04 gennaio 2011

Firme a sostegno della Fiom e per la difesa dei diritti sindacali


Credo non sia solo mio il desiderio di vedere unito il sindacato dei lavoratori.

Nonostante il continuo appello del segretario Landini all'unità, continua massiccia la campagna di delegittimazione nei confronti della Fiom, indisponibile ai ricatti di Marchionne. Ricatti che non fanno altro che alimentare una guerra fra poveri, a cui ha ceduto ormai gran parte del sindacato e per cui il lavoratore, di qualsiasi specie esso sia, si sta piano piano trasformando in un essere senza dignità e diritti.
Nel caso specifico sembra possibile che una associazione di lavoratori che non firma il contratto perchè lo ritiene inaccettabile (Fiom) debba non essere poi rappresentata a livello aziendale. E' possibile? Si tratta solo con coloro che accettano il contratto obtorto collo? Come dare voce a questi lavoratori nella loro azienda?

Il "modello" - per ora solo in casa Fiat - è certamente esportabile anche in altri settori: a chi toccherà dopo i metalmeccanici?
La stampa osserva e in gran parte applaude il gran Marchionne (uomo dell'anno per Il Sole 24 ore).
Ma per fortuna c'è chi è in grado di fare un'analisi spietata della situazione. Come Furio Colombo nel suo editoriale di domenica scorsa dal titolo Fiat: una cattedrale senza Dio grazie a cui alla fine del discorso emerge con chiarezza che la lotta contro gli operai irriducibili è pura strumentalizzazione.

E per fortuna c'è ancora chi si schiera dalla parte dei soliti vecchi operai, sempre fra gli ultimi. Probabilmente perchè rappresentano tutti noi. Che magari non siamo in fabbrica (e certamente fa differenza), ma che viviamo solo ed esclusivamente del nostro lavoro.

Qui l'appello di Micromega a sostegno della Fiom

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