25 gennaio 2006

Intervista a Crepaldi del Comitato Cittadini Liberi


Oggi l'intervista la rivolgiamo a Giorgio Crepaldi del Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle, di cui vi ho parlato anche in qualcuno dei miei post precedenti.

1) Giorgio, come è nato il vostro comitato?
Una domenica mattina del febbraio 2002 un gruppo di agricoltori mi ha proposto di sottoscrivere una petizione con la quale si intendeva chiedere al Presidente della regione Veneto Giancarlo Galan di non concedere all’Enel l’utilizzo dell’orimulsion per i motivi oggi noti della sua pericolosità, questo prodotto, infatti, viene estratto nel bacino dell’Orinoco in Venezuela , è usato come combustibile nelle centrali termoelettriche da pochi anni, ed è ancora ignoto l’effetto che può creare sulla salute, inoltre noi abitanti di Polesine Camerini eravamo consapevoli che il fragile e delicato territorio del Delta, sarebbe stato messo a dura prova perché questa proposta andava contro il desiderio di intraprendere finalmente un percorso che ponesse come obiettivi la valorizzazione dell’attività della pesca, dell’agricoltura e del turismo, vale a dire il Parco del Delta del Po.
Questa preoccupazione diffusa mi ha colpito al punto tale che ho deciso non solo di firmare la petizione ma di impegnarmi direttamente per dare un contributo a quest’opera d’informazione e sensibilizzazione. Dopo esserci opportunamente documentati anche contattando persone residenti in Sardegna, che prima di noi si erano invano battute contro la volontà di Enel di utilizzare l’orimulsion nella centrale di Fiumesanto, abbiamo acquisito notizie sui danni patiti nella costa sarda proprio per effetto di questo composto di catrame con elevate concentrazioni di zolfo (circa il 3 % del suo peso) e metalli pesanti come nichel a vanadio, che per essere reso fluido e quindi convogliabile nelle caldaie, veniva emulsionato in acqua, questo fatto lo rendeva ancor più minaccioso perché un’eventuale dispersione in ambiente marino, nel nostro caso con fondali bassi, sarebbe stato di difficile se non impossibile recupero compromettendo di fatto il fiorente settore della pesca delle vongole con circa 1.500 addetti e nell’immagine i prodotti tipici dell’agricoltura di qualità come il melone, gli ortaggi in generale e il riso, ecc…
Da qui, l’idea di costituire un comitato che in poco tempo raccogliesse tante firme come in effetti è successo, in pochi mesi abbiamo avuto oltre 2.000 sottoscrizioni, più della metà a Porto Tolle, le rimanenti nei comuni limitrofi ed entro il 2002 le abbiamo depositato nella segreteria della Giunta regionale veneta.
L’iscrizione all’ufficio del Registro di Adria come associazione di volontariato è avvenuta nell’agosto 2002.

2) Perché siete contrari alla conversione della centrale a carbone?
Perché al pari dell’orimulsion il carbone rappresenta un peggioramento di quanto la legge prevede, il punto cardine delle nostre rivendicazioni trova appunto valore nella legge regionale n.36 del 1997 con la quale la regione Veneto ha formalmente istituito il Parco Regionale del Delta del Po, all’art. 30 viene stabilito che tutti gli impianti di produzione di energia, ricadenti nei comuni compresi nel territorio del Parco, devono essere alimentati a gas-metano o da altre fonti di uguale o minor impatto ambientale, è irragionevole pensare che il carbone possa essere ritenuto una fonte alternativa di pari o minor impatto ambientale rispetto il metano, se poi si considera l’enorme movimento di materiali previsti: 5.000.000 ton/anno di carbone; 180.000 ton/anno di calcare per far funzionare i filtri desolforatori; 13.000 ton/anno di urea per i filtri denitrificatori; 350.000 ton/anno di biomasse (legna ridotta a cippato); 3.650.000 mc/anno di acqua; 1 nave deposito da 100.000 ton in Adriatico di fronte alla costa; 75 navi carbonifere all’anno; 1.666 chiatte da 3.000 ton all’anno; 24.000 ettari di terreno investito a pioppeto; 6.000 ton /anno di fanghi; 220.000 mc di calcestruzzo per le nuove opere, ecc… credo che il quadro sia esaustivo per ritenere che siamo di fronte ad una vera e propria aggressione alla razionalità umana. Per non parlare delle emissioni in atmosfera, quanto Enel sostiene, vista l’esperienza passata, non ci offre sufficiente garanzia che effettivamente si voglia mettere al primo posto la tutela della salute.

3) Cosa pensa la gente di Porto Tolle di quello che sta accadendo?
La gente di Porto Tolle è frastornata da questi numeri è stanca delle tante promesse fatte e mai mantenute ma vive un disagio enorme che è il senso di impotenza a contrastare l’arroganza e la prepotenza di Enel che usa il ricatto occupazionale come arma a suo vantaggio, naturalmente bisogna considerare che non esistono piani credibili a breve scadenza capaci di soddisfare la grande richiesta di lavoro e la popolazione locale teme di dover trovarsi nella necessità di emigrare. Negli anni passati si è persa una grande opportunità: quella di programmare il futuro valorizzando le peculiarità del territorio, per creare le condizioni ottimali alternative alla centrale Enel, come invece è stato fatto in Emilia Romagna, su questo punto la responsabilità ricade in primo luogo sulla scarsa efficienza della classe politica rodigina.

4) Tempo fa è venuto Claudio Po, medico epidemiologo: cosa vi ha detto in quell'occasione?
Il dottor Claudio Po è stato molto chiaro e la sua relazione è stata ampiamente riportata da un quotidiano locale, attraverso la lettura incrociata di dati, Po ha smontato la "favola" del carbone pulito e denunciato la miopia dei presunti vantaggi economici, soprattutto nelle bollette elettriche, dell'utilizzo di questo combustibile. «Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità – ha rilevato il medico - l'ambiente incide per il 25 per cento sulla salute della popolazione, che diventa il 40 per cento per i bambini. In particolare la pianura padana, chiusa tra Alpi e Appennini, ha un'aria prevalentemente fuori dai limiti di legge». Claudio Po ha puntato quindi l'indice sulle polveri fini e ultrafini, attribuibili in misura uguale tanto ai trasporti che alla produzione di energia. «Il calcolo dei costi necessari per curare tutti i danni provocati dall'utilizzo di un combustibile piuttosto di un altro, che vanno a finire nella fiscalità generale – ha concluso il medico -, vede "l'economico" carbone pesare per 100, l'olio per 60 e il gas per 30. L'alternativa ambientale non è il carbone, ma l'eolico e il fotovoltaico che costano pochissimo e non fanno ammalare o morire nessuno».

5) Come è nato il processo all'Enel ora in corso ad Adria? Quali sono le accuse?
Nel maggio 2002, nel bel mezzo della raccolta delle firme, è capitato un episodio gravissimo di fuoriuscita di sostanza oleosa dalla ciminiera che ha imbrattato tutto e quanti si trovavano nel raggio di qualche centinaio di metri, tra questi anche un minore, il fatto è stato fotografato nell’istante del suo verificarsi da componenti del comitato, in seguito a questo ennesimo caso abbiamo deciso di formalizzare una denuncia ai carabinieri, abbiamo poi saputo che la Procura di Rovigo aveva già avviato un’ampia indagine atta a stabilire se la centrale di Polesine Camerini ha provocato danni all’ambiente e alla salute degli abitanti residenti nel Delta del Po veneto e ferrarese, il processo attualmente in corso di svolgimento ad Adria si occupa essenzialmente di danni materiali, gli imputati sono l’ex ed attuale direttore dell’impianto e i due ex amministratori delegati della società.

6) Cosa desideri per Porto Tolle e come vedi il futuro?
Rispondo con uno slogan che da molto tempo vorrei veder stampato in uno striscione appeso in ogni ufficio delle amministrazioni pubbliche, regionali, provinciali e comunali, dell’USL e dell’Arpav delle associazioni di categoria, degli ambienti sindacali ecc.
“ VOGLIAMO UN FUTURO PER I NOSTRI BAMBINI….
BASTA SCHIFEZZE A POLESINE CAMERINI!”
ciao a presto, Giorgio Crepaldi

Grazie Giorgio. Bisogna proprio ammettere che se vogliamo ne abbiamo da meditare!

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