31 gennaio 2006

Consiglio Provinciale sul Terminal


Come prevedibile la seduta consigliare di ieri che vedeva tra i punti all'ordine del giorno una relazione del Presidente Saccardin sul Terminale GNL è stata particolarmente calda, anche in seguito alla presenza dei Verdi che con striscioni e volantini hanno manifestato contrarietà alla creazione di un Polo energetico nel Delta: "Terminal ... Carbone ...il Polesine ha bisogno di un altro sviluppo" e poi "No al terminal, Sì al Parco". Sono stati inoltre distribuiti gli stessi volantini che solo un anno fa erano serviti ai comitati provinciali e a tutti i partiti del centro-sinistra (lo stesso centro-sinistra che governa la Provincia) per raccogliere le firme della petizione contro il Polo energetico nel Delta. Proprio gli stessi. Faccio fatica a comprendere come si possa compiere una tale retromarcia!
Dopo la presentazione della relazione, per la mancanza di coesione della maggioranza e la possibilità di una spaccatura, è stato proposto un rinvio del dibattito (che comunque si concluderà con un voto del Consiglio) al 13 di febbraio.
Nella lunga relazione Saccardin ha cercato di mettere in luce il lungo sforzo della Provincia, spesso in solitaria, di rimanere legata alla contrarietà al Terminal, punto programmatico servito alla sua elezione a Presidente.
A questo punto a me sembra che manchi del tutto la volontà politica di procedere nella direzione che inizialmente era stata presa. Il ragionamento di Saccardin è grossomodo il seguente: "la Provincia non può decidere nulla e nulla ormai osta sul piano tecnico..."
In un certo senso questa nuova posizione della Provincia di Rovigo fa perder valore all'impegno che Saccardin dice di aver profuso per lottare contro il Terminal GNL. I motivi tecnici sono sempre stati di secondaria importanza, e ora diventano di prima importanza.
Come se la Provincia non fosse altro che un grande ufficio che non può fare altro che concedere o meno le autorizzazioni.
Mi dovrà andare giù per forza, lo so. Ma sarà difficile convincermi dell'impossibilità di intraprendere altre strade che nessuno sembra avere il coraggio di voler percorrere.
Una breve descrizione di quanto è avvenuta è riportata anche in questo articolo del Gazzettino.

29 gennaio 2006

Successo per la manifestazione anti caccia a Pila


Complimenti agli organizzatori della manifestazione anti caccia di oggi a Pila, che è riuscita benissimo. Il corteo si è svolto lungo gli argini partendo e tornando al centro del paese, affiancando le baracche dei pescatori, di fronte ad un paesaggio dolcissimo e pieno di contraddizioni. Quale luogo migliore di Pila di fronte alle postazioni della Laguna di Barbamarco, dove la caccia è ampiamente praticata in modo più o meno regolare?
Credo che gli slogan che chiedevano di fermare la caccia, che dicevano che la caccia è contro l'amore e che inneggiavano al Parco, siano una pacifica, ma forte provocazione per i cacciatori e per tutta la popolazione, non soltanto di Pila.
Ma cosa è meglio di qualche immagine?

Per avere maggiori dettagli sulla manifestazione e sul problema della caccia nel Delta visitate il blog di Menotti Passarella, dove troverete inoltre molte immagini della manifestazione

28 gennaio 2006

Inquinamento alle stelle e decreto del governo

Qualche giorno fa è apparso sulla stampa un importante articolo sui dati dell'inquinamento da PM10 derivanti da uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l'Università dell'Aquila nell'alto Polesine:
In un momento di grave emergenza energetica per il troppo freddo, con la prospettiva concreta che il polo energetico di Sermide-Ostiglia ritorni parzialmente a bruciare olio combustibile, [...] l'ambientalista massese Germano Sprocatti, esponente della Lipu-Alto Polesine, commenta l'ultimo rapporto ufficiale sulla qualità dell'aria: “Sono dati allarmanti - sottolinea il celebre fotografo-ambientalista -confermati da molte agenzie e lo studio di Paletti-De Berardis-Arizza, formulato per conto dell'istituto superiore di sanità e del centro di microscopia elettronica dell'università de L'Aquila, deve far riflettere!”.
I campionamenti di PM10 sono stati effettuati a Roma, a l'Aquila e in tre zone rurali di Castelnovo Bariano-Melara-Bergantino, vicino alle centrali di Sermide-Ostiglia.
Ecco alcuni dati cluster- PM10: nelle zone rurali campionate del territorio di Castelmassa la percentuale è nettamente superiore (Castelnovo 77.7; Melara 62.4; Bergantino 56.4) rispetto al 48.4 di Roma e al 53.1 dell'Aquila!
Solo l'ennesima conferma dell'emergenza ambientale tante volte denunciata e combattuta a livello civile, mentre a fine 2005 le amministrazioni provinciali di Padova-Rovigo e i Comuni altopolesani e bassomantovani tacciono.
Bisogna considerare che sulla rivierasca altopolesana non c'è un traffico veicolare riscontrabile a quello di una zona centrale dell'area di Roma, per cui deve essere ipotizzata una differente sorgente del particolato carbonioso e dei solfati associati, che non può essere attribuile ad altro se non al polo energetico Sermide-Ostiglia, nonostante la recente metanizzazione.

In seguito al decreto governativo di eccezionale utilizzo dell'olio combustibile anche negli impianti dismessi per problemi di emissioni oltre i limiti consentiti (quindi anche Porto Tolle), i Verdi della Regione nel comunicato del 25 gennaio 2006 esprimono forti critiche anche rispetto alla politica energetica finora condotta a livello nazionale e regionale, con particolare riferimento al nuovo polo energetico bassopolesano.

Importante: il testo della VIA regionale al Carbone

Da ora è qui visibile il Parere n. 129 del 25/10/2005 espresso dalla Commissione Regionale Valutazione di Impatto Ambientale sul Progetto di trasformazione a carbone della Centrale Termoelettrica di Porto Tolle.
Per comodità riporto di nuovo anche la delibera di Giunta Provinciale n.172 del 30/06/05 che contiene il parere della Commissione V.I.A. Provinciale.

27 gennaio 2006

Il valore della memoria

altre immagini sull'Olocausto a questo indirizzo web.

IL VALORE DELLA MEMORIA
Prof. Amos Luzzatto
(Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane)
"La memoria della memoria, questa espressione sembrerebbe una “battuta” assurda o uno slogan pubblicitario. E sarebbe davvero tale, se la memoria consistesse nell’apertura di un nostro archivio segreto (individuale o collettivo, poco importa) per riportarne alla luce informazioni preziose che la trascuratezza o, peggio, la volontà di dimenticare, avrebbero tentato di occultare.
Ma non è necessariamente così.
La memoria è un possente strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente. La guerra nei Balcani, il Medio oriente in fiamme, il minacciato “scontro di civiltà” dimostrano che l’odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato sogno di incubi; e allora, alle nostre menti si affaccia la domanda angosciata: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così?
La risposta implicita che abbiamo dato a questa domanda fino a questo momento era di concludere che la Shoah fosse stata a tal punto mostruosa da risultare incomprensibile con i comuni strumenti della mente umana, che fosse stata, in una parola, “follia”, sia pure follia criminale: follia degli uomini, follia di un intero popolo, follia di Hitler. E, come tale, almeno per coloro che credono nella razionalità di fondo dello spirito umano, irripetibile. Tanto da giustificare l’autentico giuramento con il quale si concludevano tutte le nostre manifestazioni: “Mai più”.
Sentiamo però che questo modo di affrontare la memoria non è più sufficiente.
Perché la nostra premessa non è scevra da critiche; la memoria non è, infatti, un supporto magnetico cui attingere dati ma è una funzione attiva della nostra mente, che sa in partenza a quale tipo di dati rivolgere la propria attenzione e quali, invece, trascurare; che sa in partenza quali sono i problemi che deve affrontare e, spesso, ha già formulato, se non proprio un giudizio definitivo, almeno delle ipotesi di risposta; e cerca “nella memorie” quei dati che possono confermare o respingere il giudizio stesso.
Possiamo dunque indicare dei cosiddetti “valori” che sono in realtà giudizi dei quali siamo già forniti a priori e che orientano il nostro modo di scavare in profondità nella memoria? Certamente, sì.
Il primo dei nostri valori si chiama civiltà ed esso significa il procedere del consorzio umano dalla legge del trionfo del più forte a quella del supporto per i più deboli, dalla soppressione del rivale o di quello che si ritiene possa soltanto chiedere alla società senza nulla dare, al principio della solidarietà.
Il secondo valore significa valorizzare la varietà umana, la ricchezza delle “altre” culture, delle altre lingue, delle altre Fedi. Esso significa la libera circolazione delle idee, senza opporvi ostacoli, neppure economici.
Il terzo valore, infine, indica il dialogo, il confronto, la trattativa, come unici strumenti che possono risolvere i contenziosi umani, proibendo, come reato, qualsiasi ricorso alla violenza.
“Memoria” significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta degli eroi sui campi di battaglia quanto gli esempi di solidarietà e di cooperazione; esempi forse rimasti nell’ombra ma non per questo meno rilevanti, forse al contrario. E’ questa infine quella Memoria che può diventare uno strumento di fiducia nel domani. E’ questa che ci accingiamo a celebrare."
Nella foto i prigionieri di Auschwitz che salutano i loro liberatori

Perciò accanto allo strazio e all'orrore dell'Olocausto, non dimentichiamo la generosità dei liberatori.

25 gennaio 2006

Appuntamenti istituzionali da non perdere

Informo che il Consiglio Provinciale prossimo in cui sarà affrontato anche il tema relativo al progetto di costruzione del Terminale GNL (che finora ho semplicemente chiamato Terminal di Porto Levante, vedi intervista a Flamini) sarà lunedì 30 gennaio alle ore 15.30.
Mentre a Villadose il Consiglio Comunale è previsto venerdì prossimo 27 gennaio alle ore 21. Nella seduta sarà costituita la Commissione Elettorale Comunale, secondo le modifiche della nuova legge elettorale (Art.10 Legge n. 270 del 21/12/2005) ed inoltre, proprio per ultima, è prevista una interrogazione sul referendum per l'alimentazione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini.

Dulcis ... in fundo!

Intervista a Crepaldi del Comitato Cittadini Liberi


Oggi l'intervista la rivolgiamo a Giorgio Crepaldi del Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle, di cui vi ho parlato anche in qualcuno dei miei post precedenti.

1) Giorgio, come è nato il vostro comitato?
Una domenica mattina del febbraio 2002 un gruppo di agricoltori mi ha proposto di sottoscrivere una petizione con la quale si intendeva chiedere al Presidente della regione Veneto Giancarlo Galan di non concedere all’Enel l’utilizzo dell’orimulsion per i motivi oggi noti della sua pericolosità, questo prodotto, infatti, viene estratto nel bacino dell’Orinoco in Venezuela , è usato come combustibile nelle centrali termoelettriche da pochi anni, ed è ancora ignoto l’effetto che può creare sulla salute, inoltre noi abitanti di Polesine Camerini eravamo consapevoli che il fragile e delicato territorio del Delta, sarebbe stato messo a dura prova perché questa proposta andava contro il desiderio di intraprendere finalmente un percorso che ponesse come obiettivi la valorizzazione dell’attività della pesca, dell’agricoltura e del turismo, vale a dire il Parco del Delta del Po.
Questa preoccupazione diffusa mi ha colpito al punto tale che ho deciso non solo di firmare la petizione ma di impegnarmi direttamente per dare un contributo a quest’opera d’informazione e sensibilizzazione. Dopo esserci opportunamente documentati anche contattando persone residenti in Sardegna, che prima di noi si erano invano battute contro la volontà di Enel di utilizzare l’orimulsion nella centrale di Fiumesanto, abbiamo acquisito notizie sui danni patiti nella costa sarda proprio per effetto di questo composto di catrame con elevate concentrazioni di zolfo (circa il 3 % del suo peso) e metalli pesanti come nichel a vanadio, che per essere reso fluido e quindi convogliabile nelle caldaie, veniva emulsionato in acqua, questo fatto lo rendeva ancor più minaccioso perché un’eventuale dispersione in ambiente marino, nel nostro caso con fondali bassi, sarebbe stato di difficile se non impossibile recupero compromettendo di fatto il fiorente settore della pesca delle vongole con circa 1.500 addetti e nell’immagine i prodotti tipici dell’agricoltura di qualità come il melone, gli ortaggi in generale e il riso, ecc…
Da qui, l’idea di costituire un comitato che in poco tempo raccogliesse tante firme come in effetti è successo, in pochi mesi abbiamo avuto oltre 2.000 sottoscrizioni, più della metà a Porto Tolle, le rimanenti nei comuni limitrofi ed entro il 2002 le abbiamo depositato nella segreteria della Giunta regionale veneta.
L’iscrizione all’ufficio del Registro di Adria come associazione di volontariato è avvenuta nell’agosto 2002.

2) Perché siete contrari alla conversione della centrale a carbone?
Perché al pari dell’orimulsion il carbone rappresenta un peggioramento di quanto la legge prevede, il punto cardine delle nostre rivendicazioni trova appunto valore nella legge regionale n.36 del 1997 con la quale la regione Veneto ha formalmente istituito il Parco Regionale del Delta del Po, all’art. 30 viene stabilito che tutti gli impianti di produzione di energia, ricadenti nei comuni compresi nel territorio del Parco, devono essere alimentati a gas-metano o da altre fonti di uguale o minor impatto ambientale, è irragionevole pensare che il carbone possa essere ritenuto una fonte alternativa di pari o minor impatto ambientale rispetto il metano, se poi si considera l’enorme movimento di materiali previsti: 5.000.000 ton/anno di carbone; 180.000 ton/anno di calcare per far funzionare i filtri desolforatori; 13.000 ton/anno di urea per i filtri denitrificatori; 350.000 ton/anno di biomasse (legna ridotta a cippato); 3.650.000 mc/anno di acqua; 1 nave deposito da 100.000 ton in Adriatico di fronte alla costa; 75 navi carbonifere all’anno; 1.666 chiatte da 3.000 ton all’anno; 24.000 ettari di terreno investito a pioppeto; 6.000 ton /anno di fanghi; 220.000 mc di calcestruzzo per le nuove opere, ecc… credo che il quadro sia esaustivo per ritenere che siamo di fronte ad una vera e propria aggressione alla razionalità umana. Per non parlare delle emissioni in atmosfera, quanto Enel sostiene, vista l’esperienza passata, non ci offre sufficiente garanzia che effettivamente si voglia mettere al primo posto la tutela della salute.

3) Cosa pensa la gente di Porto Tolle di quello che sta accadendo?
La gente di Porto Tolle è frastornata da questi numeri è stanca delle tante promesse fatte e mai mantenute ma vive un disagio enorme che è il senso di impotenza a contrastare l’arroganza e la prepotenza di Enel che usa il ricatto occupazionale come arma a suo vantaggio, naturalmente bisogna considerare che non esistono piani credibili a breve scadenza capaci di soddisfare la grande richiesta di lavoro e la popolazione locale teme di dover trovarsi nella necessità di emigrare. Negli anni passati si è persa una grande opportunità: quella di programmare il futuro valorizzando le peculiarità del territorio, per creare le condizioni ottimali alternative alla centrale Enel, come invece è stato fatto in Emilia Romagna, su questo punto la responsabilità ricade in primo luogo sulla scarsa efficienza della classe politica rodigina.

4) Tempo fa è venuto Claudio Po, medico epidemiologo: cosa vi ha detto in quell'occasione?
Il dottor Claudio Po è stato molto chiaro e la sua relazione è stata ampiamente riportata da un quotidiano locale, attraverso la lettura incrociata di dati, Po ha smontato la "favola" del carbone pulito e denunciato la miopia dei presunti vantaggi economici, soprattutto nelle bollette elettriche, dell'utilizzo di questo combustibile. «Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità – ha rilevato il medico - l'ambiente incide per il 25 per cento sulla salute della popolazione, che diventa il 40 per cento per i bambini. In particolare la pianura padana, chiusa tra Alpi e Appennini, ha un'aria prevalentemente fuori dai limiti di legge». Claudio Po ha puntato quindi l'indice sulle polveri fini e ultrafini, attribuibili in misura uguale tanto ai trasporti che alla produzione di energia. «Il calcolo dei costi necessari per curare tutti i danni provocati dall'utilizzo di un combustibile piuttosto di un altro, che vanno a finire nella fiscalità generale – ha concluso il medico -, vede "l'economico" carbone pesare per 100, l'olio per 60 e il gas per 30. L'alternativa ambientale non è il carbone, ma l'eolico e il fotovoltaico che costano pochissimo e non fanno ammalare o morire nessuno».

5) Come è nato il processo all'Enel ora in corso ad Adria? Quali sono le accuse?
Nel maggio 2002, nel bel mezzo della raccolta delle firme, è capitato un episodio gravissimo di fuoriuscita di sostanza oleosa dalla ciminiera che ha imbrattato tutto e quanti si trovavano nel raggio di qualche centinaio di metri, tra questi anche un minore, il fatto è stato fotografato nell’istante del suo verificarsi da componenti del comitato, in seguito a questo ennesimo caso abbiamo deciso di formalizzare una denuncia ai carabinieri, abbiamo poi saputo che la Procura di Rovigo aveva già avviato un’ampia indagine atta a stabilire se la centrale di Polesine Camerini ha provocato danni all’ambiente e alla salute degli abitanti residenti nel Delta del Po veneto e ferrarese, il processo attualmente in corso di svolgimento ad Adria si occupa essenzialmente di danni materiali, gli imputati sono l’ex ed attuale direttore dell’impianto e i due ex amministratori delegati della società.

6) Cosa desideri per Porto Tolle e come vedi il futuro?
Rispondo con uno slogan che da molto tempo vorrei veder stampato in uno striscione appeso in ogni ufficio delle amministrazioni pubbliche, regionali, provinciali e comunali, dell’USL e dell’Arpav delle associazioni di categoria, degli ambienti sindacali ecc.
“ VOGLIAMO UN FUTURO PER I NOSTRI BAMBINI….
BASTA SCHIFEZZE A POLESINE CAMERINI!”
ciao a presto, Giorgio Crepaldi

Grazie Giorgio. Bisogna proprio ammettere che se vogliamo ne abbiamo da meditare!

24 gennaio 2006

Intervista a Flamini, Presidente del Comitato antiTerminal


Nel tentativo di far conoscere a tutti le ragioni del comitato che si oppone alla costruzione del Terminal dell'Edison che dovrebbe sorgere di fronte a Porto Levante, a chi chiedere se non a Luigi Flamini che è il Presidente del comitato anti Terminal di Porto Viro?

1) Caro Luigi spiegaci: come è nato il vostro comitato?
Il comitato è nato in seguito alla notizia del progetto dell'Edison alla fine degli anni 90, promosso da persone che concepiscono per il nostro territorio un tipo di sviluppo basato sulla valorizzazione delle risorse locali in particolare dell'agricoltura (un'agricoltura qualificata e di qualità), della pesca (pesca tradizionale, itticoltura, pescaturismo) e turismo di vario tipo.

2) Perchè siete contrari al Terminal dell'Edison e al gasdotto?
Siamo contrari perchè riteniamo l'inizio della realizzazione di un progetto di sviluppo industriale per il delta, che stravolgerà il territorio e inibirà ogni possibilità di decollo del Parco e delle potenzialità ad esso legate (come detto al punto 1). Inoltre il Delta è un territorio particolarmente delicato e sensibile dove ogni ferita segnerà uno stravolgimento delle sue caratteristiche ambientali e climatiche. Infine il terminal costituisce pur sempre un rischio letale per un territorio sotto il livello del mare e per i suoi abitanti.

3) Cosa pensa la gente di Porto Viro di quello che sta accadendo?
Dopo anni di informazione del nostro comitato la gente sa ed è contraria ad un progetto che non ha niente a che fare con il nostro ambiente, che rimane pericoloso e di nessuna vera utilità. Solo qualche opportunista risulta favorevole ma per interesse individuale non perchè veramente convinto che serva ai polesani. Tuttavia, purtroppo, serpeggia una certa indolenza e rassegnazione per cui non c'è molta partecipazione alla lotta ed è la cosa che più mi amareggia.

4) La attuale crisi del gas russo rischia di accelerare i tempi del progetto?
La crisi attuale del gas, da alcuni strumentalizzata per giustificare il terminal, è la dimostrazione che non solo l'Italia, ma soprattutto l'Europa deve dotarsi in fretta di un piano energetico che ci metta al riparo da ogni rischio di ricatto! Speriamo che gli amministratori lo capiscano e non siano vittime di cecità e di pressioni di gruppi economici interessati.

5) Quali sono secondo te vantaggi e svantaggi con la realizzazione del Terminal in Polesine?
Gli svantaggi li ho in parte già detti: oltre al rischio di scoppio e all'impatto negativo per pesca e turismo, il gasdotto sarà una servitù che impedirà qualsiasi progetto che lo incrocerà. I vantaggi per pochissimi e soprattutto non del Delta, ma per il Rugby Rovigo, per Marghera e la bonifica della zona ovest e forse per qualche imprenditore e amministratore che parteciperà alle regalie dei 5 milioni di euro, spacciati come benefit e non come vendita (anzi svendita) del territorio polesano: almeno fosse servito per la riconversione della centrale Enel di Polesine Camerini.

6) Cosa desideri per Porto Viro e come vedi il futuro?
Per Porto Viro sogno più scuole, più iniziative tendenti a riqualificare l'agricoltura e l'occupazione dei giovani in questo settore in forme produttive specializzate e di qualità (allevamento, vivaismo, agricoltura biologica, centri sperimentali ecc...), sogno un'organizzazione delle attività turistiche che si basino su vari aspetti: arte, ambiente, artigianato, ristorazione, tradizioni, ecc.. Sogno soprattutto delle amministrazioni illuminate, veramente democratiche che vedano che solo uno sviluppo basato sulle nostre risorse sarà quello che ci garantisce un futuro migliore e più sicuro!

A quanto sembra altri Portoviresi sono d'accordo con voi, caro Luigi nel considerare che il Terminal per il Polesine è una vera e propria operazione commerciale di svendita del territorio piena di contraddizioni.
... Ma che importa? Il territorio lo abbiamo ereditato gratis ...

22 gennaio 2006

Riunione comitati 3


E' prevista per giovedì prossimo 26 gennaio a Rovigo l'importante riunione (vedi dettagli) dei comitati della Provincia di Rovigo. E' un appuntamento da non perdere se vogliamo reagire a questi attacchi verso di noi e il nostro territorio polesano.
Vogliono trasformare il nostro amato Delta in un Polo energetico, rovinando definitivamente il nostro patrimonio naturale e culturale.
Invitiamo tutti coloro che si vogliono spendere a darci una mano.

Stop alla caccia


Si avvicina l'evento tanto atteso dove potremo manifestare la nostra contarietà alla caccia.
Un volantino spiega i dettagli della manifestazione (che vede collaborare all'iniziativa associazioni animaliste come LAC, LAV, UNA, ENPA, CPV, WWF e LIPU).
L'invito è il seguente:
MANIFESTAZIONE ANTICACCIA 29/01/2006 PILA (RO) DELTA DEL PO

"Domenica 29 gennaio sarà l'ultima domenica di caccia della stagione venatoria 2005/2006.
Le associazioni animaliste/ambientaliste nazionali si sono unite per organizzare una grande manifestazione nel Parco Regionale veneto del Delta del Po contro la CACCIA.
La zona è stata scelta come simbolo della mala gestione, esercitata dagli Enti pubblici, di zone ad altissimo valore ambientale-faunistico, protette anche dalla Comunità Europea, dove i cacciatori ed i bracconieri la fanno da padroni.
La zona del Delta del Po ospita moltissime specie di uccelli migratori e stanziali, che diventano ambite prede dei cacciatori che frequentano la zona.
La caratteristica ambientale del parco, costituito principalmente da terreni bonificati quasi completamente privi di vegetazione, rende di fatto impossibile la vigilanza da parte degli organi preposti.
Questa situazione di anarchia viene ampiamente sfruttata, anche in senso economico, dai bracconieri locali che, oltre ad usare mezzi illeciti per la caccia (registratori), costruiscono ed affittano botti da caccia mimetizzate nel territorio lagunare.
La nostra presenza sarà anche l'occasione per chiedere a tutti i partiti, che a primavera saranno impegnati nelle elezioni politiche, di impegnarsi a favore dell'abolizione del quorum nei referendum.
Solo così potremo finalmente organizzare un referendum contro la caccia che terrà finalmente conto dell'opinione della stragrande maggioranza degli italiani che si dichiarano contrari alla caccia.
Al termine della manifestazione sarà organizzato un buffet vegetariano, al quale chiunque può contribuire portando torte dolci o salate."
Passiamo la voce, diciamolo a tutti, troviamoci là.

21 gennaio 2006

Conversione a carbone: quale progetto?

C'era una volta il progetto di conversione della centrale di Porto Tolle da olio combustibile ad Orimulsion. Di buono aveva solamente un prezzo vantaggioso, ma alla fine tutto era pronto per la conversione. Si era stabilito però la dismissione della centrale al 2018 e nel frattempo i posti di lavoro sarebbero stati convertiti in altri diversi, magari sull'esempio del vicino Delta ferrarese che ha dimostrato di saper sfruttare le preziose risorse del suo territorio.
Improvvisamente l'approvvigionamento del nuovo combustibile non fu più possibile, e di punto in bianco si parlò di carbone. Ma che proposta inaccettabile! disse anche tutto il centro sinistra. Tavolo del Centro sinistra con i comitati polesani. Raccolta di firme: tutti compatti contro il Polo energetico nel Delta del Po. Ma che idea!!! Vogliamo lo sviluppo turistico, l'agricoltura di qualità, i prodotti tipici!
Elezioni regionali aprile 2005. A un mese dalle elezioni i partiti già dimostravano di non essere più d'accordo: sui giornali qualcuno accolse come un miracolo la proposta dell'utilizzo del 5% di biomasse (prima variante sul tema), qualcun altro invece voleva solo carbone ma tre gruppi e non quattro (seconda variante sul tema).
Il giudizio della Commissione Tecnica Provinciale, approvato dalla Giunta Provinciale con delibera n. 172 del giugno 2005, sul Progetto non fu positivo. Ma forse per caso non se ne parlò molto. Era estate: tutti in vacanza (e intanto l'Enel lavorava) ed io fra l'altro faticai a lungo per avere la delibera dalla Provincia.
Dopo l'estate era tutto cambiato: quasi più nessuno contrario al carbone che è pulito e non inquina e la tecnologia è la migliore disponibile. E poi chi ha il coraggio di essere contro le migliaia di posti di lavoro che Enel promette?
E si arriva a Natale, proprio alla vigilia, e Galan che furbescamente si era detto contrario facendo sperare qualcuno, "firma" il Protocollo d'intesa con Enel e ci fa andare di traverso le feste.
Oggi le news dicono che la centrale (terza variante), non si sa come, potrà bruciare anche il Combustibile da rifiuti (CDR che tanto serve alla collettività perchè si ottiene energia che è anche rinnovabile!!!).
Anzi potrà bruciare ora le biomasse, ora il CDR.
Ma è possibile che un inceneritore progettato per bruciare il carbone possa indifferentemente bruciare le biomasse e addirittura i rifiuti?
Una volta si diceva che gli inceneritori per i rifiuti devono avere una sofisticatissima tecnologia per non produrre composti cancerogeni e teratogeni come le diossine (ricordiamoci di Seveso) e altri temibilissimi composti inquinanti persistenti nell'ambiente e negli organismi viventi, e che entrano nella catena alimentare! E ora?
In ogni caso: ma si può sapere di quale progetto si parla?
Mi chiedo poi (e mi rispondo anche) se sia corretto procedere in questo modo, cioè cambiando continuamente le carte in tavola!!!
Devo concludere che chi conta davvero è Enel. E che la politica conta davvero poco. Non si può certo dire che "governa".

20 gennaio 2006

Mission impossible

Non possiamo mai stare tranquilli! Già abbiamo tutti contro. Ci mancava solo la crisi energetica a rendere la nostra impresa una "mission impossible"!

Legambiente scende in campo per tentare di fronteggiare i provvedimenti annunciati dal governo:
«Sostituire il gas con l'olio combustibile nelle centrali bi-fuel e riattivare la produzione di carbone non ha alcun senso. Diffidiamo i ministri dell'Ambiente e delle Attività produttive di dare seguito a questi provvedimenti miopi e costosi in termini sia economici, sia ambientali». Così Legambiente, per bocca del suo direttore generale Francesco Ferrante, interviene sulle misure d'intervento straordinarie annunciate dal ministro delle Attività produttive Claudia Scajola per far fronte all'emergenza gas scatenata dal taglio delle forniture russe e all'aumento dei consumi energetici legato al freddo dei giorni scorsi. «Per passare dal gas all'olio combustibile per la produzione di energia elettrica è necessaria una deroga alle leggi sulle emissioni: una misura controproducente – continua il direttore di Legambiente -. Se fosse questo il punto del decreto legge annunciato per martedì prossimo, chiediamo che questo decreto venga bloccato e diffidiamo il ministro dell'Ambiente a dare il proprio assenso. Siamo pronti a ricorrere in tutte le sedi, finanche alla corte di giustizia Ue, contro un provvedimento inutile e dannoso». Diverse infatti le proposte di Legambiente. «Per non lasciare senza energia gli italiani, come ha detto il ministro Scajola, - spiega Ferrante - sono altri i provvedimenti da prendere, anche nell'emergenza. Sospendere le esportazioni di energia elettrica e usare tutto il metano per la produzione di energia che serve a noi. Ridurre i consumi, perché l'emergenza non avrà mai fine senza una seria politica di risparmio energetico e una pianificazione di lungo respiro. Il rischio di esaurimento delle scorte di gas, al momento, è relativo: ci sono le riserve strategiche dello Stato. C'è l'energia che esportiamo da mesi a basso costo. Cominciamo con l'impiegare quelli invece di rilanciare una spirale di aumenti. Oltre alla deroga sulle leggi ambientali, l'elettricità prodotta con olio combustibile comporta costi nettamente maggiori rispetto a quella prodotta col gas, che ricadrebbero direttamente sui consumatori con immediati aumenti in bolletta. Forse è giunta l'ora di uscire dalla logica del guadagno insostenibile».
Ho come una vaga sensazione che qualcuno dalle nostre parti approfitterà della situazione.
Consiglio di visitare la seguente pagina del WWF che parla della centrale di Porto Tolle tra le 30 centrali energetiche più inquinanti d'Europa!

19 gennaio 2006

La neve e la campagna

In questi giorni freddi e nevosi è impossibile non rimanere affascinati da questo candore. Spero che tutti abbiamo dei luoghi che sembrano immutabili, senza tempo, rimasti tali e quali li ricordiamo nella nostra mente. E che vorremmo mai nessuno potesse cambiare!

17 gennaio 2006

Voci contro 2- Ricorso al consiglio di Stato



In questi giorni il pensiero della conversione a carbone della centrale Enel e dello sviluppo del Delta verso un parco industriale ed energetico sembra accendere gli animi di varie categorie di persone.
Continua la protesta dei pescatori Lega Pesca, Federcoopesca e Agci-Pesca. La protesta nasce perchè:"Di una pesca con oltre 2mila addetti, 80 milioni di euro di fatturato, 5 prodotti tipici e tradizionali la cui qualità è riconosciuta a livello comunitario, nonchè per i processi produttivi certificati Iso ed altro ancora, ci si ricorda solo quando fa comodo".
I rappresentanti di categoria manifestano forte preoccupazione affermando inoltre che:"È fuori discussione che il settore più colpito è il nostro anche solo per la preclusione di areali di pesca , per gli effetti non noti legati all'abbassamento della temperatura nelle aree interessate al passaggio delle condotte del gas, al maggior traffico di navi, chiatte cariche di carbone o gas liquido che sia".
Da parte sua al tavolo dell'economia l'Ascom mantiene inalterate le perplessità sul via libera all'Edison:"Non abbiamo cambiato opinione, tantomeno l'abbiamo fatto al Tavolo - dichiara il vicedirettore Daniele Tecchiati - le nostre riserve sui riflessi negativi per pesca e turismo rimangono".
Mentre la Provincia attraverso il suo vicepresidente Spinello afferma in politichese spinto che "non è in discussione la contrarietà al terminal e al carbone dell'Enel il no resta. Va preso atto, però, che nonostante i veti polesani, i due interventi stiano diventando realtà. Abbiamo il dovere di governare queste scelte. Non possiamo pensare che altri decidano sulla pelle del Polesine. Va anche detto che finora la Provincia non ha trovato grandi alleanze sul fronte del no, né si sono viste indignazione e mobilitazione di massa".
Continua invece la protesta determinata degli esponenti del comitato contro il Terminal di Porto Viro. Interviene Danilo Beltrame "Io e tutti i colleghi non comprendiamo perchè, a distanza di poco più di un anno da quel pronunciamento solenne, la Provincia abbia fatto questa netta inversione di marcia, rinunciando a tutte le forme di contrapposizione e di lotta, anche giudiziarie, contro il terminal gasiero.
E così l'intero comitato con il portavoce Luigi Flamini intraprende coraggiosamente la strada del ricorso al Consiglio di Stato:"Il nostro comitato va avanti nella lotta contro la realizzazione del progetto terminal, nella convinzione che ciò segni l'inizio nella trasformazione del Delta in senso industriale. Per questo abbiamo incaricato l'avvocato Ceruti di procedere con il ricorso al Consiglio di Stato. Noi contestiamo le varie autorizzazioni e gli accordi del "patto aggiuntivo", perché l'Edison ha modificato il progetto iniziale, sia raddoppiandone la capacità che variando il percorso del gasdotto".

15 gennaio 2006

Nanoparticelle, salute e ricerca scientifica

Si affaccia sul fronte delle indagini della Procura di Rovigo contro Enel una nuova ipotesi di reato legata alle nuove perizie ,su campioni biologici, fluidi organici e tessuti, che sembrano poter mettere in relazione gravi patologie con le emissioni della centrale Enel:
Piuttosto che cercare di dimostrare una anormale incidenza di tumori e patologie collegate nelle aree circostanti la centrale, si è andati, infatti, ad esaminare i tessuti e i fluidi organici di persone la cui malattia era già conclamata, per vedere se, in quei campioni, fossero presenti nanoparticelle riconducibili ai processi di combustione in atto alla centrale. Una tecnica di indagine resa possibile dallo sviluppo della microscopia elettronica a scansione ambientale, che consente di individuare nell'organismo tracce infinitesimali di sostanze potenzialmente tossiche. Il primo accertamento pare avere confermato la possibilità di questo collegamento

Oggi Enel infuriata risponde negando, con l'apporto dei suoi esperti, la validità delle tecnologie di analisi adottate dalla Procura.

A proposito di ricerca scientifica e tecnologia è stata programmata una conferenza/dibattito per sabato 28 gennaio prossimo ore 14,30 sala Civica ex Pescheria di Lagosanto (FE) dal titolo:
Ricerca Scientifica e Tecnologia - Ricerca ed applicazione secondo la direttiva dell'art. 32 della Costituzione italiana " La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività"
Avremo modo ancora di affrontare l'argomento.

Corso di birdwatching e manifestazione contro la caccia

Nicola Donà nel suo blog propone per tutti gli amanti della natura un corso di birdwatching, che avrà luogo ad Adria a partire da sabato 28 gennaio prossimo. Tra gli esperti Eddi Boschetti, che più o meno tutti conosciamo e Menotti Passarella che ho linkato in questo blog.

Accanto a questa iniziativa ne propongo un'altra che proviene dalla LAC ( Lega per l'abolizione della caccia) della manifestazione nazionale contro la caccia prevista per il 29 Gennnaio a Pila (Porto Tolle). Partecipiamo numerosi. Fornirò ulteriori dettagli nei prossimi post.

14 gennaio 2006

Importantissima riunione


Il nuovo incontro del Coordinamento Provinciale dei Comitati per la difesa dell'ambiente è previsto mercoledì prossimo 18 gennaio a Rovigo (vedi dettagli) per rispondere agli attacchi che vengono da destra e manca (pensate pure in senso metaforico).
All'incontro molto importante sono invitate tutte le persone che anche singolarmente vogliano aderire alle iniziative di salvaguardia dell'ambiente e della salute, e di valorizzazione del territorio polesano e deltizio.

13 gennaio 2006

Al cittadino non far sapere...


Raccolgo e condivido lo sfogo di un cittadino deluso per la tanto acclamata, quanto poco esercitata trasparenza della pubblica amministrazione:

Supponiamo che abitiate a Melara, o al lato opposto della provincia, a Scardovari, entrambi a oltre 60 chilometri da Rovigo.

E che vogliate esercitare un vostro diritto, ad esempio guardare le decisioni che, per conto vostro, 24 consiglieri provinciali prendono a Rovigo (è evidente che siete un po' strani, se avete di queste voglie).
Come fate?
Nell'era dell'informazione globale non è più necessario che prendiate l'auto e vi spostiate a chiedere e ricevere carte. Nell'era di Internet si trova tutto subito e meglio, in rete, ma non sempre.
Perchè se aprite il sito Internet della Provincia di Rovigo vi accoglieranno belle foto di paesaggi deltizi e (meno) belle foto di amministratori, colori accesi e un notiziario aggiornatissimo su ciò che fa, dice e pensa il Presidente Della Provincia Federico Saccardin.
Ma se vi spostate sulla pagina che contiene le delibere, perchè volete sapere quei 24 consiglieri cosa fanno sempre per vostro conto, non riuscirete a vedere un granchè.
Troverete 4 anni, il più recente è il 2004. Niente del 2005. Per il 2006 è presto.
Ma anche in quel 2004 troverete poco, tre delibere di consiglio e due di giunta.
Ma troverete ancor meno, perchè nessuna in realtà si apre ed è leggibile.
A questo punto vi verrà il dubbio che quei 24 consiglieri prendano davvero decisioni che vi riguardano.
Non vi resta che farvi un giro in una variopinta pagina dal titolo promettente "La provincia vicina ai suoi cittadini. Progetto di ascolto per fornire a tutti risposte concrete".
O prendere la macchina e venire in città.
O cambiare sito.
O cambiare provincia.
Come Lamon.

Cara Provincia, oltre alle belle foto orsù mettiamo anche le delibere sul bel sito!

12 gennaio 2006

Energia ,Territorio e Agenda 21


In questi giorni c'è in giro una locandina molto interessante, che purtroppo non trovo sul sito della Provincia di Rovigo, che pubblicizza un importante appuntamento per il giorno 16 gennaio 2006 dalle ore 16.00 alle 19.00 nella sala del Consiglio Provinciale, via Celio 10, dal titolo: "ENERGIA E TERRITORIO, Agenda 21 diventa azione".
La locandina così recita:
Energia e Territorio prosegue gli incontri promossi da Agenda 21 Polesine per la condivisione e definizione pubblica della politiche di sostenibilità e la progressiva attuazione degli impegni di Aalborg sottoscritti dalla Provincia di Rovigo nel giugno del 2004. Il Nuovo Piano Energetico Provinciale si colloca proprio nell'attuazione dell'impegno n.3 Risorse Naturali Comuni orientato alla riduzione del consumo di energia primaria con l'incremento della quota delle energie rinnovabili e pulite, nonchè al miglioramento della qualità del suolo e della sua capacità biologica. L'appuntamento voluto dall'Assessorato all'Ambiente della Provincia di Rovigo è rivolto ai partecipanti al forum Agenda 21 e a tutta la cittadinanza".

Programma
Introduzione di Giancarlo Chinaglia Assessore all'Ambiente Provincia di Rovigo
Relazioni:
Luigi Ferrari (Dirigente Provincia Rovigo): Un Piano energetico provinciale che guarda a Kyoto
Davide Pettenella (Università di Padova): Produzione di energia e paesaggio agrario
Mario Gamberale (Formazione Kyoto Club): Fonti rinnovabili: uno scenario innovativo per un sistema economico locale
Moderatore: Francesco Musco (IUAV di Venezia)

E' un invito davvero invitante! Chissà se il Nuovo Piano Energetico Provinciale prevede la centrale a carbone!

11 gennaio 2006

Voci contro


Cari "navigatori", oggi sulla stampa locale sono apparse alcune voci fuori dal coro (finalmente!)

La prima è quella della Lega Pesca di Scardovari (vedi articolo) che lamenta la crisi profonda del settore della pesca derivante da tutta una serie di problemi che Luigino Pelà di Scardovari, della direzione nazionale di "Lega Pesca" spiega derivare "dall'aumento del costo del carburante alla mancanza d'interventi di natura fiscale e previdenziale a sostegno del settore, ma anche dalla bocciatura dell'Iva agricola, a proposte non ancora accolte come l'innalzamento del de minimis, dalla riduzione dei fondi, con conseguente difficoltà d'intervenire con veri e propri progetti innovativi, finalizzati ad una necessaria riconversione del settore alla necessità di nuovi interventi strutturali".
Secondo Pelà il settore è tutto lasciato a se stesso e manca di un coordinamento provinciale e regionale; inoltre aggiunge: "Se non si prenderà coscienza di questi problemi e delle loro conseguenze il settore sarà sempre più penalizzato. In particolare mi riferisco al Terminal gasiero dell'Edison e alla Centrale elettrica dell'Enel con la riconversione a carbone. Il terminal, in particolare, con la piattaforma e nave oceanica che si affiancheranno alla nostra costa a circa 18-20 km e comporteranno l'interdizione alla pesca di una vasta area, saranno a dir poco penalizzanti per il settore. Il tutto aggravato dal lungo periodo di stop alla pesca che si renderà necessario nella fase di posa del tubo che fungerà da gasdotto. Per quanto riguarda la centrale, il transito di bettoline per il trasporto del carbone, con conseguente aumento del traffico marittimo e rischio di perdite in mare, innalzerebbe, oltre alla mole del traffico marittino, anche la soglia di rischio ambientale, con ripercussioni inevitabili su fauna e flora marina".
Il rischio sembra essere di un progressivo abbandono del settore ittico locale.


Altra voce fuori dal coro, questa volta a noi ben nota, è quella di Luigi Flamini, del Comitato contro il Terminal di Porto Viro (vedi articolo). Da anni il comitato porta avanti la sua battaglia contro la piattaforma che dovrebbe sorgere a 15-18 km dalla costa, proprio di fronte a Porto Levante. Dalla piattaforma partirebbe un lungo tubo (120 km) che dovrebbe percorrere tutto il Polesine, fino ad arrivare a Minerbio (BO).
Perchè mai la piattaforma debba essere costruita così lontano da Minerbio nessuno lo sa spiegare con parole semplici e chiare. Nemmeno l'Edison. E' infatti contro la logica più elementare. Ci saranno di sicuro delle "inspiegabili" ragioni ...
L'intervento di Flamini è molto duro contro il Presidente della Regione, ma anche nei confronti dell’Amministrazione provinciale che "sta cambiando sul terminal sotto la pressione di gruppi economici e politici" e poi prosegue "in cambio di favori di vario tipo e di benefit si vende il territorio e con esso l’interesse comune di cittadini. Questa scelta segnerà la fine del Parco naturale a favore di quello di parco energetico. Questa vicenda ci fa riflettere su quanto la nostra classe politica ma anche quella imprenditoriale sia debole e falsa: debole perché cambia facilmente programma al minimo ricatto e falsa perché tutto ciò significa che a quel programma non ha mai creduto". "Si deve avere il coraggio di cambiare! Se vogliamo o permettiamo la trasformazione del Delta in parco energetico e in zona industriale, eliminiamo il Parco. Il progetto del parco del Delta, unica vera opera d’arte naturale del Polesine, sta naufragando. I nostri imprenditori credono alle favole: il Qatar dovrebbe comprare i prodotti dal Polesine? Figuriamoci! Il Qatar è un paese di 700mila abitanti, tanto come uno dei nostri capoluoghi di Regione, con oltre l’80% sotto la soglia della povertà e quindi penso e credo con poche pochissime possibilità di acquistare i nostri prodotti".

Bene. Ora mi auguro di sentire altre voci contro, magari quelle degli agricoltori bassopolesani (il riso del Delta!?) e degli imprenditori turistici di Rosolina e di Albarella (che per la verità hanno già detto molto in passato).

09 gennaio 2006

Riunione dei Comitati


In seguito agli sviluppi recenti relativi alla creazione di un Polo energetico nel Basso Polesine è prevista domani sera una importante riunione dei comitati della provincia. L'incontro è aperto non solo ai comitati, ma anche alle persone singole che vogliano offrire idee ed energia alla "causa ambientalista", ma ancora di più al nostro diritto di poter scegliere democraticamente cosa si vuole fare del nostro territorio.

08 gennaio 2006

Le cose fatte apertamente


Credo di poter dire (senza pentirmene in futuro) che i giorni delle feste, con tutte le cose accadute tra la vigilia di Natale e la Befana, sono stati per noi polesani dell'"ambientalismo spinto"(vedi più sotto l'articolo di Franchin"un Parco sì ma industriale) una disdetta!
Il "mal di pancia" perdura e dubito che mi passerà entro breve.
Mi consolo (per ora) leggendo il Mahatma che per sua sfortuna dovette contrastare l'Impero inglese.

«Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Se si fa una cosa
apertamente, si può anche soffrire di più, ma alla fine l'azione sarà più
efficace. Chi ha ragione ed è capace di soffrire alla fine vince.» (M.Gandhi)

E non solo per consolarmi posto alcune foto di questi giorni del Po di Maistra e dei suoi piccoli abitanti, foto che probabilmente valgono più di mille parole.

06 gennaio 2006

Epifania




Mentre la Provincia fa retromarcia su tutto, anche sul Terminal dell'Edison, meno male che ci sono anche buone notizie!
Come quella di un ricovero per persone senza casa contro l'emergenza freddo

Probabilmente è questa la vera Epifania!
Grazie a tutte voi persone di buona volontà dell'ARCI Arcobaleno che avete messo in piedi e lavorate per questa importante iniziativa!

04 gennaio 2006

Un Parco sì ma "industriale"


Mi ha colpito molto un articolo di Vittorino Franchin a seguito della firma di Galan del Protocollo d'intesa tra Enel e Regione.
L'analisi effettuata dal Capocronista del Gazzettino indica nell'atto compiuto "un metaforico passaggio del Rubicone da parte di tutto il Polesine. [...] Ipotecando i prossimi trent'anni sulla via dell'emancipazione produttiva e della creazione di un Polo energetico [...] il Polesine è chiamato a scoprire una vocazione industriale nuova e più in linea con il Nordest"
Il giornalista procede con l'elenco delle opere di un "modello di sviluppo tracciato per ora sulla carta"che prevederebbe il Terminal gasiero di Porto Levante, la Centrale di Polesine Camerini a carbone, la piattaforma dello scalo off-shore [sempre a Porto Levante, nota mia] "per dare fiato ai traffici dell'interporto rodigino", la Romea commerciale, la Valdastico sud, il completamento della Transpolesana, "l'ipotizzata idrovia per collegare l'Adriatico alla Lombardia..."..."Con buona pace dei sostenitori dell'ambientalismo spinto, che prefiguravano un destino soprattutto turistico per il Delta ..."
L'analisi diventa critica "Resta il fatto che la politica polesana - orfana di un leader nazionale dai tempi di Toni Bisaglia - molto ci ha messo di suo per non governare le scelte strategiche. [...] Viste le premesse, il Polesine avrà sì un parco, ma industriale." L'articolo prosegue considerando i benefici, ma anche le rinunce "diventa più difficile conciliare le produzioni tipiche, come il riso del Delta, con ciò che nell'immaginario collettivo suscita la produzione di energia attraverso il carbone; oppure il turismo modello Camargue con il pinnacolo della ciminiera e quella sorta di mega-stadio coperto per stoccare il combustibile (mica si possono vendere sul mercato dei viaggi come il campanile di San Marco o l'arena di Verona in versione postmoderna)".

Non molto tempo fa anche i Verdi sono intervenuti pubblicamente con un comunicato in cui denunciano la distanza di questo modello di sviluppo che si sta realizzando da quello che era nei programmi "... ciò che si vede è molto lontano da uno sviluppo sostenibile del Polesine e del Delta del Po. L’ipotesi di un polo energetico con una centrale gigantesca (e per giunta a carbone) e quello di un porto di enormi dimensioni con tutte le conseguenze che ciò comporta, insediati in un’area che doveva fare del Parco la sua bandiera, non sono quello che si era pensato. [...] Se da una parte il “partito dell’Enel” sta dimostrando la sua forza e la nostra classe di governo la sua debolezza, dall’altra non sono certo i polesani a voler trasformare questa zona in una immensa area di stoccaggio industriale, tra terminali e capannoni. Lo “sviluppo” polesano sembra diretto da fuori, in un groviglio di interessi economici, affaristici e politici."
Il comunicato prosegue: "Da tempo noi Verdi andiamo dicendo della necessità di iniziare concretamente a costruire un percorso che possa mettere le basi per un futuro diverso, dove il Parco sia centrale, dove la salvaguardia e la valorizzazione del territorio siano un bene redditizio, per il turismo, per la pesca, per una agricoltura di qualità. Ciò sta già avvenendo con successo nel vicino Delta ferrarese. Serve però una strategia, diversa e alternativa a quella corrente di sfruttamento, dove al centro ci sia la politica, fatta per il bene e con la partecipazione di tutti. C’è bisogno di un vero e proprio cantiere di lavoro condiviso tra le forze politiche, sociali e imprenditoriali, per riprogettare lo sviluppo di questo territorio."

Che altro aggiungere? Diamoci da fare! Soprattutto contro la debolezza di questa politica, che non è capace di guidare, ma solo di lasciarsi condurre dai potenti che non pensano certo al nostro bene, ma soltanto a fare i propri interessi!

03 gennaio 2006

Come in Valle di Susa?


Oggi lascio la parola ad Osvaldo Pasello di Ceregnano, già Assessore all'Ambiente della Giunta Boscolo ed inoltre appartenente da tempo al Coordinamento Provinciale dei Comitati per la difesa dell'ambiente, che ha inviato la seguente lettera ai giornali locali:

"Spett.li redazioni - Rovigo
Esattamente un anno fa un coordinamento provinciale delle forze politiche del centro-sinistra, di associazioni ambientaliste varie, di Comitati locali, sottopeneva ai polesani una petizione con un testo, avallato tra gli altri dal Presidente della Provincia Federico Saccardin e dal suo vice-presidente, Gino Sandro Spinello, in cui si esprimeva forte "contrarietà alla trasformazione a carbone della centrale termoelettrica e, di fatto, alla costruzione di un nuovo megaimpianto energetico a Polesine Camerini". Sono state raccolte in pochi mesi decine di migliaia di firme in tutta la Provincia, sono stati organizzati incontri su questa linea in vari Comuni, sono state sensibilizzate le amministrazioni locali.
La conferenza-stampa degli amministratori provinciali di fine 2005 ha dimostrato quanto già si sapeva: di acqua sotto i ponti in un anno ne è passata parecchia. Ed è acqua che porta…le chiatte del carbone. Gino Sandro Spinello già prevede di "battere cassa", mentre il presidente Saccardin spera, su questi temi, di "interpretare il pensiero prevalente" della gente polesana.
Probabilmente compito della politica non è quello di "interpretare il pensiero prevalente", semplicemente quello di concordare e rispettare i programmi. Probabilmente compito della politica che chiama alla partecipazione e ad una petizione popolare contro il carbone migliaia di polesani è quello di "Resistere, Resistere, Resistere!".
E così il Delta, mentre già respiriamo l’aria peggiore del continente, diventerà il più grande polo energetico del Paese. Per molto meno i sindaci della Valle di Susa hanno deciso di "Resistere".
E’ l’augurio impensabile per il 2006: Buon anno Polesine!"
Osvaldo Pasello

02 gennaio 2006

Sosteniamo la causa animalista


Mi è giunta dalla LAV l'invito per una festa dedicata ai nostri amici animali che si tiene proprio venerdì prossimo 6 gennaio.

Intanto procede la campagna nazionale di raccolta firme contro il commercio di pellicce dalla Cina.
Secondo la Petizione:
"considerato che l'allevamento di animali da pelliccia in Cina non è disciplinato da nessuna norma di protezione degli animali e che le condizioni degli allevamenti sono assolutamente drammatiche e non conformi a nessuno standard definito dall'Unione Europea;
considerando che gli accessori, i ritagli e gli inserti di pelliccia provenienti da questo Paese, non sono chiaramente etichettati, ingannando spesso il consumatore nelle sue scelte;
considerata la brutalità dei metodi di uccisione praticati dagli allevatori cinesi e la totale assenza delle più elementari norme per evitare la sofferenza degli animali durante l'uccisione.

(i sottoscritti cittadini)
CHIEDONO AL GOVERNO E AL PARLAMENTO L'EMANAZIONE DI NUOVE NORME URGENTI che prevedano:
Il divieto di importazione e di cessione a qualsiasi titolo su tutto il territorio nazionale di pelli di animali allevati o commercializzati sul territorio della Repubblica Popolare Cinese; l'obbligo di etichettatura di tutti i capi contenenti parti o interi di spoglie di animali sottoposte a concia o altri trattamenti che mantengano inalterata la struttura naturale delle fibre, indicando espressamente la specie utilizzata, il metodo di allevamento, il metodo di uccisione, l'azienda di confezionamento e il Paese di provenienza. Tale obbligo dovrà essere applicato anche ai peluche e gadget realizzati con i suddetti materiali.

01 gennaio 2006

Ricominciamo




Ad inizio d'anno tanti sarebbero gli auguri da fare, ma poi ogni frase può suonare banale e scontata.
Nella speranza e nell'impegno perchè questo blog possa essere anche un luogo di confronto reciproco, chiedo aiuto ai grandi uomini del nostro tempo che possono essere i nostri maestri.

"Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca" (M. Gandhi)

Credo che la tolleranza c'entri molto con la democrazia.
Auguri di cuore a tutti