11 marzo 2007

Porto Tolle sarà anche l'inceneritore della Provincia di Rovigo... che mancava!!!


Continuo in questo post i commenti alla delibera della Giunta veneta n. 150 del 30 gennaio 2007 che recepisce il parere positivo della Commissione VIA regionale (n. 149 del 17 .01.2007) sul progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.
Vorrei infatti mettere in risalto quanto si riporta a pagina 37 sulla possibilità di usare la ciminiera di Porto Tolle per bruciare il CDR (cioè le parti che rendono calore, come la carta e le plastiche non riciclate o non riciclabili dei nostri rifiuti urbani che non vengono seppellite nelle mie discariche di Villadose):
"Di interesse per la Regione ed in particolare per la Provincia di Rovigo è inoltre l'ipotesi di utilizzo di CDR, preferibilmente locale, di cui già oggi c'è ampia disponibilità e la cui compatibilità tecnica è stata già documentata con la sperimentazione compiuta nella centrale Enel di Fusina. Ciò comporta una forma di compensazione ambientale locale, evitando la costruzione di un impianto ad hoc".
Più avanti (pag. 46) si indica che il CDR dovrà provenire preferibilmente (e quindi non solamente) dalla provincia di Rovigo fino al 2% in peso, rispetto al combutibile utilizzato, e che la quota di biomasse che dovrannno comunque provenire dalla Regione (DGR n. 3375 del 7.11.2006) compreso quindi il CDR, dovrà essere del 5% rispetto alla potenzialità termica del combustibile utilizzato.
In pratica se il progetto sarà realizzato, sorgerà a Porto Tolle il famoso inceneritore che doveva essere costruito secondo il Piano regionale dei rifiuti tra le provincie di Padova e di Rovigo, ma non nella provincia di Rovigo perchè sono troppo pochi i rifiuti per giustificare un "termovalorizzatore"(!). E siccome il CDR prodotto qui a Sarzano è troppo poco, ci sarà un aiutino dalla Regione.
Se i nostri parlamentari non approveranno la legge contro il finanziamento pubblico all'incenerimento dei rifiuti, c'è attualmente la sicurezza che Enel potrà usufruire di finanziamenti pubblici per l'uso di energie rinnovabili e assimilate (e tra le assimilate finora c'è appunto il CDR)!
Che dire? Proprio niente male per il nostro Delta!
I turisti arriveranno a frotte ad ammirare le cupole della bella centrale a carbone nel Parco del Delta del Po, tra chiatte da 3000 tonnellate di carbone (1334 all'anno) , di calcare (47/anno), gesso (77/anno) e ceneri (147/anno). Mentre arriveranno 12.500 camion all'anno che porteranno le biomasse vegetali, senza contare il combustibile di avviamento (500 all'anno con olio STZ e gasolio).
Vorrei sentire la voce dell'Ente Parco regionale veneto del delta del Po, almeno solo formalmente, affermare che tutto questo è semplicemente controindicato. Il Parco emiliano lo ha già fatto. Quello veneto no.
Senza dare la colpa al solito doppio presidente Saccardin (presiede la Provincia e anche il Parco), evidentemente a questo ente Parco non gli fa un baffo bruciare il carbone e nemmeno bruciare i rifiuti. E come la proverbiale carità, è proprio un Parco ... "peloso"!

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