20 ottobre 2006

Cisl, primi effetti del convegno: dimissioni dal sindacato


Lettera aperta a Orazio Trambaiolli, segretario provinciale della CISL

Ho assistito alla tavola rotonda della CISL sul terminal, centrale e zuccherificio a Porto Viro il 16 ottobre nella mia duplice veste di ambientalista e iscritto CISL (da circa 20 anni).
Ho una prima osservazione di metodo da farle.
La fine dell'incontro era prevista alle 19.30 ed era stato annunciato uno spazio al termine dedicato alle domande. Lei però ha chiuso alle 18.30, subito dopo l'intervento di D'Antoni, mentre una parte della sala se ne stava andando, prendendolo a pretesto per non consentire a nessuno di intervenire.
Alle mie obiezioni, ha risposto che D'Antoni doveva andare via. Ma io (e certamente altri) avrei voluto fare una domanda a Lei. Dovrò accontentarmi di fargliela ora per iscritto. Francamente, che a un convegno del mio sindacato vi sia come relatore il consigliere di Confindustria Banzato mentre io non posso neanche fare una domanda al mio Segretario, mi sembra il mondo alla rovescia.
Mi consolo pensando che la stessa sorte è toccata agli amici RSU dello zuccherificio, anche loro zittiti dalla affrettata conclusione anticipata. Siamo stati più bravi noi del Coordinamento provinciale dei Comitati, che a luglio abbiamo lasciato loro spazio durante la serata con Beppe Grillo in piazza a Porto Viro. Addirittura meglio della CISL si è comportata Assindustria a giugno a Rovigo, ammettendo al tavolo dei relatori un rappresentante del Comitato Antiterminal.

A proposito di zuccherificio, a me è sembrata una vera canagliata associarlo nel titolo del convegno a due opere discutibilissime come terminal e centrale. Che “incompatibilità ambientale” (per citare il titolo) può mai avere la riconversione dello zuccherificio? Vi sono mai state obiezioni da parte di qualcuno? L'utilizzo strumentale del dramma dei lavoratori di Contarina a sostegno della tesi pro carbone e pro terminal del convegno è una cosa che mi fa vergognare.
In effetti il convegno è stato un incontro a tesi, tutto a favore del carbone e del terminal, di Edison e Enel. Leggendo la Sua relazione lo potranno capire tutti.

Non le contesterò le 16 righe che Lei a pag. 5 dedica al nucleare (ma che c'entrava?) e l'involontario effetto comico che al termine di quella Sua tirata nuclearista provoca la frase “Premetto che non rientro tra coloro che auspicano il ritorno al nucleare”.
Non le contesterò gli errori della Sua relazione (ad esempio a pagina 6 il definire “rinnovabile” l'energia da rifiuti, al pari del sole e del vento, o che il petrolio è la sostanza più inquinante in circolazione (pag. 9). Le ricordo – per stare in tema - che le centrali a carbone producono mercurio, metallo pesante tossico per i pesci e quindi anche per l'uomo lungo la catena alimentare). Lei dopotutto è un sindacalista, non un esperto di energia o un biologo.
Non le contesterò la sottovalutazione del Parco del Delta e dei risultati fin qui ottenuti (pag. 3 e 4): forse dimentica che appositamente la politica ha creato il Parco debolissimo, perché non incida e non disturbi. Ma Lei è un sindacalista, non un politico.
Non le contesterò il “sasso nello stagno” della proposta di bruciare rifiuti nella centrale di Porto Tolle (pag. 12): è chiaro che Lei pensa che così i rifiuti scompaiano, mentre in realtà niente si distrugge e si moltiplicano i veleni. Lei dopotutto è un sindacalista, non un fisico.

Ma farò una domanda al sindacalista, che avrei voluto farle alla fine del convegno se me ne avesse data l'opportunità.
Come fa a fidarsi delle rassicurazioni dell'Enel sull'occupazione e delle sue garanzie sul “carbone pulito”? Come fa il sindacato a fidarsi di un'azienda così? Un'azienda che è stata condannata sei mesi fa per inquinamento e danneggiamento continuato dal 1996 al 2005!
Chi ci assicura che l'Enel farà bene in futuro quello che ha fatto male per oltre 10 anni almeno (dico “almeno” per garantismo, ma sappiamo tutti distinguere tra le tante responsabilità reali e le poche che possono essere provate in un'aula di tribunale).
Chi di noi affiderebbe i suoi beni a chi l'ha derubato per anni? Lei farebbe così con i suoi soldi? Credo proprio di no, non sembra stupido. Perché allora vuole che ci comportiamo da stupidi in questa provincia, affidando il nostro futuro a un'azienda inaffidabile, che oltretutto potrebbe decidere la chiusura della centrale dall'oggi al domani se lo trovasse conveniente?
Nella mia opinione, questo non è neanche ambientalismo, solo buon senso.
Ma è triste che a favore dell'Enel parli il sindacato, non trova? Lasciamo pure che ne parli bene Assindustria, ma noi?
Scopro al termine di questa lettera che la vera “incompatibilità ambientale” è quella tra me e il mio sindacato. Riceva pertanto le mie dimissioni, che formalizzerò nei prossimi giorni restituendo la mia delega. A Lei non farà né caldo né freddo, ma per me è un pezzo della mia vita. Lei ci ha detto di aver voluto gettare “sassi nello stagno”, anche se qualcuno viene colpito dai suoi sassi vedo che non fa differenza.

Distintamente
Giorgio Penolazzi, Villadose 18.10.2006


1 commento:

Anonimo ha detto...

Orazio 6 1 strazio