Ieri sera ad Adria l'incontro organizzato dalle associazioni ambientaliste WWF, Italia Nostra e Legambiente con i comitati locali, per la spiegazione delle motivazioni delle sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato riguardanti la centrale Enel dio Porto Tolle, era affollatissimo.
Presenti molte delle persone che da anni partecipano alle attività per la difesa del territorio e anche diversi politici locali, più sensibili alle tematiche ambientali.
Nella sua introduzione all'incontro Giulia Casellato ha a lungo spiegato le ragioni che hanno portato i ricorrenti al Consiglio di Stato ad incontrare i polesani.
L'intento era quello di provare a ristabilire un contatto fra le persone della comunità polesana, di riaprire un dialogo fra le parti che superasse le ideologie e andasse oltre la necessità impellente del mantenimento di un posto di lavoro che non può ergersi a ragione unica da sè sufficiente per imporsi su tutto e tutti, "in modo quasi disumano". Il tutto per la possibilità di ripensare un futuro diverso, in particolare per il Delta.
Credo che gli organizzatori siano riusciti a veicolare, almeno in parte, le ragioni forti che animano le loro azioni, andando spesso contro il proprio personale interesse in termini di tempo e di soldi. E spesso anche in termini di solitudine (nota mia personale).
Più volte negli interventi dei relatori è stata ribadita l'assenza di una politica più forte, capace di progettare lo sviluppo del territorio, senza dover cedere ai ricatti di potentati economici come Enel.
Eddi Boschetti, presidente provinciale del WWF, ha descritto le ragioni del ricorso al Consiglio di Stato contro il progetto di riconversione della centrale a carbone. E oltre alle critiche sulla scelta del combustibile, il carbone, quando Enel avrebbe tranquillamente potuto utilizzare il metano anche grazie al rigassificatore, ha sottolineato quanto gli aspetti logistici del progetto per l'alimentazione della centrale ed il trasporto del materiale di scarto rappresentino un forte motivo di contrasto, per la salvaguardia del territorio, anche rispetto alla normativa europea che riguarda le aree umide.
Grazie a Giorgio Crepaldi sono avventuti due collegamenti in diretta con i medici per l'ambiente che seguono da anni la vicenda della centrale di Civitavecchia: il dottor Mauro Mocci ed il pediatra dottor Giovanni Ghirga. Mocci ha spiegato come con pochi milioni di Euro distribuiti ai comuni Enel abbia rotto il fronte dei sindaci inizialmente contrari al progetto carbone. La zona della centrale a carbone di Civitavecchia starebbe diventando sempre più degradata, un po' alla volta sede di tutto ciò che nessuno vorrebbe vicino: ora si parla anche di una megadiscarica di rifiuti oltre al fatto che la centrale brucia in parte anche il CDR. Giovanni Ghirga invece si è soffermato sugli aspetti della tossicità legata all'uso del carbone come combustibile, in particolare per gli aspetti teratogeni.
Da ultimo l'avvocato dei ricorrenti Matteo Ceruti ha voluto prima di tutto rimarcare l'importanza di una sentenza che fa giustizia per le persone comuni: la legge è uguale per tutti. E ha voluto fare presente a chi con dichiarazioni a mezzo stampa sembra non saperlo che hanno diritto di ricorrere contro i provvedimenti presi dai più alti livelli delle istituzioni tutti i cittadini: l'Italia è uno Stato di diritto.
Successivamente è entrato nel dettaglio delle sentenze contro Enel. La prima in Cassazione, processo contro Enel per inquinamento ambientale e gettito di materiale pericoloso, che ha confermato la sentenza in primo grado del giudice Miazzi. Raccomandandone la lettura nelle scuole, Ceruti ha letto qualcuno dei passaggi in cui il giudice riflette sulla quasi totale assenza dell'attività di controllo e sulla debolezza delle Istituzioni e della politica locale contro Enel.
Riguardo il ricorso al Consiglio di Stato contro la conversione a carbone, l'avvocato ha spiegato come due siano le principali ragioni accolte: la prima è che il confronto del carbone con altri combustibili di pari o minor impatto ambientale rispetto al metano non reggerebbe secondo la documentazione disposta dagli organismi competenti; la seconda delle ragioni accolte sarebbe relativa al Principio di precauzione, rispetto alla emissione di certi inquinanti che, come dichiarato da Enel nel progetto, supererebbero i parametri indicati dalla normativa europea.
Molti gli interventi successivi dal pubblico di politici e ambientalisti presenti. L'incontro si è concluso in tarda serata.
A detta degli organizzatori questa rappresenterebbe solo la prima tappa. In futuro ci saranno altri incontri. Il prossimo forse con i sindacati.
(Presto on line il filmato)
Aggiornamento del 28 maggio: ecco i video caricati qui.
Aggiornamento del 28 maggio: ecco i video caricati qui.
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