Cara Ministra "Mari Star" Gelmini,
perdonami, sei più giovane di me, quindi mi prendo la confidenza e ti do del tu.
Oggi io e anche il mio blog partecipiamo allo Sciopero generale, insieme agli studenti di tutte le età, ai loro genitori e ai docenti. Contro la tua riforma della scuola pubblica, che a tutti i costi hai voluto approvare ieri, un giorno prima dello sciopero fissato da molto tempo. Difficile pensare che sia un caso e che ci sia disponibilità al dialogo.
Non so cosa abbiate tu e la tua maggioranza contro la scuola pubblica che la vostra riforma rischia davvero di peggiorare se non di distruggere definitivamente. Perchè per migliorarla bisognerebbe investire: nella formazione dei docenti e nella valorizzazione delle competenze, nella ristrutturazione degli edifici e di tutto ciò che serve a rendere un ambiente scolastico accogliente.
Invece ci saranno solo tagli in tutte le direzioni dal prossimo anno e fino al 2012, con la prospettiva di una progressiva aziendalizzazione di ogni scuola, un aumento di potere del dirigente scolastico e del suo entourage.
La scuola pubblica non è una azienda e le famiglie non sono clienti da soddisfare, come quando ti compri un paio di scarpe. La scuola pubblica funziona se si investe in chi ogni giorno con pazienza e responsabilità sa di avere il compito di educare e di far crescere culturalmente bambini e ragazzi adolescenti che, come ai nostri tempi, vivono la scuola come l'ultimo dei loro pensieri. E funziona se le famiglie sono con la scuola e si fidano di chi ci lavora. Come fidarsi di chi ogni giorno viene diffamato sui media?
I docenti non sono intercambiabili, se non al prezzo di un progressivo scadere della qualità dell'insegnamento. Ho visto addirittura tecnici della scuola passare a fare l'insegnante di sostegno di punto in bianco, senza alcuna formazione, per problemi di organico legati al numero delle classi. La flessibilità che si chiede alla scuola non è già troppa?
Ogni anno con la formazione dell'organico, e ora grazie a te il fenomeno sarà ancora più evidente, molti docenti perdono la cattedra presso la "loro scuola", e cominciano a migrare da una scuola all'altra tentando di stabilizzarsi in una cattedra. Per non parlare dei precari, che magari lavorano nella scuola da più di vent'anni.
Se non fosse che dentro la scuola pubblica la maggior parte degli insegnanti crede nel suo lavoro molto al di là del suo compenso mensile, con un impegno della durata molto maggiore di quell'infamante "part time" di mister Brunetta, con docenti che per le capacità e la grandezza d'animo sono di certo migliori della tua classe politica che ci governa, la scuola pubblica non esisterebbe ormai più già da un pezzo.
Mi sono persuasa che sia questa la direzione: la distruzione completa della scuola pubblica. Ovviamente con tutto il suo significato.
Non è forse così?