25 luglio 2011

Modifica della legge del Parco: perché procedere a tutti i costi? Meglio salute, ambiente e bellezza


Per chi come noi crede ancora che la politica debba e possa avere il primato nelle decisioni che riguardano la programmazione del territorio, soprattutto per opere ad alto impatto come un’enorme centrale termoelettrica, è inevitabile chiedersi se sia Enel a muovere i fili del Consiglio regionale veneto per la modifica dell’articolo 30 della legge sul Parco del delta del Po.
Questo fatto tuttavia non sarebbe sufficiente a spiegare la determinazione con cui la assurda modifica, che non porterà perciò ad alcuna revisione sostanziale del progetto bocciato dal Consiglio di Stato, viene portata avanti.
L’intento di operare modifiche legislative per favorire
la riconversione della centrale Enel di Polesine Camerini secondo il progetto a carbone già presentato è perfettamente evidente nel testo.  Tanto che nella prima giornata dei lavori un consigliere dell’Udc, nella discussione del provvedimento, ha chiesto prima se non si rischia di creare dei precedenti e subito dopo che il Consiglio veneto voglia ricorrere in futuro alla stessa strategia applicata per Porto Tolle anche per altre aziende, capaci di creare sviluppo nel territorio veneto. E ha citato proprio la legge del parco dei Colli Euganei, evidentemente un tantino stretta per chi vuole lo “sviluppo”…

Com’è logico per un Parco, l’articolo che Zaia e la sua Giunta intendono modificare, prevede attualmente che per gli impianti produttori di energia nei comuni del Parco si utilizzi “il metano o un combustibile di pari o minor impatto ambientale”.
Nella relazione che spiega e introduce la modifica, la Giunta regionale, però, appare in preda ad una crisi di identità e scrive:
E’ noto che il gas metano è tra i combustibili fossili meno inquinanti, se non il meno inquinante di tutti, date le sue basse produzioni di diossido dì carbonio e di ossido di nitrogeno e le basse emissioni di particelle solide e di ceneri; risulta pertanto evidente la difficoltà di applicare la normativa regionale laddove si vogliano utilizzare, come prevede l'articolo 30, altre fonti alternative al gas metano purché di pari o minore impatto ambientale.”
Sembrerebbe dire cioè: siccome la legge istituiva del Parco è ben fatta e per questo tutela il territorio, perché tenercela così com’è? Cambiamola!

Il Consigliere della Lega Nord Corazzari, a cui è stata affidata la presentazione del disegno di legge,  ha messo in fila la serie classica di notizie  e luoghi comuni - quasi inascoltabili per chi abbia un minimo di informazione sull’argomento - che sembra uscire direttamente da quelle riviste di propaganda con cui Enel pubblicizza da anni qualsiasi progetto: una centrale con le migliori tecnologie, un abbassamento dell’inquinamento, prospettive di sviluppo… Il punto più alto il consigliere lo ha probabilmente raggiunto quando è arrivato alle compensazioni di Enel, per lui vero motore di sviluppo di ogni sorta di attività del basso Polesine. Comprese la pesca e il Parco del delta del Po.
Sono discorsi vecchi quelli delle compensazioni, capaci da sempre di inquinare ogni ragionamento politico. Discorsi che i politici polesani al governo del territorio fanno da 30-40 anni, da destra  a sinistra. Anche se i tempi stanno (ma qualcuno sorridendo direbbe forse “stavano”) per cambiare.

La maggioranza ha finora proceduto compatta verso l’approvazione, bocciando tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, compresi quelli del PD.
Ma il PD, che governa Porto Tolle e ancora la Provincia di Rovigo, continua a dichiararsi favorevole alla legge, solo con qualche piccola modifica “migliorativa” che tuttavia non cambierebbe il progetto nella sostanza.
Probabilmente la ragione è legata alle solite compensazioni, di cui dalla maggioranza parlava prima il leghista Corazzari. Con ciò non vogliamo nella maniera più assoluta alludere ad accordi trasversali, ma solo fare presente la logica comune che continuano a mantenere i gruppi di potere e che andrebbe cambiata.

Dalla parte opposta ci sono i consiglieri di minoranza della FdS e dell’IdV che si sono finora battuti con coraggio e determinazione nella difesa delle ragioni contrarie alla modifica di una norma – in realtà minimale per un Parco - che garantisce meglio la difesa della salute di cittadini e lavoratori ed uno sviluppo compatibile con le attività esistenti della pesca, del turismo e dell’agricoltura. In questo momento hanno tutta la varietà del mondo ambientalista-ecologista dalla loro parte: non è poco.

Dovrebbe essere la politica a dettare le regole del gioco e non viceversa. Slegare il territorio e la politica da Enel sembra ancora molto difficile.
Ci auguriamo che i Consiglieri vogliano dare il giusto peso ai valori senza prezzo della salubrità dell’ambiente e della bellezza del territorio e li mettano sui piatti della bilancia prima di decidere quale futuro lasciare in eredità ai loro figli.  


Villadose 25 luglio 2011                                        Maria Luisa Rizzato e Giorgio Penolazzi

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