Erasmo Venosi, il consulente per l'energia del Ministero dell'Ambiente passato per il Polesine, ci ha spiegato alcune delle ragioni per dire no al carbone a Porto Tolle. Come appare oggi anche nella intervista del Gazzettino, le ragioni sarebbero fortemente legate alla necessità di ridurre le emissioni dei gas serra, prima fra tutte la CO2, secondo gli obiettivi del protocollo di Kyoto. Rispetto al PNA (Piano nazionale di allocazione) presentato dal governo nel novembre 2006, la Commissione Europea il 6 maggio 2007 ha imposto all'Italia tagli pari a circa 13 milioni di tonnellate di CO2. I settori dove tagliare sono quelli che maggiormente producono emissioni: siderurgico, cementifici, settore elettrico e cartiero. Per ogni tonnellata di CO2 in più emessa ci sarà per l'azienda una multa pari a 100 euro a tonnellata e in più l'obbligo di acquisto di un credito che attualmente varrebbe 26 € a tonnellata. In tutto gli eccessi porterebbero a circa 4 miliardi di euro di multe alle aziende responsabili degli sforamenti. Chi li pagherebbe?(???) Facile pensare che li pagheremmo tutti noi in bolletta.(!!!)
Le strategie di cattura della CO2 sarebbero ancora in fase di ricerca sperimentale anche secondo Enel, perciò soltanto delle teorie poco consolidate dai fatti, che veicolerebbero un progetto non compatibile con le attuali necessità che è quella di invertire la tendenza alle trasformazioni climatiche in atto. Infatti l'incremento della temperatura globale previsto dal 4° rapporto dell'IPCC varia da un minimo di 1,8°C ad un massimo di 6,4°C , ma a parte l'afa, che per certuni sarebbe l'unico svantaggio, questi cambiamenti potrebbero portare ad uno stravolgimento del clima a livello globale. Studi accurati dell'Enea affermano che all'interno di questi scenari 4500 km quadrati di costa solo in Italia - buona parte dei quali nell'Adriatico - andranno sott'acqua. Facile prevedere che il Delta del Po, già fortemente depresso rispetto al livello del mare e tenuto all'asciutto dal lavoro delle idrovore dei consorzi di bonifica, sarà all'interno di queste aree.
Il progetto carbone quindi oltre ad essere fortemente impattante sul territorio e ad influire sull' economia esistente della pesca e del turismo (ed inoltre sull'agricoltura di qualità), oltre a limitare la possibiltà al nostro Parco di diventare un vero Parco, è contro il clima quindi contro tutti noi abitanti della Terra.
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2 commenti:
Carbone clima killer numero 1.. : ecco cosa propongono taluni sindacati e amministratori locali per lo sviluppo del Polesine.. Carbone! Pecoraro: abbiamo già dato troppo, è ora di finirla.. sai cosa devi fare.
cosa succederebbe se si immettesse vapore d'acqua
in una stanza con due forti magneti e dentro questa
stanza si incanalasse l'anidrite carbonica prodotta
dalle centrali a carbone .
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