25 gennaio 2010

Cuore pugliese, la politica che vorrei


Oggi sarò pugliese e festeggio la vittoria di Vendola alle primarie, ottenute solo dopo una battaglia interna coraggiosa nel Partito democratico e la determinatezza di Vendola nel non arretrare (dopo aver ben governato a detta di tutti per 5 anni) dalla sua auto-candidatura. La questione è giustamente salita fino al livello nazionale, avendo coinvolto e fortemente messo in crisi le strategie dei vertici dei partiti del centro sinistra e in particolare le possibili alleanze con Casini.
In Puglia le strategie nazionali incontrano, o meglio si scontrano con la popolarità di Vendola che sembra letteralmente navigare nell'affetto della sua gente, la quale evidentemente va oltre le astratte alchimie e i calcoli di Massimo D'alema.

La vera partita inizia adesso, contro il centro destra, dopo mesi di estenuante battaglia interna al centro sinistra. Battaglia che però da parte di Vendola è sempre stata pulita e trasparente, vera battaglia politica delle idee, senza mai scadere verso il basso, dove certe volte i suoi avversari l'avrebbero voluta condurre. Una rara lezione di stile della politica che viene da un politico di professione: Nichi Vendola, inaggredibile perfino dall'"antipolitica" grillina.
Come a dire che c'è ancora speranza per la politica, che non tutto è perduto. Che come per Nichi, cuore pugliese, se siamo onesti e ci mettiamo la nostra faccia, anche se stiamo dalla parte dei perdenti, possiamo farcela. Anche quando può sembrare impossibile.

Qui altre notizie

10 gennaio 2010

Il sapore della mia spremuta di arance

Nella nostra bella Italia la verità è che alcune persone vivono in schiavitù e per la maggior parte sono di pelle scura. Succede a Rosarno. Anche le arance che trovo nel mio supermercato, in teoria attento ai problemi etici e sociali, sono forse di Rosarno? Saranno state raccolte da questi schiavi? Come posso sapere se le mie arance non sono contaminate dal sangue di queste persone e dalla violenza della 'ndrangheta?
Oggi lascerò perdere la spremuta di arance, che avrebbe un sapore davvero troppo amaro.
Qui l'intervista a don Luigi Ciotti dell'associazione Libera.

05 gennaio 2010

I regali di Enel agli assessori regionali del Veneto

Le notizie sui pacchi bomba di questi giorni, vedi procura di Reggio Calabria e alla Bocconi a Milano, non fanno per niente ridere.
Ma una notizia, una sola sì. Ed è quella che riporta che ieri alla sede della Regione Veneto sono stati recapitati, tramite corriere, 4 pacchi ben confezionati indirizzati agli assessori.
I pacchi però sono stati scambiati per pacchi bomba, con tutte le conseguenze di allarmi ed evacuazioni del caso, e solo alla fine di tutto si è scoperto che si trattava di regali di Enel agli assessori regionali: semplici lampade, con fili elettrici responsabili di tutto il trambusto.
E' bene quel che finisce bene.
Così però io ingenuamente scopro che a Natale, o meglio ormai per la Befana, le grandi aziende premiano i nostri assessori regionali con dei doni. Chissà quanti ne avranno ricevuti.
In genere un regalo non si rifiuta, ma in questi casi probabilmente sarebbe meglio scoraggiare, e non solo per gli allarmi bomba che si possono provocare.
Ma anche perchè altrimenti anche agli ingenui verrà da pensare che un dono di Enel non è fatto solo per simpatia.

04 gennaio 2010

Un Papa ecologista

(foto gentilmente offerta da A.R.)
Il lungo discorso di Benedetto 16° per la giornata mondiale della Pace 2010, dal titolo "Se vuoi la pace, custodisci il creato" non lascia dubbi: il Papa dice che l'ecologia può rappresentare "la madre" di ogni forma di rispetto e di solidarietà, come per l'ambiente a noi prossimo, o nelle sue implicazioni lontane e globali, così tra le persone e le diverse generazioni.
E' un discorso che ad inizio anno riesce a dare speranza a me e penso anche agli ambientalisti di ogni provenienza.
E' un discorso chiaro che mette ciascuno, anche singolarmente, di fronte alle proprie responsabilità di custode del "creato", che non è nostro ma solo temporaneamente nelle nostre mani.
Diversi sono i passaggi in cui ritrovo concetti che per me devono stare alla base delle azioni e anche di un ragionamento politico che spero possa farsi sempre più concreto, pure in mezzo ai molti ostacoli posti in atto da chi, con poche generosità e lungimiranza, pratica essenzialmente la politica della conservazione dei propri privilegi.

Riporto qui sotto alcuni dei passaggi per me più significativi:

"Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti «profughi ambientali»: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare – spesso insieme ai loro beni – per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? Sono tutte questioni che hanno un profondo impatto sull’esercizio dei diritti umani, come ad esempio il diritto alla vita, all’alimentazione, alla salute, allo sviluppo.
[...]
Va, tuttavia, considerato che la crisi ecologica non può essere valutata separatamente dalle questioni ad essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazioni con i suoi simili e con il creato. Saggio è, pertanto, operare una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, nonché riflettere sul senso dell’economia e dei suoi fini, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige lo stato di salute ecologica del pianeta; lo richiede anche e soprattutto la crisi culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi sono da tempo evidenti in ogni parte del mondo. L’umanità ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale; ha bisogno di riscoprire quei valori che costituiscono il solido fondamento su cui costruire un futuro migliore per tutti. Le situazioni di crisi, che attualmente sta attraversando – siano esse di carattere economico, alimentare, ambientale o sociale –, sono, in fondo, anche crisi morali collegate tra di loro. Esse obbligano a riprogettare il comune cammino degli uomini. Obbligano, in particolare, a un modo di vivere improntato alla sobrietà e alla solidarietà, con nuove regole e forme di impegno, puntando con fiducia e coraggio sulle esperienze positive compiute e rigettando con decisione quelle negative. Solo così l’attuale crisi diventa occasione di discernimento e di nuova progettualità."