16 luglio 2011

Carbone: preistoria della tecnologia

Molto partecipato l'incontro di martedì 12 luglio scorso, presso l'Auditorio di Via Pighin a Rovigo, organizzato dalle associazioni ambientaliste, dal titolo "Carbone, preistoria della tecnologia" e coordinato da Nicola Cappello, giornalista de"Il Resto del Carlino" e di "La nuova ecologia".
Relatori dell'incontro in ordine di intervento: l'avvocato Matteo Ceruti, il fisico Massimo Scalia, Alessandro Giannì (Greenpeace), Eddi Boschetti (WWF), Stefano Ciafani (Legambiente).

Dopo i relatori, diversi sono stati gli interventi dei partecipanti, in particolare di esponenti della politica polesana del centro sinistra e anche del centrodestra. 
Assenti i lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle che avevano appositamente messo in scena una manifestazione contro l'iniziativa in mattinata, direttamente da Porto Tolle.

Matteo Ceruti, partendo dal mancato adeguamento della centrale nei tempi previsti dalla normativa nazionale ("il Polesine è stato tenuto per ultimo") e dalla decisione della società di non investire per l'adeguamento nella sua metanizzazione, è passato all'inquinamento ambientale dimostrato nei processi e alla incapacità di vigilanza da parte delle istituzioni locali. Da alcune indagini della Procura di Rovigo, che si è avvalsa dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano, l'inquinamento prodotto dalla centrale sarebbe in relazione con un aumento di malattie respiratorie e dei ricoveri ospedalieri nei bambini.
Sulla riconversione a carbone Ceruti ha indicato le ragioni della contrarietà nell'inquinamento da metalli pesanti, diossine e furani; nella inosservanza della normativa europea; nella quantità di emissioni di CO2; nella incompatibilità del progetto con la valorizzazione ambientale e le attività dei settori economici della pesca e del turismo.

Il prof. Massimo Scalia, dell'Università "La Sapienza" di Roma, è sceso nei dettagli rispetto all'inquinamento prodotto dalle centrali a carbone: un elevato numero di sostanze inquinanti, molte delle quali note per essere dannose allo sviluppo del Sistema nervoso o cancerogene; una grande quantità di particolato molto sottile, capace di attraversare le barriere di difesa e di penetrare nelle cellule, trasportando con sè le sostanze tossiche e cancerogene; una grande quantità di mercurio che verrebbe rilasciato nell'ambiente, pari a 150 volte le quantità dell'olio combustibile. Concludendo il professore ha parlato della necessità  di un osservatorio epidemiologico anche per rispondere al rispetto del diritto costituzionale alla salute.

Dopo Scalia è intervenuto Alessandro Giannì di Greenpeace che con diapositive eloquenti ha ricordato il grave problema dei cambiamenti climatici, che oltre ad essere di per sè minacce per le popolazioni (come ad esempio l'innalzamento del livello delle acque per cui il Delta del Po è l'area più a rischio del Paese), sono moltiplicatori di povertà, di conflitti e di disuguaglianze.
Riguardo al fatto che il carbone sia pulito ha ricordato le morti sul lavoro dei minatori cinesi e il fatto che i sistemi di cattura e stoccaggio (CCS) che promettevano di riassorbire grandi quantità di CO2 si siano in realtà dimostrati finora del tutto inadatti allo scopo, e ha qui citato il caso di Utsira, al largo della Norvegia. Ci sarebbero inoltre problemi sui depositi dei sali e la loro capacità di trattenere a lungo la CO2.
L'Europa sarebbe proiettata infine verso un aumento dell'utilizzo dell'eolico e del fotovoltaico ed i costi dell'energia da carbone non sarebbero così convenienti, soprattutto considerando le tecnologie di cattura della CO2, quand'anche potessero funzionare.

L'intervento di Eddi Boschetti del WWF, è stato incentrato invece sul tema delle zone umide, di un delta unico in Italia molto legato all'agricoltura e alla pesca. La difesa degli habitat e della biodiversità è garantita dalle normative europee. Particolarmente critico di fronte alla incapacità delle istituzioni di presentare studi alternativi a quelli commissionati dai soggetti proponenti (nel caso specifico Enel), Boschetti ha lamentato l'assenza della politica e soprattutto degli organi di rappresentanza.

Ultimo fra i relatori, Stefano Ciafani di Legambiente ha richiamato l'urgenza del rispetto del protocollo di Kyoto e del pacchetto clima 20:20:20 di risparmio - aumento di efficienza - fonti rinnovabili. Pena il pagamento di multe salate che saremo noi a pagare. Secondo Ciafani non abbiamo bisogno di nuove grandi centrali, ma l'energia prodotta  in Italia è molto maggiore di quella richiesta anche nei momenti di picco (110mila MW di potenza installata contro un picco di 57mila MW nell'estate 2010). Per questa ragione le ultime centrali a ciclo combinato lavorerebbero per la metà delle loro possibilità. Sul fatto che il carbone costi poco, è tutto da dimostrare che i vantaggi riguarderanno l'utenza, e in concreto le nostre bollette.

Dopo queste relazioni, devo dire che sono apparsi deludenti gli interventi della Presidente della Provincia Tiziana Virgili (nella foto) che ha solo sottolineato quanto il tema della riconversione della centrale di Porto Tolle sia vivo e ritorni con frequenza nelle discussioni provinciali ed inoltre quanto potrebbe essere utile un tavolo di confronto fra tutti.
Da parte sua  il  consigliere regionale veneto Graziano Azzalin non ha detto molto, ma ha annunciato di voler proporre una sorta di emendamento migliorativo al disegno di legge della Giunta Zaia di modifica dell'articolo 30 della Legge istitutiva del Parco regionale veneto del Delta del Po, che sarà discusso nei prossimi giorni in Consiglio regionale (dovrebbe essere il 19 luglio). Azzalin, affermando che allo stato attuale tutti si sono detti favorevoli alla riconversione a carbone ed esprimendosi sulle garanzie di monitoraggio dell'inquinamento ambientale della futura centrale a carbone, è stato contestato da una parte del pubblico e dei relatori.
Il consigliere regionale Pettenò, della FdS, ha parlato del ricatto dei lavoratori posti da sempre e ancora oggi di fronte alla scelta tra il lavoro oppure la salute. E ha sostenuto che nel bilancio dei costi delle opere bisogna conteggiare anche i costi della salute.

Qui la presentazione di Alessandro Giannì (GREENPEACE)

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