15 maggio 2009

Due parole con Francesco Tedesco di Greenpeace


nella foto a fianco Francesco Tedesco
le foto riportate sotto sono soggette al copyright Greenpeace/ Dean Sewell


Oggi alla mostra fotografica alla Gran Guardia abbiamo incontrato Francesco Tedesco, responsabile campagne Energia e clima di Greenpeace in Italia.

La mostra inaugurata oggi è in realtà un lungo viaggio intorno al mondo che ci parla del cambiamento climatico in atto e delle sue conseguenze. Le tappe sono molte: dalle zone artiche dove è visibile lo scioglimento dei ghiacci polari, alle aree del mondo dove lo sfruttamento delle risorse avviene contemporaneamente a quello della gente, che consuma la sua vita in miniera ad estrarre carbone, per guadagnarsi un pezzo di pane.
Ci mostra la terra che, per il modificato regime delle piogge, si è trasformata in un deserto, incapace di produrre alimento.

Il viaggio di Greenpeace fa tappa finale necessariamente alla centrale Enel di Porto Tolle, dove è prevista la conversione al carbone cosiddetto "pulito". Carbone la cui combustione produce forti emissioni di CO2 che alterano il clima. E da qui ricomincia il viaggio.

Francesco Tedesco, parlando del fatto che molti lavoratori difendono la conversione a carbone, ci dice che si comprendono le ragioni della difesa del posto di lavoro, che del resto potrebbe essere difeso con altre soluzioni: continuare bruciando olio combustibile STZ; trasformare a gas; chiudere uno dei gruppi. "Il carbone è la scelta a più alto costo ambientale, globale e locale. Infatti il vero motivo dell'uso del carbone sono i profitti dell'azienda.
Ambiente e lavoro non sono in contrasto; come negli altri Paesi europei con obiettivi 20:20:20, la vera risposta per coniugare sviluppo e occupazione sono le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica.
Diversi studi nazionali hanno portato i seguenti dati sull'occupazione che deriverebbe da questo settore: 60mila nuovi occupati per il settore dell'efficienza energetica (studi del Politecnico Milano); 87mila nuovi occupati nel settore del fotovoltaico (Ises Italia); 66mila nuovi occupati nell'eolico ( Anev); e ben 400mila per il solare termodinamico (Assolterm). Per un totale di mezzo milione di nuovi occupati al 2020. Enel dice che si darà lavoro a 3mila operai per 5 anni, con la costruzione della centrale a carbone. Se dividiamo (anche grossolanamente) il mezzo milione di nuovi posti di lavoro per le 20 regioni dell'Italia, arriviamo a considerare una cifra pari a 25mila per ciascuna regione. Se la Regione Veneto vuole puntare sull'occupazione per uscire dalla crisi, deve puntare sulle energie rinnovabili."

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