In Consiglio comunale a Villadose l'altra sera è stato presentato il PAT. Presenti i tecnici che lo hanno redatto, coordinati dall'architetto Bonaguro che lo ha anche presentato in sintesi. A dire il vero una lunga sintesi (circa due ore compresi gli interventi di geologo, agronomo e architetto) che ha permesso di sollevare già qualche dubbio, su qualcuno degli aspetti emersi dagli studi effettuati, da parte dei consiglieri.
Il dibattito del Consiglio sul PAT se non ho capito male avverrà il giorno 4 e si preannuncia interessante.
Così è successo che solo verso mezzanotte il vicesindaco Bruno De Sero ha risposto alla richiesta, sottoscritta da alcuni cittadini, di un consiglio comunale aperto (di cui dubito sempre più la possibile esistenza) per affrontare la questione dell'area verde a sud-est della palestra di fianco alla chiesa, trasformata in area edificabile e poi venduta in parte per costruire villette a schiera.
La risposta è stata gentile, ma breve: la vendita risale a qualche anno fa e si è resa necessaria per recuperare soldi per il comune.
...
Non sono del tutto convinta, ma spero che il PAT ci preservi da oggi in poi da altre azioni simili.
Altrimenti vorrà dire che si tratta di tre anni di lavoro e di soldi buttati al vento.
Riflessioni su temi di attualità dall'ambiente ai diritti, compresi i diritti degli altri animali.
scrivi a Lavocetta@gmail.com
28 novembre 2009
16 novembre 2009
Acqua: ancora un bene pubblico?
Per chi volesse capire di più sul tema dell'acqua bene pubblico-privato segnalo il sito L'idroinquisitore di approfondimento sulle vicende che riguardano l'acqua come bene pubblico e che ora, qui l'articolo completo (di G. Altamore), spiega le conseguenze che deriveranno con l'approvazione in Commissione industria del Senato di un emendamento al Decreto 135 del 25 settembre 2009, che rende obbligatoria, entro il 2015, la cessione al privato del 70 per cento delle quote delle società per azioni, controllate dai Comuni, che attualmente gestiscono il servizio idrico integrato (ex Legge Galli n.36 del 1994).
15 novembre 2009
Il Palazzo Ideale
Una settimana fa è stato inaugurato in grande stile il nuovo palazzo dal nome "l'IDEAle" costruito sul Corso del Popolo, di fronte al monumento a Matteotti e ai giardini delle torri medievali a Rovigo.
L'inaugurazione era ad invito ed io, amica di amici, ero probabilmente del tutto fuori luogo in mezzo alla folla di architetti, tecnici, maestranze, costruttori, artigiani del legno e del mattone e amministratori vari.
Tengo a precisare che non so nulla di costruzioni, quindi chiedo perdono per tutte le imprecisioni e inesattezze che dirò.Vorrei solo essere un po' utile nel descrivere le emozioni che ho provato nel vedere nella realtà la bellezza di cui vorrei tutti potessimo ovunque circondarci.
Una volta via Angeli era la via più importante di ingresso alla città. E' da lì che si entra nel palazzo (vedi foto) composto di quattro piani, più un seminterrato adibito in parte a garage e magazzini. Il piano terra è occupato da un rinomato negozio di casalinghi. Dal secondo e fino al quarto piano ci sono diversi appartamenti ed uffici.
Colpisce l'assenza di termosifoni: il riscaldamento è assicurato attraverso il pavimento da un impianto che sfrutta la geotermia insieme ad un impianto ad alimentazione tradizionale a gas metano, mentre l'acqua calda sanitaria viene fornita da un impianto solare termico. L'energia elettrica invece è fornita da impianti fotovoltaici sul tetto dell'edificio.
E' stato fatto largo uso del legno, dai pavimenti, ai serramenti, ai pannelli di rivestimento interni ed esterni.
Le terrazze del terzo e del quarto piano sono per me di incomparabile bellezza. I giardini e le torri, che da lassù sono ben disegnati sullo sfondo, sembrano a portata di mano e quindi sembra quasi di trovarsi nei giardini.
Contemporaneamente da lassù il Corso del Popolo si stende ai lati in prospettiva, verso le piazze centrali o verso le stazioni, con una composizione di contrasti per gli stili degli edifici che nei vari decenni sono stati costruiti. E ben visibile l'ultima parte della facciata del Duomo.
Il palazzo è stato costruito dalla ditta Orizzonte costruzioni, sulla base di un progetto dell'architetto Roberto Ulisse.
Una volta lì c'erano i negozi della Upim, a cui tutti eravamo affezionatissimi. Quando i negozi sono stati chiusi, era un po' triste pensare che al loro posto ci sarebbero stati semplici appartamenti. Questo palazzo però, devo dire, come un chiodo che scaccia chiodo, è un degno sostituto della Upim della mia giovinezza. Anche se questo lo potrò semplicemente ammirare da fuori.
Sarebbe bello per tutti poter usare quegli spazi così ben studiati e costruiti, che avranno però un prezzo certamente esclusivo.
Forse, con un po' più di cura e di rispetto per la bellezza che ci circonda e rivolgendoci a chi sta acquisendo le tecnologie più innovative nei settori del risparmio energetico e della ecocompatibilità dei materiali, potremo anche noi con i nostri mezzi, costruirci una piccola abitazione ideale.
L'inaugurazione era ad invito ed io, amica di amici, ero probabilmente del tutto fuori luogo in mezzo alla folla di architetti, tecnici, maestranze, costruttori, artigiani del legno e del mattone e amministratori vari.
Tengo a precisare che non so nulla di costruzioni, quindi chiedo perdono per tutte le imprecisioni e inesattezze che dirò.Vorrei solo essere un po' utile nel descrivere le emozioni che ho provato nel vedere nella realtà la bellezza di cui vorrei tutti potessimo ovunque circondarci.
Una volta via Angeli era la via più importante di ingresso alla città. E' da lì che si entra nel palazzo (vedi foto) composto di quattro piani, più un seminterrato adibito in parte a garage e magazzini. Il piano terra è occupato da un rinomato negozio di casalinghi. Dal secondo e fino al quarto piano ci sono diversi appartamenti ed uffici.
Colpisce l'assenza di termosifoni: il riscaldamento è assicurato attraverso il pavimento da un impianto che sfrutta la geotermia insieme ad un impianto ad alimentazione tradizionale a gas metano, mentre l'acqua calda sanitaria viene fornita da un impianto solare termico. L'energia elettrica invece è fornita da impianti fotovoltaici sul tetto dell'edificio.
E' stato fatto largo uso del legno, dai pavimenti, ai serramenti, ai pannelli di rivestimento interni ed esterni.
Le terrazze del terzo e del quarto piano sono per me di incomparabile bellezza. I giardini e le torri, che da lassù sono ben disegnati sullo sfondo, sembrano a portata di mano e quindi sembra quasi di trovarsi nei giardini.
Contemporaneamente da lassù il Corso del Popolo si stende ai lati in prospettiva, verso le piazze centrali o verso le stazioni, con una composizione di contrasti per gli stili degli edifici che nei vari decenni sono stati costruiti. E ben visibile l'ultima parte della facciata del Duomo.
Il palazzo è stato costruito dalla ditta Orizzonte costruzioni, sulla base di un progetto dell'architetto Roberto Ulisse.
Una volta lì c'erano i negozi della Upim, a cui tutti eravamo affezionatissimi. Quando i negozi sono stati chiusi, era un po' triste pensare che al loro posto ci sarebbero stati semplici appartamenti. Questo palazzo però, devo dire, come un chiodo che scaccia chiodo, è un degno sostituto della Upim della mia giovinezza. Anche se questo lo potrò semplicemente ammirare da fuori.
Sarebbe bello per tutti poter usare quegli spazi così ben studiati e costruiti, che avranno però un prezzo certamente esclusivo.
Forse, con un po' più di cura e di rispetto per la bellezza che ci circonda e rivolgendoci a chi sta acquisendo le tecnologie più innovative nei settori del risparmio energetico e della ecocompatibilità dei materiali, potremo anche noi con i nostri mezzi, costruirci una piccola abitazione ideale.
09 novembre 2009
Nasce una nuova Associazione politica Ecologista
Ieri gli ambientalisti Verdi che aderiscono a Sinistra e Libertà per la costruzione di un nuovo soggetto politico ecologista di sinistra, aderenti alla mozione n. 1 perdente all'ultimo congresso dei verdi, hanno convocato una assemblea nazionale per la costituzione di una nuova associazione ecologista.
Sono intervenuti Loredana De Petris (candidata presidenza mozione n.1), Gianni Mattioli noto fisico ambientalista (già parlamentare verde), Grazia Francescato (ex portavoce dei Verdi) e molti altri noti esponenti della dirigenza verde, ora nella minoranza del partito.
Qui da Radio Radicale tutti gli interventi
Nessuno di loro vuole rinunciare a sentirsi e a chiamarsi "verde", dopo anni e anni di appartenenza e militanza in mezzo alle difficoltà per la costruzione di un partito dai numeri piccoli, che è riuscito comunque ad esprimere rappresentanza politica a livello regionale e nazionale (prima del vado da solo di Veltroni- politiche 2008).
All'Assemblea sono intervenuti anche Fabio Mussi e Nichi Vendola, di Sinistra e Libertà e noti per la loro vicinanza-appartenenza all'ambientalismo.
Il quotidiano dei Verdi Terra pubblica in risposta alla iniziativa un intervento di Marco Boato, firmatario della mozione 2 vincente il Congresso dei Verdi.
Terra pubblica anche l'intervento di Grazia Francescato che spiega le ragioni del suo percorso.
Sono intervenuti Loredana De Petris (candidata presidenza mozione n.1), Gianni Mattioli noto fisico ambientalista (già parlamentare verde), Grazia Francescato (ex portavoce dei Verdi) e molti altri noti esponenti della dirigenza verde, ora nella minoranza del partito.
Qui da Radio Radicale tutti gli interventi
Nessuno di loro vuole rinunciare a sentirsi e a chiamarsi "verde", dopo anni e anni di appartenenza e militanza in mezzo alle difficoltà per la costruzione di un partito dai numeri piccoli, che è riuscito comunque ad esprimere rappresentanza politica a livello regionale e nazionale (prima del vado da solo di Veltroni- politiche 2008).
All'Assemblea sono intervenuti anche Fabio Mussi e Nichi Vendola, di Sinistra e Libertà e noti per la loro vicinanza-appartenenza all'ambientalismo.
Il quotidiano dei Verdi Terra pubblica in risposta alla iniziativa un intervento di Marco Boato, firmatario della mozione 2 vincente il Congresso dei Verdi.
Terra pubblica anche l'intervento di Grazia Francescato che spiega le ragioni del suo percorso.
08 novembre 2009
Nucleare: per Massimo Scalia un'idea del passato
Il fisico Massimo Scalia è intervenuto venerdì scorso 6 novembre per una Conferenza sul nucleare in Italia, in rapporto al resto dell'Europa, dal titolo "Centrali nucleari, una scelta sbagliata. L'altra strada dell'Europa".
L'incontro, organizzato dall'Arci, si teneva presso l'Archivio di Stato a Rovigo ed è riuscito a portare fuori casa molte persone di sera, strappandole dal vortice risucchiante divano-televisione deficiente, a cui ormai quasi più nessuno ha le forze di resistere. Segno che l'argomento sta a cuore a molti, tra favorevoli e contrari.
Presenti anche molti giovani studenti, penso delle superiori, armati di carta e penna per prendere appunti. Questo mi dà una certa speranza nella gioventù, che potrebbe spingere per il cambiamento necessario, sull'esempio degli Stati Uniti di Obama, del modo di intendere la politica e delle scelte da compiere per salvare il pianeta, ma prima di tutto per un vivere quotidiano più rispettoso dell'ambiente, nella dimensione di un piccolo paese sperduto o di una grande città.
Nel suo intervento Scalia ha affermato che secondo i dati della IEA (International Energy Agency) il mercato del nucleare è ristretto ed è un'industria in declino. Ed inoltre che "attualmente solo circa il 25% dei consumi di energia riguardano l'energia elettrica nei paesi industrializzati, come il nostro. Il Governo italiano afferma di voler produrre energia elettrica con il nucleare per un 25%. A conti fatti quindi questo 25% sarebbe circa un sedicesimo di tutti i consumi energetici nazionali (circa 6 punti percentuali), una quantità decisamente molto contenuta, se confrontata con la necessità di produzione di energia da fonti arinnovabili per il 20% al 2020 come fissato dall'Europa per riduzione delle emissioni di gas serra (in verità Berlusconi ha strappato uno sconto di 3 punti percentuali)".
Scalia è tornato inoltre più volte sul problema dei costi del nucleare, che sarebbero sempre a carico della collettività, e sulla riduzione della anidride carbonica sempre molto bassa rispetto alla necessaria riduzione prevista dagli obiettivi europei.
Nel recente vertice dei capi di stato dell'UE tenutosi il 30 ottobre scorso sono state approvate le proposte di riduzione ulteriore delle emissioni al 2050 dell'80-95%, rispetto al 1990, e la possibilità di ridurre del 30% al 2020, rispetto al 1990. Con queste proposte l'Europa va verso il vertice sul clima di Copenhagen di dicembre.
Scalia, sollecitato dai numerosi interventi dei presenti, ha affermato che la possibilità di ottenere energia elettrica con il nucleare può essere interessante, ma troppi sono ancora gli ostacoli per lo sviluppo di un sistema privo di rischi e ha accennato alla difficoltà di procedere concretamente per lo sviluppo di reattori a "sicurezza intrinseca", che in caso di guasto si spengono da soli.
Per Scalia bisogna guardare al futuro e nel futuro non c'è il nucleare.
Infine ha accennato all'idea innovativa di una distribuzione maggiore della produzione energetica che possa essere maggiormente controllabile da tutti ( facendomi pensare subito a Jeremy Rifkin e alla sua Terza rivoluzione industriale). Al contrario di adesso in cui poche multinazionali controllano il sistema produttivo, con tutte le conseguenze politiche ed economiche che sono sotto i nostri occhi.
L'incontro, organizzato dall'Arci, si teneva presso l'Archivio di Stato a Rovigo ed è riuscito a portare fuori casa molte persone di sera, strappandole dal vortice risucchiante divano-televisione deficiente, a cui ormai quasi più nessuno ha le forze di resistere. Segno che l'argomento sta a cuore a molti, tra favorevoli e contrari.
Presenti anche molti giovani studenti, penso delle superiori, armati di carta e penna per prendere appunti. Questo mi dà una certa speranza nella gioventù, che potrebbe spingere per il cambiamento necessario, sull'esempio degli Stati Uniti di Obama, del modo di intendere la politica e delle scelte da compiere per salvare il pianeta, ma prima di tutto per un vivere quotidiano più rispettoso dell'ambiente, nella dimensione di un piccolo paese sperduto o di una grande città.
Nel suo intervento Scalia ha affermato che secondo i dati della IEA (International Energy Agency) il mercato del nucleare è ristretto ed è un'industria in declino. Ed inoltre che "attualmente solo circa il 25% dei consumi di energia riguardano l'energia elettrica nei paesi industrializzati, come il nostro. Il Governo italiano afferma di voler produrre energia elettrica con il nucleare per un 25%. A conti fatti quindi questo 25% sarebbe circa un sedicesimo di tutti i consumi energetici nazionali (circa 6 punti percentuali), una quantità decisamente molto contenuta, se confrontata con la necessità di produzione di energia da fonti arinnovabili per il 20% al 2020 come fissato dall'Europa per riduzione delle emissioni di gas serra (in verità Berlusconi ha strappato uno sconto di 3 punti percentuali)".
Scalia è tornato inoltre più volte sul problema dei costi del nucleare, che sarebbero sempre a carico della collettività, e sulla riduzione della anidride carbonica sempre molto bassa rispetto alla necessaria riduzione prevista dagli obiettivi europei.
Nel recente vertice dei capi di stato dell'UE tenutosi il 30 ottobre scorso sono state approvate le proposte di riduzione ulteriore delle emissioni al 2050 dell'80-95%, rispetto al 1990, e la possibilità di ridurre del 30% al 2020, rispetto al 1990. Con queste proposte l'Europa va verso il vertice sul clima di Copenhagen di dicembre.
Scalia, sollecitato dai numerosi interventi dei presenti, ha affermato che la possibilità di ottenere energia elettrica con il nucleare può essere interessante, ma troppi sono ancora gli ostacoli per lo sviluppo di un sistema privo di rischi e ha accennato alla difficoltà di procedere concretamente per lo sviluppo di reattori a "sicurezza intrinseca", che in caso di guasto si spengono da soli.
Per Scalia bisogna guardare al futuro e nel futuro non c'è il nucleare.
Infine ha accennato all'idea innovativa di una distribuzione maggiore della produzione energetica che possa essere maggiormente controllabile da tutti ( facendomi pensare subito a Jeremy Rifkin e alla sua Terza rivoluzione industriale). Al contrario di adesso in cui poche multinazionali controllano il sistema produttivo, con tutte le conseguenze politiche ed economiche che sono sotto i nostri occhi.
04 novembre 2009
Ritornano i crociati
Al volo posto sul blog il link alla trasmissione "Uomini e profeti", puntata attualissima di domenica scorsa 1 novembre sul tema della religione a scuola che vi raccomando di ascoltare. Così vi fate un po' di anticorpi necessari per affrontare la discussione sul tema della religione a scuola, che da qualche tempo per merito soprattutto della Lega ha preso il sopravvento.
Confesso che ieri, sentiti i primi commenti governativi contrari alla sentenza della Corte europea sul crocifisso nelle scuole, ascoltando le sue parole mi sono vista davanti agli occhi della mente il Calderoli, vestito da crociato, strenuo difensore della Santa Romana Chiesa...
Non voglio, nemmeno per ironia, giudicare ed offendere nessuno.
Spero solo che, oltre ai molti cattolicissimi atei devoti che alzano la voce, su questo tema vogliano parlare anche i molti, poco inclini all'urlo, cattolici credenti.
Confesso che ieri, sentiti i primi commenti governativi contrari alla sentenza della Corte europea sul crocifisso nelle scuole, ascoltando le sue parole mi sono vista davanti agli occhi della mente il Calderoli, vestito da crociato, strenuo difensore della Santa Romana Chiesa...
Non voglio, nemmeno per ironia, giudicare ed offendere nessuno.
Spero solo che, oltre ai molti cattolicissimi atei devoti che alzano la voce, su questo tema vogliano parlare anche i molti, poco inclini all'urlo, cattolici credenti.
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