In sostanza sembra sia stato confermato quanto stabilito ad Adria nel 2006, quando tra le parti civili erano presenti anche le istituzioni, che via via si sono ritirate dal processo, lasciando soli i cittadini e le associazioni di fronte al colosso energetico.
A volte non basta essere un colosso.
Gli avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina esprimono la loro soddisfazione per l'accoglimento dei ricorsi da parte della Corte di Cassazione, la quale ha riconosciuto la responsabilità penale degli amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, oltre che dei direttori della centrale Zanatta e Busatto.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte, contrariamente a quanto deciso dai giudici veneziani, ha riconosciuto una responsabilità del vertice della holding in relazione ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della normativa sull'inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell’impostazione accusatoria, della sentenza di primo grado e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle anche da parte dei massimi livelli societari.