Ieri il nostro doppio Presidente Saccardin (ricordo a tutti che dopo la presidenza della Provincia ha di recente avuto anche la elezione alla presidenza del Parco del Delta del Po veneto) ha risposto alla lettera aperta inviata dai comitati e associazioni in questi giorni tentando ormai di convincere tutti che terminal, gasdotto e centrale a carbone sono in fondo piccoli mali che possono pacificamente convivere con il cosiddetto Parco del Delta del Po "perchè hanno una scadenza", di 30 anni. (come se fosse dopodomani).
Peccato: vivrò la mia vita con il mostro vivo.
Curioso: non è strano parlare di scadenze per opere non ancora in funzione? Sì perchè il terminal ancora non c'è e la centrale sarà praticamente rifatta da zero per mandarla a carbone. Dev'essere la nuova, e sicuramente non ultima scusa per giustificare tutto ciò che va contro quanto era stato previsto anche in campagna elettorale dal centro sinistra e che evidentemente non si è contrastato realmente fino in fondo, visti i risultati. Questa la pacatissima risposta di Saccardin. Non proprio pacate ma significative le dichiarazioni dell'assessore provinciale Nonnato sul rigassificatore.
Dall'alto e fino al basso Polesine stanno spuntando come funghi nuove centrali di tutte le sorti, da quelle più "ecologiche" a biomasse (Bagnolo, Crespino, Borsea) , a quelle "tecnologicamente le migliori possibili" a turbogas (Loreo e Cavarzere); mentre quelle vecchie come a Sermide vengono fatte funzionare ancora ad olio combustibile. Così, se ancora non esiste un Piano complessivo che consideri il totale delle emissioni a cui siamo controvoglia sottoposti e ognuno va per conto suo, il blocco del traffico sembra essere l'unica soluzione che vedono i nostri sindaci. L'aria che respiriamo nella nostra nebbiosa pianura ristagna, l'inquinamento delle polveri sottili già oltre misura si moltiplica con effetti sempre più allarmanti sulle patologie repiratorie e cardiovascolari.
Così mentre purtroppo ci fanno convivere con tutto, in chiusura d'anno dedico ai Presidenti Saccardin questa lettera del dott. Giovanni Ghirga medico pediatra di Civitavecchia sugli effetti del carbone sui bambini :
Dopo circa 20 anni che seguo bambini affetti da asma bronchiale non riesco a nascondere la delusione più completa verso questa società.Dr. Giovanni Ghirga - Pediatra Portavoce Coordinamento dei Comitati dei Medici del Comprensorio di Civitavecchia per l’Ambiente e la Salute
La scienza ha fatto progressi enormi nella cura delle patologie infantili riducendo la mortalità nei paesi più sviluppati a livelli impensabili fino a poco tempo fa. I reparti ospedalieri di ricovero per bambini, una volta affollati per l’elevato numero di piccoli malati, oggi hanno pochi pazienti.
Di fronte a questo successo della Medicina la risposta della società è ripugnante: l’uso del carbone come combustibile. In una città come Civitavecchia dove è già molto alta l’incidenza delle patologie respiratorie infantili, dove l’inquinamento industriale ha inciso fortemente sullo stato di salute della popolazione, i responsabili vedono senza guardare, odono senza ascoltare, si nascondono e imperano, tiranni, seguendo un unico obbiettivo: il lucro.
Cos’altro può suscitare nell’animo una notizia come quella da poco pubblicata sugli effetti del carbone nei bambini.
Uno studio effettuato dal prof. Dubnov ha dimostrato che l’inquinamento dell’aria causato da una centrale a carbone, sebbene nei limiti di legge, ha un effetto negativo sulla maturazione e la crescita polmonare dei bambini che vivono nella stessa area (Environ Res 2006,4).
Il tessuto polmonare sin dalla nascita è in via di accrescimento e rimodellamento. L’80 % degli alveoli polmonari si forma durante la crescita e lo sviluppo del polmone continua fino all’adolescenza.
L’inibizione dello sviluppo completo dei polmoni comporta una riduzione del tessuto polmonare, indispensabile per un corretto scambio di ossigeno ed anidride carbonica. Ricercatori dell’Università della California hanno scoperto che un minor sviluppo del polmone può causare alterazioni secondarie a livello del sistema nervoso centrale (Children at Risk).
La preoccupazione per i risultati di questo studio si aggiunge a quella per le conclusioni di altre recenti ricerche. Alcuni noti scienziati hanno preso in esame un gruppo di bambini, senza alcun sintomo a carico delle vie respiratorie, tra i quali alcuni di appena 3 mesi di età ed hanno dimostrato che tutti questi innocenti avevano un deposito carbonioso nei polmoni (Thorax 2001;56-12;932).
A Roma è stato dimostrato che il numero dei ricoveri di bambini affetti da polmonite aumenta in rapporto all’innalzamento dei livelli di inquinamento atmosferico (Eur Respir J 2001;17;1143-50).
Come si rimane dopo essere a conoscenza di queste ricerche.
Molti scrolleranno le spalle, ignavi, mormorando “Tanto non c’è più niente da fare”; altri si chiederanno “Ma cosa possiamo fare?”; pochi, ma onesti, continueranno a lottare ed a difendere quella dignità che, aimè, molti hanno svenduto.
(PS: dedico la lettera anche ai nostri medici della zona perchè, se non l'hanno ancora fatto prendano esempio dai medici di Civitavecchia)
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