15 febbraio 2008

Se la politica fosse più donna


Protesto contro la crociata antiabortista di Ferrara, fondamentalmente perchè mi sembra soprattutto una furba e provocatoria strumentalizzazione. A dirla tutta ne avevamo già abbastanza di Ruini e di Bagnasco. 
Sono dalla parte delle donne che stanno protestando nelle piazze d'Italia in difesa della 194.
Del clima di inquisizione che si sta creando in Italia attorno a questi temi, forse è dimostrazione il recente fatto dell'interrogatorio alla donna napoletana, ricorsa all'aborto terapeutico, nel rispetto delle leggi.
Se la politica fosse più donna forse le cose andrebbero meglio. E non soltanto per difendere la sua autonomia rispetto a scelte difficili e compiute sempre dolorosamente.
E' ora che ci sia una più equa divisione del potere fra le donne e gli uomini, per i quali continua in ogni ambito e specie nella politica ad esserci uno strapotere, che non bilanciato può diventare arroganza e prepotenza.
Tutti parlano di pari opportunità, eppure i leader sono sempre maschi. Non è arrivato il tempo per un cambiamento?

10 febbraio 2008

il Pd va da solo. E La Sinistra ... pure

Fin dall'inizio, e cioè da quando il sig. Veltroni, prima della caduta del governo, aveva dichiarato che il PD sarebbe andato alle alezioni da solo, mi sono arrovellata per cercare di capire quale ragione lo avesse indotto a pronunciare una simile frase, provocando una crisi anche nei rapporti interni con i partiti della sinistra. Mastella è stato determinante. Ma ora è evidente che se non fosse stato Mastella probabilmente altri, più probabile dal centro, avrebbero fatto cadere Prodi e il suo governo di centro-sinistra. Non che io voglia riabilitare Mastella e i suoi seguaci, sia chiaro.
Questo pensiero e cioè che l'insofferenza degli uomini del PD era tale per i partiti della sinistra che ormai non sapevano più come fare a toglierseli di torno è ora avvalorato dal modo netto con cui Veltroni inseguito dalla sinistra, contro ogni logica di schieramento ha detto che non c'è possibilità: la gente sarebbe stanca di continue mediazioni , meglio un partito solo. Fino a qualche giorno fa c'erano i prodiani del PD che protestavano contro questa idea, ma ora non si sente più niente.
Come tutti anch'io mi chiedo se Veltroni voglia consegnare il Paese a chi un tempo aveva combattuto come l'avversario più feroce (e ricordo abile). Chi se lo sarebbe mai immaginato?

La sinistra arcobaleno fa a questo punto saggiamente di necessità virtù e dice che andrà da sola. Da sola in senso lato. Forse è meglio meglio dire con tutti coloro che nel mondo del centro sinistra non apprezzano questa politica esclusiva ed essenzialmente di immagine del PD. E considerano necessari quei valori un tempo condivisi, ma di recente tanto snobbati della laicità, dei diritti e dell'ambiente , grazie anche alle continue interferenze dei vescovi e di Confindustria.

I commenti di Pecoraro, Giordano,  Mussi e Diliberto

03 febbraio 2008

Conversione a carbone: la contrarietà è sempre più ampia e profonda


L'incontro di venerdì a Taglio di Po è stato molto istruttivo, dando nuovi elementi utili ad alimentare una sempre più diffusa  e sentita contrarietà alla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle. 
La sala era piena ed il clima tra i due "fronti" del sì (folta la rappresentanza dei dipendenti Enel) e del "no" (comitati , studiosi e amministrazioni contrarie alla conversione ed organizzatori dell'incontro) è stato di reciproca tolleranza, tranne in alcuni interventi apertamente provocatori dal fronte pro Enel.

Il fisico Marco Cervino, che ha partecipato alle osservazioni alle nuove integrazioni al progetto, richieste dal Ministero dell'ambiente a settembre scorso, ha parlato del microparticolato e in particolare del PM 2,5, cioè tutto ciò che si produce in atmosfera con un diametro inferiore a 2,5 micron e che deriva da un inquinamento primario o peggio secondario, che sarebbe responsabile dell'inquinamento in aree molto estese, lontane centinaia di km dalla sorgente. 
Lo studioso del CNR di Bologna ha effettuato alcuni studi sulle emissioni che si produrrebbero, considerando oltre al carbone come fonte di emissione, anche l'inquinamento derivante dall'andirivieni delle chiatte dalla nave "storage", in alto mare, alla centrale per l'approvvigionamento di carbone e per portare via i rifiuti di processo: gessi, calcari e ceneri prodotte dalla combustione. 

In questa parte dell'universo infatti nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, e con un aumento del "disordine", secondo il celebre principio della termodinamica.
Se la memoria non m'inganna l'inquinamento prodotto dalla centrale sarebbe pari ad un terzo di quello che si produce dal traffico veicolare in tutta la provincia di Rovigo. 
A questo punto qualcuno pro Enel suggeriva che si sarebbe dovuto trasformare tutte le auto a metano (piuttosto che non "fare" il carbone) ...

L'intervento di Eddi Boschetti, del WWF e uno dei pricipali esperti ambientalisti dell'area del delta, si è incentrato sulle aree protette secondo la normativa comunitaria (direttive Habitat e Uccelli), indicando le aree SIC e ZPS e le relative frequenti sovrapposizioni. In queste aree, per la presenza di specie protette di flora e fauna si richiede la protezione dal degrado degli habitat naturali e delle specie, la protezione dalla "perturbazione", fattori che verrebbero di sicuro compromessi dalla trasformazione a carbone della centrale.

L'avvocato Matteo Ceruti ha invece proposto la lettura delle motivazioni della sentenza Enel, soprattutto alle amministrazioni costituitesi parte civile al processo, compreso il comune di Porto Tolle, processo conclusosi in primo grado il 31 marzo 2006 con una condanna dei vertici di Enel per inquinamento e danneggimento. La sentenza offre l'unica interpretazione esistente all'articolo 30 della legge istitutiva del Parco regionale veneto del delta del Po (L.R. 36/97) sul combustibile da poter impiegare nei comuni del Parco (metano o combustibile di pari o minor impatto ambientale), negando la possibilità che il carbone sia un combustibile di pari o minor impatto ambientale.

Carlo Costantini dei comitati ha parlato del proliferare dei progetti di impianti energetici, dalla bassa veneziana al Polesine, in assenza di un piano energetico e della necessità di ripensare al modello di sviluppo che si vuole costruire per il Polesine.

Tra i presenti un rappresentante dei pescatori di Pila (estremo est del delta), che ha sostenuto la contrarietà al carbone per lo stravolgimento alle attività della pesca di cui vive il nostro Delta. Qui il clima si è fortemente acceso e l'arroganza dei lavoratori di Enel non ha permesso con questo un confronto tranquillo.

Non ho parlato dei sindaci:  Rosolina, Loreo e Taglio di Po organizzatori dell'incontro insieme ai comitati. Sono determinati a sostenere la battaglia contro la conversione a carbone per uno sviluppo diverso e più in sintonia con l'economia del territorio che si basa sull'agricoltura, la pesca e il turismo.
Ha chiuso Margaret Crivellari, sindaco ospite e coordinatore dell'incontro,  interpretando quello che è il sentimento diffuso e cioè che "tutti abbiamo a cuore i problemi occupazionali anche dei lavoratori di Enel. Ma non si può pensare che ancora ai nostri giorni lo sviluppo del territorio passi per la centrale".