09 marzo 2011

Donne semplici

Ieri sera anch'io ho preso parte al "Poetry attack" del comitato “Se non ora, quando?” a Rovigo e devo dire che l'esperienza è stata molto positiva. Sono stati declamati a turno versi di poeti e di poetesse di tradizione femminista (da D. Maraini ad A.Merini a M. Piercy a S. Chavez) sul tema della donna, ma non solo.

Nel celebrare dovutamente e per una volta fuori dai soliti schemi la festa della donna, ho vissuto questa esperienza soprattutto come un modo nuovo per portare messaggi importanti, secondo uno stile che è tutto nostro: uno stile diretto, gentile ed appassionato, che tutte ci accomuna nella difesa dei diritti della donna, e come lei di tutti coloro che sono “ultimi”, e nella difesa dei principi che sono alla base della nostra democrazia.
Chiunque se la sentisse ha potuto salire sul piccolo “palco” per leggere una delle poesie che il comitato aveva scelto o per leggerne una da lei/lui scelta per l'occasione.

Io, del tutto inesperta nel settore, in previsione, avevo scartabellato a lungo nel mio piccolo archivio che contiene più che altro brani di cantautori degli anni settanta. Brani in cui da una parte si dice che “I tempi stanno per cambiare” e dall'altra che “Il potere è nelle mani della gente”. Calzano a pennello per questi tempi di cambiamento.
Ma il dubbio che la giornata della donna non fosse l'occasione giusta (perchè in fondo questi sono temi da affrontare con calma, nei modi dovuti, nei giorni avanti a noi), mi ha fatto desistere.
E poi il pezzo non rende senza musica.

Così alla fine la mia ricerca è approdata su una poesia-preghiera di Tagore sulla grandezza della semplicità. Ripropongo qui di seguito il "mio" contributo all'iniziativa, augurando a tutte le donne che sanno essere semplici di riuscire a fare la differenza:

“O Dio della vita/ decapita i miei desideri:/ lottano con la grandezza/ solo per ricavarne un nulla./ S'impegnano ardentemente/ di conquistare l'universo/ per avere poi solo/ un granello di senape. /Confondi il piccolo regno/ dei desideri/ e dammi il grande possesso/ della felicità./
Soprattutto son da desiderare,/ tutte e sempre, le gioie/ inapprezzabili ed irraggiungibili/ dei tesori non richiesti,/ che in mille forme,/ dalla luce dell'aurora/ alle tenebre della notte,/ hanno creato infinite ricchezze/ in terra ed in cielo. /Chi porterà queste gioie/ grandi e semplici/ come schiere di loto/ in piena fioritura/ dal mezzo del cielo,/ delle acque e della terra/ gettandosi in braccio/ alla corrente della semplicità?”
(da NOIBEDDO - R. TAGORE)

11 febbraio 2011

La rivoluzione si fa con la Rete. E noi in Italia?

Dalle notizie che ci raggiungono in queste settimane, sta avvenendo una vera e propria rivoluzione pacifica che riguarda ormai quasi tutto il Nordafrica, dalla Tunisia all'Egitto, il cui esito particolarmente in queste ore di forte tensione, attendiamo con grande attenzione ed affetto per le popolazioni insorte.
Ormai è stato detto da molti analisti: la rivoluzione nasce dalla Rete e la fanno i blogger. Ogni persona può essere una fonte di informazione e direttamente renderla disponibile a tutti, superando ogni forma di gerarchia o di censura. Gli effetti possono essere diversi, dalle brutte figure dei governi e delle diplomazie mondiali grazie a Wikileaks, ad una vera e e propria rivoluzione. L'importante è considerare che la Rete tramite il passaggio dell'informazione consente l'evoluzione delle coscienze e perciò rappresenta per ogni potere un pericolo e per una dittatura il nemico da abbattere. E infatti Mubarak, a seguito dell'insurrezione popolare, ha isolato il Paese. Nonostante questo la protesta, che dura da settimane e che chiede maggiori diritti (lavoro, una vita dignitosa, libertà) è profonda e forte. Forse tanto da riuscire a vincere Mubarak, oggi chiamato Faraone, e tutti coloro che con lui hanno condiviso indisturbati potere e privilegi per quasi trentanni.
A seguito di questi fatti ho ascoltato alcuni opinionisti che osservavano che in Italia la politica non sembra avvalersi della spinta propulsiva presente nella rete. Credo sia vero solo in parte e cioè considerando che la politica la fanno solo i partiti.
Ma io sono convinta che la gente sia al limite della sopportazione. Il progressivo impoverimento dei ceti più deboli, operai ma sempre più anche insegnanti per non parlare dei precari o di chi proprio non lavora, insieme alla progressiva riduzione dei diritti in ogni ambito lavorativo - su tutti l'esempio di Mirafiori- stanno creando una sempre più profonda insoddisfazione. Per non parlare dei giovani laureati e specializzati, pieni di energia e di entusiasmo e pronti ad entrare nel mondo del lavoro per innovarlo, che si trovano di fronte un sistema chiuso, senza prospettive e che li rende sempre più schiavi per la progressiva riduzione dei diritti.
A tutto questo si aggiunge la frustrazione, di osservare che in Italia il tema centrale della politica è il rapporto di Silvio Berlusconi con la Giustizia e i processi, vuoi per i suoi affari privati, vuoi per la sua vita sociale privata. Se quanto era fuoriuscito con il caso D'Addario non era stato sufficiente per capire quale realtà si vivesse in Italia nei Palazzi del potere, il più recente “caso Ruby” sembra avere ha tolto ogni velo al vestito del re. Ma il Parlamento sembra preda di un incantesimo e l'attività politica consiste essenzialmente in battaglie salvapremier che durano da mesi.
L'Italia non ha altre priorità? Lo chiedo anche ai nostri avversari politici: non è il momento di alzare un po' lo sguardo ed il livello della politica? A quale prezzo salvare il premier?
E processi a parte: in questo Paese non non c'è più un limite alla decenza?
Forse non pensavamo di dover prendere lezione dai Tunisini che a furia di protestare sono riusciti a far scappare Ben Alì (anch'egli peraltro amico del nostro premier, come del resto un campione di democrazia quale Gheddafi). Lì la protesta è stata ed è portata avanti dalla gente comune: giovani, adulti, vecchi e donne! Il popolo ha preso coscienza ed ha agito da solo riappropriandosi della politica. A noi in teoria basterebbe un voto.
Inutile negare che anche in Italia l'attività politica sia svolta non solo dai partiti ma sempre più anche da movimenti e gruppi informali che nascono via Web. Così la protesta collettiva auto-organizzata sembra poter prendere forma e lo abbiamo visto fin dalle prime manifestazioni di Beppe Grillo (V-day) e del popolo Viola, a seguire quelle più recenti ad opera di un rinascente movimento femminile (come ieri a Milano su invito di Concita de Gregorio) e di associazioni contro il nucleare e del movimento per l'acqua pubblica.
Non so se, in assenza di una opposizione degna di questo nome in Parlamento, superando appartenenze e distinzioni, prima o poi scenderemo uniti in piazza per cacciare il nostro monarca che si crede dai poteri illimitati. E' vero egli controlla l'informazione, ma non può comprarsi la Rete. In Rete la voce del padrone che ogni giorno ricorda come un mantra la divisione dei “sudditi” fra comunisti e anticomunisti, non la possiamo neanche udire.
Per tutto questo, anche se oggi i partiti sono deboli e forse ancora non in grado di costruire attorno a sé una efficace opposizione, io mantengo una grande speranza che sia possibile il cambiamento anche con una coraggiosa pacifica rivoluzione.



09 febbraio 2011

Donne del Polesine: se non ora, quando?

Anche a Rovigo si sta organizzando un raduno per aderire alla manifestazione nazionale "Se non ora quando?" Qui sotto il video che spiega le ragioni della manifestazione.


Il raduno, che avverrà già da sabato 12 con alcune iniziative in alcuni mercati del Polesine, prevede il ritrovo delle donne e degli amici delle donne in Piazza Vittorio Emanuele domenica 13 nel pomeriggio.
Sul sito della CGIL Rovigo le notizie

12 gennaio 2011

Processo Enel Porto Tolle: la Cassazione riconosce le responsabilità dei vertici Enel


Mi giunge la notizia che è stata emessa dalla Corte di Cassazione di Roma - ultimo grado di giudizio dopo quello di primo grado, presso il Tribunale di Adria, ed il secondo presso la Corte d'Appello di Venezia - una sentenza che condanna i vertici di Enel e gli ex direttori della centrale, per inquinamento ambientale e danneggiamento.

In sostanza sembra sia stato confermato quanto stabilito ad Adria nel 2006, quando tra le parti civili erano presenti anche le istituzioni, che via via si sono ritirate dal processo, lasciando soli i cittadini e le associazioni di fronte al colosso energetico.
A volte non basta essere un colosso.

Qui di seguito le dichiarazioni dei legali Matteo Ceruti e Valerio Malaspina difensori di parte civile nel processo della centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle

Gli avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina esprimono la loro soddisfazione per l'accoglimento dei ricorsi da parte della Corte di Cassazione, la quale ha riconosciuto la responsabilità penale degli amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, oltre che dei direttori della centrale Zanatta e Busatto.

Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte, contrariamente a quanto deciso dai giudici veneziani, ha riconosciuto una responsabilità del vertice della holding in relazione ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della normativa sull'inquinamento atmosferico.

Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste.

Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell’impostazione accusatoria, della sentenza di primo grado e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle anche da parte dei massimi livelli societari.


04 gennaio 2011

Firme a sostegno della Fiom e per la difesa dei diritti sindacali


Credo non sia solo mio il desiderio di vedere unito il sindacato dei lavoratori.

Nonostante il continuo appello del segretario Landini all'unità, continua massiccia la campagna di delegittimazione nei confronti della Fiom, indisponibile ai ricatti di Marchionne. Ricatti che non fanno altro che alimentare una guerra fra poveri, a cui ha ceduto ormai gran parte del sindacato e per cui il lavoratore, di qualsiasi specie esso sia, si sta piano piano trasformando in un essere senza dignità e diritti.
Nel caso specifico sembra possibile che una associazione di lavoratori che non firma il contratto perchè lo ritiene inaccettabile (Fiom) debba non essere poi rappresentata a livello aziendale. E' possibile? Si tratta solo con coloro che accettano il contratto obtorto collo? Come dare voce a questi lavoratori nella loro azienda?

Il "modello" - per ora solo in casa Fiat - è certamente esportabile anche in altri settori: a chi toccherà dopo i metalmeccanici?
La stampa osserva e in gran parte applaude il gran Marchionne (uomo dell'anno per Il Sole 24 ore).
Ma per fortuna c'è chi è in grado di fare un'analisi spietata della situazione. Come Furio Colombo nel suo editoriale di domenica scorsa dal titolo Fiat: una cattedrale senza Dio grazie a cui alla fine del discorso emerge con chiarezza che la lotta contro gli operai irriducibili è pura strumentalizzazione.

E per fortuna c'è ancora chi si schiera dalla parte dei soliti vecchi operai, sempre fra gli ultimi. Probabilmente perchè rappresentano tutti noi. Che magari non siamo in fabbrica (e certamente fa differenza), ma che viviamo solo ed esclusivamente del nostro lavoro.

Qui l'appello di Micromega a sostegno della Fiom

14 dicembre 2010

Nobel della pace a Liu Xiaobo assente e la potenza di una sedia vuota


Niente mi ha consolato di più in questi giorni bui della premiazione con il Nobel della pace al dissidente cinese in carcere (per la precisione,da quel che ho letto, ora agli arresti domiciliari) Liu Xiaobo, o meglio alla sua sedia vuota a Oslo.
L'immagine della sedia vuota ha fatto il giro del mondo, ed ha scavalcato anche il muro di censura del governo cinese, visto che a quanto ho letto c'è stata una specie di rivolta delle sedie vuote, apparse di notte per le vie del Paese.

Le parole che lo scrittore cinese ha pronunciato quando è stato condannato ad 11 anni di carcere (un anno fa), con l'accusa di essere un criminale che vuole sovvertire le leggi dello Stato, sono un vero e proprio inno all'amore e alla pace e meritano perciò di essere conosciute da tutti.

Qui sotto una parte del suo discorso, letto da Liv Ullmann alla cerimonia di consegna del premio a Oslo.

13 novembre 2010

Liberata Aung

notizie dal sito di Repubblica

"Dopo sette anni è stata rilasciata la leader del movimento per la democrazia birmana. "Dobbiamo lavorare all'unisono per raggiungere il nostro obiettivo", ha detto alla folla fuori la sua abitazione. La notizia accolta con soddisfazione dalle cancellerie occidentali. Obama: "E' stata liberata un'eroina""

qui continua


Anch'io mi unisco alla felicità del mondo per la liberazione di questa donna.

03 novembre 2010

Firma la legge per le rinnovabili contro il nucleare


Il 6 e il 7 novembre in contemporanea nelle piazze del territorio italiano saranno raccolte le firme per la Proposta di Legge di iniziativa popolare " Sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, per la salvaguardia del clima".

Su questo sito tutto il materiale utile per informarsi e magari allestire un banchetto.

Partecipa all'evento "100 Piazze per il clima- festa delle energie pulite" , la raccolta avverrà anche nelle principali piazze del Polesine.

La tabella di marcia sarà pubblicata anche nel nuovo sito creato appositamente: SICUREZZA NUCLEARE

10 ottobre 2010

Ritorno nel Delta del Po

Recentemente, dopo molto tempo, sono tornata a visitare il nostro Delta.
Come altri prima di me, lo avevo lasciato (qualcuno forse aggiungerà "giustamente") alla sua politica e alla sua gente piena di contraddizioni, delusa per la perdita di alcune importanti battaglie ambientaliste, fatte assieme ad altri, in comitati e in partiti troppo piccoli qui nel Polesine per contare nel momento del voto. I miei assidui lettori le ricorderanno, e del resto si possono ripercorrere le tappe qui nel mio blog attraverso i numerosi post dell'epoca.
Ricordo le manifestazioni contro il Terminal gasiero di Porto Levante e quelle contro la centrale a Porto Tolle: nonostante l'entusiasmo e la partecipazione, alla fine il nostro peso risultava sempre inferiore a quello, in estrema sintesi, delle "compensazioni" sul territorio da parte delle grandi aziende, espresse sia in termini di milioni di euro, sia di fantomatiche promesse di migliaia di posti di lavoro. Possiamo attribuire la colpa ad una classe politica (e perdonatemi ma devo dire anche sindacale) che definirei eufemisticamente "poco lungimirante". E forse un po' anche alla nostra incapacità di coinvolgere la gente e di allargare la protesta, tanto da renderci interlocutori più credibili. Cosa però davvero impegnativa con i nostri mezzi.
A sostegno di queste battaglie, e fu un evento indimenticabile, venne anche Beppe Grillo, nella sede della Provincia di Rovigo e alla sera sulla Piazza di Porto Viro. Poi, nel dicembre del 2007, ci venne in soccorso anche Greenpeace, facendoci sperare che non tutto era perduto.

Da allora molte cose sono cambiate e il tempo trascorso sembra più che altro aver contribuito a rendere ancora più forti i nostri avversari, oltre che aver seminato nelle aree attrezzate del Parco, uno spaventoso senso di abbandono.

Quindi ripensandoci, sembra impossibile, ma le nostre piccole battaglie un po' deprimenti ed "inutili", erano invece utili, anzi utilissime: servivano perlomeno ad alimentare un dibattito politico sulla difesa del nostro e dell'altrui territorio.
Dibattito che a dire il vero ora sembra essersi inabissato o forse essere scomparso, ma che se riemerge può ancora essere ascoltato e spingere nella giusta direzione chi ha il potere di compiere scelte importanti.

12 settembre 2010

Questi nuclearisti le sparano proprio grosse


Ecco la risposta degli ambientalisti alle dichiarazioni di autorevoli esponeti della grande industria italiana dell'energia al recente convegno di Cernobbio:

Un pugno di pirati e di avventurieri del nucleare: ecco la sensazione che proviamo nel leggere gli articoli che parlano delle proposte pro nucleare al workshop Ambrosetti di Cernobbio. Questi bucanieri, con cognomi da imprenditori Enel e Edison e da politici di governo, stanno invadendo l’Italia sparando dalle acque di Cernobbio e perfino dalle montagne di Cortina.
Le loro armi? Bordate di bugie su giornali e Tv. Un esempio? “Risparmieremo almeno 4,5 mld sulla bolletta energetica”, mentre uno studio Usa recentissimo rivela che il nucleare è fuori mercato! Sentite cosa dice l’analista economico Usa John Blackburn della Duke University: “Il fotovoltaico ha raggiunto le alternative a basso costo rispetto al nucleare”.

E mentre il solare vede un crollo dei costi, il prezzo delle uniche due centrali in costruzione in Europa (Francia e Finlandia) è passato dai previsti 3 mld di euro (4 anni fa) agli attuali 5.3 mld: altro che risparmio! Queste cifre sono irrealistiche e fanno il paio con le affermazioni dello snob amministratore delegato Fulvio Conti che a Cortina accende il cannone annunciando “Per il programma nucleare servono 16-18 mld di euro” e non dice che pagheranno le famiglie italiane, rinunciando volentieri a pensioni, sanità e scuola.
E nessuno dice apertamente che l’uranio lo dovremo importare come il petrolio, con tutti i rischi che ciò comporterà in termini di sicurezza e di prezzo …
Un altro esempio? In Germania, dove non ci sono pirati, l’economia locale sta diventando la locomotiva d’Europa grazie alla creazione di 350mila posti di lavoro legati alle energie alternative a basso costo. Le piccole aziende di produzione e di installazione delle nuove energie a noi non serviranno: ci sarà Sua Maestà la Grande Centrale del nucleare “pulito” a darci elettricità e 1200 posti di lavoro a centrale (secondo lo studio Ambrosetti). Tanto a che servono quattro pazzi che si arrampicano sui tetti a piazzare qualche pannello fotovoltaico?
E poi da noi il sole non c’è mai …

E' facile capire lo scopo di questi predatori: razziare le tasche degli italiani, che da decenni pagano in ogni loro bolletta lo stoccaggio delle scorie radioattive, che a Saluggia (Piemonte) non sono mai state messe in sicurezza e già sono entrate - via fiume Po - nella catena alimentare degli italiani del nord (tranquilli, voi del sud: con Scanzano penseranno anche a voi). E chissenefrega della salute degli italiani! Del fatto che queste scorie dureranno un milione di anni e che l’agricoltura sarà devastata dai radionuclidi. Pensate: bollette che pagheremo sicuramente per tutta la nostra vita e quella dei nostri figli ...
A pensarci bene a questi pirati non mancano davvero le capacità imprenditoriali.

Comitato Antinucleare di Legnago e Basso Veronese
Rete Polesana dei Comitati per la Tutela della Salute e dell'Ambiente
Circolo Perla Blu – Legambiente Cologna Veneta
Legambiente Legnago
Circolo Mdf-Movimento Decrescita Felice di Verona
Git-Gruppo Iniziativa Territoriale Banca Etica di Verona
Movimento 5 Stelle Verona

05 settembre 2010

Video della Manifestazione antinucleare al Lido di Venezia

Pubblico rapidamente il video della bella e colorata manifestazione di ieri. Buona la partecipazione, non ci sono stati momenti di tensione, tutto è andato bene, lo vedrete con i vostri occhi.
Lungo la strada, mentre incrociavo gli sguardi della gente che ci osservava, la sensazione che ho avuto è che ci fosse simpatia per noi. Spero che altra gente sia pronta a scendere in piazza in futuro al nostro fianco, a sostegno delle nostre ragioni.

24 agosto 2010

Alla Mostra del cinema la Manifestazione No al nucleare -Sì alle energie rinnovabili


La Rete Veneta Contro il Nucleare (in costruzione a livello regionale, vedere i post precedenti) ha organizzato per il 4 settembre 2010 la importante Manifestazione al Lido di Venezia No al nucleare in Veneto - Sì alle energie rinnovabili.
Per dettagli e adesioni puoi vedere qui

23 agosto 2010

Uomini e donne - considerazioni


Sono sempre più convinta che ancora oggi molti uomini quando si trovano di fronte una donna la maggior parte delle volte la considerano: a.una infermiera; b. una seconda mamma; c. una bambola usa e getta. Ah dimenticavo! d. una segretaria (perchè precisa e puntuale).
Difficile che pensino ad un essere che non si metterà al loro servizio.

28 luglio 2010

Scuola superiore: meno ore, meno docenti?


In questi giorni di vacanza rischia di passare senza la dovuta evidenza, da parte degli organi della stampa, quanto consegue in base alle ordinanze del Tar Lazio sui ricorsi effettuati contro i decreti di ridefinizione dell'orario curricolare (tagli di ore) nelle classi degli istituti tecnici con vecchio ordinamento, dal secondo al quarto anno(Snals), e contro le circolari sulle iscrizioni e sugli organici, emessi da parte del Ministero in assenza di supporto normativo (!!!) (ricorso FLC).
Nel primo caso, come ho già descritto nel mio precedente post, il Tar ha ordinato di sospendere l'attuazione dei tagli "fino all'acquisizione e alla compiuta valutazione del parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione".
Nel secondo caso (avvio della riforma) il Tar del Lazio ha dichiarato i provvedimenti emessi illegittimi, senza sospenderli.
Le conseguenze di queste ordinanze possono essere determinanti sull'avvio del nuovo anno scolastico, il mantenimento o la perdita di cattedre, il numero delle classi e dei docenti.
A questo punto spetta al Ministro tenere nella dovuta considerazione il fatto di procedere con l'attuazione di provvedimenti dichiarati illegittimi o sospesi. E anche agli istituti scolastici.
Qui sotto un bell'articolo di Marina Boscaino da "Il Fatto Quotidiano" di ieri.

21 luglio 2010

Tar del Lazio: sospensione per i tagli delle ore negli istituti tecnici

Non si può far tutto ciò che si vuole.
Il detto vale per tutti e in questo caso vale per il Ministro dell'Istruzione che aveva decretato di tagliare indiscriminatamente le ore negli istituti tecnici, portandole a 32 per tutti, dalla classe seconda alla classe quarta. Ciò non era conseguente alla riforma Gelmini, che in ogni caso partirà per le classi prime da settembre, ma riguardava le classi successive, su cui continua a mantenersi il vecchio ordinamento. La ragione era essenzialmente di tipo economico ed appariva dapprima incredibile a molti e poi, una volta rassegnati, come un bellissimo pastrocchio.
Il tutto sembra essere avvenuto senza il coinvolgimento del CNPI (consiglio nazionale della pubblica istruzione) dal cui parere dipende, in base alla sentenza del Tar sul ricorso presentato dallo Snals, la sospensione.
Sospensione quindi e non si sa fino a quando. Sperando, almeno per il futuro, in un maggior coinvolgimento anche della classe insegnante, che opera direttamente sul campo.
Ma mai essere troppo ottimisti ...

10 luglio 2010

Giuliana Sgrena, l'Irak e le storie che non si raccontano più


La partecipazione di Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto, all'incontro dal titolo "Vittime di guerra in missione di pace" sul tema dell'informazione "Sparite- Sparate" al XXVII Festival dei Popoli del C.D.P., mi ha davvero colpito molto.
Bella la sua testimonianza di persona impegnata direttamente sul campo per informare correttamente dei fatti, evitando la censura di un potere che teme la narrazione della cruda realtà, e non vuole discussioni.
Come molte donne coraggiose del nostro tempo, Giuliana è piccola ed esile, come la sua voce, ma non si arrende ad una informazione "militarizzata", non solo nelle zone di guerra. Parla diretta, con chiarezza cristallina. Alcune donne lo sanno ancora fare; quasi mai lo sento più fare da nessuno. Non usa mezzi termini per raccontare anche della sua tremenda esperienza di vittima del rapimento in Irak, della morte dell'agente segreto Calipari, eventi su cui non è stato possibile fare completa chiarezza.
Inserendosi nel vivo del dibattito in corso, la Sgrena ha parlato anche dell'anomalia italiana e della difficoltà che il servizio pubblico riesca a garantire una informazione corretta.

Giuliana Sgrena, nonostante le difficoltà per la sua vicenda personale, è tornata in Irak, per vedere con i suoi occhi e raccontare la storia di un Paese di cui nessuno sembra più volersi occupare. Ciò che ha visto l'ha scritto in un nuovo libro dal titolo "IL RITORNO - dentro il nuovo Irak".
Non ci rimane che leggerlo ed attendere che Giuliana torni ancora in Polesine, per sentire un'altra storia (che nessuno ci racconta più).