Legambiente scende in campo per tentare di fronteggiare i provvedimenti annunciati dal governo:
«Sostituire il gas con l'olio combustibile nelle centrali bi-fuel e riattivare la produzione di carbone non ha alcun senso. Diffidiamo i ministri dell'Ambiente e delle Attività produttive di dare seguito a questi provvedimenti miopi e costosi in termini sia economici, sia ambientali». Così Legambiente, per bocca del suo direttore generale Francesco Ferrante, interviene sulle misure d'intervento straordinarie annunciate dal ministro delle Attività produttive Claudia Scajola per far fronte all'emergenza gas scatenata dal taglio delle forniture russe e all'aumento dei consumi energetici legato al freddo dei giorni scorsi. «Per passare dal gas all'olio combustibile per la produzione di energia elettrica è necessaria una deroga alle leggi sulle emissioni: una misura controproducente – continua il direttore di Legambiente -. Se fosse questo il punto del decreto legge annunciato per martedì prossimo, chiediamo che questo decreto venga bloccato e diffidiamo il ministro dell'Ambiente a dare il proprio assenso. Siamo pronti a ricorrere in tutte le sedi, finanche alla corte di giustizia Ue, contro un provvedimento inutile e dannoso». Diverse infatti le proposte di Legambiente. «Per non lasciare senza energia gli italiani, come ha detto il ministro Scajola, - spiega Ferrante - sono altri i provvedimenti da prendere, anche nell'emergenza. Sospendere le esportazioni di energia elettrica e usare tutto il metano per la produzione di energia che serve a noi. Ridurre i consumi, perché l'emergenza non avrà mai fine senza una seria politica di risparmio energetico e una pianificazione di lungo respiro. Il rischio di esaurimento delle scorte di gas, al momento, è relativo: ci sono le riserve strategiche dello Stato. C'è l'energia che esportiamo da mesi a basso costo. Cominciamo con l'impiegare quelli invece di rilanciare una spirale di aumenti. Oltre alla deroga sulle leggi ambientali, l'elettricità prodotta con olio combustibile comporta costi nettamente maggiori rispetto a quella prodotta col gas, che ricadrebbero direttamente sui consumatori con immediati aumenti in bolletta. Forse è giunta l'ora di uscire dalla logica del guadagno insostenibile».Ho come una vaga sensazione che qualcuno dalle nostre parti approfitterà della situazione.
Consiglio di visitare la seguente pagina del WWF che parla della centrale di Porto Tolle tra le 30 centrali energetiche più inquinanti d'Europa!
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