anche quando rasenta il ridicolo.

14 dicembre 2008

Pacchetto clima: Berlusconi esulta ma rimangono gli obiettivi 20:20:20

A conclusione del vertice del consiglio europeo sul pacchetto clima, Berlusconi dice che l'Italia ha vinto su tutta la linea.I vantaggi sarebbero in pratica per l'industria inquinante italiana, vincolata in modo più elastico al pagamento delle quote di emissione in eccesso.
Anche se grazie agli altri paesi europei rimangono per fortuna  fissi gli obiettivi al 2020: 20% di riduzione delle emissioni, 20% di miglioramento nell'efficienza energetica, 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili, di diverso tono sono i commenti di altri esponenti politici, di economisti e di editorialisti di grande fama, pure italiani, per il risultato ottenuto, visto come riduttivo, e per certi versi pure dannoso, rispetto alle potenzialità per un diverso tipo di sviluppo legato all'innovazione tecnologica, che po
trebbe avere inizio proprio dalla decisione di procedere con passo spedito verso le energie rinnovabili.

Intanto Obama sceglie Steven Chu, un ambientalista, Nobel della fisica, a guidare le politiche ambientali statunitensi, indicando un palese cambio di orientamento sulle strategie energetiche rispetto al suo predecessore.
Di questo passo forse gli Stati Uniti potrebbero anche arrivare primi nello sviluppo di nuove tecnologie legate alle rinnovabili e recuperare il ritardo di almeno otto anni dovuti  alla resistenza delle lobby del petrolio e del presidente Bush.
Caro Berlusconi, perchè rallentare anzichè accelerare?

06 dicembre 2008

Centrale a carbone di Porto Tolle: la commissione nazionale Via rinvia il parere


Credo che questo sia il secondo rinvio del progetto di conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. La volta scorsa, era il settembre 2007, la Commissione, dopo un pressing notevole di esponenti politici locali e nazionali e delle forze sindacali, chiese le integrazioni al progetto, per cui ripartì l'iter di presentazione delle osservazioni.
Dalle notizie recuperate il rinvio di questi giorni sarebbe da attribuire al documento fatto pervenire dalla Procura della Repubblica di Rovigo alla stessa Commissione che si riferisce ad una consulenza tecnica chiesta dalla stessa Procura per conoscere l'impatto sulla salute e sull'ambiente che deriverebbe dalla conversione a carbone. 
Qui una breve sintesi del documento, elaborata da G. Zecchin, da cui emergerebbe che nel progetto ci sono molti punti critici: uno stravolgimento ambientale dovuto all'andirivieni delle chiatte, la possibile presenza di macroinquinanti sopra i limiti e di metalli pesanti come il mercurio e l'arsenico. Inoltre molte sono le incongruenze rispetto alle leggi vigenti sul territorio, dalla legge sul  Parco  ai rilevamenti delle polveri sottili. 
Ricordo che diversi e trasversali sono stati i tentativi a livello regionale per modificare la legge sul Parco. Finora senza successo.
Fuori dalle istituzioni tante sono state le azioni contro la conversione a carbone. In questi anni sono intervenuti anche Beppe Grillo con il dott.Montanari, portando migliaia di persone in Piazza  a Porto Viro, e Greenpeace  con un'azione memorabile, nel dicembre 2006.

03 dicembre 2008

Lobby del carbone e "comitati" dei lavoratori


Meglio prenderla con filosofia ... altrimenti, come dice E. Falcetti già alle 6 del mattino, a proposito di come vanno le cose in Italia "c'è da morire di rabbia!!!"
La lunga battaglia della lobby del carbone contro la logica e il buon senso della gente comune che vorrebbe più energie rinnovabili e meno carbone ancora non si arresta.
Qui a fianco la cartolina con cui i comitati hanno iniziato la raccolta delle adesioni contrarie alla centrale a carbone.

Qui un articolo in cui Giorgio Crepaldi del comitato di Porto Tolle, che continua a dare del filo da torcere ad Enel e alla politica prostrata, interpreta notizie trapelate su un possibile parere di VIA ministeriale a giorni.

E qui di ieri l'articolo in risposta di un certo Ferro, che da presidente del cosiddetto "comitato per lo sviluppo", passa a portavoce del comitato d'azione dei lavoratori (di Enel). In pratica getta la maschera.
Un'azione dura, pervicace e pesante contro l'interesse di tutti noi gente comune che vorremmo il nostro Delta pulito e pronto per un nuovo tipo di sviluppo... come recitavano certi programmi elettorali in tutti questi anni. ...

30 novembre 2008

Esempi di Buone pratiche per il benessere nella scuola polesana

Si è tenuto ieri al Censer di Rovigo, nella bella sala Bisaglia, l'incontro organizzato dall'Ufficio Scolastico Provinciale dal titolo "Buone pratiche relative al benessere a scuola", coordinatore R. Paolo Vedova. Qui le dieci azioni con cui si realizzano le buone pratiche.
Diverse le esperienze portate dalle scuole partecipanti capaci di essere di esempio nell'inventare nuove soluzioni a problematiche, vecchie o emergenti, nella pubblica istruzione.
L'Istituto comprensivo Rovigo 4 ha portato l'esperienza "Ludoteca e Scuola in Ospedale": è possibile da parte di alunni della scuola dell'infanzia o primaria usufruire di spazi organizzati, pubblici e gratuiti, in cui sperimentare il gioco da soli, in coppia o in gruppo, oppure la possibilità, per chi debba subire brevi degenze ospedaliere, di rimanere collegati per via telematica in diretta alle attività scolastiche.
Altra esperienza notevole quella portata dalla Direzione Didattica di Occhiobello, nata sulla base di una presenza numerosa di alunni immigrati, dal titolo "Alfabetizzazione linguistica in gruppo di auto aiuto tra genitori italiani e non". In questo caso, come ieri ha detto Vedova, si può parlare di "peer education" realizzata da genitori italiani verso i genitori immigrati.
Una soluzione praticabile forse anche altrove, invece delle "classi ponte" di cui si sta parlando in questi giorni. Certo più impegnativa sul fronte educativo, anche degli adulti.
L'Istituto comprensivo di Porto Tolle ha invece mostrato il modo in cui ha coniugato il decalogo del benessere a scuola con un percorso di educazione alla sicurezza, alla guida sicura, alla pericolosità nell'assunzione di droghe e di alcol, ecc.

L'Istituto agrario di Rovigo, ITAS
Munerati, ha invece portato l'esperienza del Progetto Burkina Faso, giunto ormai al quarto anno e al terzo stage di quindici giorni in Africa, che si realizzerà nei prossimi giorni - fine dicembre, inizio gennaio - con la partecipazione di alcuni alunni delle clas
si quinte. Il professor Fabio Boscarato e Davide Milan, ex alunno dell'istituto che ha partecipato al secondo stage africano, hanno presentato il progetto il cui obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile nella fascia subsahariana del Burkina Faso, al fine di migliorare le condizioni socio-economiche delle comunità locali. Il reddito così prodotto in agricoltura consentirà il pieno accesso a istruzione e sanità e contribuirà a far acquisire una presa di coscienza delle comunità burkinabè sulla necessità della salvaguardia delle risorse naturali esistenti.
C'è chi dice che la bellezza di questo progetto consiste nel tenere insieme due aspetti fondamentali dell'educazione: la solidarietà verso popolazioni povere (ma - come ha sottolineato Milan - particolarmente ricche di calore umano) e la soluzione di problemi con l'aiuto di un istituto e di studenti che hanno le competenze tecniche e scientifiche richieste, in questo caso legate all'agricoltura.
Spero che questo progetto possa trovare nuove adesioni e allargarsi sempre più all'interno delle nostre scuole, favorendo la diffusione dell'importanza della salvaguardia dell'agricoltura e alimentando la cultura della solidarietà e del rispetto fra i popoli. Anche se è solo una goccia nel mare, l'impegno in questo caso è concreto e può aiutare una comunità ad avere accesso alla sanità e alla istruzione.
Bella e commovente l'esperienza del CTP di Rovigo- Istituto comprensivo Rovigo 4 "Corso di fotografia digitale per adulti diversamente abili e non", che ha mostrato una raccolta piena di poesia delle foto dei partecipanti.
All'incontro è intervenuta l'Assessore provinciale Laura Negri che ha contributo all'iniziativa.
L'incontro si è infine concluso con lo spettacolo di musica, canto e danza "To be friends" dei ragazzi dell'Istituto Einaudi di Badia Polesine, in cui si descrive il mondo dei giovani visto attraverso l'amicizia.
Esperienze positive nel mondo della scuola pubblica. Certamente solo un piccolo "assaggio", perché come sappiamo "non fa rumore la foresta che cresce".
Una nota di speranza dal mondo dei giovani, che non ci fa arrendere di fronte alle difficoltà che anche noi adulti incontriamo, nel cercare di tenerci il sogno di poter realizzare anche nel nostro piccolo - nella solidarietà e nel rispetto della diversità, per un benessere diffuso - un mondo migliore.

26 novembre 2008

Ottima la raccolta di olive, quest’anno in Polesine

Ricevo e pubblico qui sul mio blog questo interessante intervento di Gabriele Zecchin, sulla possibilità di sviluppo di nuove colture in Polesine, complice il cambiamento del clima.
Finalmente potrò avere anch'io il mio bel limone in giardino con i suoi profumatissimi fiori.
Tutto bene? No, perchè ogni cosa ha il suo rovescio ...

L’olivo, Olea europaea, è pianta tipicamente mediterranea. Il suo areale è lo stesso degli agrumi, anche se, con alcune varietà più resistenti al freddo, lo troviamo diffuso nel Veneto in zone particolari, in prossimità del lago di Garda o sui versanti esposti a sud di zone collinari, quali la Valpolicella, la zona del Grappa, i colli Euganei e Berici. Viene apprezzato e si trova sempre più frequentemente nei giardini come pianta ornamentale, in quanto sempreverde e molto longeva. E’ inoltre una specie molto rustica, non avendo esigenze particolari in fatto di terreno, irrigazione o concimazione. Da qualche anno, complice il clima invernale ormai eccezionalmente mite, anche da noi, come si può vedere dalle foto, si può considerare una pianta da frutto, perché in grado di produrre una grande quantità di olive, peraltro sanissime, senza bisogno di trattamenti. Nei prossimi anni, quindi, potremmo avere, oltre alle Americane di Valliera (le patate), al melone del Delta, ad Ariano l’aglio polesano, anche le “olive nere DOC”. La raccolta, se si vuole produrre l’olio, va eseguita all’invaiatura, ossia quando il colore passa dal verde a quello tipico della varietà. Le olive cadute a terra sono scadenti, quindi è preferibile staccarle a mano. Per metterle in salamoia, si possono raccogliere quando sono ancora verdi. Il periodo in genere va da metà ottobre fino a dicembre. Un’altra pianta che in questi ultimi due anni, complice lo stravolgimento climatico in atto, ci regala i suoi frutti deliziosi è il nespolo del giappone, Eriobotrya japonica, specie diversa dal nespolo comune, il Mespilus germanica, i cui frutti si raccolgono in questo periodo. L’E. japonica è un sempreverde, con grandi foglie, originaria della Cina orientale. Viene coltivata per i frutti in zone temperato-calde, in Giappone, Stati Uniti, in Spagna nella zona di Valencia e in Italia nella provincia di Palermo e un po' in Calabria. Fiorisce in novembre, e in passato, con i primi freddi, i fiori abortivano. Da noi finora era usata come ornamentale, ma a giugno del 2007 e del 2008 gli alberi erano carichi, fino a 30 Kg, di dolci frutti ovali, giallo-arancio, simili ad albicocche. Ma non è finita qui, perché nei nostri giardini si possono ammirare sempre più spesso palme, agrumi o altre specie ornamentali di climi caldi. Quindi possiamo ben sperare di poter raccogliere tra non molto anche arance e datteri. Tutto bene? Non proprio, perché ogni cosa ha spesso il suo rovescio. La modifica delle condizioni climatiche nei nostri ambienti, se da un alto favorisce certe specie, dall’altro mette in crisi le piante tipiche del nostro territorio. I frutticoltori si sono accorti che peschi, meli e peri richiedono cure sempre maggiori, in termini di irrigazione, concimazione e trattamenti antiparassitari. La specie che maggiormente ne risente, attualmente, è il pero, in quanto ha necessità di inverni freddi per maturare bene le gemme a fiore. A conferma di ciò quest’anno le produzioni delle pere sono dimezzate, ed è probabile che i frutteti verranno progressivamente estirpati. Questo è un invito ai tanti che parlano, con convinzione ma in maniera teorica, di sviluppo sostenibile, e non si sono mai fermati ad osservare come piante, animali, insetti, malattie, stanno cambiando o si stanno diffondendo, minando di conseguenza le basi del nostro benessere. Si cerca continuamente di correre ai ripari, per problemi sempre “nuovi ed inattesi”, magari creandone di nuovi. Gli apicoltori forse ne sanno qualcosa, e, solo per fare un esempio, in questo momento sono molto preoccupati di fronte ad un programma di disinfezione generalizzata alle zanzare, in Polesine.
E’ evidente che dobbiamo affrontare la sfida dello sviluppo in modo diverso, ricercando soluzioni innovative dal punto di vista scientifico e tecnico, in materia di energia, di produzione, di infrastrutture e di smaltimento rifiuti.

Gabriele Zecchin

24 novembre 2008

Ecumenismo: conferenza del SAE con Paolo Ricca "Tutti contro Dio"


L'incontro organizzato giovedì scorso 20 novembre in Accademia dei Concordi dal gruppo del SAE (segretariato attività ecumeniche) di Rovigo dal titolo "Tutti contro Dio - vecchie e nuove critiche alla fede e alla religione", relatore Paolo Ricca, ha avuto ampia partecipazione di pubblico. Ricca, spesso ospite del programma radiofonico di Radio3 "Uomini e profeti",  è un noto teologo valdese, professore presso la facoltà valdese di teologia a Roma. 
Lungo la storia dell'uomo fede e religione sono sempre state oggetto di critica da parte di filosofi e di scienziati che spesso hanno cercato di dimostrare l'inconsistenza della fede. Tuttavia in questa costante contrasto secondo il teologo Dio vince.
Nel suo intervento Ricca risponde alle recenti critiche mosse dal matematico Piergiorgio Odifreddi attore del libro"Perchè non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)"per cui la fede imbriglierebbe la mente impedendole di ragionare liberamente e a Richard Dawkins autore del libro "L'illusione di Dio, le ragioni per non credere", per cui la fede sarebbe una necessaria illusione che si creano gli uomini, capace unicamente di provocare guerre e catastrofi.
Secondo Ricca la religione può essere superstiziosa e imbrigliare la mente, ma in verità è l'uomo che talvolta non è capace di essere libero nel suo pensare. Innegabile poi è che la religione diventi sempre più spesso, fondamentalismo, alimentando divisioni. 
Del resto è lo stesso mondo cristiano spesso e volentieri a non sapere dare buon esempio. Infine secondo il teologo valdese di sicuro la fede è libera e non  spinta da alcuna necessità. Per lui la fede è una esperienza così forte che cambia la vita, spesso anche a chi vive felicemente e non ha bisogno di nulla. 


08 novembre 2008

Yes we can, together


Ora che Barack Obama è stato eletto Presidente degli Stati Uniti, non possiamo non sperare che si riescano a cambiare le cose anche riguardo al consumo di fonti fossili che inquinano il globo, riducendo principalmente i consumi di petrolio e di carbone. Con il duplice obiettivo di allontanare i pericoli legati al cambiamento del clima e di dare inizio ad una nuova economia basata sulle fonti rinnovabili.
Obiettivi già chiari nel Patto per il clima dei Verdi, sotto la guida di A. Pecoraro Scanio.
Da allora sembrano maggiormente superate le tante resistenze anche culturali che negavano le responsabilità dell'uomo sull'incremento eccessivo del biossido di carbonio e sul cambiamento climatico in atto.
Qui in Italia, oggi come oggi, possiamo solo sperare che ci bacchettino dall'Europa (come sta accadendo). E che l'America decida finalmente di dare inizio ad una nuova economia, facendo da esempio per tutti nel mondo. Anche per la Ministra Prestigiacomo.

Partecipa all'azione del progetto "wecansolveit.org" fondato da Al Gore.

Qui la traduzione dall'articolo del Financial Time del 30 ottobre "L'Italia gioca con la politica sui cambiamenti climatici"

07 novembre 2008

Voglia di cambiare - la questione educativa alla base del cambiamento


La presentazione del libro "Voglia di cambiare" di Salvatore Giannella, all'Accademia dei Concordi di Rovigo, ha avuto ieri sera una discreta presenza di pubblico. Un pubblico molto vario ed interessato, pronto a prendere la parola non appena si è aperto il dibattito sulle grandi questioni di attualità sollevate dall'autore, con l'amichevole complicità dell'avvocato G. Ceruti coordinatore dell'incontro.
Dai morti sul lavoro alle questioni della flessibilità, dalle infrastrutture ai temi dell'energia, Giannella ha spaziato, offrendo come esempio le soluzioni prese da alcuni paesi europei: l'esempio della Svezia riguardo alla sicurezza sul lavoro con la presenza di una figura intermediaria che ha lo scopo di individuare le falle in ciascuno dei processi; l'esempio della Germania e la crescita economica legata alle energie rinnovabili; l'esempio della Spagna per i collegamenti ferroviari e la capacità di trasformare le vecchie linee in percorsi ciclo-pedonali.

Alla base di questi esempi virtuosi secondo Giannella c'è la questione educativa. Nel nostro Paese non c'è merito per chi ben lavora e demerito per chi invece non sa fare il suo mestiere: i nostri parlamentari e i nostri manager sono superpagati e a volte anche con garanzie contro ogni rivalsa dello Stato, anche dopo fallimenti dimostrati. Su tutti l'esempio negativo di Cimoli, ex manager delle Ferrovie dello Stato e di Alitalia, entrambe portate al fallimento.
La capacità della politica di trovare soluzioni a grandi o piccole questioni non prescinde dall'aspetto culturale ed educativo, e in questo senso assume rilevante importanza investire nella formazione.

Su Lavocetta audio potete ascoltare la registrazione dell'incontro: sono presentati i capitoli del libro dedicati alla sicurezza sul lavoro in Svezia, alle energie rinnovabili in Germania e a come la Spagna ha affrontato il problema trasporti.

05 novembre 2008

"Voglia di cambiare": domani Salvatore Giannella in Accademia dei Concordi ore 18

Domani, giovedì 6 novembre 2008 alle ore 18, in Accademia dei Concordi (Piazza Vittorio Emanuele, Rovigo) nella sala degli arazzi “Pietro Oliva” si terrà un incontro con lo scrittore e giornalista Salvatore Giannella, già Direttore del settimanale “L’Europeo” (Rizzoli - Corriere della Sera ed.) e del mensile “Airone” (ed. G. Mondadori), autore del libro “Voglia di cambiare. Seguiamo l’esempio degli altri Paesi europei” (ed. Chiarelettere, Milano 2008). Salvatore Giannella sarà intervistato da Gianluigi Ceruti.
Seguirà il dibattito. Ingresso libero

Biografia dell' autore
Salvatore Giannella giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vive e lavora a Milano dal 1975. Studi classici, laurea in lettere moderne. È sposato, ha due figli. Diventa pubblicista collaborando con il settimanale «Oggi». Dopo aver partecipato a Genova all’esperimento di un giornale in cooperativa, «Il lunedì», nel 1975 è chiamato all’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo. Nel 1986 viene chiamato da Giorgio Mondadori a dirigere «Airone», il primo e più diffuso mensile di natura e civiltà. Lascia «Airone» nel 1994 e crea Editoriale Delfi, struttura specializzata in progetti ed eventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Nel 1999 scrive il libro L’Arca dell’Arte, in collaborazione con lo storico pesarese Pier Damiano Mandelli, per raccontare la storia del soprintendente delle Marche che, nel corso della seconda guerra mondiale, diede rifugio e salvezza nel Montefeltro a migliaia di opere d’arte. Allo stesso argomento dedica la sceneggiatura del film documentario per Rai Educational La lista di Pasquale Rotondi che vince il premio della Presidenza della Repubblica all’Art Doc Film Festival di Roma 2005, come «miglior film dedicato all’arte italiana». Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) per i temi della cultura e delle scienze. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco (1978) e, dieci anni dopo, il premio dei Club Unesco. Nel 2007 ha ricevuto a Rimini la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, «per aver alimentato la mente degli italiani chiarendo preoccupazioni, scovando personaggi e scavando nella storia e nelle storie, creando sostegni con racconti carichi di realtà e di favola». Paulo Coelho lo ha salutato come «cronista della luce». Ama Italo Calvino dal quale ha raccolto l’invito a illuminare «personaggi e mondi che tenebre non sono e a dar loro forza».

Su Lavocetta audio potete ascoltare la registrazione dell'incontro: sono presentati i capitoli del libro dedicati alla sicurezza sul lavoro in Svezia, alle energie rinnovabili in Germania e a come la Spagna ha affrontato il problema trasporti.

30 ottobre 2008

Gelmini: anche il mio blog aderisce allo sciopero


Cara Ministra "Mari Star" Gelmini,
perdonami, sei più giovane di me, quindi mi prendo la confidenza e ti do del tu.
Oggi io e anche il mio blog partecipiamo allo Sciopero generale, insieme agli studenti di tutte le età, ai loro genitori e ai docenti. Contro la tua riforma della scuola pubblica, che a tutti i costi hai voluto approvare ieri, un giorno prima dello sciopero fissato da  molto tempo. Difficile pensare che sia un caso e che ci sia disponibilità al dialogo.
Non so cosa abbiate tu e la tua maggioranza contro la scuola pubblica che la vostra riforma rischia davvero di peggiorare se non di distruggere definitivamente. Perchè per migliorarla bisognerebbe investire: nella formazione dei docenti e nella valorizzazione delle competenze, nella ristrutturazione degli edifici e di tutto ciò che serve a rendere un ambiente scolastico accogliente. 
Invece ci saranno solo tagli in tutte le direzioni dal prossimo anno e fino al 2012, con la prospettiva di una progressiva aziendalizzazione di ogni scuola, un aumento di potere del dirigente scolastico e del suo entourage. 
La scuola pubblica non è una  azienda e le famiglie non sono clienti da soddisfare, come quando ti compri un paio di scarpe. La scuola pubblica funziona se si investe in chi ogni giorno con pazienza e  responsabilità  sa di avere il compito di educare e di far crescere culturalmente bambini e ragazzi adolescenti che, come ai nostri tempi, vivono la scuola come l'ultimo dei loro pensieri. E funziona se le famiglie  sono con la scuola e si fidano di chi ci lavora. Come fidarsi di chi ogni giorno viene diffamato sui media? 
I docenti non sono intercambiabili, se non al prezzo di un progressivo scadere della qualità dell'insegnamento. Ho visto addirittura tecnici della scuola passare a fare l'insegnante di sostegno di punto in bianco, senza alcuna formazione, per problemi di organico legati al numero delle classi. La flessibilità che si chiede alla scuola non è già troppa?
Ogni anno con la formazione dell'organico, e ora grazie a te il fenomeno sarà ancora più evidente, molti docenti perdono la cattedra presso la "loro scuola", e cominciano a migrare da una scuola all'altra tentando di stabilizzarsi in una cattedra. Per non parlare dei precari, che magari lavorano nella scuola da più di vent'anni.
Se non fosse che dentro la scuola pubblica la maggior parte degli insegnanti crede nel suo lavoro molto al di là del suo compenso mensile, con un impegno della durata molto maggiore di quell'infamante "part time" di mister Brunetta, con docenti che per le capacità e la grandezza d'animo sono di certo migliori della tua classe politica che ci governa, la scuola pubblica non esisterebbe ormai più già da un pezzo.
Mi sono persuasa che sia questa la direzione: la distruzione completa della scuola pubblica. Ovviamente con tutto il suo significato. 
Non è  forse così?

19 ottobre 2008

Salviamo il clima con Greenpeace


Il ministro dell'ambiente Prestigiacomo si è scontrata con la Commissione Europea sul piano UE sul cambiamento climatico, rischiando così di isolare l'Italia dal resto dell'Europa sulle politiche di contenimento delle emissioni.
La ministra giustifica la sua posizione con perle di rara saggezza dicendo che: "Tutti siamo chiamati a dare un contributo, ma dobbiamo essere consapevoli che è una sfida che potremo vincere solo assieme se tutti i paesi del mondo troveranno assieme la forza, la determinazione e le risorse per sostenere un cambiamento culturale ed economico in direzione dello sviluppo sostenibile".

Bè, in attesa che "tutti i paesi del mondo", e forse anche la Prestigiacomo, si convincano che l'emergenza climatica in atto è una vera emergenza e che come tale incide sull'economia reale, possiamo sostenere l'azione di Greenpeace e scrivere al Governo che:

"I cambiamenti climatici sono la più grave minaccia ambientale, economica e umanitaria che l’uomo si trova ad affrontare. Milioni di persone nel mondo stanno già oggi subendo gli effetti del fenomeno . Con un aumento della temperatura media globale di oltre 2°C, il 20-30% delle specie animali e vegetali sul Pianeta rischia l’estinzione. Siamo già oggi in piena emergenza clima.
È necessaria una rivoluzione energetica basata sulla progressiva riduzione dell’uso dei combustibili fossili, a partire dal carbone, e dallo sviluppo delle alternative veramente pulite: efficienza e fonti rinnovabili. Le scriviamo per chiederle di:

1. introdurre una moratoria per nuove centrali a carbone
2. presentare un serio piano per l’efficienza energetica per conseguire l’obiettivo europeo al 2020
3. sviluppare le fonti rinnovabili come richiesto dagli obiettivi europei al 2020
4. abbandonare l’idea di un ritorno al nucleare in Italia"


21 settembre 2008

Porto Levante: inaugurato il primo rigassificatore off shore in Italia. Berlusconi promette un piano energetico nazionale


Ieri il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è giunto a Porto Viro per inaugurare il primo rigassificatore off shore in Italia, arrivato via mare dalla Spagna nei giorni scorsi. Molti vogliono prendersi i meriti dell'impresa perchè sembra che da questo per l'Italia inizi una nuova era energetica con una maggior capacità di fronteggiare crisi del gas e con vantaggi per l'abbassamento dei prezzi. Sarà vero? Ognuno farà i suoi conti in bolletta.
Il ministro delle infrastrutture C. Scajola ne ha approfittato per riconfermare la volontà di realizzare la centrale a carbone di Porto Tolle, mentre Berlusconi ha promesso un piano energetico nazionale per la primavera prossima. Sarebbe ora che ci fosse un Piano. Tuttavia la ricetta che prevederebbe la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e un incremento delle rinnovabili, insiste sulla ripresa del nucleare.
Ma se molti festeggiano e si fanno i complimenti, alcuni lo fanno anche in virtù dei 12 milioni di euro di compensazione ricevuti in cambio per il Polesine, come probabilmente il presidente F. Saccardin che, difendendosi dall'attacco di Galan, afferma "Galan dovrebbe invece riconoscere che è anche merito mio se si è giunti a questo punto, più volte ho messo a rischio la mia amministrazione. Ora si lascino le polemiche alle spalle e diventi un'opportunità per il territorio".
Rimangono parecchi dubbi sui rischi e soprattutto sulla opportunità di costruire un tale impianto davanti a Porto Levante. Il coordinamento dei comitati per la difesa dell'ambiente manifesta dubbi e contrarietà, cercando di contribuire all'informazione dei cittadini, con un volantinaggio in città. Qui il volantino dei comitati.

Scajola nel suo discorso ha parlato anche del rigassificatore di Livorno affermando che i lavori, stoppati dalla sentenza del Tar Toscana, ora riprenderanno per una ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso l'efficacia della sentenza.

Qui un articolo scritto da Matteo Ceruti sulla sentenza del Tar Toscana che ha bloccato temporaneamente i lavori del rigassificatore di Livorno per la mancanza della partecipazione dei cittadini


Le ragioni della contrarietà al terminal in un video del Coordinamento dei Comitati



13 settembre 2008

Spettacolo spettacolare


Anche quest'anno le vacanze sono ormai finite.
Per chi ha potuto godersi qualche giorno al mare o in montagna rimangono nel cuore alcune immagini della bellezza che, in un modo o in in un altro, sempre ci circonda.
Essere in pace con la natura e difenderla dalle aggressioni di uomini di affari dalla vista troppo corta è un impegno di tutti, che richiede però sempre più coraggio. Almeno fino a quando non diventerà l'unica via possibile per la nostra stessa sopravvivenza.
(nelle foto: a sinistra il ghiacciaio della Marmolada, a destra il monte Pelmo)

02 settembre 2008

Quale Italia - il futuro dell'ambiente, Realacci e Francescato a confronto

Festa del PD, incontro del 27 agosto 2008. Confronto fra Ermete Realacci, ministro dell'ambiente del governo ombra e Grazia Francescato, nuova portavoce nazionale dei Verdi.







30 agosto 2008

Villadose: XIII mercato della centuriazione romana

La rappresentazione teatrale della commedia di Aristofane "Le nuvole", realizzata dal laboratorio teatrale del Liceo Bocchi di Adria, ha dato il via stasera a Villadose al XIII Mercato della centuriazione romana. Qui accanto alcune foto del contadino Strepsiade che cercherà dalla scuola di Socrate di risolvere i problemi con i suoi creditori e, sotto, alla conclusione della Commedia.
Il mercato della centuriazione romana è un evento ormai tradizionale, noto ed atteso in tutta la provincia di Rovigo e oltre,  e ha anche quest'anno nel suo calendario iniziative culturali che vanno dal Convegno di archeologia sperimentale dedicato alla scoperta della vita degli antichi alle arti delle
 Muse nell'antica Roma che vedrà la partecipazione del gruppo di danze antiche di Villadose , alle esercitazioni dei legionari e ai ludi dell'antica Roma. Da domani lungo la via principale avrà inizio anche il mercato antico, mentre domenica avrà luogo il grande corteo dei personaggi in costume.

Dal sito del Comune si può scaricare il programma dettagliato.

05 agosto 2008

Intervista sul tema: Costituente della sinistra e nuovo centro sinistra

Segnalo a tutti gli "arcobalenotteri" sopravvissuti allo tsunami elettorale questa bella intervista di Claudio Lucarelli, giornalista di La Repubblica, a Claudio Fava, Nichi Vendola e Grazia Francescato ripresa e pubblicata da Radio radicale sul tema della Costituente della sinistra e nuovo centro sinistra.


28 luglio 2008

Villadose: discarica di rifiuti in fiamme


E' successo ieri, nel bel mezzo del tranquillo pomeriggio domenicale, che la super-discarica Taglietto"0" ha preso fuoco. Si è alzata una alta e densa colonna di fumo nero, visibile da più di una decina di chilometri (anche dai dintorni di Monselice). Il fumo, ha interessato la campagna circostante, ma sembra non il paese, essendosi diretto ad ovest, verso Sarzano e Rovigo.
Dai giornali di oggi le autorità minimizzano i rischi e non sembrano esserci motivi di grande preoccupazione. Ma ancora nulla si sa delle analisi dell'aria, che stanno eseguendo i tecnici dell'Arpav.
Certamente per chi era nei paraggi non si è trattato di aria sana.
La zona è sede di altre tre discariche che si sono succedute nel tempo dagli anni '70 in poi, ricevendo in tutti questi anni i rifiuti dall'intera provincia di Rovigo. Vicino alle discariche c'è anche il separatore (secco-umido) dei rifiuti, proprio nel cuneo di confine del comune di Rovigo con quello di Villadose, in funzione dalla fine degli anni '90, che a sua volta prese fuoco qualche anno fa.
L'intervento dei vigili del fuoco si è protratto fino a tarda notte. La causa dell'incendio non è nota: autocombustione?
PS: notizie gazzettino 29 luglio e aggiornamento notizie 2 agosto

19 luglio 2008

In diretta il Congresso dei Verdi (Chianciano 18-20 luglio)

E' iniziato ieri a Chianciano il Congresso dei Verdi per la elezione del Portavoce dopo le dimissioni dalla Presidenza di Alfonso Pecoraro Scanio date subito dopo l'esito deludente delle elezioni politiche del 13-14 aprile scorso, in cui i Verdi erano nelle liste della Sinistra Arcobaleno.
Sei sono le mozioni presentate al congresso. Nessuna di queste parla espressamente di proseguire  l'esperienza con i partiti della Sinistra cosiddetta radicale. Mentre la mozione "Ecologisti e riformisti" che sostiene la presidenza di Marco Boato, che sembra essere il concorrente principale della Francescato, si afferma espressamente l'appartenenza all'area della sinistra riformista. 

La prima mozione sembra essere la favorita e porta le firme della maggior parte della precendente classe dirigente verde, tra cui quella di Grazia Francescato, di Angelo Bonelli, di Marco Pecoraro Scanio e anche quella di Gianfranco Bettin. Oggi al Congresso interverrà l'ex Presidente Alfonso Pecoraro Scanio.
Il Portavoce eletto dall'assemblea dovrebbe rimanere in carica un solo anno, fino alle elezioni europee del prossimo anno.
E' possibile seguire la diretta del Congresso (sotto).

Tutte le mozioni e i documenti del Congresso dei Verdi
Da Radio radicale è possibile rivedere il Congresso:
Prima giornata
Seconda giornata: presentazione delle mozioni ed elezione di Grazia Francescato (mozione 1)
Terza giornata: elezione esecutivo nazionale

 

14 luglio 2008

Voci per la Libertà: da mercoledì 16 inizia l'importante concorso canoro

Mercoledì prossimo 16 luglio a Villadose ha inizio il concorso Voci per la libertà "Una Canzone per Amnesty" evento live dove gruppi e solisti emergenti provenienti da tutta Italia si contenderanno il premio per il brano che meglio saprà descrivere le tematiche dei diritti, contenuti della Dichiarazione universale dei diritti umani.
E domenica 20 luglio saranno premiati i Subsonica che con la canzone "Canenero" (qui sotto), che parla delle violenze sui minori, vincono il premio Amnesty Italia 2008.
Per saperne molto di più visitate il sito Voci per la Libertà





10 luglio 2008

La legge è meno uguale per alcuni

Le polemiche seguite alla manifestazione di Piazza Navona contro la politica del Governo che tenta in tutti i modi di mettere le briglie ad una giustizia "giustizialista", dove i giudici, anzichè garantire la giustizia e l'applicazione di leggi uguali per tutti, sono diventati secondo il nostro presidente del Consiglio"la metastasi della democrazia", oltre ad essere strumentali, indicano purtroppo che diventa sempre più difficile esercitare il diritto di esprimersi in modo critico. L'intento di chi ci governa è palesemente quello di garantirsi l'impunità, ma ormai siamo assuefatti al martellamento quotidiano, e pur di vivere in un clima politico più tranquillo si è disposti ad accettare anche il Lodo Alfano, cioè l'immunità alla quattro più alte cariche dello Stato. 
Così ora è chiaro a tutti che non abbiamo gli stessi diritti: ci sono alcuni che sono "più uguali"  di altri. Il privilegio non è ancora abbandonato, anzi sta diventando legge: una legge fatta apposta per il Presidente del Consiglio.
Non mi pare un esempio di civiltà. Anzi, quasi quasi mi vergogno pure io che non c'entro niente. 

07 luglio 2008

Gianni Mattioli a Porto Viro - ecco il filmato

E' visibile dal mio blog (qui a lato), oppure sotto nei link direttamente da Google Video, il filmato dell'intervento di Gianni Mattioli all'incontro  del 20 giugno scorso, dal titolo: "Energia e sconvolgimenti climatici - Il futuro è nel nucleare?" 
Lo so che Confindustria, prima ad essere ascoltata  dai nostri Governi, preme per il nucleare. Credo anche di capire che, stando così le cose, è molto difficile contrastare "l'esercito dei nuclearisti" molto convinti, non si sa da cosa, che l'energia nucleare sia una energia pulita e a basso costo. 
Il nuovo Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, mentre tenta di far abbassare le quote di riduzione delle emissioni di gas serra per favorire il sistema economico italiano (che è un po' restio, basta vedere Enel che vorrebbe convertire a carbone la centrale di Porto Tolle), si è convinta che per ridurre le emissioni di CO2 dobbiamo avere il nucleare, come gli altri paesi europei (che, avendolo già, mi sembrava lo stessero riducendo).
Insomma per rispettare il protocollo di Kyoto, anche l'ex primo ministro inglese Tony Blair afferma che è meglio tenersi un po' di nucleare.
Siamo arrivati al punto che sembra dobbiamo scegliere tra il non rispettare il protocollo di Kyoto e il nucleare: cos'è peggio? Peggio un incidente nucleare, o lo sconvolgimento del clima?
Non so cosa sia peggio, ho l'imbarazzo della scelta.
Di sicuro sarebbe meglio vivere senza pericoli. E con un sistema economico  al passo con i tempi e capace di guardare, di tanto in tanto, oltre l'immediato dei propri utili aziendali. Ma questo forse è chiedere troppo.
Qui il link a Google video dove ho pubblicato il video in tre tempi, per motivi di dimensioni.

25 giugno 2008

Ca' Cappello: In-Giustizia amministrativa


Sembra che il Consiglio di Stato abbia dato ragione al comune di Porto Viro e al suo legale avvocato Luigi Migliorini nel ricorso presentato dalle associazioni e dai comitati ambientalisti contro il progetto di una mega area industriale di quasi 4 milioni di metri quadrati in località "Ca' Cappello" (vedere il post del 4 marzo 2006).
Non avevamo ancora finito di fare i nostri primi timidissimi e cauti quasi-complimenti (a dita incrociate- timeo danaos) al comune di Porto Viro per la disponibilità dimostrata nel sostenere la contrarietà al carbone di Porto Tolle! ...
A Porto Viro ci sarà quindi il Terminal gasiero  (in costruzione- ascolta qui a fianco Luigi Flamini, presidente del "comitato anti Terminal" che spiega di cosa si tratta) e una mega area industriale. Niente male per essere uno dei comuni del Parco veneto del Delta del Po! 
Secondo il vicesindaco Geremia Gennari, fervido sostenitore dell'area industriale, il problema non si pone, visto che è appena lì, fuori dai confini del Parco. Vuoi vedere che è per questo che il consiglio di Stato gli ha dato ragione? 
Del resto l'avvocato Migliorini,  che è anche grande amico del presidente della Regione Galan, come lui ci ricorda sempre nella sua rubrica  del Corriere, curava questa causa mentre era Commissario straordinario del Parco ; il vice-presidente del Parco è Geremia Gennari in persona ... Il presidente del Parco è il presidente della Provincia ...
Quindi non chiedetevi perchè l'ente Parco non dice una parola ...

21 giugno 2008

Straordinaria lezione di Gianni Mattioli su nucleare e clima

In attesa del filmato (che metteremo presto a disposizione) della straordinaria conferenza di Gianni Mattioli sull'energia di ieri sera a Porto Viro, scrivo qui le mie impressioni a caldo. Vado a memoria.
C'era gente persino in piedi. Presenti molti amministratori, alcuni poi anche intervenuti nel dibattito. Coordinava G. Ceruti, noto avvocato ambientalista ed ex-parlamentare verde.

Dopo i saluti dell'assessore Pregnolato del Comune di Porto Viro, ha parlato A. Fioravanti, assessore all'ambiente del comune di Taglio di Po, illustrando i progetti di risparmio energetico in corso nel suo comune. Il primo utilizza una società ESCO che fornisce il progetto di adeguamento energetico degli edifici comunali e i finanziamenti per la sua realizzazione, soldi che poi la società recupera nel corso della durata del contratto senza alcuna spesa per il comune. Altri interventi sono la costruzione di due grandi tetti fotovoltaici su edifici comunali (tra cui il palazzetto dello sport) e la certificazione ambientale. Il comune risparmia sui costi dell'energia utilizzata per i propri consumi e ne produce in proprio dalle fonti rinnovabili.

La parola quindi è passata al prof. Gianni Mattioli, fisico nucleare e docente presso l'Università "La Sapienza" di Roma, che ha introdotto la sua relazione indicando prima di tutto una necessità: quella di trasferire le informazioni, di diffonderle (e io modestamente sto facendo la mia parte) in maniera da garantire a tutti di capire meglio la realtà in cui viviamo ed i suoi problemi. Partendo dai mutamenti climatici e dagli equilibri stabili e precari, la sua ampia relazione ha toccato gli aspetti cruciali del problema energetico nel nostro Paese, con uno sguardo all'Europa, nell'ambito della quale esistono trattati che ci vincolano alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico, all'incremento delle fonti rinnovabili.

Il professore ha poi parlato del carbone come fonte energetica a basso costo, unico vantaggio per le aziende dell'energia, ma non per noi cittadini. Il suo discorso è poi proseguito con una lunga cronistoria dei fatti italiani legati allo sviluppo del nucleare e alla sua crisi successiva, a partire dalla fine degli anni Settanta, in cui gli Stati Uniti smisero di costruire nuove centrali. Infatti la valutazione del rischio conseguente all'impiego del nucleare lo ha reso poco conveniente. Poichè "il limite massimo ammissibile di radiazioni è quella dose di radiazione a cui sono associati effetti somatici o genetici che si considerano accettabili, a fronte dei benefici economici associati con le attività delle radiazioni", il rischio è accettabile solo se il bilancio è positivo. Per l'Italia, dove in quegli anni era rimasta attiva solo la centrale nucleare di Montalto di Castro, si valutarono i pro e i contro nel dover gestire le scorie radioattive e il governo ragionevolmente decise che non conveniva.
Nel 2005 Bush ha lanciato una nuova legge per enormi incentivi per impianti nucleari. Ha aggiunto poi ulteriori compensazioni nel caso di cantiere lungo. Oggi il gigante energetico Exxelon afferma che con i giganteschi incentivi di Bush forse ci saranno nuovi impianti.
Oggi il nucleare garantisce circa il 6% dell'energia mondiale. AIEA ci dice che uranio fissile ce n'è per 40 anni e prevede che il peso complessivo dell'energia nucleare scenderà in futuro intorno al 5%.
Il problema delle scorie radioattive rimane tuttora irrisolto e va messo effettivamente nel calcolo dei rischi per determinare i costi per ogni chilowattora.

Il professore ha concluso con un accorato appello alla necessità di utilizzare le fonti rinnovabili. "Se il governo italiano deciderà effettivamente di aumentare la produzione energetica dal nucleare, rimarrà la necessita di aumentare l'utilizzo delle fonti rinnovabili, che possono certamente garantire l'occupazione: potrebbero partire imprese per la produzione, la installazione, la manutenzione di impianti solari anche a Porto Tolle?"
Il coordinatore Gianluigi Ceruti rivolgendosi in particolare ai giornalisti presenti ha detto che è il momento di garantire la controinformazione in tutta Italia dando risalto alla serata anche sui giornali nazionali. E rivolgendosi all'associazione Articolo 21 ha chiesto espressamente che la RAI garantisca una informazione pluralistica.
Alla fine Mattioli ha affermato che carbone e nucleare sono scelte "non praticabili", ma questo non significa che allora lo scenario sia facile: "appena si scende sul terreno organizzativo, economico [...] si deve comprendere quanto sia difficile la strada delle energie alternative. Una strada obbligata ma difficile che si può portare avanti solo se c'è una partecipazione consapevole."

L'incontro si è concluso con una calorosa, lunga e applauditissima ovazione finale.

Cliccare qui  per ascoltare: l'introduzione di G. Ceruti, la relazione di Gianni Mattioli e la sua replica finale alle domande del pubblico:

17 giugno 2008

Energia: il futuro è nel nucleare? Conferenza con il fisico Gianni Mattioli

Bene. Per chi si è stancato di sorbirsi il martellamento quotidiano e monotono dei media sulla necessaria ineluttabilità del nucleare, comprese le numerose fandonie a buon mercato, il coordinamento dei comitati organizza una interessante, anzi imperdibile conferenza con un esperto nel settore: il fisico Gianni Mattioli (forse ne saprà un po' di più della nostra Marcegaglia, cosa dite!?!).

La conferenza si tiene venerdì prossimo 20 giugno alle ore 20.30 in sala Eracle a Porto Viro. La conferenza sarà coordinata dal noto avvocato ambientalista, padre della legge quadro sulle aree protette, Gianluigi Ceruti.
Interverranno inoltre il sindaco D. Mancin (centro destra) e l'assessore del comune di Taglio di Po Alberto Fioravanti (centro sinistra).
Qui a fianco la locandina.

07 giugno 2008

Quell'ambientalista di Galan

Da tempo mi chiedo quando questa storia della conversione a carbone della centrale di Porto Tolle avrà la sua conclusione.
Sia chiaro: per me qui è del tutto improponibile la sua realizzazione e sono convinta che nessuno liberamente possa compiere una scelta simile per il nostro delta. Ma logiche miopi, nutrite da interessi trasversali, possono invece spingere chi è deputato alle decisioni ad accettare anche la peggiore delle soluzioni. Non si può rimanere in silenzio e rassegnarsi ad una lunga attesa in cui le generazioni che verranno chiederanno il conto a chi ha svenduto il territorio, senza rispetto dei luoghi e del patrimonio di tutti, valori imprescindibili saldamente legati alla vita delle persone. Le lunghe proteste della popolazione che non si arrende all'ingiustizia di una politica che agisce per salvare e riprodurre se stessa, invece che per il bene comune, certamente incrementano la consapevolezza collettiva sulla necessità di un cambiamento.
Nel caso di Porto Tolle, Enel ha finora potuto contare su di uno schieramento trasversale dei partiti più grossi a tutti i livelli. E alle amministrative di Porto Tolle ha vinto Finotti (sindaco uscente prima appoggiato dal centrosinistra) con uno schieramento di forze che vanno dal PD ad AN a una parte di FI, segno inequivocabile delle rispettive volontà di gestire tutti insieme la questione "centrale". Galan un anno fa stringeva il patto per il carbone con il sottosegretario Letta dell'Unione. Si parlava a quel tempo di uno scambio per velocizzare le procedure per la costruzione di autostrade. In questi giorni è arrivato in Consiglio regionale veneto un emendamento a un collegato alla finanziaria in cui i consiglieri del PD C.A.Azzi e Frigo chiedono al consiglio regionale l'interpretazione autentica dell'art. 30 della legge sul Parco (L.R. 36/97). L'articolo in questione sembra capace di creare problemi ai fautori del carbone, anche se i commissari della commissione VIA regionale se ne sono fatti un baffo. Ma si è tuttora in attesa dell'esito della commissione VIA nazionale, che forse potrebbe avvalersi di quell'articolo in cui si precisa che l'alimentazione delle centrali nei comuni del Parco deve essere di un combustibile con un impatto ambientale pari o inferiore a quello del metano. In ogni caso il Presidente Galan è apparso all'apertura del Consiglio regionale, dichiarandosi contrario all'emendamento - che non avrebbe votato - e alla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle "per cui la commissione regionale si è già espressa; per cui non c'è stato nessun confronto con il governo: quali sarebbero i vantaggi?" ed inoltre "il Veneto si trova in una situazione di equilibrio energetico, essendo autosufficiente e fra pochi mesi avremo il Terminal gasifero unico in Italia, che permetterà di fonti di approvvigionamento diversificate".
Un bel colpo di scena se non è solo fumo negli occhi: perché questi improvvisi cambi di orientamento? Un Galan improvvisamente ambientalista, oppure si vuole solamente alzare il prezzo? Prima si parlava di 25 milioni di euro per la Regione da parte di Enel. Più si diceva una ventina per il comune di Porto Tolle. E ora?
Del resto Galan ha offerto il Veneto anche per il nucleare, un ambientalista "doc". In ogni caso il PD polesano sembra essere rimasto un po' di stucco: Galan più ambientalista di loro? (non ci vuole poi molto ... )
Ma la storia non finisce certo qui, sono anni che va avanti, tra una campagna elettorale e l'altra. E la prossima.

03 giugno 2008

FAO: un piano globale contro la fame nel mondo


Oggi Roma è sede di una conferenza internazionale della FAO per affrontare i problemi della crescita dei prezzi dei beni alimentari, dei cambiamenti climatici e della sicurezza ambientale.
La massiccia conversione dell'agricoltura verso la produzione dei biocombustibili, come in Brasile ma anche negli Stati Uniti, e la conseguente riduzione della produzione di cibo, sembra essere all'origine della crescita dei prezzi degli alimentari che diventa dramma per i paesi più poveri, che non sono in grado di provvedere da soli, come alcuni Paesi africani dove solo una piccolissima parte del territorio è coltivato.
L'ONU con il suo Segretario generale Ban Ki-moon  propone un piano di azione globale  in cui tutti gli Stati del mondo, anche i peggiori, possono mostrarsi generosi verso i più poveri.

Leggi  negli approfondimenti sotto in questa pagina  la lettera di Ban Ki-moon "Through Africa with hope"

Se vuoi passare dalla teoria alla pratica  puoi subito fare Un gesto di solidarietà per il Burkina-Faso

01 giugno 2008

Nucleare: la parola a Carlo Rubbia

Cosa ne dite se dopo aver sentito parlare tutti, sulla questione del nucleare diamo la parola al professor Carlo Rubbia, fra l'altro Nobel per la fisica?
Ieri nel Corriere della sera Carlo Rubbia risponde a quanti non sono disponibili a riconoscergli autorità in materia o affermano che sul nucleare non c'è alcun problema, come il prof. Veronesi che afferma che il timore per le radiazioni è infondato. Strano, mi sembrava che le radiazioni ionizzanti fossero agenti cancerogeni riconosciuti dalla classificazione internazionale!
Alla scienza spetterebbe l'ultima parola, sempre che sia libera da condizionamenti.

28 maggio 2008

Domande in libertà 1

Come hanno fato Fini e Berlusconi a riunirsi sotto un unico simbolo senza perdere voti? Che relazione c'è tra FI  e AN? Perchè i seguaci di Fini sono così poco preoccupati di perdere la loro identità? Avete sentito qualcuno lamentarsi? Il partito di AN esiste ancora? Se Fini e Berluconi litigassero, si riformerebbero i due partiti originari? il PDL è un partito o una coalizione? 
Perchè i "minestroni" riescono meglio a destra che a sinistra? grazie per le risposte.

I rompiballe

E alla fine arriva l'operazione rompiballe. Ad opera dei  magistrati della Procura di Napoli che nel bel mezzo della (chiamiamola) "emergenza" rifiuti  di Napoli (in realtà dura da diversi anni), scoprono e mettono a nudo comportamenti a dir poco imbarazzanti degli alti vertici di istituzioni che in teoria dovrebbero salvaguardare l'interesse dei cittadini. Così agli arresti finiscono 25 persone, anche stretti collaboratori di Bertolaso che dalle intercettazioni sembrano brillare per le trovate poco edificanti.
Intanto i comitati tolgono le barricate. Del resto il sistema è talmente marcio che sembra sgretolarsi da solo ... 

Per farsi una idea di come è stato affrontato in questi anni il problema dei rifiuti in Campania consiglio di leggere  la inchiesta di Gabriella Gribaudi "Il ciclo vizioso dei rifiuti in Campania"

25 maggio 2008

La favola del giorno


Giorni grevi di notizie. Sono quasi arrivata al punto di non voler sapere niente. Non ho scuse ma si tratta di autodifesa contro questo governo che contro immigrati, ambiente e cittadini organizzati a non subire proprio tutto, mostra i muscoli e i denti aguzzi fin dal suo esordio.
L'opposizione, che non prevedeva di essere nella più completa "da-solitudine", balbetta.
Su tutto un'informazione martellante dei media che narrano la storia "a piacere". E sull'energia ricompare in grande stile sulla scena il ritorno del nucleare.
Avete tutti sentito parlare del discorso del Ministro Scajola all'Assemblea di Confindustria (vero Governo ombra del Paese come dice Nichi Vendola nella sua mozione), in cui dichiara la necessità - fra energie rinnovabili, carbone, rigassificatori e inceneritori - di un ritorno al nucleare.
" La favola atomica" è il titolo del documentato e attendibile intervento dei fisici Gianni Mattioli e Massimo Scalia, ambientalisti e storici oppositori al nucleare, sul Manifesto che di seguito vi propongo integralmente.
Intanto il Governatore del Veneto Galan, anche lui un fisico possente, propone il nucleare per Porto Tolle, incurante della geologia, dell'economia e del buonsenso.

La favola atomica

Gianni Mattioli

Massimo Scalia


Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si può trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitù del petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del cambiamento climatico, energia a prezzi ben più limitati, tanto da ridar fiato alla nostra stanca economia.

Tutto ciò è una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una domanda ingenua: è possibile che ministri, politici e industriali possano proclamare tante assurdità senza che un tecnico amico gli suggerisca qualche dato?

Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite.

L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo, si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben più abbondante in natura: si tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di cattura di un neutrone, si puo trasformare in plutonio, materiale fissile, anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo è la dose che può essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza strategica della force de frappe.

La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri cubi, da sistemare in modo che non vengano più a contatto - per «ere» intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'è soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua è un temibile avversario per la sua capacità di fessurazione di qualsiasi contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi. La fiducia è crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione là dove non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si è anche ipotizzata la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad alta temperatura (a causa della loro radioattività) con conseguente alterazione delle condizioni di stabilità geologica. Oggi si spera nelle rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua ricerca.

Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il ciclo del combustibile nucleare è tutt'ora materia di ricerca fondamentale?

E si torna alla complessità di una tecnologia che ripropone il problema della radioattività, l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre più elevati.

Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale non c'è rischio: dosi comunque piccole - questa è la valutazione della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti - possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico (tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della sicurezza da incidenti.

Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal 1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama la messa a punto di un reattore che si vorrebbe più sicuro, che usi con maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di meno. Il prototipo non è atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo Rubbia giudica già insufficiente il programma.

In questo quadro è incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010 e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile espansione, altro che nucleare, su scala mondiale.

Certo, le imprese elettromeccaniche devono pur lavorare e forniscono impianti per esempio a Cina e India, ma continuano a non piazzarli in casa: solo gli enormi incentivi del provvedimento di Bush fanno dire alla Exelon, una delle principali elettriche Usa, che, in virtù di quegli incentivi, partiranno un paio di impianti entro il decennio, ancora di terza generazione, come di terza generazione è quello che si annuncia in Francia in mancanza di meglio.

È questo che ci propongono Governo, politici e industriali? Attendiamo chiarimenti.

18 maggio 2008

Verdi: nè di destra, nè di sinistra ?

Propongo questa mia breve riflessione sul dibattito in corso sul futuro dei Verdi. Fino ad ora non si vedono segnali decisivi riguardo alla linea politica che il partito uniformemente intenda seguire. Difficile trovare la strada giusta dopo questa sconfitta, che molti - qualcuno anche in tempi non sospetti - hanno ritenuto addirittura annunciata perchè tutto sarebbe avvenuto solo dall'alto e a tavolino, discostandosi dal sentire dei territori (in cui i Verdi e i partiti della Sinistra come il PRC non vanno sempre d'accordo, anzi). Per non parlare delle liste: qui in Veneto è stato forte il sospetto che potessero rappresentare una forte provocazione alla classe dirigente.
Comunque la si giri è inevitabile per noi verdi non fare i conti con la sconfitta che va ben al di là delle responsabilità di chi possa anche (più o meno correttamente) aver remato contro perché ciò accadesse. E ce la ritroviamo tutta al nostro interno, fra di noi, nei circoli locali, in cui improvvisamente - e aggiungo: per fortuna - diventa necessario esprimersi per trovare il bandolo della matassa: l'avessimo fatto prima questo dibattito, invece di inseguire facili consensi unanimi in tutte le assemblee, dove era ben visibile la totale assenza di un vero confronto!

La crisi, uno dei pochi ricordi che mi è rimasto dal liceo, è un momento forte di consapevolezza, in cui acquisti la capacità di giudicare e di scegliere. Nei Verdi le diverse anime devono aver convissuto a lungo nella sopportazione reciproca e a volte anche fingendo di amarsi.
Ci sono quelli che inseguono i comitati e non vogliono sentir parlare di partito, dicono di non amare le gerarchie e di preferire la orizzontalità, che talvolta rischia di debordare in una generale anarchia gestita da pochi, senza regole.
Poi ci sono quelli che, da anni nelle istituzioni, cercano fondamentalmente di mantenere i privilegi acquisiti e che vivono una sorta di competizione con i comitati ambientalisti, che del resto e per fortuna non fanno mai distinzioni per chi è al potere.
Ma oltre a queste distinzioni metodologiche bisogna dire che il contenitore verde spazia da sinistra a destra: centri sociali, ex-comunisti delusi dal PRC, ambientalisti di estrazione liberale, ambientalisti cattolici, .... Dov'è il bandolo della matassa? Chi, o meglio cosa, può riuscire a tenere insieme queste molte anime verdi? Il compito è difficile.
La sconfitta elettorale della sinistra arcobaleno ha dato fiato a chi prima, con l'onda che avanzava della nuova sinistra, sommessamente continuava a ripetere inascoltato che i verdi devono stare da soli, fare i verdi, nè di destra nè di sinistra.
Il dibattito si è acceso.
Da parte mia credo che il modo giusto di affrontare il problema non sia di stabilire in astratto quanto a sinistra, al centro o a destra vogliono stare i verdi. Ma, nel rispetto di alcuni principi di fondo condivisi, prima di tutto di partire dalla concretezza delle azioni e dalla realtà che viviamo, cioè dalle persone con cui fino ad oggi abbiamo lavorato, andando al di là di quei paletti ideologici che spesso si traducono in un confine più ipotetico che reale. E di capovolgere il ragionamento partendo dallo sviluppo che vogliamo per il nostro territorio, locale o globale che sia. Forse in questo modo riusciremo a trovare un unico filo conduttore che ci accomuni e con cui guardar fuori.