Qui i video promessi nel precedente post:
parte 1:
Introduzione di Giulia Casellato, Rete dei comitati ambientali polesani
Intervento di Eddi Boschetti, presidente provinciale WWF Rovigo
parte 2:
In collegamento via Skype da Civitavecchia i medici per l'ambiente:
dott. Mauro Mocci
dott. Giovanni Ghirga
parte 3:
Intervento dell'avvocato Matteo Ceruti, legale delle associazioni e degli operatori economici che hanno ricorso al Consiglio di Stato
Riflessioni su temi di attualità dall'ambiente ai diritti, compresi i diritti degli altri animali.
scrivi a Lavocetta@gmail.com
28 maggio 2011
27 maggio 2011
Sentenza Consiglio di Stato contro progetto a carbone
Qui le motivazioni della sentenza con cui il Consiglio di Stato accoglie il ricorso delle associazioni ambientaliste e degli operatori economici del turismo e della pesca contro il parere di V.I.A. positivo del ministero dell'Ambiente al progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.
La sentenza di condanna confermata in Cassazione - processo Enel per inquinamento e danneggiamento
Visto che l'avvocato Matteo Ceruti ha raccomandato la lettura nelle scuole della sentenza del giudice Lorenzo Miazzi in primo grado contro Enel, per inquinamento e danneggiamento, confermata in Cassazione, perchè rappresenta una lettura della storia di una comunità inquinata nell'ambiente e nelle coscienze, la ripubblico in questo post.
Buona lettura
La sentenza
26 maggio 2011
Incontro dei ricorrenti al Consiglio di Stato "L'occasione della svolta"- breve resoconto della serata.
Ieri sera ad Adria l'incontro organizzato dalle associazioni ambientaliste WWF, Italia Nostra e Legambiente con i comitati locali, per la spiegazione delle motivazioni delle sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato riguardanti la centrale Enel dio Porto Tolle, era affollatissimo.
Presenti molte delle persone che da anni partecipano alle attività per la difesa del territorio e anche diversi politici locali, più sensibili alle tematiche ambientali.
Nella sua introduzione all'incontro Giulia Casellato ha a lungo spiegato le ragioni che hanno portato i ricorrenti al Consiglio di Stato ad incontrare i polesani.
L'intento era quello di provare a ristabilire un contatto fra le persone della comunità polesana, di riaprire un dialogo fra le parti che superasse le ideologie e andasse oltre la necessità impellente del mantenimento di un posto di lavoro che non può ergersi a ragione unica da sè sufficiente per imporsi su tutto e tutti, "in modo quasi disumano". Il tutto per la possibilità di ripensare un futuro diverso, in particolare per il Delta.
Credo che gli organizzatori siano riusciti a veicolare, almeno in parte, le ragioni forti che animano le loro azioni, andando spesso contro il proprio personale interesse in termini di tempo e di soldi. E spesso anche in termini di solitudine (nota mia personale).
Più volte negli interventi dei relatori è stata ribadita l'assenza di una politica più forte, capace di progettare lo sviluppo del territorio, senza dover cedere ai ricatti di potentati economici come Enel.
Eddi Boschetti, presidente provinciale del WWF, ha descritto le ragioni del ricorso al Consiglio di Stato contro il progetto di riconversione della centrale a carbone. E oltre alle critiche sulla scelta del combustibile, il carbone, quando Enel avrebbe tranquillamente potuto utilizzare il metano anche grazie al rigassificatore, ha sottolineato quanto gli aspetti logistici del progetto per l'alimentazione della centrale ed il trasporto del materiale di scarto rappresentino un forte motivo di contrasto, per la salvaguardia del territorio, anche rispetto alla normativa europea che riguarda le aree umide.
Grazie a Giorgio Crepaldi sono avventuti due collegamenti in diretta con i medici per l'ambiente che seguono da anni la vicenda della centrale di Civitavecchia: il dottor Mauro Mocci ed il pediatra dottor Giovanni Ghirga. Mocci ha spiegato come con pochi milioni di Euro distribuiti ai comuni Enel abbia rotto il fronte dei sindaci inizialmente contrari al progetto carbone. La zona della centrale a carbone di Civitavecchia starebbe diventando sempre più degradata, un po' alla volta sede di tutto ciò che nessuno vorrebbe vicino: ora si parla anche di una megadiscarica di rifiuti oltre al fatto che la centrale brucia in parte anche il CDR. Giovanni Ghirga invece si è soffermato sugli aspetti della tossicità legata all'uso del carbone come combustibile, in particolare per gli aspetti teratogeni.
Da ultimo l'avvocato dei ricorrenti Matteo Ceruti ha voluto prima di tutto rimarcare l'importanza di una sentenza che fa giustizia per le persone comuni: la legge è uguale per tutti. E ha voluto fare presente a chi con dichiarazioni a mezzo stampa sembra non saperlo che hanno diritto di ricorrere contro i provvedimenti presi dai più alti livelli delle istituzioni tutti i cittadini: l'Italia è uno Stato di diritto.
Successivamente è entrato nel dettaglio delle sentenze contro Enel. La prima in Cassazione, processo contro Enel per inquinamento ambientale e gettito di materiale pericoloso, che ha confermato la sentenza in primo grado del giudice Miazzi. Raccomandandone la lettura nelle scuole, Ceruti ha letto qualcuno dei passaggi in cui il giudice riflette sulla quasi totale assenza dell'attività di controllo e sulla debolezza delle Istituzioni e della politica locale contro Enel.
Riguardo il ricorso al Consiglio di Stato contro la conversione a carbone, l'avvocato ha spiegato come due siano le principali ragioni accolte: la prima è che il confronto del carbone con altri combustibili di pari o minor impatto ambientale rispetto al metano non reggerebbe secondo la documentazione disposta dagli organismi competenti; la seconda delle ragioni accolte sarebbe relativa al Principio di precauzione, rispetto alla emissione di certi inquinanti che, come dichiarato da Enel nel progetto, supererebbero i parametri indicati dalla normativa europea.
Molti gli interventi successivi dal pubblico di politici e ambientalisti presenti. L'incontro si è concluso in tarda serata.
A detta degli organizzatori questa rappresenterebbe solo la prima tappa. In futuro ci saranno altri incontri. Il prossimo forse con i sindacati.
(Presto on line il filmato)
Aggiornamento del 28 maggio: ecco i video caricati qui.
Aggiornamento del 28 maggio: ecco i video caricati qui.
23 maggio 2011
Voci dei ricorrenti al Consiglio di Stato contro riconversione a carbone 3
Vista la difficoltà della stampa locale di dare spazio alle voci controcorrente rispetto alla riconversione a carbone, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato emessa il 17 maggio scorso che annulla la VIA ministeriale, nel tentativo di consentire anche alle voci fuori dal coro di raggiungere tutti, pubblico sul mio blog i comunicati originali, inviati alla stampa ma purtroppo in certi casi mai visti.
Vi chiedo di fare altrettanto dai vostri blog o su Facebook.DICHIARAZIONE DEI RICORRENTI SULLA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A ROMA DAVANTI AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO L’ANNULLAMENTO DEL PROGETTO CARBONE DELLA CENTRALE DI PORTO TOLLE.
Una manifestazione davanti al Consiglio di Stato costituisce espressione di una pericolosa concezione giacobina della giustizia, che si esprime nella piazza e non nelle aule giudiziarie, antitetica ad uno stato di diritto in cui una Magistratura indipendente deve assicurare il rispetto della legge e non la volontà popolare.
Senza contare che la volontà dei polesani non si misura in qualche pullman di lavoratori della centrale, a cui va il nostro rispetto, ma che non sono l'espressione di una comunità locale: se si vuol conoscere la volontà del Polesine sull'alimentazione a carbone della centrale di Porto Tolle, perché non organizzare una consultazione referendaria?
Ma l'organizzazione di questa manifestazione davanti ai balconi del Consiglio di Stato è qualcosa di più di un atto di scorrettezza istituzionale.
Infatti sono gravi i tempi delicatissimi in cui essa avviene, ossia nel momento in cui è noto il solo dispositivo della sentenza (di accoglimento del ricorso), ma si è in attesa del deposito della motivazione, dal cui contenuto dipende se vi saranno o meno spazi per una nuova approvazione del progetto di trasformazione a carbone, attualmente bocciato.
Siamo dunque in presenza dell'obiettivo tentativo di condizionare i contenuti della decisione dei Giudici. Tentativo che verrà senz'altro respinto dai Magistrati del Consiglio di Stato, ma che rimane un atto assai grave, e non solo sul piano istituzionale.
Non è chiaro se gli organizzatori e i sostenitori di questa manifestazione, tra cui rappresentanti delle istituzioni politiche, sindacali ed ecclesiali, siano o meno consapevoli degli effetti che la stessa rischia di produrre.
Agenzie turistiche, Consorzio Operatori Balneari, Villaggi Turistici di Rosolina Mare e Albarella, Consorzio Pescatori DeltaNord, Associazioni ambientaliste e comitato cittadini liberi-Porto Tolle.
Voci dei ricorrenti al Consiglio di Stato contro riconversione a carbone 2: Operatori turistici e balneari
Vista la difficoltà della stampa locale di dare spazio alle voci controcorrente rispetto alla riconversione a carbone, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato emessa il 17 maggio scorso che annulla la VIA ministeriale, nel tentativo di consentire anche alle voci fuori dal coro di raggiungere tutti, pubblico sul mio blog i comunicati originali, inviati alla stampa ma purtroppo in certi casi mai visti.
Vi chiedo di fare altrettanto dai vostri blog o su Facebook.Gli operatori turistici e balneari di Rosolina mare e Albarella:
Rosolina Mare 21.05.2011
I sottoscritti operatori turistici e balneari del Delta del Po non condividono il movimento di opinione contrario alla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.
L’interesse del Polesine non è a favore dell’alimentazione a carbone dell’impianto; anzi, l’azione intrapresa al Consiglio di Stato va proprio nella direzione di tutelare la comunità locale e le attività economiche più importanti e durature, in sintonia con la vocazione turistica e naturale del Delta del Po.
Il settore turistico, in particolar modo a Rosolina Mare e Albarella, assicura oltre 5.000 posti di lavoro tra attività diretta e indotto, per un totale nel 2010 di circa 1.800.000 presenze, mentre il volume d’affari complessivo supera ampiamente i 100 milioni di euro.
La realizzazione del progetto a carbone avrebbe un impatto devastante su queste attività economiche e quindi sulla occupazione che queste assicurano.
Confidiamo che le Istituzioni e le organizzazioni di categoria e sindacali del settore si facciano portavoce delle nostre rivendicazioni.
Trasformare a gas metano l’impianto assicurerebbe altrettanti occupati ed altrettanti appalti del progetto carbone, senza arrecare i gravissimi danni di quest’ultimo.
Non siamo contrari alla centrale di Porto Tolle, ma ad un’alimentazione assolutamente incompatibile con la nostra economia e con il nostro territorio.
In rappresentanza del Consorzio Operatori Balneari, villaggi Rosolina mare e Albarella e agenzie immobiliari turistiche:
FERDINANDO FERRO
RENZO GHEZZO
FEDERICO AVANZI
RENZO GHEZZO
FEDERICO AVANZI
Voci dei ricorrenti al Consiglio di Stato contro riconversione a carbone 1: Giorgio Crepaldi del Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle
Vista la difficoltà della stampa locale di dare spazio alle voci controcorrente rispetto alla riconversione a carbone, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato emessa il 17 maggio scorso che annulla la VIA ministeriale, nel tentativo di consentire anche alle voci fuori dal coro di raggiungere tutti, pubblico sul mio blog i comunicati originali, inviati alla stampa ma purtroppo in certi casi mai visti.
Vi chiedo di fare altrettanto dai vostri blog o su Facebook.
E’ una vera e propria rivoluzione degli onesti, quella che negli ultimi mesi sta avvenendo a Porto Tolle, tutti davano per scontato che Enel fosse imbattibile, mentre, con la calma, la costanza e la determinazione di chi è consapevole di essere dalla parte della verità e soprattutto con grande senso di rispetto per la giustizia, abbiamo inflitto al colosso energetico pesantissime sconfitte: condanna della Suprema Corte di Cassazione per i danni cagionati nel passato alla popolazione residente e al territorio del Delta (con il funzionamento ad olio) e, ancor più importante, la recente bocciatura del progetto carbone per opera del tribunale del Consiglio di Stato.
La soddisfazione del comitato è enorme perché siamo riusciti nell’intento di smascherare le false teorie create attorno al carbone, sempre avallate dagli amministratori locali e da quanti, senza cognizione di causa (sindacati in primis), si sono schierati a favore di una proposta semplicemente scandalosa di portare il più inquinante dei combustibili esistenti all’interno di un ambiente unico com’è appunto il Delta del Po. Non sarà facile dimenticare, ma non vogliamo portar rancore anche se l’offesa subita nell’assistere alla rinuncia della costituzione di parte civile, di tutte le amministrazioni pubbliche venete coinvolte nel processo penale, è stato un’inequivocabile voltafaccia, messo in atto per condizionare a nostro sfavore la battaglia legale che ci ha visti impegnati per quasi un decennio a tutela della salute, delle proprietà e della nostra stessa dignità.
Eppure, dopo tutto, siamo ancora disposti ad accettare l’ingombrante presenza di Enel a pochi passi da casa nostra, a patti che essa cambi totalmente il modo di rapportarsi con il territorio, abbiamo delle sacrosante richieste alle quali non intendiamo rinunciare, si finisca una volta per tutte di offrire copertura e alibi a chi sta condizionando la nostra esistenza a scapito della qualità della vita, dal 2006 la centrale è spenta e non rappresenta più un pericolo, ogni raffronto con il passato è fuori luogo, alle promesse di Enel non crediamo più, è inaffidabile, inadempiente, oltre che disonesta ed arrogante, l’unica possibilità di riconquistare la fiducia della gente è quella di proporre un piano di investimento compatibile con le attività economiche esistenti e l’ambiente in cui l’impianto è inserito, per questo ci par ovvio che si debba assolutamente prendere in esame l’utilizzo del gas-metano, nel rispetto della legalità, come impone l’art. 30 della L.R. n. 36 del 1997. Grazie a quanti ci hanno dato la possibilità di portare avanti questa difficile e pacifica rivoluzione: i legali, la Magistratura, gli operatori turistici, i pescatori, il comune di Rosolina, ma soprattutto la coraggiosa gente comune.
Giorgio Crepaldi (Comitato cittadini liberi, Porto Tolle)
La soddisfazione del comitato è enorme perché siamo riusciti nell’intento di smascherare le false teorie create attorno al carbone, sempre avallate dagli amministratori locali e da quanti, senza cognizione di causa (sindacati in primis), si sono schierati a favore di una proposta semplicemente scandalosa di portare il più inquinante dei combustibili esistenti all’interno di un ambiente unico com’è appunto il Delta del Po. Non sarà facile dimenticare, ma non vogliamo portar rancore anche se l’offesa subita nell’assistere alla rinuncia della costituzione di parte civile, di tutte le amministrazioni pubbliche venete coinvolte nel processo penale, è stato un’inequivocabile voltafaccia, messo in atto per condizionare a nostro sfavore la battaglia legale che ci ha visti impegnati per quasi un decennio a tutela della salute, delle proprietà e della nostra stessa dignità.
Eppure, dopo tutto, siamo ancora disposti ad accettare l’ingombrante presenza di Enel a pochi passi da casa nostra, a patti che essa cambi totalmente il modo di rapportarsi con il territorio, abbiamo delle sacrosante richieste alle quali non intendiamo rinunciare, si finisca una volta per tutte di offrire copertura e alibi a chi sta condizionando la nostra esistenza a scapito della qualità della vita, dal 2006 la centrale è spenta e non rappresenta più un pericolo, ogni raffronto con il passato è fuori luogo, alle promesse di Enel non crediamo più, è inaffidabile, inadempiente, oltre che disonesta ed arrogante, l’unica possibilità di riconquistare la fiducia della gente è quella di proporre un piano di investimento compatibile con le attività economiche esistenti e l’ambiente in cui l’impianto è inserito, per questo ci par ovvio che si debba assolutamente prendere in esame l’utilizzo del gas-metano, nel rispetto della legalità, come impone l’art. 30 della L.R. n. 36 del 1997. Grazie a quanti ci hanno dato la possibilità di portare avanti questa difficile e pacifica rivoluzione: i legali, la Magistratura, gli operatori turistici, i pescatori, il comune di Rosolina, ma soprattutto la coraggiosa gente comune.
Giorgio Crepaldi (Comitato cittadini liberi, Porto Tolle)
22 maggio 2011
Sentenza Consiglio di Stato - Voci fuori dal coro 2: operatori turistici del Delta
LA VOCE DEGLI OPERATORI TURISTICI E BANEARI DEL DELTA
da Il Gazzettino
da Il Gazzettino
Domenica 22 Maggio 2011, PORTO TOLLE - «Una manifestazione davanti al Consiglio di Stato costituisce espressione di una pericolosa concezione giacobina della giustizia, che si esprime nella piazza e non nelle aule giudiziarie, antitetica ad uno stato di diritto in cui una Magistratura indipendente deve assicurare il rispetto della legge e non la volontà popolare.» Netto, il giudizio delle associazioni "ricorrenti", sulla manifestazione di domani.
Ferdinando Ferro, Renzo Ghezzo e Federico Avanzi, operatori turistici e balneari del Delta, sostengono che «il settore turistico, in particolar modo a Rosolina Mare e Albarella, assicura oltre 5.000 posti di lavoro tra attività diretta e indotto, per un totale nel 2010 di circa 1.800.000 presenze, mentre il volume d’affari complessivo supera ampiamente i 100 milioni di euro. La realizzazione del progetto a carbone avrebbe un impatto devastante su queste attività economiche e quindi sulla occupazione che queste assicurano. Trasformare a gas metano l’impianto assicurerebbe altrettanti occupati ed altrettanti appalti del progetto carbone, senza arrecare i gravissimi danni di quest’ultimo.»
Plaude alla sentenza del Consiglio di Stato anche Legambiente Delta del Po: «Non è vero che è una minoranza a rifiutare il carbone. Stando alle dichiarazioni, 6 sindaci su 7 sono contrari alla centrale o a fare del Delta un polo energetico.»
21 maggio 2011
Enel, Sentenza Consiglio di Stato: Voci fuori dal coro
Incollo qui sotto il comunicato condiviso con Sel Rovigo
Rovigo, 20 maggio 2011
Sinistra ecologia libertà di Rovigo accetta con rispetto la sentenza del Consiglio di Stato (17 maggio 2011) che di fatto annulla la possibilità di partire con i lavori per la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. E rimane in attesa di conoscerne le motivazioni, da cui si potranno sviluppare concretamente nuove proposte.
Da parte sua ritiene che sia stata sbagliata fin dall’inizio la proposta di riconvertire a carbone quell’impianto, rispondendo a logiche esclusivamente aziendali di massimo profitto con il minimo della spesa. Il territorio è un bene di tutti e non va messo in vendita, o in svendita, come purtroppo in questo caso ci sembra sia accaduto.
Sinistra ecologia libertà ringrazia tutti i soggetti che, spesso in minoranza soprattutto per la capacità di dispiegamento dei mezzi di propaganda mediatica, si sono spesi per difendere diritti non di pochi, ma di tutti. Il progetto anche dal nostro punto di vista avrebbe arrecato danni all’ambiente ed inoltre profonde ed irrimediabili trasformazioni del territorio, già ampiamente compromesso per l’attività della centrale, come testimoniato dalla recente sentenza (gennaio 2011) della Corte di Cassazione di Roma contro i vertici di Enel.
Non per questo, sia chiaro, sottovalutiamo le conseguenze sul piano occupazionale e dell’indotto. Il problema del lavoro è al centro della nostra attenzione e preoccupazione.
In questo senso riteniamo che, purtroppo, troppo tempo sia stato sprecato nell’accettare supinamente un progetto, spiace dirlo, praticamente imposto da Enel e non si sia invece discusso in concreto di alternative possibili più rispettose delle leggi, della presenza del Parco e compatibili con uno sviluppo rispettoso del territorio.
Una di queste sarebbe per noi la riconversione a metano. E ci fa specie che nessuno di coloro che oggi si scandalizzano per la sentenza emessa in questi giorni dal Consiglio di Stato, si sia preoccupato di premere con forza e su tutti fronti possibili perchè Enel riconvertisse la centrale a gas metano, essendo inoltre stato costruito a pochi kilometri un enorme rigassificatore.
Noi riteniamo che non sia saggio, come sta accadendo, voler far prevalere i diritti dei lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle contro quelli degli ambientalisti e degli operatori dei settori economici che pongono a valore la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
Il problema riguarda tutti, la politica non può essere marginale. E’ ora di unire le forze e di mettersi intorno ad un tavolo, convocando tutte le categorie sociali ed economiche per trovare insieme soluzioni alternative, più rispettose dei diritti dei cittadini e delle diverse categorie dei lavoratori che operano sul territorio.
L'unica soluzione praticabile a questo punto è a nostro parere di riaprire una trattativa che ponga al centro della discussione la riconversione della centrale a metano.
Per SEL Rovigo
Maria Luisa Rizzato
20 maggio 2011
18 maggio 2011
Stop centrale a carbone. Rassegna stampa
In questo articolo dettagliato ci sono anche le dichiarazioni di Giorgio Crepaldi dopo la sentenza del Consiglio di Stato che di fatto annulla il decreto del ministero dell'ambiente con cui dava parere positivo al progetto di riconversione a carbone.
In quello riportato sotto invece ci sono le dichiarazioni degli industriali e, qualcuna davvero singolare, dei sindacati.In fondo eddi Boschetti per il WWF.
STOP ALLA CENTRALE, 2,5 MILIARDI IN FUMO
Dal Gazzettino del 18 maggio 2011
Paolo Ponzetti
Si allontana, forse in maniera definitiva, la conversione a carbone della Centrale Enel di Polesine Camerini e con essa un investimento da circa 2,5 miliardi di euro e oltre 3.000 posti di lavoro per i 5 anni necessari a costruire l’impianto. Oltre, secondo l’azienda, anche la realizzazione del primo impianto in Europa di cattura e sequestro dell’anidride carbonica su scala industriale, sostenuto dall’Unione Europea con un innovativo impianto avrebbe attivato ulteriori investimenti per 1 miliardo di euro e diverse centinaia di nuovi posti di lavoro che, uniti a quelli della centrale, comportano la perdita di 1000 posti di lavoro permanenti. A questi si deve aggiungere anche la mega sponsorizzazione della Rugby Rovigo che faceva parte del pacchetto.
Tutto ciò perchè ieri il Consiglio di Stato ha depositato la sentenza dell’udienza del 10 maggio ritenendo illegittimo il decreto con cui il 29 luglio 2009 il ministero dell'Ambiente diede parere positivo sulla compatibilità ambientale al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle.
Visibilmente soddisfatti i promotori del ricorso: Comitato cittadini liberi di Porto Tolle, Assagaime (Associazione tra agenzie d’affari in mediazioni turistiche di viaggi) di Rosolina, Consorzio operatori balneari di Rosolina, Consorzio pescatori Delta Nord di Rosolina uniti con Greenpeace, Wwf e Italia Nostra, tutti rappresentati dall’avvocato rodigino Matteo Ceruti.
La sentenza del Consiglio di Stato, di cui si attendono le motivazioni tra alcuni mesi, ribalta l'esito del verdetto del Tar del Lazio, che il 6 giugno respinse il ricorso delle associazioni ambientaliste e degli operatori del turismo rosolinesi.
Paladino è sempre stato Giorgio Crepaldi, 48 anni, di Polesine Camerini che guida il Comitato cittadini liberi. «Già nell’udienza di martedì scorso a Roma avevamo avuto delle sensazioni positive, l’avvocato Ceruti aveva messo in visibile difficoltà i legali dell’Enel. Tra i 27 motivi del ricorso i giudici hanno chiesto di approfondire gli aspetti ambientali relativi alla Legge sul Parco e la comparazione tra conversione a metano e a carbone. Il vedere annullato il decreto Via che rende nullo quello successivo del Ministero per lo sviluppo economucio è una grande vittoria. Non ci sembra vero. Siamo euforici. È la conferma che la nostra battaglia e fondata alla faccia dell’assurdità di sentire chiamare pulito il carbone. Sono contento per tutta le gente di Porto Tolle che ci sostiene, che ha paura di esprimersi in pubblico, ma ci incoraggia continuamente invitandoci a non mollare. Spero che questo contribuisca a scuotere gli amministratori locali affinchè capiscano che non bisogna essere supini con Enel senza mai mettere in discussione alcunchè. La gente e il territorio non meritano simile trattamento. Siamo consapevoli che non è finita qui, Enel avrà altre cartucce da sparare, ma non possono continuare a ignorare la gente, la pesca, l’agricoltura e il turismo. Infine un plauso all’avvocato Ceruti, anche al Consiglio di Stato è stato formidabile».
In quello riportato sotto invece ci sono le dichiarazioni degli industriali e, qualcuna davvero singolare, dei sindacati.In fondo eddi Boschetti per il WWF.
STOP ALLA CENTRALE, 2,5 MILIARDI IN FUMO
Dal Gazzettino del 18 maggio 2011
Paolo Ponzetti
Si allontana, forse in maniera definitiva, la conversione a carbone della Centrale Enel di Polesine Camerini e con essa un investimento da circa 2,5 miliardi di euro e oltre 3.000 posti di lavoro per i 5 anni necessari a costruire l’impianto. Oltre, secondo l’azienda, anche la realizzazione del primo impianto in Europa di cattura e sequestro dell’anidride carbonica su scala industriale, sostenuto dall’Unione Europea con un innovativo impianto avrebbe attivato ulteriori investimenti per 1 miliardo di euro e diverse centinaia di nuovi posti di lavoro che, uniti a quelli della centrale, comportano la perdita di 1000 posti di lavoro permanenti. A questi si deve aggiungere anche la mega sponsorizzazione della Rugby Rovigo che faceva parte del pacchetto.
Tutto ciò perchè ieri il Consiglio di Stato ha depositato la sentenza dell’udienza del 10 maggio ritenendo illegittimo il decreto con cui il 29 luglio 2009 il ministero dell'Ambiente diede parere positivo sulla compatibilità ambientale al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle.
Visibilmente soddisfatti i promotori del ricorso: Comitato cittadini liberi di Porto Tolle, Assagaime (Associazione tra agenzie d’affari in mediazioni turistiche di viaggi) di Rosolina, Consorzio operatori balneari di Rosolina, Consorzio pescatori Delta Nord di Rosolina uniti con Greenpeace, Wwf e Italia Nostra, tutti rappresentati dall’avvocato rodigino Matteo Ceruti.
La sentenza del Consiglio di Stato, di cui si attendono le motivazioni tra alcuni mesi, ribalta l'esito del verdetto del Tar del Lazio, che il 6 giugno respinse il ricorso delle associazioni ambientaliste e degli operatori del turismo rosolinesi.
Paladino è sempre stato Giorgio Crepaldi, 48 anni, di Polesine Camerini che guida il Comitato cittadini liberi. «Già nell’udienza di martedì scorso a Roma avevamo avuto delle sensazioni positive, l’avvocato Ceruti aveva messo in visibile difficoltà i legali dell’Enel. Tra i 27 motivi del ricorso i giudici hanno chiesto di approfondire gli aspetti ambientali relativi alla Legge sul Parco e la comparazione tra conversione a metano e a carbone. Il vedere annullato il decreto Via che rende nullo quello successivo del Ministero per lo sviluppo economucio è una grande vittoria. Non ci sembra vero. Siamo euforici. È la conferma che la nostra battaglia e fondata alla faccia dell’assurdità di sentire chiamare pulito il carbone. Sono contento per tutta le gente di Porto Tolle che ci sostiene, che ha paura di esprimersi in pubblico, ma ci incoraggia continuamente invitandoci a non mollare. Spero che questo contribuisca a scuotere gli amministratori locali affinchè capiscano che non bisogna essere supini con Enel senza mai mettere in discussione alcunchè. La gente e il territorio non meritano simile trattamento. Siamo consapevoli che non è finita qui, Enel avrà altre cartucce da sparare, ma non possono continuare a ignorare la gente, la pesca, l’agricoltura e il turismo. Infine un plauso all’avvocato Ceruti, anche al Consiglio di Stato è stato formidabile».
Protagonisti del ricorso sono stati anche gli operatori economici di Rosolina Mare. Ecco Ferdinando Ferro, presidente del Cob, il Consorzio operatori balneari che raggruppa 13 dei 14 esistenti sul lido. «Non possiamo che essere molto soddisfatti, perchè siamo convinti che difendere l’ambiente significa difendere la nostra salute e il lavoro. Da circa 3 anni siamo in prima linea ed entro il 2011 contiamo di ottenere la certificazione ambientale Emas».
Pragmatico il commento dell’assessore regionale Maria Luisa Coppola: «È una notizia clamorosa sulla quale bisogna riflettere. Attendiamo di leggere le motivazione di una sentenza che di fatto blocca un percorso ormai avviato con ricadute economiche sul territorio».
Soddisfatto della sentenza Lorenzo Feltrin, portavoce della Federazione della sinistra: «Siamo molto contenti, ma anche rammaricati perchè per discutere di questi fantomatici investimenti si sono persi anni utili per costruire un’alternativa economica di sviluppo nel Delta. Auspico che politici, imprenditori e sindacalisti aprano gli occhi e finalmente si punti a valorizzare l’esistente e a sviluppare diverse opportunità produttive».
Pragmatico il commento dell’assessore regionale Maria Luisa Coppola: «È una notizia clamorosa sulla quale bisogna riflettere. Attendiamo di leggere le motivazione di una sentenza che di fatto blocca un percorso ormai avviato con ricadute economiche sul territorio».
Soddisfatto della sentenza Lorenzo Feltrin, portavoce della Federazione della sinistra: «Siamo molto contenti, ma anche rammaricati perchè per discutere di questi fantomatici investimenti si sono persi anni utili per costruire un’alternativa economica di sviluppo nel Delta. Auspico che politici, imprenditori e sindacalisti aprano gli occhi e finalmente si punti a valorizzare l’esistente e a sviluppare diverse opportunità produttive».
LE REAZIONI
INDUSTRIALI: ORA CAMBIA IL MODELLO DI SVILUPPO
SINDACATO: POSTI A RISCHIO
PORTO TOLLE - Nel Portotollese la notizia arriva come una doccia fredda: a farsi sentire è subito il fronte dei lavoratori. «Gli amministratori locali, a parte quelli mandati a casa lunedì a Rosolina - spiega il loro portavoce Maurizio Ferro - hanno ribadito più volte il loro consenso in Conferenza dei servizi e nei Tavoli di lavoro, in modo unanime. Ritorna, purtroppo, una minoranza di comitati e associazioni, che non superano qualche decina di iscritti, a dettare i tempi di un'opera necessaria al Paese. Così è l'Italia intera che ci perde a vedere allontanarsi, di nuovo, la riconversione a carbone pulito della centrale di Porto Tolle».
In sintonia, seppure più pacato il commento di Unindustria Rovigo: «Ho sempre sostenuto - ha detto il presidente Gian Michele Gambato - che la centrale di Polesine Camerini è un grosso investimento industriale. Questa è una notizia che ci preoccupa. L'impatto industriale avrebbe portato per la fase di cantiere un livello occupazione interessante e uno stabile per la fase successiva. Questo slittamento temporale ci costringe a fare delle valutazioni più attente soprattutto sul modello di questo territorio sia per l'aspetto occupazione che per quello relativo alle professionalità».
Amareggiati anche i sindacati: «Questo provvedimento - sostiene Valeria Cittadin, segretario provinciale Cisl - va contro imprese e cittadini, va contro il lavoro in senso lato. Non solo per cittadini, imprese e lavoratori polesani, ma per l'intero Paese. Trovo antidemocratico che delle minoranze con un ricorso possano mettere in difficoltà le sorti economiche di un territorio».
«La sentenza - dichiara Giampietro Gregnanin segretario generale Uil Rovigo - è un fulmine a ciel sereno, poiché proprio qualche giorno fa l’Enel al tavolo provinciale aveva espresso ottimismo in merito. È evidente che ciò rende precarie le aspettative di rilancio economico occupazionale del Delta che tanto contava sulla partenza entro fine anno dei lavori».
Il segretario della Cgil di Rovigo Fulvio Dal Zio: «È un fatto grave che al momento blocca un investimento che per il territorio era significativo sia nella fase cantieristica che per il futuro. Voglio considerare questo solo una battuta d'arresto».
Non nasconde la soddisfazione, anche se aspetta di leggere i contenuti della sentenza, Eddy Boschetti, referente locale di Wwf Italia. «Non siamo contrari allo sviluppo, ma abbiamo contestato sin dall'inizio questo progetto perchè incompatibile con l'ambiente nel quale si vuole realizzare. L'ideale sarebbe stata la metanizzazione, in linea con le direttive comunitarie e la legge istitutiva del Parco, invece, si è perseguito il mero interesse di Enel. Non bisogna considerare solo quel che potrebbe uscire dal camino, ma tutto l'insieme delle opere e interventi connessi, come il transito delle navi carbonifere e lo smaltimento di altri materiali dall'impianto. Certo, non finisce qui, ma oggi si è fissato un importante paletto nella storia di questa battaglia». E cosa diciamo ai lavoratori in trepidante attesa? «Che si può ancora lavorare al progetto, trovare delle soluzioni a minore impatto e che si possono trovare altre alternative di sviluppo compatibile con la salute dei cittadini e dell'ambiente».
E.L.T./L.I.
In sintonia, seppure più pacato il commento di Unindustria Rovigo: «Ho sempre sostenuto - ha detto il presidente Gian Michele Gambato - che la centrale di Polesine Camerini è un grosso investimento industriale. Questa è una notizia che ci preoccupa. L'impatto industriale avrebbe portato per la fase di cantiere un livello occupazione interessante e uno stabile per la fase successiva. Questo slittamento temporale ci costringe a fare delle valutazioni più attente soprattutto sul modello di questo territorio sia per l'aspetto occupazione che per quello relativo alle professionalità».
Amareggiati anche i sindacati: «Questo provvedimento - sostiene Valeria Cittadin, segretario provinciale Cisl - va contro imprese e cittadini, va contro il lavoro in senso lato. Non solo per cittadini, imprese e lavoratori polesani, ma per l'intero Paese. Trovo antidemocratico che delle minoranze con un ricorso possano mettere in difficoltà le sorti economiche di un territorio».
«La sentenza - dichiara Giampietro Gregnanin segretario generale Uil Rovigo - è un fulmine a ciel sereno, poiché proprio qualche giorno fa l’Enel al tavolo provinciale aveva espresso ottimismo in merito. È evidente che ciò rende precarie le aspettative di rilancio economico occupazionale del Delta che tanto contava sulla partenza entro fine anno dei lavori».
Il segretario della Cgil di Rovigo Fulvio Dal Zio: «È un fatto grave che al momento blocca un investimento che per il territorio era significativo sia nella fase cantieristica che per il futuro. Voglio considerare questo solo una battuta d'arresto».
Non nasconde la soddisfazione, anche se aspetta di leggere i contenuti della sentenza, Eddy Boschetti, referente locale di Wwf Italia. «Non siamo contrari allo sviluppo, ma abbiamo contestato sin dall'inizio questo progetto perchè incompatibile con l'ambiente nel quale si vuole realizzare. L'ideale sarebbe stata la metanizzazione, in linea con le direttive comunitarie e la legge istitutiva del Parco, invece, si è perseguito il mero interesse di Enel. Non bisogna considerare solo quel che potrebbe uscire dal camino, ma tutto l'insieme delle opere e interventi connessi, come il transito delle navi carbonifere e lo smaltimento di altri materiali dall'impianto. Certo, non finisce qui, ma oggi si è fissato un importante paletto nella storia di questa battaglia». E cosa diciamo ai lavoratori in trepidante attesa? «Che si può ancora lavorare al progetto, trovare delle soluzioni a minore impatto e che si possono trovare altre alternative di sviluppo compatibile con la salute dei cittadini e dell'ambiente».
E.L.T./L.I.
Sentenza Consiglio di Stato contro carbone Porto Tolle
Verso sera una notizia che, anche oltre i superamento al primo turno della Moratti da parte di Pisapia, mi riempie il cuore di gioia:
il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste e degli operatori turistici e balneari nonchè delle associazioni dei pescatori del Delta contro il decreto di VIA alla riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini. (!!!)
Il Consiglio di Stato è l'ultimo grado di giudizio. Quindi la centrale non potrà essere costruita (legalmente).
Qualcuno, minimizzando, afferma di essere convinto che Enel non abbia mai voluto in realtà riconvertire a carbone.
Io non lo credo.
Brindo a Giorgio Crepaldi, alle associazioni ambientaliste, ai comitati di cittadini, alle associazioni della pesca e del turismo, a Matteo Ceruti e a tutti gli avvocati che hanno portato avanti questa causa con determinazione.
A tutti un grandissimo grazie da parte mia dal profondo del cuore.
E come me, sono sicura, da parte di tutte quelle persone che - senza avere nulla da guadagnare a costruire oppure no la centrale - hanno scelto di opporsi in modo civile ad un simile mostro, o hanno semplicemente desiderato farlo.
Forse anche Enel era contraria, in fondo in fondo.
Non ci credo, ma mi piace pensarlo.
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