30 novembre 2008

Esempi di Buone pratiche per il benessere nella scuola polesana

Si è tenuto ieri al Censer di Rovigo, nella bella sala Bisaglia, l'incontro organizzato dall'Ufficio Scolastico Provinciale dal titolo "Buone pratiche relative al benessere a scuola", coordinatore R. Paolo Vedova. Qui le dieci azioni con cui si realizzano le buone pratiche.
Diverse le esperienze portate dalle scuole partecipanti capaci di essere di esempio nell'inventare nuove soluzioni a problematiche, vecchie o emergenti, nella pubblica istruzione.
L'Istituto comprensivo Rovigo 4 ha portato l'esperienza "Ludoteca e Scuola in Ospedale": è possibile da parte di alunni della scuola dell'infanzia o primaria usufruire di spazi organizzati, pubblici e gratuiti, in cui sperimentare il gioco da soli, in coppia o in gruppo, oppure la possibilità, per chi debba subire brevi degenze ospedaliere, di rimanere collegati per via telematica in diretta alle attività scolastiche.
Altra esperienza notevole quella portata dalla Direzione Didattica di Occhiobello, nata sulla base di una presenza numerosa di alunni immigrati, dal titolo "Alfabetizzazione linguistica in gruppo di auto aiuto tra genitori italiani e non". In questo caso, come ieri ha detto Vedova, si può parlare di "peer education" realizzata da genitori italiani verso i genitori immigrati.
Una soluzione praticabile forse anche altrove, invece delle "classi ponte" di cui si sta parlando in questi giorni. Certo più impegnativa sul fronte educativo, anche degli adulti.
L'Istituto comprensivo di Porto Tolle ha invece mostrato il modo in cui ha coniugato il decalogo del benessere a scuola con un percorso di educazione alla sicurezza, alla guida sicura, alla pericolosità nell'assunzione di droghe e di alcol, ecc.

L'Istituto agrario di Rovigo, ITAS
Munerati, ha invece portato l'esperienza del Progetto Burkina Faso, giunto ormai al quarto anno e al terzo stage di quindici giorni in Africa, che si realizzerà nei prossimi giorni - fine dicembre, inizio gennaio - con la partecipazione di alcuni alunni delle clas
si quinte. Il professor Fabio Boscarato e Davide Milan, ex alunno dell'istituto che ha partecipato al secondo stage africano, hanno presentato il progetto il cui obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile nella fascia subsahariana del Burkina Faso, al fine di migliorare le condizioni socio-economiche delle comunità locali. Il reddito così prodotto in agricoltura consentirà il pieno accesso a istruzione e sanità e contribuirà a far acquisire una presa di coscienza delle comunità burkinabè sulla necessità della salvaguardia delle risorse naturali esistenti.
C'è chi dice che la bellezza di questo progetto consiste nel tenere insieme due aspetti fondamentali dell'educazione: la solidarietà verso popolazioni povere (ma - come ha sottolineato Milan - particolarmente ricche di calore umano) e la soluzione di problemi con l'aiuto di un istituto e di studenti che hanno le competenze tecniche e scientifiche richieste, in questo caso legate all'agricoltura.
Spero che questo progetto possa trovare nuove adesioni e allargarsi sempre più all'interno delle nostre scuole, favorendo la diffusione dell'importanza della salvaguardia dell'agricoltura e alimentando la cultura della solidarietà e del rispetto fra i popoli. Anche se è solo una goccia nel mare, l'impegno in questo caso è concreto e può aiutare una comunità ad avere accesso alla sanità e alla istruzione.
Bella e commovente l'esperienza del CTP di Rovigo- Istituto comprensivo Rovigo 4 "Corso di fotografia digitale per adulti diversamente abili e non", che ha mostrato una raccolta piena di poesia delle foto dei partecipanti.
All'incontro è intervenuta l'Assessore provinciale Laura Negri che ha contributo all'iniziativa.
L'incontro si è infine concluso con lo spettacolo di musica, canto e danza "To be friends" dei ragazzi dell'Istituto Einaudi di Badia Polesine, in cui si descrive il mondo dei giovani visto attraverso l'amicizia.
Esperienze positive nel mondo della scuola pubblica. Certamente solo un piccolo "assaggio", perché come sappiamo "non fa rumore la foresta che cresce".
Una nota di speranza dal mondo dei giovani, che non ci fa arrendere di fronte alle difficoltà che anche noi adulti incontriamo, nel cercare di tenerci il sogno di poter realizzare anche nel nostro piccolo - nella solidarietà e nel rispetto della diversità, per un benessere diffuso - un mondo migliore.

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