Riflessioni su temi di attualità dall'ambiente ai diritti, compresi i diritti degli altri animali.
scrivi a Lavocetta@gmail.com
05 novembre 2011
Dipendenti Enel contro gli ambientalisti della manifestazione "Fermiamo il carbone"- Ma sono gli ambientalisti i veri nemici?
30 ottobre 2011
Manifestazione nazionale Fermiamo il carbone: il video per quelli che dicono che eravamo pochi
Fermiamo il carbone - Manifestazione nazionale Adria 29 ottobre 2011 from Giorgio Penolazzi on Vimeo.
Per tutti quelli che hanno detto e scritto che eravamo pochi: Una risposta viene dal filmato "non toccato nè ritoccato", senza alcun lavoro di edizione. Semplicemente sfila sotto la mia telecamerina una buona parte del bellissimo corteo No Coke di sabato 29 ottobre.
Una buona parte, ma non tutto il corteo, ovviamente: non sono mica stato sempre lì a riprendere; ho anche sfilato, parlato con vecchie conoscenze, fatto foto...
Per certi fogli il vecchio detto si capovolge e il motto sembra essere ora "Le opinioni separate dai fatti".
25 ottobre 2011
Che c'entra l'etica con i cambiamenti climatici?
Se anche i poveri potessero disporre di energia questo si tradurrebbe rapidamente in: vita, salute, democrazia e libertà.
"I diritti fondamentali non possono ormai più prescindere dall'impegno per l'ambiente".
... musica per le mie orecchie!
16 ottobre 2011
05 ottobre 2011
Lotta del governo ai blogger e all'informazione libera: mi unisco alla protesta
Il motivo dell’iniziativa si legge poche righe più in basso: il comma 29 del ddl Intercettazioni. Secondo questa norma, si legge nel comunicato “chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto, indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive, di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti”.
Il meccanismo di funzionamento del sito prevede che qualsiasi utente possa aggiungere contenuti e modificare quelli postati da altri, se li ritengono inesatti. Per gli utenti di Wikipedia, firmatari della lettera “l’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce un’ inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza”. Da qui la decisione di bloccare il sito: qualunque parola digitata nel motore di ricerca rimanda esclusivamente alla lettera di protesta.
30 settembre 2011
No Coke Polesine: Convegno e manifestazione nazionale contro il carbone
Lavocetta mi dice che non ha dimenticato gli impegni presi con voi, di raccontare le sue particolari riflessioni su temi di attualità dall'ambiente ai diritti, con particolare riferimento ai fatti che riguardano il Polesine e il Delta.
Infatti è impegnata in altri blog e offre così il suo modesto contributo per un futuro diverso del Polesine (e di tutta Italia) contro l'uso del carbone, insieme a molti altri.
Ci sarà infatti una importantissima manifestazione nazionale contro il carbone ad Adria il 29 ottobre prossimo ed un Convegno "Oltre il carbone" il giorno 8 ottobre a Rovigo a cui vi invita a partecipare, portando amici.
Qui il link al Blog: No Coke Polesine dove troverete tutte le notizie sul convegno (ormai pronto) e sulla manifestazione (ancora in preparazione).
verdi saluti rasoterra
Ramarro del Delta
06 settembre 2011
Perchè NO alla riconversione a carbone- a chi servono le centrali
da sinistra: Bruno, Lucilla, Maria Luisa, Matteo (foto di Giorgio) |
Sotto il testo del volantino distribuito ai partecipanti e il nuovo Logo del Comitato.
Esposizione a livelli anche relativamente bassi di biossido di azoto provoca una aumentata reattività bronchiale negli asmatici e un aumentato rischio di infezioni delle vie respiratorie, specialmente nei soggetti molto giovani.
25 luglio 2011
Modifica della legge del Parco: perché procedere a tutti i costi? Meglio salute, ambiente e bellezza
22 luglio 2011
Carbone nel Parco: manda una mail al Presidente Zaia e al Consiglio regionale
Cari lettori, come sapete in questi giorni in Consiglio regionale del Veneto si sta svolgendo la discussione del disegno di legge per la modifica dell' articolo 30 della Legge istitutiva del Parco regionale veneto del Delta del Po (Legge regionale n. 36/1997).
16 luglio 2011
Carbone: preistoria della tecnologia
07 luglio 2011
10 giugno 2011
Intervista a Matteo Ceruti, legale dei ricorrenti al Consiglio di Stato
08 giugno 2011
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05 giugno 2011
Arturo Lorenzoni: il fotovoltaico fra due-tre anni sarà l'energia più conveniente
“Il fotovoltaico fai da te fra due anni sarà l’energia più conveniente”
di Andrea Bertaglio
Da Il Fatto Quotidiano del 4 giugno 2011
28 maggio 2011
Ecco i video della serata ad Adria: Boschetti (WWF), i medici Mocci e Ghirga, l'avvocato Matteo Ceruti
parte 1:
Introduzione di Giulia Casellato, Rete dei comitati ambientali polesani
Intervento di Eddi Boschetti, presidente provinciale WWF Rovigo
parte 2:
In collegamento via Skype da Civitavecchia i medici per l'ambiente:
dott. Mauro Mocci
dott. Giovanni Ghirga
parte 3:
Intervento dell'avvocato Matteo Ceruti, legale delle associazioni e degli operatori economici che hanno ricorso al Consiglio di Stato
27 maggio 2011
Sentenza Consiglio di Stato contro progetto a carbone
La sentenza di condanna confermata in Cassazione - processo Enel per inquinamento e danneggiamento
La sentenza
26 maggio 2011
Incontro dei ricorrenti al Consiglio di Stato "L'occasione della svolta"- breve resoconto della serata.
Aggiornamento del 28 maggio: ecco i video caricati qui.
23 maggio 2011
Voci dei ricorrenti al Consiglio di Stato contro riconversione a carbone 3
Voci dei ricorrenti al Consiglio di Stato contro riconversione a carbone 2: Operatori turistici e balneari
Rosolina Mare 21.05.2011
I sottoscritti operatori turistici e balneari del Delta del Po non condividono il movimento di opinione contrario alla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.
Il settore turistico, in particolar modo a Rosolina Mare e Albarella, assicura oltre 5.000 posti di lavoro tra attività diretta e indotto, per un totale nel 2010 di circa 1.800.000 presenze, mentre il volume d’affari complessivo supera ampiamente i 100 milioni di euro.
La realizzazione del progetto a carbone avrebbe un impatto devastante su queste attività economiche e quindi sulla occupazione che queste assicurano.
Confidiamo che le Istituzioni e le organizzazioni di categoria e sindacali del settore si facciano portavoce delle nostre rivendicazioni.
Trasformare a gas metano l’impianto assicurerebbe altrettanti occupati ed altrettanti appalti del progetto carbone, senza arrecare i gravissimi danni di quest’ultimo.
Non siamo contrari alla centrale di Porto Tolle, ma ad un’alimentazione assolutamente incompatibile con la nostra economia e con il nostro territorio.
RENZO GHEZZO
FEDERICO AVANZI
Voci dei ricorrenti al Consiglio di Stato contro riconversione a carbone 1: Giorgio Crepaldi del Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle
La soddisfazione del comitato è enorme perché siamo riusciti nell’intento di smascherare le false teorie create attorno al carbone, sempre avallate dagli amministratori locali e da quanti, senza cognizione di causa (sindacati in primis), si sono schierati a favore di una proposta semplicemente scandalosa di portare il più inquinante dei combustibili esistenti all’interno di un ambiente unico com’è appunto il Delta del Po. Non sarà facile dimenticare, ma non vogliamo portar rancore anche se l’offesa subita nell’assistere alla rinuncia della costituzione di parte civile, di tutte le amministrazioni pubbliche venete coinvolte nel processo penale, è stato un’inequivocabile voltafaccia, messo in atto per condizionare a nostro sfavore la battaglia legale che ci ha visti impegnati per quasi un decennio a tutela della salute, delle proprietà e della nostra stessa dignità.
Eppure, dopo tutto, siamo ancora disposti ad accettare l’ingombrante presenza di Enel a pochi passi da casa nostra, a patti che essa cambi totalmente il modo di rapportarsi con il territorio, abbiamo delle sacrosante richieste alle quali non intendiamo rinunciare, si finisca una volta per tutte di offrire copertura e alibi a chi sta condizionando la nostra esistenza a scapito della qualità della vita, dal 2006 la centrale è spenta e non rappresenta più un pericolo, ogni raffronto con il passato è fuori luogo, alle promesse di Enel non crediamo più, è inaffidabile, inadempiente, oltre che disonesta ed arrogante, l’unica possibilità di riconquistare la fiducia della gente è quella di proporre un piano di investimento compatibile con le attività economiche esistenti e l’ambiente in cui l’impianto è inserito, per questo ci par ovvio che si debba assolutamente prendere in esame l’utilizzo del gas-metano, nel rispetto della legalità, come impone l’art. 30 della L.R. n. 36 del 1997. Grazie a quanti ci hanno dato la possibilità di portare avanti questa difficile e pacifica rivoluzione: i legali, la Magistratura, gli operatori turistici, i pescatori, il comune di Rosolina, ma soprattutto la coraggiosa gente comune.
Giorgio Crepaldi (Comitato cittadini liberi, Porto Tolle)
22 maggio 2011
Sentenza Consiglio di Stato - Voci fuori dal coro 2: operatori turistici del Delta
da Il Gazzettino
21 maggio 2011
Enel, Sentenza Consiglio di Stato: Voci fuori dal coro
20 maggio 2011
18 maggio 2011
Stop centrale a carbone. Rassegna stampa
In quello riportato sotto invece ci sono le dichiarazioni degli industriali e, qualcuna davvero singolare, dei sindacati.In fondo eddi Boschetti per il WWF.
STOP ALLA CENTRALE, 2,5 MILIARDI IN FUMO
Dal Gazzettino del 18 maggio 2011
Paolo Ponzetti
Si allontana, forse in maniera definitiva, la conversione a carbone della Centrale Enel di Polesine Camerini e con essa un investimento da circa 2,5 miliardi di euro e oltre 3.000 posti di lavoro per i 5 anni necessari a costruire l’impianto. Oltre, secondo l’azienda, anche la realizzazione del primo impianto in Europa di cattura e sequestro dell’anidride carbonica su scala industriale, sostenuto dall’Unione Europea con un innovativo impianto avrebbe attivato ulteriori investimenti per 1 miliardo di euro e diverse centinaia di nuovi posti di lavoro che, uniti a quelli della centrale, comportano la perdita di 1000 posti di lavoro permanenti. A questi si deve aggiungere anche la mega sponsorizzazione della Rugby Rovigo che faceva parte del pacchetto.
Tutto ciò perchè ieri il Consiglio di Stato ha depositato la sentenza dell’udienza del 10 maggio ritenendo illegittimo il decreto con cui il 29 luglio 2009 il ministero dell'Ambiente diede parere positivo sulla compatibilità ambientale al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle.
Visibilmente soddisfatti i promotori del ricorso: Comitato cittadini liberi di Porto Tolle, Assagaime (Associazione tra agenzie d’affari in mediazioni turistiche di viaggi) di Rosolina, Consorzio operatori balneari di Rosolina, Consorzio pescatori Delta Nord di Rosolina uniti con Greenpeace, Wwf e Italia Nostra, tutti rappresentati dall’avvocato rodigino Matteo Ceruti.
La sentenza del Consiglio di Stato, di cui si attendono le motivazioni tra alcuni mesi, ribalta l'esito del verdetto del Tar del Lazio, che il 6 giugno respinse il ricorso delle associazioni ambientaliste e degli operatori del turismo rosolinesi.
Paladino è sempre stato Giorgio Crepaldi, 48 anni, di Polesine Camerini che guida il Comitato cittadini liberi. «Già nell’udienza di martedì scorso a Roma avevamo avuto delle sensazioni positive, l’avvocato Ceruti aveva messo in visibile difficoltà i legali dell’Enel. Tra i 27 motivi del ricorso i giudici hanno chiesto di approfondire gli aspetti ambientali relativi alla Legge sul Parco e la comparazione tra conversione a metano e a carbone. Il vedere annullato il decreto Via che rende nullo quello successivo del Ministero per lo sviluppo economucio è una grande vittoria. Non ci sembra vero. Siamo euforici. È la conferma che la nostra battaglia e fondata alla faccia dell’assurdità di sentire chiamare pulito il carbone. Sono contento per tutta le gente di Porto Tolle che ci sostiene, che ha paura di esprimersi in pubblico, ma ci incoraggia continuamente invitandoci a non mollare. Spero che questo contribuisca a scuotere gli amministratori locali affinchè capiscano che non bisogna essere supini con Enel senza mai mettere in discussione alcunchè. La gente e il territorio non meritano simile trattamento. Siamo consapevoli che non è finita qui, Enel avrà altre cartucce da sparare, ma non possono continuare a ignorare la gente, la pesca, l’agricoltura e il turismo. Infine un plauso all’avvocato Ceruti, anche al Consiglio di Stato è stato formidabile».
Pragmatico il commento dell’assessore regionale Maria Luisa Coppola: «È una notizia clamorosa sulla quale bisogna riflettere. Attendiamo di leggere le motivazione di una sentenza che di fatto blocca un percorso ormai avviato con ricadute economiche sul territorio».
Soddisfatto della sentenza Lorenzo Feltrin, portavoce della Federazione della sinistra: «Siamo molto contenti, ma anche rammaricati perchè per discutere di questi fantomatici investimenti si sono persi anni utili per costruire un’alternativa economica di sviluppo nel Delta. Auspico che politici, imprenditori e sindacalisti aprano gli occhi e finalmente si punti a valorizzare l’esistente e a sviluppare diverse opportunità produttive».
In sintonia, seppure più pacato il commento di Unindustria Rovigo: «Ho sempre sostenuto - ha detto il presidente Gian Michele Gambato - che la centrale di Polesine Camerini è un grosso investimento industriale. Questa è una notizia che ci preoccupa. L'impatto industriale avrebbe portato per la fase di cantiere un livello occupazione interessante e uno stabile per la fase successiva. Questo slittamento temporale ci costringe a fare delle valutazioni più attente soprattutto sul modello di questo territorio sia per l'aspetto occupazione che per quello relativo alle professionalità».
Amareggiati anche i sindacati: «Questo provvedimento - sostiene Valeria Cittadin, segretario provinciale Cisl - va contro imprese e cittadini, va contro il lavoro in senso lato. Non solo per cittadini, imprese e lavoratori polesani, ma per l'intero Paese. Trovo antidemocratico che delle minoranze con un ricorso possano mettere in difficoltà le sorti economiche di un territorio».
«La sentenza - dichiara Giampietro Gregnanin segretario generale Uil Rovigo - è un fulmine a ciel sereno, poiché proprio qualche giorno fa l’Enel al tavolo provinciale aveva espresso ottimismo in merito. È evidente che ciò rende precarie le aspettative di rilancio economico occupazionale del Delta che tanto contava sulla partenza entro fine anno dei lavori».
Il segretario della Cgil di Rovigo Fulvio Dal Zio: «È un fatto grave che al momento blocca un investimento che per il territorio era significativo sia nella fase cantieristica che per il futuro. Voglio considerare questo solo una battuta d'arresto».
Non nasconde la soddisfazione, anche se aspetta di leggere i contenuti della sentenza, Eddy Boschetti, referente locale di Wwf Italia. «Non siamo contrari allo sviluppo, ma abbiamo contestato sin dall'inizio questo progetto perchè incompatibile con l'ambiente nel quale si vuole realizzare. L'ideale sarebbe stata la metanizzazione, in linea con le direttive comunitarie e la legge istitutiva del Parco, invece, si è perseguito il mero interesse di Enel. Non bisogna considerare solo quel che potrebbe uscire dal camino, ma tutto l'insieme delle opere e interventi connessi, come il transito delle navi carbonifere e lo smaltimento di altri materiali dall'impianto. Certo, non finisce qui, ma oggi si è fissato un importante paletto nella storia di questa battaglia». E cosa diciamo ai lavoratori in trepidante attesa? «Che si può ancora lavorare al progetto, trovare delle soluzioni a minore impatto e che si possono trovare altre alternative di sviluppo compatibile con la salute dei cittadini e dell'ambiente».
E.L.T./L.I.
Sentenza Consiglio di Stato contro carbone Porto Tolle
23 aprile 2011
Telese a Rovigo con "Nichi Vendola comizi d'amore"
Ho scelto una delle tante belle frasi di Nichi riportate nel libro, forse quella che sento più mia:
"Per me la politica è l'invasione di campo, è l'intrusione di un protagonista inaspettato, fatto di tanta gente che dice:" No scusa ora dico anche la mia opinione, parlo della mia vita". Certo è un'ingenrenza del popolo nelle cose della politica, io penso che di questo abbiamo una necessità terribile".
Quando ho chiesto all'autore l'autografo sul libro, lui mi ha chiesto "Qual'è la tua storia?"
Non mi aspettavo una domanda e lì per lì gli ho farfugliato qualcosa sui verdi e la Francescato.
Allora Telese nella dedica mi ha scritto:"A chi difende la TERRA e i SOGNI".
... Lo so che è tanto, più di quanto io meriti ... tutto ciò che vorrei essere. Grazie di tutto.
Qui un mio resoconto della iniziativa.
Luca Telese a Rovigo "Nichi Vendola Comizi d'amore" - 2/2 from Maria Luisa Rizzato on Vimeo.
03 aprile 2011
Egitto: la denuncia di Amnesty per le violenze alle donne di Piazza Tahir
I militari, dispersa una manifestazione, avrebbero arrestato 18 donne, le avrebbero picchiate, sottoposte a scariche e elettriche e a test di verginità. Quelle trovate "non vergini" sarebbero state accusate di prostituzione.
Riporto di seguito integralmente la denuncia di Amnesty
Egitto: manifestanti costrette a fare il "test di verginità"
Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di indagare sulle gravi denunce di torture, compreso l'obbligo a sottoporsi a "test di verginità", inflitte dai militari alle donne che hanno preso parte alle manifestazioni al Cairo.
Il 9 marzo, dopo aver disperso con la violenza una manifestazione in piazza Tahrir, i militari hanno arrestato almeno 18 donne. Queste hanno poi riferito ad Amnesty International di essere state picchiate, sottoposte a scariche elettriche, obbligate a denudarsi mentre i soldati le fotografavano e infine costrette a subire un "test di verginità", sotto la minaccia di essere incriminate per prostituzione.
Il "test di verginità" costituisce tortura quando è eseguito con la forza o sotto coercizione.
"Costringere le donne a sottoporsi al 'test di verginità' è profondamente inaccettabile. Il suo obiettivo è degradare le donne in quanto tali. Tutto il personale medico dovrebbe rifiutarsi di prendere parte a questi cosiddetti 'test'" - ha dichiarato Amnesty International.
Salwa Husseini, 20 anni, ha raccontato ad Amnesty International di essere stata arrestata e portata al carcere militare di El Heikstep, a nord-est della capitale. È stata costretta a togliersi tutti i vestiti ed è stata perquisita da una guardiana, in una stanza con due porte e una finestra aperte. Nel frattempo, i soldati entravano nella stanza per scattare foto alla detenuta completamente nuda.
I "test di verginità" sono stati eseguiti in un'altra stanza da un uomo che indossava una giacca bianca. "Quelle trovate non vergini", secondo la sua espressione, sarebbero state incriminate per prostituzione.
Una donna ha raccontato ad Amnesty International di aver detto che era vergine. Poiché il test avrebbe provato il contrario, è stata picchiata e sottoposta a scariche elettriche.
"Le donne e le ragazze devono poter esprimere il loro punto di vista sull'Egitto e protestare contro il governo senza essere arrestate, torturate o sottoposte a trattamenti profondamente degradanti e discriminatori" - ha affermato Amnesty International.
I soldati hanno continuato a umiliare le donne consentendo ai soldati di guardare e fotografare quello che stava accadendo, con la minaccia implicita di rendere pubbliche le immagini, arrecando alle detenute ulteriore danno.
Rasha Azeb, una giornalista a sua volta arrestata a piazza Tahrir, ha riferito ad Amnesty International di essere stata ammanettata, picchiata e insultata.
Secondo il suo racconto, le 18 manifestanti arrestate sono state inizialmente portate in un locale del Museo del Cairo, dove sono state ammanettate, picchiate con bastoni e tubi di gomma, colpite con l'elettricità al petto e alle gambe e chiamate "prostitute".
Rasha Azeb ha potuto ascoltare le urla delle detenute mentre venivano torturate. È stata rilasciata diverse ore dopo, insieme a quattro colleghi giornalisti, mentre le altre 17 donne sono state trasferite a El Heikstep.
Altre testimonianze, raccolte dal Centro El Nadeem per la riabilitazione delle vittime della violenza, sono coerenti con quelle di Rasha Azeb e Salwa Husseini.
"Le autorità egiziane devono porre fine a questi trattamenti scioccanti e degradanti nei confronti delle manifestanti. Le donne hanno preso parte in pieno al cambiamento in Egitto e non devono essere punite per il loro attivismo. Alle forze armate e a quelle di sicurezza vanno impartite istruzioni chiare che la tortura e i maltrattamenti, compresi i "test di verginità" obbligatori, non saranno più tollerati e saranno oggetto di indagini approfondite. I responsabili devono essere portati di fronte alla giustizia e le donne coraggiose che hanno sporto denuncia devono essere protette dalle rappresaglie" - ha concluso Amnesty International.
Le 17 donne detenute a El Heikstep sono comparse di fronte a un tribunale militare l'11 marzo e rilasciate due giorni dopo. Diverse di esse sono state condannate a un anno di carcere, con la sospensione della pena.
Salwa Hosseini è stata giudicata colpevole di condotta disordinata, distruzione di proprietà pubblica e privata, ostacolo alla circolazione e possesso di armi.
Amnesty International si oppone allo svolgimento di processi di imputati civili presso le corti marziali egiziane, che hanno una lunga tradizione di processi iniqui e le cui procedure limitano gravemente il diritto d'appello.
11 marzo 2011
12 marzo: a difesa della Costituzione
A Rovigo il ritrovo è alle ore 16 in Piazza V. Emanuele (vedi l'evento su Facebook).
09 marzo 2011
Donne semplici
Nel celebrare dovutamente e per una volta fuori dai soliti schemi la festa della donna, ho vissuto questa esperienza soprattutto come un modo nuovo per portare messaggi importanti, secondo uno stile che è tutto nostro: uno stile diretto, gentile ed appassionato, che tutte ci accomuna nella difesa dei diritti della donna, e come lei di tutti coloro che sono “ultimi”, e nella difesa dei principi che sono alla base della nostra democrazia.
Chiunque se la sentisse ha potuto salire sul piccolo “palco” per leggere una delle poesie che il comitato aveva scelto o per leggerne una da lei/lui scelta per l'occasione.
Io, del tutto inesperta nel settore, in previsione, avevo scartabellato a lungo nel mio piccolo archivio che contiene più che altro brani di cantautori degli anni settanta. Brani in cui da una parte si dice che “I tempi stanno per cambiare” e dall'altra che “Il potere è nelle mani della gente”. Calzano a pennello per questi tempi di cambiamento.
Ma il dubbio che la giornata della donna non fosse l'occasione giusta (perchè in fondo questi sono temi da affrontare con calma, nei modi dovuti, nei giorni avanti a noi), mi ha fatto desistere.
E poi il pezzo non rende senza musica.
Così alla fine la mia ricerca è approdata su una poesia-preghiera di Tagore sulla grandezza della semplicità. Ripropongo qui di seguito il "mio" contributo all'iniziativa, augurando a tutte le donne che sanno essere semplici di riuscire a fare la differenza:
“O Dio della vita/ decapita i miei desideri:/ lottano con la grandezza/ solo per ricavarne un nulla./ S'impegnano ardentemente/ di conquistare l'universo/ per avere poi solo/ un granello di senape. /Confondi il piccolo regno/ dei desideri/ e dammi il grande possesso/ della felicità./
Soprattutto son da desiderare,/ tutte e sempre, le gioie/ inapprezzabili ed irraggiungibili/ dei tesori non richiesti,/ che in mille forme,/ dalla luce dell'aurora/ alle tenebre della notte,/ hanno creato infinite ricchezze/ in terra ed in cielo. /Chi porterà queste gioie/ grandi e semplici/ come schiere di loto/ in piena fioritura/ dal mezzo del cielo,/ delle acque e della terra/ gettandosi in braccio/ alla corrente della semplicità?”
(da NOIBEDDO - R. TAGORE)
11 febbraio 2011
La rivoluzione si fa con la Rete. E noi in Italia?
Ormai è stato detto da molti analisti: la rivoluzione nasce dalla Rete e la fanno i blogger. Ogni persona può essere una fonte di informazione e direttamente renderla disponibile a tutti, superando ogni forma di gerarchia o di censura. Gli effetti possono essere diversi, dalle brutte figure dei governi e delle diplomazie mondiali grazie a Wikileaks, ad una vera e e propria rivoluzione. L'importante è considerare che la Rete tramite il passaggio dell'informazione consente l'evoluzione delle coscienze e perciò rappresenta per ogni potere un pericolo e per una dittatura il nemico da abbattere. E infatti Mubarak, a seguito dell'insurrezione popolare, ha isolato il Paese. Nonostante questo la protesta, che dura da settimane e che chiede maggiori diritti (lavoro, una vita dignitosa, libertà) è profonda e forte. Forse tanto da riuscire a vincere Mubarak, oggi chiamato Faraone, e tutti coloro che con lui hanno condiviso indisturbati potere e privilegi per quasi trentanni.
A seguito di questi fatti ho ascoltato alcuni opinionisti che osservavano che in Italia la politica non sembra avvalersi della spinta propulsiva presente nella rete. Credo sia vero solo in parte e cioè considerando che la politica la fanno solo i partiti.
Ma io sono convinta che la gente sia al limite della sopportazione. Il progressivo impoverimento dei ceti più deboli, operai ma sempre più anche insegnanti per non parlare dei precari o di chi proprio non lavora, insieme alla progressiva riduzione dei diritti in ogni ambito lavorativo - su tutti l'esempio di Mirafiori- stanno creando una sempre più profonda insoddisfazione. Per non parlare dei giovani laureati e specializzati, pieni di energia e di entusiasmo e pronti ad entrare nel mondo del lavoro per innovarlo, che si trovano di fronte un sistema chiuso, senza prospettive e che li rende sempre più schiavi per la progressiva riduzione dei diritti.
A tutto questo si aggiunge la frustrazione, di osservare che in Italia il tema centrale della politica è il rapporto di Silvio Berlusconi con la Giustizia e i processi, vuoi per i suoi affari privati, vuoi per la sua vita sociale privata. Se quanto era fuoriuscito con il caso D'Addario non era stato sufficiente per capire quale realtà si vivesse in Italia nei Palazzi del potere, il più recente “caso Ruby” sembra avere ha tolto ogni velo al vestito del re. Ma il Parlamento sembra preda di un incantesimo e l'attività politica consiste essenzialmente in battaglie salvapremier che durano da mesi.
L'Italia non ha altre priorità? Lo chiedo anche ai nostri avversari politici: non è il momento di alzare un po' lo sguardo ed il livello della politica? A quale prezzo salvare il premier?
E processi a parte: in questo Paese non non c'è più un limite alla decenza?
Forse non pensavamo di dover prendere lezione dai Tunisini che a furia di protestare sono riusciti a far scappare Ben Alì (anch'egli peraltro amico del nostro premier, come del resto un campione di democrazia quale Gheddafi). Lì la protesta è stata ed è portata avanti dalla gente comune: giovani, adulti, vecchi e donne! Il popolo ha preso coscienza ed ha agito da solo riappropriandosi della politica. A noi in teoria basterebbe un voto.
Inutile negare che anche in Italia l'attività politica sia svolta non solo dai partiti ma sempre più anche da movimenti e gruppi informali che nascono via Web. Così la protesta collettiva auto-organizzata sembra poter prendere forma e lo abbiamo visto fin dalle prime manifestazioni di Beppe Grillo (V-day) e del popolo Viola, a seguire quelle più recenti ad opera di un rinascente movimento femminile (come ieri a Milano su invito di Concita de Gregorio) e di associazioni contro il nucleare e del movimento per l'acqua pubblica.
Non so se, in assenza di una opposizione degna di questo nome in Parlamento, superando appartenenze e distinzioni, prima o poi scenderemo uniti in piazza per cacciare il nostro monarca che si crede dai poteri illimitati. E' vero egli controlla l'informazione, ma non può comprarsi la Rete. In Rete la voce del padrone che ogni giorno ricorda come un mantra la divisione dei “sudditi” fra comunisti e anticomunisti, non la possiamo neanche udire.
Per tutto questo, anche se oggi i partiti sono deboli e forse ancora non in grado di costruire attorno a sé una efficace opposizione, io mantengo una grande speranza che sia possibile il cambiamento anche con una coraggiosa pacifica rivoluzione.
09 febbraio 2011
Donne del Polesine: se non ora, quando?
Il raduno, che avverrà già da sabato 12 con alcune iniziative in alcuni mercati del Polesine, prevede il ritrovo delle donne e degli amici delle donne in Piazza Vittorio Emanuele domenica 13 nel pomeriggio.
Sul sito della CGIL Rovigo le notizie
06 febbraio 2011
12 gennaio 2011
Processo Enel Porto Tolle: la Cassazione riconosce le responsabilità dei vertici Enel
In sostanza sembra sia stato confermato quanto stabilito ad Adria nel 2006, quando tra le parti civili erano presenti anche le istituzioni, che via via si sono ritirate dal processo, lasciando soli i cittadini e le associazioni di fronte al colosso energetico.
A volte non basta essere un colosso.
Gli avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina esprimono la loro soddisfazione per l'accoglimento dei ricorsi da parte della Corte di Cassazione, la quale ha riconosciuto la responsabilità penale degli amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, oltre che dei direttori della centrale Zanatta e Busatto.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte, contrariamente a quanto deciso dai giudici veneziani, ha riconosciuto una responsabilità del vertice della holding in relazione ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della normativa sull'inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell’impostazione accusatoria, della sentenza di primo grado e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle anche da parte dei massimi livelli societari.
04 gennaio 2011
Firme a sostegno della Fiom e per la difesa dei diritti sindacali
Nonostante il continuo appello del segretario Landini all'unità, continua massiccia la campagna di delegittimazione nei confronti della Fiom, indisponibile ai ricatti di Marchionne. Ricatti che non fanno altro che alimentare una guerra fra poveri, a cui ha ceduto ormai gran parte del sindacato e per cui il lavoratore, di qualsiasi specie esso sia, si sta piano piano trasformando in un essere senza dignità e diritti.
Nel caso specifico sembra possibile che una associazione di lavoratori che non firma il contratto perchè lo ritiene inaccettabile (Fiom) debba non essere poi rappresentata a livello aziendale. E' possibile? Si tratta solo con coloro che accettano il contratto obtorto collo? Come dare voce a questi lavoratori nella loro azienda?
Il "modello" - per ora solo in casa Fiat - è certamente esportabile anche in altri settori: a chi toccherà dopo i metalmeccanici?
La stampa osserva e in gran parte applaude il gran Marchionne (uomo dell'anno per Il Sole 24 ore).
Ma per fortuna c'è chi è in grado di fare un'analisi spietata della situazione. Come Furio Colombo nel suo editoriale di domenica scorsa dal titolo Fiat: una cattedrale senza Dio grazie a cui alla fine del discorso emerge con chiarezza che la lotta contro gli operai irriducibili è pura strumentalizzazione.
E per fortuna c'è ancora chi si schiera dalla parte dei soliti vecchi operai, sempre fra gli ultimi. Probabilmente perchè rappresentano tutti noi. Che magari non siamo in fabbrica (e certamente fa differenza), ma che viviamo solo ed esclusivamente del nostro lavoro.
Qui l'appello di Micromega a sostegno della Fiom