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12 luglio 2009

Villadose: in centro zone verdi a rischio

Alcune settimane fa è apparso nell'area verde proprio a ridosso della strada di via Martiri di Villadose, in zona cimitero, un grandissimo cartello di pubblicità di future villette a schiera a prezzi vantaggiosi.
Alcuni cittadini, allarmati per la sottrazione di zone verdi (frequentate spesso dai bimbi residenti nelle vicinanze, quando l'erba non è troppo alta) a favore della costruzione di nuovi edifici, hanno esposto nello stesso posto cartelli e striscioni di protesta che, diversamente dal cartello precedente, sono stati istantaneamente tolti di mezzo dall'amministrazione comunale.
Come sempre anche il più piccolo potere difficilmente sa apprezzare la critica o la provocazione.

Dall'interessamento successivo di qualche persona, si è capito che l'area che si credeva verde, presentandosi ancora libera con alberi e panchine, formalmente lo era stata completamente solo fino al 2004. Poi una variante al PRG ne aveva trasformato una buona parte in area per l'istruzione, e perciò edificabile. Nell'agosto 2005, subito dopo le elezioni comunali, quest'area delle scuole medie e quella delle elementari di via De Gasperi sono state trasformate in zona residenziale e messe in vendita.
La vendita dell'ultima parte, di cui parliamo, era stata difficoltosa e a gennaio 2009 una nuova delibera del consiglio comunale ha approvato una nuova variante che tra le diverse cose sottrae ancora una parte dell'area verde - ormai ridotta a poco più di due aiuole - per costruire la strada in mezzo di accesso alle future villette.

Morale della favola: tenete d'occhio la vostra area verde; potrebbe non essere ... sempreverde!

19 maggio 2009

Contaminazione possibile

La battaglia sulla sicurezza portata con forza dalla Lega al governo del nostro Paese, con i respingimenti indiscriminati dei barconi dei migranti verso la Libia, senza cioè verificare se a bordo vi siano persone che abbiano diritto ad una qualche forma di protezione, sta incontrando in questi giorni delle difficoltà a livello internazionale, nei rapporti con l'UNHCR (l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
E' in corso una polemica con il ministro della difesa La Russa, che fra l'altro sembra aver preso un grosso granchio, nei confronti della rappresentante in Italia dell'UNHCR Laura Boldrini.
Di questi tempi penso che sui migranti sia urgente ascoltare la voce di chi ogni giorno vive a contatto con la realtà drammatica di chi cerca di farsi un futuro in terra straniera.
Vi propongo l'intervista realizzata nell'ambito del programma Radio3 Scienza domenica scorsa ad Aldo Morrone, presente alla Fiera del libro di Torino con il suo "Lampedusa, porta d'Europa".
Morrone è un medico che lavora a Lampedusa, soccorrendo ogni giorno le persone che arrivano con i barconi: "Non c'è tempo, ci parliamo guardandoci negli occhi. Solo alla sera troviamo il tempo di parlarci per fare il punto su quello che è successo ... Queste persone le accarezziamo. Abbiamo deciso di toglierci i guanti quando le tocchiamo, per non dare l'impressione di non volerci contaminare..."

Leggi l'appello "Esiste una sola razza quella umana"

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13 maggio 2009

Carbone Pulito? Una Sporca Bugia

Carbone pulito? Una sporca bugia.
Questo è il titolo ed il messaggio chiaro che Greenpeace lancia al Polesine e al mondo, nella mostra fotografica che si svolgerà presso la Sala della Gran Guardia a Rovigo dal 15 al 17 maggio.


Dal sito di Greenpeace leggi anche "Lo sporco del carbone viene a galla"

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09 maggio 2009

Nuovo Ufficio Collocamento

Le vicende private del nostro Premier stanno spopolando su tutti i media: un vero best seller. Qualcuno si commuove e fa male, visto che lui per primo ha fatto marketing politico tramite le foto dei suoi figli, della bella seconda moglie e in generale della sua vita privata.
Ricordiamo certamente tutti la rivista di propaganda "Una storia italiana", seguita da "La vera storia italiana" arrivate in ogni famiglia.
Probabilmente vedremo fra poco il seguito in "Fine di una storia, inizio di un'altra". Lascio a voi immaginare la trama.

Mentre spero fortemente che mai più un giornalista come Sandro Ruotolo ad Annozero faccia l'interrogatorio al consigliere regionale campano sul perchè il "papi" presidente del Consiglio abbia rapporti con il signor Letizia padre di Noemi, nella stessa trasmissione arriva dalla giornalista Palombelli una rivelazione: mettersi in mutande su facebook a quindici anni è normale, fa parte della modernità. Sfruttare la propria avvenenza fisica e intrattenere rapporti con uomini della politica potenti, allo scopo di intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, è normale: una via quasi obbligata. Si tratterebbe di una specie di Ufficio collocamento: di cosa stupirsi?

Ma non finisce qui. Perchè in ogni caso, una volta intrapresa la via dello "spettacolo", il nuovo tipo di Ufficio Collocamento consente di proseguire la carriera con una candidatura in politica, dove assicurare un servizio assolutamente fedele.
Questa, carina, è la società moderna. Non fare la snob, mettiti in mutande in posa provocante pure tu, così fan tutte. Hai già quindici anni: cosa aspetti ancora?

Nella foto una mutanda di protesta.

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03 maggio 2009

Braveheart

Da qualche tempo medito sulla rivolta delle donne afghane di questi ultimi mesi, da cui sono stata molto colpita. Sono scese in piazza per manifestare il diritto ad essere rispettate nei loro diritti, come quello di una pari dignità rispetto all'uomo, rischiando di essere prese a sassate, o sfregiate con l'acido.
Sembra un'altra era, un altro mondo, ma non è da molto che nel nostro occidente, grazie alle prime eroine, le suffragette inglesi e americane, e poi al movimento femminista, le donne hanno acquisito prima il diritto di voto, e poi diritti di pari opportunità e di una maggiore libertà anche sessuale.
Chissà cosa direbbero le suffragette del metodo di selezione e arruolamento delle donne nelle fila dei parlamentari dei nostri politici al governo!
Da poco è stata approvata dal Parlamento afghano una legge che permette lo stupro in ambito domestico. La legge è molto criticata dalle organizzazioni internazionali per la palese violazione dei diritti umani. Le critiche e le pressioni internazionali potrebbero far rivedere la legge dal presidente afghano Karzai.
Intanto due settimane fa Sitara Achackzai è stata uccisa dai talebani perchè difendeva le donne afghane. Altre donne sono state uccise dai talebani, come la ballerina Shabana, uccisa perchè le sue danze e l'esibizione del suo corpo offendevano l'islam.
Altre donne coraggiose sono sotto minaccia di morte, per aver denunciato il legame del fondamentalismo ancora al potere con la guerra e il narcotraffico. Le stesse sostengono le associazioni per i diritti delle donne, come la deputata espulsa dal parlamento afghano Malalai Joya (nella foto in alto), che per le sue denunce è costretta a spostarsi ogni giorno da un posto ad un'altro per non essere uccisa. (qui il blog italiano dedicato alla attivista)
Se le uccisioni e le minacce arrivano anche dalla popolazione fondamentalista verso le donne che chiedono rispetto e libertà, certamente c'è chi detiene il potere ed è sempre in grado di strumentalizzare anche il fondamentalismo pur di conservarlo nelle sue mani.
Io non posso fare altro che ammirare e pregare per queste donne coraggiose. E nel mio piccolo, dove i diritti delle donne e le pari opportunità sono riconosciuti, dove posso, fare il possibile perchè non si tratti unicamente di un rispetto formale.

26 aprile 2009

Festa della Liberazione a Villadose


Le celebrazioni per il 25 aprile riempiono le prime pagine dei giornali di oggi.
Difficile da spiegare, ma sembra che il centro-destra al governo guidato in questi anni da S. Berlusconi, abbia fino ad oggi avuto qualche problema nel riconoscere apertamente il ruolo fondamentale della Resistenza e dei partigiani per la liberazione dall'occupazione nazista.
Per noi che per età siamo individualmente senza un passato da nascondere o da rivendicare, cresciuti in altri tempi ed educati da chi conservava vivo il ricordo doloroso degli anni bui della guerra e del fascismo, è sempre stata una festa di tutti. Nessuno escluso.

A Villadose il 25 aprile del 1945 ci fu un eccidio di 20 persone da parte dei tedeschi in fuga e dei fascisti. Perciò le celebrazioni hanno visto la partecipazione dei più alti livelli delle istituzioni locali, dal Presidente della Provincia al Prefetto.
Il tutto allietato da canti partigiani eseguiti dai ragazzi delle scuole elementari e medie e dalla banda villadosana.

Nel suo discorso tutto incentrato sui valori della democrazia e della libertà, frutto della resistenza partigiana, "valori da continuare a difendere con la viva partecipazione alle istituzioni", F. Saccardin, che da dieci anni è alla guida della Provincia e che non potrà ricandidarsi alle ormai imminenti elezioni, ha colto l'occasione per ringraziare e fare il suo saluto di addio ai comuni del Polesine.

06 aprile 2009

Il parere dell'esperto sulla proposta di legge antiambientalista

Cari lettori i vostri commenti e le vostre domande sul mio precedente post, in cui si parla della proposta di modificare l'attuale art. 18, comma 5 della legge n. 349 dell'86 , hanno sollevato dubbi e perplessità in me stessa inducendomi a chiedere aiuto ad un esperto, che gentilmente mi ha risposto in modo chiaro e preciso. Spero che questo possa servire anche a tutti voi.

"Cara Lavocetta il problema è il seguente. Tutti quelli che propongono un'azione in giudizio davanti al Giudice civile amministrativo, oppure resistono ad un'azione, ivi comprese le associazioni di protezione ambientale, se perdono, possono essere condannati alle spese del giudizio, anche se il giudice può decidere "per giusti motivi" di compensare le spese parzialmente o per l'intero (cioè ognuno si paga il suo avvocato). Inoltre tutti, comprese le associazioni di protezione ambientale, possono essere condannati a risarcire i danni derivanti dalla cosiddetta "lite temeraria" per aver agito o resistito in giudizio con mala fede o con colpa grave, cioè sapendo di avere "torto marcio" ovvero per non aver usato un minimo di diligenza al riguardo: si tratta ovviamente di casi particolari e rari (art. 96 del codice di procedura civile). Così è ad oggi ed è sempre stato. La proposta di legge in esame prevede due cose. Con una prima norma si richiama l'applicazione del citato art. 96 del c.p.c., ma solo per i ricorsi delle associazioni di protezione ambientale: ora qui i casi sono due: la previsione dunque non aggiunge nulla all'ordinamento, ma serve a "richiamare" il Giudice a dare un'applicazione più stringente di questa disposizione ai ricorsi delle associazioni, allo scopo evidente di scoraggiarli. Preciso che una disposizione identica è già stata approvata con il cd. "decreto anticrisi" (citato infatti nella relazione alla proposta di legge) con riferimento ai ricorsi delle associazioni contro le nuove grandi opere decise dal Governo nell'ambito del "quadro strategico nazionale" anticrisi. La seconda norma proposta è più grave in quanto prevede che le associazioni, nel caso in cui il loro ricorso sia respinto perché dichiarato "manifestamente infondato", siano condannate, oltre che alle spese del giudizio, al risarcimento dei danni. Questa è una previsione che varrebbe solo ed esclusivamente per le associazioni di protezione ambientale le quali dunque verrebbero punite per il loro attivismo. E' chiaro che così facendo mai e poi mai un'associazione si arrischierebbe di proporre un ricorso contro non dico una "grade opera", ma neppure una strada di paese, in quanto c'è il rischio di condanna al risarcimento di danni milionari e dunque di "fallimento" dell'associazione. Il tutto risulta ancora più grave se si considera che in molti casi soltanto le associazioni ambientali vengono considerate legittimate a proporre un ricorso in materia ambientale (in quanto la legittimazione dei comitati locali è dubbia e i singoli cittadini debbono dimostrare di avere un concreto interesse che può essere pregiudicato dall'intervento). così facendo dunque si azzerano gran parte delle azioni davanti al Giudice amministrativo in materia ambientale. E' chiaro che una previsione di questo tipo costituirebbe una grave violazione del principio costituzionale della tutela giurisdizionale degli interessi, oltre che di quello dell'eguaglianza delle parti in giudizio: ma perché non si prevede anche la condanna delle imprese che perdono il ricorso in materia di appalti? ovvio che no: si bloccherebbe una legittima esigenza di tutela giurisdizionale degli interessi economici. Ma perché allora non debbono essere considerati altrettanto legittimi gli interessi alla tutela ambientale? Spero di aver chiarito l'abnormità di una tale proposta per la stessa democrazia del nostro Paese."
(lettera firmata)

04 aprile 2009

Una proposta di legge antiambientalista del tutto in malafede

Poichè è opinione diffusa che in Italia le grandi opere non si realizzino per colpa degli ambientalisti che rallentano lo sviluppo del Paese, le menti moderatamente rivoluzionarie degli uomini del Governo hanno pensato che per scoraggiarli, non basti far altro che fargli pagare le spese derivanti da possibili ricorsi persi.
Le associazioni dei cittadini che protestano e riescono anche a fare un ricorso contro mostri ambientali, normalmente si autofinanziano, dividono le spese e spesso ci rimettano di tasca propria. Gli argomenti di protesta sono tali da riuscire a dare del filo da torcere ad aziende potentissime.
Nonostante questo accade spesso che i ricorsi delle associazioni ai tribunali amministrativi siano persi.
C'è una recente proposta di modifica dell'art. 18, comma 5 della legge n. 349 dell'86 che istituisce il Ministero dell'Ambiente, che vorrebbe scoraggiare i ricorsi delle associazioni ambientaliste e dei comitati, facendo loro pagare le spese dei ricorsi persi.
La sindrome Nimby ,a cui fa riferimento la proposta di legge, vorrebbe giustificare la pesantezza della proposta, che di fatto renderebbe inutile ogni tentativo di opporsi ad opere invasive e distruttive del territorio. Nel nostro caso pensiamo ad esempio al rigassificatore di Porto Levante portato ormai su un palmo di mano da tutti, con rare e nobili eccezioni. E potrebbe riguardare anche la promessa centrale a carbone di Enel a Porto Tolle.

La proposta di legge è fatta a mio parere un po' in malafede in quanto dà per scontato che le associazioni e i comitati non siano in grado di ragionare su di una visione di ampio respiro e di collettività oltre il proprio "giardino".
Si potrebbe invece dimostrare l'esatto contrario, cioè che è proprio la mancanza di una pianificazione ampia, regionale e nazionale, di una visione di insieme anche delle caratteristiche territoriali, che permette ad aziende multinazionali di sfruttare la debolezza politica ed economica di un territorio per aprirsi la strada e costruirsi le sue infrastrutture.
Mi chiedo a questo punto come potranno i cittadini difendersi, se chi fa le leggi le fa in malafede nei loro confronti...
Si vede che si tratta di cittadini diversi: ci sono quelli in Parlamento che sono di una specie superiore, altamente selezionata (nei modi che ormai conosciamo tutti), e quelli normali che ogni tanto si permettono di protestare senza averne il diritto, perchè di specie inferiore.

L'articolo di modifica è qui sotto riportato ( ed è visibile direttamente qui )
Modifica all'articolo 18 della legge 8 luglio 1986, n. 349, in materia di responsabilità processuale delle associazioni di protezione ambientale (primo firmatario M. Scandroglio del PdL)
Presentata il 10 marzo 2009


Onorevoli Colleghi! - Se, da un lato, la spinta ambientalista ha determinato un continuo sviluppo della normativa di settore che regola gran parte delle attività che determinano un qualche tipo di impatto ambientale sul territorio nazionale, dall'altro lato, le istanze ambientaliste hanno contribuito alla crescita di una diffusa attenzione al «territorio di riferimento» che, all'interno della società civile, ha originato con sempre maggior frequenza comportamenti di protesta contro le scelte infrastrutturali sviluppate da soggetti pubblici e privati.Tali proteste, conosciute con l'acronimo «Nimby» («Not in my back yard»), determinano un ritardo costante del «cantiere Italia». I dati del progetto «Nimby Forum», gestito dall'Agenzia di ricerche in formazione e società (ARIS), indicano che il 2007 ha registrato una situazione cronica di stallo nella costruzione di grandi opere, con 193 infrastrutture oggetto di protesta. Rigassificatori, termovalorizzatori, corridoi ferroviari, centrali a biomasse, elettrodotti, autostrade, discariche, inceneritori: qualunque fosse il progetto, il fermo alla sua realizzazione è stato disposto sempre per le stesse ragioni. Un ricorso al giudice amministrativo è sufficiente a impedire o a ritardare la realizzazione di opere pubbliche, senza che sia previsto alcuno strumento di responsabilizzazione delle associazioni di protezione ambientale, le quali, talvolta, presentano ricorsi pretestuosi, con il solo e unico scopo di impedire la realizzazione dell'opera pubblica. Il dilagare di questo fenomeno ritarda (e spesso paralizza) la realizzazione di gran parte degli interventi pubblici in programma nei settori dell'energia, dei trasporti, dello smaltimento rifiuti, della depurazione e della stessa edilizia residenziale e terziaria. Il problema di fondo sembra consistere nel fatto che tali opere infrastrutturali, progettate per generare nel tempo benefìci e vantaggi per un'utenza vasta (spesso per l'intera collettività nazionale), determinano disagi concentrati sulle comunità situate nelle più immediate vicinanze della stessa opera.
Questa originale forma di «egoismo territoriale» mantiene solo parzialmente l'originale matrice ambientalista: la sua esplicitazione in comportamenti di aperto conflitto finisce, infatti, per penalizzare la stessa realizzazione degli interventi inseriti nei programmi di politica ambientale.
Pertanto, sembra doveroso un intervento legislativo volto a responsabilizzare l'attività delle associazioni di protezione ambientale, al fine di evitare che ricorsi amministrativi, manifestamente infondati, siano presentati al solo fine di ritardare la realizzazione di opere pubbliche. Per fare ciò si prevedono la responsabilità delle stesse associazioni per lite temeraria e il conseguente risarcimento del danno a vantaggio della pubblica amministrazione.
La legge 8 luglio 1986, n. 349, recante le norme in materia di danno ambientale:

1) all'articolo 13 individua le associazioni di protezione ambientale legittimate ad agire in giudizio avverso qualsiasi provvedimento che leda in modo diretto e immediato l'interesse ambientale; esse sono, pertanto, legittimate a impugnare anche atti a contenuto urbanistico purché idonei a pregiudicare il bene dell'ambiente, anche se lo specifico bene non sia sottoposto ad alcun vincolo (paesistico, archeologico, idrogeologico eccetera);

2) all'articolo 18 attribuisce alle associazioni individuate ai sensi dell'articolo 13 il potere di intervento e la potestà di impugnare gli atti illegittimi lesivi del «bene-ambiente».

Tuttavia, la modifica di tale legge non può non tenere conto dell'orientamento del legislatore nel cosiddetto «decreto anti-crisi», decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, della legge 28 gennaio 2009, n. 2: l'articolo 20 di tale decreto prevede, infatti, un iter accelerato per le opere pubbliche ritenute prioritarie «per lo sviluppo economico del territorio», la nomina di commissari straordinari delegati che dovranno vigilare su tutte le fasi di realizzazione dell'investimento e che, quindi, seguiranno ogni progetto con poteri sostitutivi delle amministrazioni interessate, ma, soprattutto, l'abolizione della facoltà sospensiva del tribunale amministrativo regionale (TAR). Lo snellimento delle procedure non permetterà più che sia il TAR a decidere se un'opera si debba fare o meno: con le nuove norme vengono accorciati i tempi per il ricorso contro le decisioni del commissario straordinario delegato. Il cantiere, pertanto proseguirà nei suoi lavori e se il ricorrente dimostrerà di avere ragione otterrà un indennizzo.

PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Dopo il comma 5 dell'articolo 18 della legge 8 luglio 1986, n. 349, sono aggiunti i seguenti:

«5-bis. Qualora il ricorso di cui al comma 5 del presente articolo, presentato dalle associazioni, individuate ai sensi dell'articolo 13 della presente legge, sia respinto, alle associazioni soccombenti che hanno agito o resistito in giudizio con mala fede o con colpa grave si applicano le disposizioni dell'articolo 96 del codice di procedura civile.
5-ter. Qualora il ricorso di cui al comma 5 del presente articolo, presentato dalle associazioni individuate ai sensi dell'articolo 13, sia respinto perché manifestamente infondato, il giudice condanna le associazioni soccombenti al risarcimento del danno oltre che alle spese del giudizio».

29 marzo 2009

Acerra e gli eroi del nostro tempo


Abbiamo sentito tutti che nei giorni scorsi è stato inaugurato da S. Berlusconi il cosiddetto termovalorizzatore di Acerra, che finalmente farà sparire tutti i rifiuti di Napoli.
Veri eroi per Berlusconi sarebbero " gli uomini di Impregilo (la ditta costruttrice dell'inceneritore) che qualcuno ha cercato di ostacolare (i magistrati n.d. a.), ma hanno tenuto duro".

Mentre gli eroi di questo nostro malo tempo celebravano fra di loro la loro vittoria, i cittadini sono scesi in piazza.
Fra loro anche padre Alex Zanotelli, sempre con gli ultimi.

Le legittime proteste degli abitanti per difendere la propria salute, contro una ulteriore fonte di inquinamento, non trovano riscontro in chi ci governa anche in un territorio già fortemente inquinato dalla diossina, dove la camorra traffica rifiuti da tutta Italia, dove la raccolta differenziata non è mai partita e dove chi è deputato a gestire i rifiuti non riesce ad ottenere niente di più delle famose "ecoballe", difficili da bruciare perchè rifuto tal quale imballato e troppo pieno di umidità.

In tutta questa malagestione di quanto è cosa pubblica per fortuna è in corso un processo in cui si spera siano individuate precise responsabilità , che da quanto si legge potrebbero essere piuttosto diffuse e certamente non relegate ad una sola parte politica ed inoltre certamente non attribuibili, come qualcuno ha già fatto, ad un "capro espiatorio".

Spero tanto che sia fatta giustizia.
Qui il mio precedente post sull'argomento "i rompiballe"

PS: leggi l'editoriale di Vittorio Moccia da PeaceLink

22 marzo 2009

Oggi la Giornata mondiale dell'acqua

Risorsa acqua, un bene necessario alla vita.
Una preziosa risorsa di continuo sprecata, come se fosse inesauribile.
E invece, come ci ricorda la FAO, di tutta l'acqua sulla terra solo il 2,5% è acqua dolce e quindi utilizzabile per le attività umane.
L'agricoltura , soprattutto laddove non esistono sistemi di irrigazione che oltre ad assicurare un continuo apporto d'acqua e la coltivazione della terra, ne regolano l'utilizzo, rappresenta l'attività di maggior consumo.

Secondo la FAO "l’agricoltura è il maggiore consumatore mondiale di acqua, contando per il 70% dell’uso totale di acqua potabile, e la chiave per nutrire una popolazione mondiale in crescita consiste nel trovare il modo di produrre più cibo usando meno acqua".

I cambiamenti climatici e le conseguenti variazioni nella frequenza e nella intensità delle precipitazioni possono gravemente influire sulle produzioni agricole, già scarse nei paesi in via di sviluppo.

In questa pagina del sito della FAO ci sono molte presentazioni brevi ed istruttive che riguardano questi temi

Nel sito del giornalista Giuseppe Altamore molti documenti e notizie utili anche in relazione alla questione acqua bene comune

18 marzo 2009

Oggi sciopera anche Margherita Hack

Lo sciopero della scuola, dell'università e della ricerca indetto contro i tagli derivanti dalla legge 133/08 (Gelmini) che rischiano fortemente di produrre una ulteriore precarizzazione nel settore con tutto ciò che ne consegue, e più in generale contro l'impostazione del governo sulle politiche dell'istruzione, non sembra ad ora trovare risonanza nei Tg nazionali.

In ogni caso allo sciopero indetto da FLC Cgil e Gilda aderiscono molte associazioni del cosiddetto mondo della conoscenza, i precari e alcuni partiti e movimenti.

E aderisce anche Margherita Hack così dicendo:
"Dò la mia adesione allo sciopero per la scuola università ricerca. Per questo governo università e ricerca sono uno spreco e quando si deve tagliare per prima cosa si taglia la ricerca, si blocca il turn over, si obbligano tanti neolaureati e neodottori di ricerca ad emigrare o a cambiare mestiere. E’ un comportamento indice di una grande arretratezza culturale: ci si riempie la bocca di parole come innovazione, tecnologia, ma l’innovazione è il frutto della ricerca applicata e la ricerca applicata è frutto della ricerca pura. L’Italia spende per formare un ricercatore e poi lo regala alla Francia, alla Germania, all’Inghilterra, agli Stati Uniti.

Perciò dovremmo lottare uniti per difendere la scuola pubblica, l’università e la ricerca, contro questa tendenza alla privatizzazione di scuole e università. Ancora attuale Piero Calamandrei che negli anni ‘50 scriveva: Non si ha vera democrazia là dove l’accesso all’istruzione non è garantito in misura pari a tutti."

Parole sante

Visita il blog Beata Ignoranza

Qui il mio precedente post sull'argomento

16 marzo 2009

Dalai Lama: cinquant'anni di esilio e di pensiero compassionevole messo a dura prova


Il 10 marzo il Dalai Lama ha celebrato il cinquantesimo anniversario dell'occupazione cinese del Tibet pronunciando il suo discorso, rivolto a tutto il mondo per far conoscere il dramma del popolo tibetano, privato dei suoi diritti e sottoposto a continua violenza e repressione.
Pur perseguendo da tempo un "politica della via di mezzo" in cui rivendica l'autonomia regionale per il Tibet, il Dalai Lama ha definito "un inferno sulla terra" le pene subite dalla popolazione tibetana che ancora non si arrende alla sopraffazione.
Qui il discorso pronunciato, tradotto in italiano
Qui il sito ufficiale del Dalai Lama

Qui il mio precedente post sull'argomento

20 febbraio 2009

Italiani sveglia!

E' di qualche giorno fa la sentenza del Tribunale di Milano per cui un certo Mills, inglese e avvocato del vostro Presidente del Consiglio, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere per concorso in corruzione in atti giudiziari. Imputato sarebbe stato quindi anche l'ipotetico corruttore, cioè S. Berlusconi, ma - certamente non per un caso - il Lodo Alfano lo protegge dalla giustizia.
Qualcuno dei giornali ha messo in luce la vicenda che, in un Paese normale, meriterebbe ben più di un qualche articolone su parte della stampa, neanche tutta.
Ma qui da voi (perchè io sono dall'altra parte e me ne tiro fuori) "tutto scorre", ingoiate qualsiasi cosa, nulla vi turba, state con ignavia compatti e a difesa della corruzione.

Italiani siete tutti sotto ipnosi? Cos'altro deve accadere per svegliarvi da lungo sonno???


11 dicembre 2006

Canteri di CartaQui Veneto: Nuova convivenza e tutela dei beni comuni e della democrazia

Inizia per CartaQui Veneto il percorso dei cantieri sociali sabato prossimo 16 dicembre a Mestre, con un appuntamento dal titolo: "Decrescita per il Veneto- un'idea per creare una nuova convivenza e tutelare beni comuni e democrazia".
L'incontro prevede un primo momento di confronto sul Veneto che cambia in cui interverrano numerosi esperti coordinati da Gianni Belloni, seguito da una assemblea introdotta da Valter Bonan sul significato e le ragioni dei cantieri sociali nel Veneto.

Qui il programma

31 dicembre 2005

Ultime dell'anno e auguri


Sembra che la politica si ravvivi in prossimità di feste importanti, mentre tentiamo di goderci un meritato riposo, vedi anche la firma del Protocollo d'intesa tra Regione ed Enel alla vigilia di Natale. Il 2005 si conclude con diversi interventi sul Gazzettino relativi ai temi "caldi" della Centrale a carbone e più in generale del Polo energetico nel Delta.

Interviene il nostro Presidente della Provincia: «Non ritengo ancora prioritario legare la valutazione sul terminal o sulla centrale ai benefit che Edison ed Enel possono mettere sul piatto della bilancia per il Polesine. È un atteggiamento che rifiuto. Al momento conta di più il percorso aperto con le società per avere il massimo di garanzie ambientali».

Il percorso??? Boh!

Mentre il Vicepresidente della (stessa) Provincia afferma (o chiarisce?) che: «Non è più tempo di tentennamenti. Centrale a carbone e terminal sono realtà. Ferite gravi del nostro territorio, ma con cui ormai vanno fatti i conti. Quindi, usiamo le occasioni di sviluppo che questi insediamenti possiedono. Meglio utilizzare proprio la centrale a carbone e il terminal gasiero per aprire un fronte verso coloro che si sono assunti la responsabilità di farci continuare a subire la centrale e far nascere il terminal».

E sembra che sia il Presidente della Regione Galan l'unico responsabile.

Interviene con una lunga lettera anche Giorgio Crepaldi del Comitato "Cittadini liberi" di Porto Tolle che spiega le ragioni contro la conversione a carbone: "Credo che non sia da saggio fidarsi [...] perché si corre il rischio di accorgerci dell'inganno a danno prodotto e subito, soprattutto alla luce di quanto sta emergendo nell'aula del tribunale di Adria relativamente alla gestione della centrale in passato.
L'impatto ambientale non è riferito solamente alle emissioni dalla ciminiera, perché Enel in questo progetto ci propone di stravolgere usi, costumi e il quadro paesaggistico del nostro territorio che sono la vera espressione dell'originalità del Delta del Po
.
Sull'impiego di manodopera necessaria ai cantieri, nel progetto orimulsion depositato nel 2000 si parlava di 300 persone, 250 delle quali già dipendenti Enel; siccome questi numeri hanno fatto storcere il naso ai sindacati, ora ci viene raccontato che la forza lavoro raggiungerà punte di tremila persone con una media giornaliera di 1.500 addetti stabilmente occupati, mentre a Civitavecchia gli interventi in esecuzione sulla prima caldaia già suscitano polemiche perché
i lavori sono stati assegnati a ditte sarde e non ad imprese locali come era logico e desiderato".
Il lungo intervento continua: "Dire che non è conveniente realizzarne una nuova centrale a metano, come impone la legge sul Parco [all'articolo 30: nota mia], è una bugia perché è stato calcolato che realizzare una centrale a turbogas comporta un investimento di capitale pari a 500 dollari per ogni chilowatt prodotto, con una resa energetica superiore e producendo la metà di anidride carbonica, per non parlare dei metalli pesanti".

Per concludere: auguri a tutti e soprattutto ... al Parco del Delta del Po!