Quale partecipante alla manifestazione nazionale di Adria contro il carbone di sabato 29, ho aspettato alcuni giorni per “digerire” tutto lo scherno che ci ha ribaltato addosso il grande striscione dei dipendenti della centrale: “Per il bene comune… andate a lavorare”.
Ho scoperto con sorpresa che i dipendenti Enel hanno individuato i loro nemici, che uno di questi insieme a tanti altri sono io, anche se non ho mai dichiarato guerra ad alcun dipendente Enel.
E mi sono chiesto se i partecipanti alla bellissima colorata pacifica plurale manifestazione adriese meritassero quelle parole.
Non le meritano certo gli operatori turistici di Rosolina, che sfilavano con i loro striscioni, che con un ambiente pulito lavorano e danno lavoro. Un lavoro parimenti degno di tutela quanto quello dei dipendenti Enel.
Non le meritano i ragazzini, i bambini, le mamme, i pensionati che hanno sfilato, che non lavorano ancora o non lavorano più, ma che hanno comunque diritto ad un’aria meno irrespirabile e a un futuro meno sconvolto dai cambiamenti climatici.
Quelle parole non le meritano i lavoratori della Fiom che hanno sfilato; tantomeno le meritano quelli tra loro licenziati o che stanno in cassa integrazione, verso i quali lo striscione Enel risultava perfino offensivo.
E allora a chi è diretto lo scherno del grande striscione, così grande che a srotolarlo tutto erano in trenta?
Gli ambientalisti, tutti gli ambientalisti, non si sono mai sognati di indicare i dipendenti Enel quali loro avversari.
L’avversario degli ambientalisti – come di qualunque persona di buon senso capace di ragionare in proprio - è l’azienda Enel, che è pubblica (vuol dire: di tutti) per il 30%. L’avversario degli ambientalisti e del buon senso è l’azienda Enel che ha inquinato per decenni consapevolmente il territorio, come è definitivamente accertato da una sentenza definitiva dopo tutti i tre (tre!) gradi di giudizio. L’avversario di ambientalismo e buon senso è l’azienda Enel che proprio per questi trascorsi non è per niente credibile quando racconta la favola del carbone “pulito”. L’avversario è l’azienda che pur possedendo una società per le energie pulite quale Enel Green Power, riserva al Delta del Po (l’unico delta italiano!) i peggiori impianti e i peggiori combustibili: gasolio, orimulsion (fortunatamente mai partito) e ora carbone.
Ambientalisti e persone di buon senso sarebbero i primi a festeggiare se l’azienda assumesse il doppio degli attuali dipendenti, impiegandoli in tecnologie pulite, nella ricerca, e perché no? nella bonifica e riqualificazione ambientale del sito. Noi non siamo contro i dipendenti Enel; siamo contro la riconversione a carbone voluta – imposta! – dall’azienda Enel.
E allora perché ci attaccano i dipendenti Enel se noi non li consideriamo nostri avversari?
Perché attaccano con una durezza che neanche l’Enel stessa usa?
Quanto sono “indipendenti” i dipendenti Enel?
E chi sono i veri nemici dei dipendenti Enel?
Giorgio Penolazzi