26 maggio 2009

Inaugurata la mostra fotografica "Villadose: una storia lungo l'Adigetto. Raccontata da Giocondo Penolazzi

E' stata inaugurata domenica scorsa la mostra fotografica "Villadose, una storia lungo l'Adigetto", dedicata all'autore Giocondo Penolazzi, che da più di cinquant'anni immortala il paese, nato e cresciuto lungo l'Adigetto, nei suoi angoli, persone, cose e tradizioni.
In questo senso Giocondo Penolazzi, che ha sempre partecipato attivamente alla vita del paese, per il lavoro svolto e per la sua attività nello scautismo locale, rapprensenta ormai la memoria storica di Villadose.
Molti scatti dimenticati erano rimasti da sviluppare nei rullini "perchè a quei tempi non sempre c'era la possibilità di farlo". Grazie all'impegno di Gabriella Destro e di Carla Cecchetto è stato possibile acquisire queste fotografie e digitalizzarle, per costruire quello che ormai tutti chiamano l'Archivio Penolazzi che diventerà perciò un patrimonio della comunità villadosana.

Le foto ci mostrano i luoghi più noti della nostra vita quotidiana e vengono messe a confronto con gli stessi luoghi di trenta, quaranta cinquant'anni fa.
L'aspetto del paese è molto cambiato, come del resto è cambiata la nostra vita.I rapidi cambiamenti hanno talvolta stravolto la fisionomia delle nostre strade; in certi casi opere preziose sono andate perdute.

Purtroppo anche ai nostri giorni sono in corso lavori che faranno cambiare usi e costumi dei luoghi: un esempio per tutti sono le storiche scuole elementari che saranno presto abbattute per fare posto a nuovi edifici. Forse semplici abitazioni.
Quel che rimane della nostra piccola storia andrebbe salvato. Non so se amministratori illuminati saranno in grado di farlo.
In attesa che ciò possa accadere rimangono comunque le fotografie di Giocondo.
Almeno per sapere quel che abbiamo perduto.

"Una fotografia raramente stimola il nostro pensiero per quel passato che a volte essa propone come opportunità della conoscenza. In questi rari casi la fotografia diventa uno stimolo di confronto tra allora ed ora [... ]
Poche volte però suscita in noi il senso di appartenenza a quel passato: a quelle rive di un fiume, come quelle che vediamo rappresentate, con le case che sorgono lungo le strade che lo fiancheggiano. La campagna si stende giù dalle strade tutta intorno.
Il fiume e la campagna diventano così i due elementi da cui la gente trae il proprio sostentamento che media dalla natura attraverso l'acqua e la terra con la fatica che nel suono delle campane trova la propria elevazione. [...]

Il confronto pertanto non deve indurci ad un rimpianto del passato o ad una esaltazione del presente, ma piuttosto ad una riflessione sulla storia degli ultimi anni di questo paese e sull'importanza del recupero, per quanto ancora possibile, di un passato troppo spesso dimenticato e che è anche parte di noi".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha visto Report del 31 Maggio?
Collegandolo alla mostra e pensando ai nostri paesi e città che crescono continuamente vedo tante lacrime di coccodrillo.
Tanto spazio mangiato alla campagna, al paesaggio senza sistemare l'esistente.
Mah