COMUNICATO STAMPA (19 luglio 2007)
I Comitati ricordano che il 18 aprile scorso hanno organizzato una manifestazione davanti a Montecitorio ed una delegazione , allargata a operatori economici, rappresentanti istituzionali, associazioni ambientaliste nazionali, si è incontrata con il Ministro per l’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
In quella occasione hanno consegnato un ampio documento dal titolo “Energia e Ambiente in Polesine” , in cui si manifestavano gravi preoccupazioni per l’ipotesi del “polo energetico “ e la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, in assenza di un Piano energetico nazionale e regionale e di una qualsiasi analisi delle condizioni ambientali esistenti e di una VAS (valutazione ambientale strategica) mediante la quale si valutino gli effetti cumulativi degli impianti esistenti e proposti.
Per quanto riguarda la riconversione a carbone, oltre a considerazioni logistiche, ambientali e sanitarie, si metteva in risalto l’infondatezza tecnico-giuridica dell’interpretazione in base alla quale la Commissione VIA regionale aveva espresso parere favorevole giudicando il progetto compatibile con l’art. 30 della L.R.36/1997 che , viceversa , prescrive chiaramente che all’interno del parco sia possibile esclusivamente l’uso di “metano o altre fonti energetiche di minor impatto ambientale ”.
Nelle scorse settimane l’Avvocatura dello Stato aveva pienamente confermato che, senza ombra di dubbio, l’art. 30 rendeva legalmente impossibile la riconversione carbone;
a quel punto, Enel aveva ritirato il progetto per evitarne la bocciatura (ufficialmente per apportare migliorie in grado di ridurre le emissioni di CO2 e di altre sostanze inquinanti), chiedendo un rinvio del pronunciamento della Commissione VIA nazionale; nel frattempo Enel ha messo in moto tutti gli interlocutori disponibili , a partire dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta, per ottenere la modifica della Legge regionale, spacciata per “interpretazione autentica” (vedasi “Patto del carbone”, siglato da Galan e Letta, che prevede il “baratto” tra la riconversione a carbone della Centrale di Porto Tolle ed i finanziamenti per le autostrade del Nordest)
Ora noi auspichiamo che, di fronte alla bocciatura del progetto, la Regione abbia un ripensamento ed eviti procedure scandalose sul piano etico e politico e probabilmente illegittime (modificare una legge a favore di una Società “privata” , a danno dell’ambiente e della salute).
A tale proposito invitiamo il Presidente Saccardin ad intervenire a tutela del Parco e della salute dei cittadini polesani.
Inviamo una forte sollecitazione ed un invito a tutte le forze politiche, sociali ed imprenditoriali, oltre che a quelle ambientaliste, perché si mettano finalmente da parte meschini calcoli di bottega e ci si metta attorno ad un tavolo per elaborare in tempi rapidi una proposta forte e condivisa per uno sviluppo del polesine equilibrato, di ampie prospettive, e rispettoso dell’ambiente e della salute.
All’interno di questo “Patto per l’ambiente e lo sviluppo del polesine” si deve chiedere fortemente al governo nazionale e a quello nazionale, oltre che ad Enel, un forte impegno per la trasformazione della Centrale elettrica di Polesine Camerini in un polo scientifico e tecnologico nel settore delle energie rinnovabili ed la costruzione di un’eventuale centrale elettrica che utilizzi queste fonti, come si sta facendo su larga scala in Europa e negli USA : passando, cioè, da un impianto che ha prodotto il vuoto attorno, ad un polo attorno al quale può nascere un forte indotto nel campo delle nuove tecnologie, aumentando di molto l’occupazione qualificata in quest’area.
Il Coordinamento dei Comitati per la difesa dell’ambiente
della Provincia di Rovigo, di Cavarzere e Cona (VE)
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