da sinistra: Bruno, Lucilla, Maria Luisa, Matteo (foto di Giorgio) |
Presto sapremo i dettagli della manifestazione nazionale contro il carbone che si sta organizzando per fine ottobre.
Il Comitato organizzatore ha previsto di non perdere l'occasione del XVI MERCATO DELLA CENTURIAZIONE ROMANA del 3 e 4 settembre per tenere calda l'informazione sulla centrale a carbone che Enel prevede di costruire nel nostro Delta del Po.
Nella foto alcuni membri del comitato al gazebo presente alla manifestazione.
Sotto il testo del volantino distribuito ai partecipanti e il nuovo Logo del Comitato.
Sotto il testo del volantino distribuito ai partecipanti e il nuovo Logo del Comitato.
PERCHE’ NO ALLA RICONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE ENEL DI PORTO TOLLE
Esposizione a livelli anche relativamente bassi di biossido di azoto provoca una aumentata reattività bronchiale negli asmatici e un aumentato rischio di infezioni delle vie respiratorie, specialmente nei soggetti molto giovani.
LA CENTRALE A CARBONE EMETTERA’ 3700 TONN. DI OSSIDI DI ZOLFO, PIU’ DEL DOPPIO DELLE EMISSIONI DELL’INTERO SETTORE TRASPORTI IN ITALIA
Episodi di inquinamento atmosferico con aumento delle concentrazioni di biossido di zolfo sono risultati associati in studi epidemiologici con l’incremento sia dei ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie sia con l’aumento della mortalità. L’IMPATTO INQUINANTE DEL CARBONE DI PORTO TOLLE INTERESSERA’ DIRETTAMENTE UN’AREA DEL RAGGIO DI DIVERSE DECINE DI CHILOMETRI : emette polveri sottili e ultrasottili e metalli pesanti che provocano patologie tumorali.
A CHI VUOLE IL CARBONE NON IMPORTA SE IL TUO LAVORO SPARISCE: agricoltura, pesca, turismo nell’area del Delta del Po saranno penalizzati dall’uso del carbone , anche a causa dei grandi traffici per il trasporto dei materiali via mare e attraverso le lagune ed il Fiume
IL CICLO PRODUTTIVO DELLA CENTRALE A CARBONE COMPORTA LO SMALTIMENTO DI MILIONI DI TONNELLATE DI GESSI, CENERI, ALTRE SOSTANZE: il rischio, assai probabile, e’ che nelle aree limitrofe (ad es. la “misteriosa” area industriale di Porto Levante-Cà Cappello di ben 649 ettari !) ) vengano ad insediarsi cementifici ed altre attività correlate ad alto impatto ambientale, come sta accadendo a Civitavecchia.
LA TECNOLOGIA A CATTURA E SEQUESTRO DI CO2 (CCS) NON SARA’ PRONTA PRIMA DEL 2030 : l’impianto previsto, limitato e sperimentale, non risolverà il problema; intanto la centrale Enel di Porto Tolle emetterà 10.530.000 tonnellate all’anno di CO2 , quattro volte le emissioni di una città come Milano.
IL PARCO DEL DELTA DEL PO, attivo da anni nel lato ferrarese ha portato notevoli benefici economico-occupazionali; nel lato Veneto non è mai decollato ed ora rischia la sua fine proprio a causa della presenza dominante di Enel.
E’ INCREDIBILE COME LA REGIONE VENETO ED IL PARLAMENTO SI SIANO PIEGATI AGLI INTERESSI DI ENEL :
peggio che nelle “repubblica delle banane”, quasi tutti i partiti si sono prestati a modificare “ad dittam” la Legge regionale n.36/97 istitutiva del Parco Delta del Po- Veneto e le normative ambientali, per superare la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la V.I.A. regionale e nazionale
A CHI SERVONO LE CENTRALI A CARBONE?
FORSE SOLO A QUELLI CHE VOGLIONO FAR SOLDI SULLA TUA PELLE E SULLE TUE TASCHE … CHIEDILO AD ENEL. L’ITALIA EMETTE GIA’ ORA OLTRE 100.000.000 DI TONNELLA DI CO2 ANNUE IN PIU’ DI QUANTE CONCORDATE SOTTOSCRIVENDO IL PROTOCOLLO DI KYOTO E QUESTO COSTA SANZIONI INTERNAZIONALI CHE PAGHIAMO IN BOLLETTA
L’ITALIA HA PIU’ ENERGIA ELETTRICA DI QUANTA GLIENE OCCORRE: 106.000 MEGAWATT INSTALLATI CONTRO UN PICCO DI CONSUMO QUOTIDIANO MEDIO DI 45.000 MEGAWATT (massimo picco raggiunto 55.000 megawatt)
LA CO2 E’ IL PRIMO RESPONSABILE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI E IL CARBONE NE E’ IL MAGGIOR PRODUTTORE
MANCA UN PIANO ENERGETICO NAZIONALE PERCHE’ E’ ENEL A DECIDERE DOVE E COME PRODURRE ENERGIA ELETTRICA .
ALLA FACCIA DELLE “LIBERALIZZAZIONI” DI CUI PARLANO TUTTI I PARTITI E GOVERNI ITALIANI, ENEL CONSERVA UNA POSIZIONE DI SOSTANZIALE MONOPOLIO NELLA PRODUZIONE ELETTRICA “DI BASE” : infatti negli ultimi tre anni, nonostante la crisi economica e la contrazione dei consumi, e’ stata l’azienda italiana che ha fatto piu’ utili in assoluto ed in continua crescita (oltre 5,5 miliardi di euro nel 2010), il che significa che le bollette sono esageratamente remunerative
LE GRANDI CENTRALI A CARBONE SERVONO AD ENEL PER MANTENERE E RAFFORZARE LA SUA POSIZIONE DOMINANTE , sulle spalle di cittadini ed imprese che pagano bollette gonfiate , e scaricando sullo Stato le sanzioni per la violazione dei limiti di emissioni di CO2 stabilite dagli accordi internazionali ed i costi economici e sociali dovuti ai danni causati alla salute e all’ambiente
MANCA UN PIANO ENERGETICO REGIONALE VENETO: trasmesso dalla giunta all’esame del Consiglio Regionale fin dal 2003, non è mai stato discusso: un Piano inutile perché rimanda ogni scelta alla riconversione di Porto Tolle, mentre, nel frattempo, la Giunta Regionale ha approvato decine di centrali di ogni tipo e dimensione, fra cui due grandi Turbogas a Cona (VE) e a Loreo (RO), (complessivamente equivalenti alla centrale di Porto Tolle), entrambe a poca distanza dal Delta del Po e dal Rigassificatore di Porto Levante
MANCA UN PIANO REGIONALE DI TUTELA E RISANAMENTO DELL’ATMOSFERA (PRTRA): la U.E. ha bocciato, giudicandoli inadeguati, i Piani delle Regioni Veneto e Lombardia , le quali continuano ad essere inadempienti; il Veneto, in particolare, aggraverà pesantemente i livelli di inquinamento con la riconversione a carbone di Porto Tolle e con la proliferazione di nuove autostrade “private”.
LA RAPIDA CRESCITA DELLE ENERGIE RINNOVABILI PULITE, IN PRIMO LUOGO IL SOLARE E FOTOVOLTAICO, PUO’ SOSTITUIRE GIA’ OGGI LE GRANDI CENTRALI A CARBONE
COMITATO ENERGIA BENE COMUNE – DELTA DEL PO
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