L'incontro di venerdì a Taglio di Po è stato molto istruttivo, dando nuovi elementi utili ad alimentare una sempre più diffusa e sentita contrarietà alla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle.
La sala era piena ed il clima tra i due "fronti" del sì (folta la rappresentanza dei dipendenti Enel) e del "no" (comitati , studiosi e amministrazioni contrarie alla conversione ed organizzatori dell'incontro) è stato di reciproca tolleranza, tranne in alcuni interventi apertamente provocatori dal fronte pro Enel.
Il fisico Marco Cervino, che ha partecipato alle osservazioni alle nuove integrazioni al progetto, richieste dal Ministero dell'ambiente a settembre scorso, ha parlato del microparticolato e in particolare del PM 2,5, cioè tutto ciò che si produce in atmosfera con un diametro inferiore a 2,5 micron e che deriva da un inquinamento primario o peggio secondario, che sarebbe responsabile dell'inquinamento in aree molto estese, lontane centinaia di km dalla sorgente.
L'intervento di Eddi Boschetti, del WWF e uno dei pricipali esperti ambientalisti dell'area del delta, si è incentrato sulle aree protette secondo la normativa comunitaria (direttive Habitat e Uccelli), indicando le aree SIC e ZPS e le relative frequenti sovrapposizioni. In queste aree, per la presenza di specie protette di flora e fauna si richiede la protezione dal degrado degli habitat naturali e delle specie, la protezione dalla "perturbazione", fattori che verrebbero di sicuro compromessi dalla trasformazione a carbone della centrale.
L'avvocato Matteo Ceruti ha invece proposto la lettura delle motivazioni della sentenza Enel, soprattutto alle amministrazioni costituitesi parte civile al processo, compreso il comune di Porto Tolle, processo conclusosi in primo grado il 31 marzo 2006 con una condanna dei vertici di Enel per inquinamento e danneggimento. La sentenza offre l'unica interpretazione esistente all'articolo 30 della legge istitutiva del Parco regionale veneto del delta del Po (L.R. 36/97) sul combustibile da poter impiegare nei comuni del Parco (metano o combustibile di pari o minor impatto ambientale), negando la possibilità che il carbone sia un combustibile di pari o minor impatto ambientale.
Carlo Costantini dei comitati ha parlato del proliferare dei progetti di impianti energetici, dalla bassa veneziana al Polesine, in assenza di un piano energetico e della necessità di ripensare al modello di sviluppo che si vuole costruire per il Polesine.
Tra i presenti un rappresentante dei pescatori di Pila (estremo est del delta), che ha sostenuto la contrarietà al carbone per lo stravolgimento alle attività della pesca di cui vive il nostro Delta. Qui il clima si è fortemente acceso e l'arroganza dei lavoratori di Enel non ha permesso con questo un confronto tranquillo.
Non ho parlato dei sindaci: Rosolina, Loreo e Taglio di Po organizzatori dell'incontro insieme ai comitati. Sono determinati a sostenere la battaglia contro la conversione a carbone per uno sviluppo diverso e più in sintonia con l'economia del territorio che si basa sull'agricoltura, la pesca e il turismo.
Il fisico Marco Cervino, che ha partecipato alle osservazioni alle nuove integrazioni al progetto, richieste dal Ministero dell'ambiente a settembre scorso, ha parlato del microparticolato e in particolare del PM 2,5, cioè tutto ciò che si produce in atmosfera con un diametro inferiore a 2,5 micron e che deriva da un inquinamento primario o peggio secondario, che sarebbe responsabile dell'inquinamento in aree molto estese, lontane centinaia di km dalla sorgente.
Lo studioso del CNR di Bologna ha effettuato alcuni studi sulle emissioni che si produrrebbero, considerando oltre al carbone come fonte di emissione, anche l'inquinamento derivante dall'andirivieni delle chiatte dalla nave "storage", in alto mare, alla centrale per l'approvvigionamento di carbone e per portare via i rifiuti di processo: gessi, calcari e ceneri prodotte dalla combustione.
In questa parte dell'universo infatti nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, e con un aumento del "disordine", secondo il celebre principio della termodinamica.
Se la memoria non m'inganna l'inquinamento prodotto dalla centrale sarebbe pari ad un terzo di quello che si produce dal traffico veicolare in tutta la provincia di Rovigo.
A questo punto qualcuno pro Enel suggeriva che si sarebbe dovuto trasformare tutte le auto a metano (piuttosto che non "fare" il carbone) ...
L'intervento di Eddi Boschetti, del WWF e uno dei pricipali esperti ambientalisti dell'area del delta, si è incentrato sulle aree protette secondo la normativa comunitaria (direttive Habitat e Uccelli), indicando le aree SIC e ZPS e le relative frequenti sovrapposizioni. In queste aree, per la presenza di specie protette di flora e fauna si richiede la protezione dal degrado degli habitat naturali e delle specie, la protezione dalla "perturbazione", fattori che verrebbero di sicuro compromessi dalla trasformazione a carbone della centrale.
L'avvocato Matteo Ceruti ha invece proposto la lettura delle motivazioni della sentenza Enel, soprattutto alle amministrazioni costituitesi parte civile al processo, compreso il comune di Porto Tolle, processo conclusosi in primo grado il 31 marzo 2006 con una condanna dei vertici di Enel per inquinamento e danneggimento. La sentenza offre l'unica interpretazione esistente all'articolo 30 della legge istitutiva del Parco regionale veneto del delta del Po (L.R. 36/97) sul combustibile da poter impiegare nei comuni del Parco (metano o combustibile di pari o minor impatto ambientale), negando la possibilità che il carbone sia un combustibile di pari o minor impatto ambientale.
Carlo Costantini dei comitati ha parlato del proliferare dei progetti di impianti energetici, dalla bassa veneziana al Polesine, in assenza di un piano energetico e della necessità di ripensare al modello di sviluppo che si vuole costruire per il Polesine.
Tra i presenti un rappresentante dei pescatori di Pila (estremo est del delta), che ha sostenuto la contrarietà al carbone per lo stravolgimento alle attività della pesca di cui vive il nostro Delta. Qui il clima si è fortemente acceso e l'arroganza dei lavoratori di Enel non ha permesso con questo un confronto tranquillo.
Non ho parlato dei sindaci: Rosolina, Loreo e Taglio di Po organizzatori dell'incontro insieme ai comitati. Sono determinati a sostenere la battaglia contro la conversione a carbone per uno sviluppo diverso e più in sintonia con l'economia del territorio che si basa sull'agricoltura, la pesca e il turismo.
Ha chiuso Margaret Crivellari, sindaco ospite e coordinatore dell'incontro, interpretando quello che è il sentimento diffuso e cioè che "tutti abbiamo a cuore i problemi occupazionali anche dei lavoratori di Enel. Ma non si può pensare che ancora ai nostri giorni lo sviluppo del territorio passi per la centrale".
2 commenti:
come può una dipendente comunale far pubblicare il proprio pensiero?
il post era anonimo ma facilmente verificabile nel contenuto, forse scomodo anche per la titolare del blog?
Cordialità
Sono responsabile di tutto ciò che pubblico.
Questo è vero per tutti commenti.
Se un commento è anonimo è ovvio che sarò io e solo io a rispondere.
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