22 luglio 2011

Carbone nel Parco: manda una mail al Presidente Zaia e al Consiglio regionale


Cari lettori, come sapete in questi giorni in Consiglio regionale del Veneto si sta svolgendo la discussione del disegno di legge per la modifica dell' articolo 30 della Legge istitutiva del Parco regionale veneto del Delta del Po (Legge regionale n. 36/1997).

Non sono un'esperta in materia, ma come si legge di seguito l'articolo 30
(che non vieta la costruzione di impianti energetici) indica la necessità  per la produzione di energia nei comuni che fanno parte del Parco di una particolare attenzione all'impatto ambientale:
Art. 30 - Impianti di produzione di energia elettrica e divieti in materia di estrazione di idrocarburi.
1. Nell’ambito dell’intero territorio dei comuni interessati dal Parco del Delta del Po si applicano le seguenti norme:
a) gli impianti di produzione di energia elettrica dovranno essere alimentati a gas metano o da altre fonti alternative di pari o minore impatto ambientale;
b) è vietata la realizzazione di pozzi e impianti per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo.

Il disegno di legge, che la Giunta regionale veneta ha approvato circa un mese fa,  nasce a seguito della bocciatura da parte del Consiglio di Stato del progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle.
Il problema sembra essere legato proprio alla necessità dell'utilizzo "del metano o di combustibile di pari o minor impatto ambientale".
Il disegno di legge è ambientato nel mondo all'incontrario e in pratica ricalca la filosofia che se l'acqua è inquinata innalziamo i limiti, così nessuno può più dirla inquinata. Quindi: se il progetto a carbone di un privato molto potente è incompatibile con le leggi ambientali esistenti ed è stato bocciato dal Consiglio di Stato, allora si cambiano le leggi.

La giustificazione è chiarissima ed infatti in un passaggio illuminante della relazione che spiega le ragioni della modifica, la Giunta (attenzione: non l'Enel!) ci dice:

"E' noto che il gas metano è tra i combustibili fossili meno inquinanti, se non il meno inquinante di tutti, date le sue basse produzioni di diossido dì carbonio e di ossido di nitrogeno e le basse emissioni di particelle solide e di ceneri; risulta pertanto evidente la difficoltà di applicare la normativa regionale laddove si vogliano utilizzare, come prevede l'articolo 30, altre fonti alternative al gas metano purché di pari o minore impatto ambientale.

Tenetevi forte e andiamo al succo del discorso. Nel disegno di legge (o disegno della non-legge?) la nostra Giunta regionale chiede al Consiglio di approvare la seguente modifica che riporto integralmente:

Art 1 - Modifiche all'artìcolo 30 della legge regionale 8 settembre 1997, n. 36
1. Dopo la lettera a), del comma 1, dell'articolo 30, della legge regionale 8 settembre 1997, n. 36 è aggiunta la seguente:
a bis) nel caso di impianti di produzione di energia elettrica alimentati ad olio combustibile superiore a 300 MW termici già esistenti alla data di entrata in vigore della legge istitutiva del Parco regionale Delta del Po, per i quali sia stata richiesta o venga richiesta la conversione a carbone o altro combustibile solido ai sensi della normativa statale, la conversione deve assicurare l'abbattimento delle emissioni di almeno il 50 per cento rispetto ai limiti previsti per i grandi impianti di combustione di cui alle sezioni 1, 4 e 5 della parte II dell'allegato II alla parte V del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152; in tal caso non trovano applicazione le disposizioni di cui alla lettera a).
2. Il comma 1 si applica anche ai procedimenti ìn corso alla data di entrata in vigore della presente legge.


Se siete arrivati fin qui, credo non possiate dire che non si tratti di una modifica ritagliata sul progetto a carbone di Enel (bocciato - lo ricordo ancora - dal Consiglio di Stato) e che a questo punto vogliate anche voi dire qualcosa al Presidente Zaia, ai suoi assessori e ai Consiglieri regionali.

L'obbrobrio non è ancora stato portato a termine per il coraggio e la determinazione di alcuni consiglieri di minoranza: Pettenò (FdS) e Pipitone, Franchetto e Marotta (tutti IdV) che hanno discusso la proposta con numerosi emendamenti sollevando questioni fondamentali quali l'opportunità della modifica, il Parco, lo sviluppo del territorio, le attività esistenti, i rischi per la salute, la necessità del rispetto delle regole, una conversione compatibile, ecc. 
Altri emendamenti sono stati presentati e il Consiglio, che si può seguire in diretta dal sito regionale, è slittato a martedì prossimo.
La maggioranza è orientata all'approvazione prima possibile, senza particolari argomenti. 

I consiglieri hanno già sentito molte voci: quelle delle categorie economiche e dei soggetti rappresentativi. Penso perciò che sia utile far sentire anche la nostra voce, di semplici cittadini che amano la loro terra. Non possiamo lasciare vincere i prepotenti senza fare la nostra parte.
Sosteniamo coloro che giustamente si oppongono alla modifica della legge e che non si arrendono, inviando una semplice mail.


Qui sotto le notizie sul perchè il carbone non va bene (tanto meno in un Parco), recuperate al convegno "Carbone, preistoria della tecnologia".

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