31 gennaio 2006

Consiglio Provinciale sul Terminal


Come prevedibile la seduta consigliare di ieri che vedeva tra i punti all'ordine del giorno una relazione del Presidente Saccardin sul Terminale GNL è stata particolarmente calda, anche in seguito alla presenza dei Verdi che con striscioni e volantini hanno manifestato contrarietà alla creazione di un Polo energetico nel Delta: "Terminal ... Carbone ...il Polesine ha bisogno di un altro sviluppo" e poi "No al terminal, Sì al Parco". Sono stati inoltre distribuiti gli stessi volantini che solo un anno fa erano serviti ai comitati provinciali e a tutti i partiti del centro-sinistra (lo stesso centro-sinistra che governa la Provincia) per raccogliere le firme della petizione contro il Polo energetico nel Delta. Proprio gli stessi. Faccio fatica a comprendere come si possa compiere una tale retromarcia!
Dopo la presentazione della relazione, per la mancanza di coesione della maggioranza e la possibilità di una spaccatura, è stato proposto un rinvio del dibattito (che comunque si concluderà con un voto del Consiglio) al 13 di febbraio.
Nella lunga relazione Saccardin ha cercato di mettere in luce il lungo sforzo della Provincia, spesso in solitaria, di rimanere legata alla contrarietà al Terminal, punto programmatico servito alla sua elezione a Presidente.
A questo punto a me sembra che manchi del tutto la volontà politica di procedere nella direzione che inizialmente era stata presa. Il ragionamento di Saccardin è grossomodo il seguente: "la Provincia non può decidere nulla e nulla ormai osta sul piano tecnico..."
In un certo senso questa nuova posizione della Provincia di Rovigo fa perder valore all'impegno che Saccardin dice di aver profuso per lottare contro il Terminal GNL. I motivi tecnici sono sempre stati di secondaria importanza, e ora diventano di prima importanza.
Come se la Provincia non fosse altro che un grande ufficio che non può fare altro che concedere o meno le autorizzazioni.
Mi dovrà andare giù per forza, lo so. Ma sarà difficile convincermi dell'impossibilità di intraprendere altre strade che nessuno sembra avere il coraggio di voler percorrere.
Una breve descrizione di quanto è avvenuta è riportata anche in questo articolo del Gazzettino.

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