24 dicembre 2009

Capodogli spiaggiati, ambasciatori "al confine fra mondi diversi ed uniti"


Per questo Natale vi rimando ad una riflessione sul modo di vivere di noi uomini, abitatori come altri, ma ancora convinti di essere padroni assoluti di questa Terra ed illusi che essa possa fare fronte ai nostri egoismi infiniti.
Tutti abbiamo sofferto per il tragico destino dei capodogli spiaggiati a Peschici, in Puglia. Sembra siano morti per avere inghiottito sacchetti di plastica scambiati per calamari, e scatolette che purtroppo inquinano i mari, o forse per emboli conseguenti ad una troppo rapida emersione. Alcuni di loro solo per una legge del branco.
I loro corpi stanno lì ad ammonirci al confine fra le acque, la terra e il cielo. "Deploriamo le baleniere norvegesi o giapponesi e la loro scriteriata mattanza - dice Carrisi Giuseppe in questo bellissimo articolo - poi uccidiamo questi esseri con un gesto quotidiano, banale, chiedendo un altro sacchetto alla cassa mentre facciamo la spesa. Non siamo più consapevoli delle conseguenze dei nostri comportamenti, anche dei più piccoli. Del reato consumato con la nostra semplice esistenza, ignara di altre esistenze." [...] Se l' universo marino avesse voluto affidare un messaggio per gli uomini, li avrebbe scelti come ambasciatori. E forse in questo modo la loro morte non è così insensata. Forse esiste una ragione che ci riguarda, che ci tocca tutti, nessuno escluso. Il mondo di luce bianca e il mondo di luce blu, divisi e uniti da un sottile strato di azzurro: oltre quel confine così flebile nascondiamo, anche a noi stessi, i rifiuti assassini di un sistema insostenibile."

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