27 ottobre 2007

Video della manifestazione a Roma dal ministro Bersani

Qui il video (dal Tg56 di Roma) della manifestazione del 26 Settembre a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, organizzata dalle associazioni di categoria e dai comuni del Delta. Alla manifestazione hanno partecipato anche le associazioni e i comitati ambientalisti.



18 ottobre 2007

Noi siamo il Polesine: NO al Parco Energetico nel Delta

La nostra è una protesta pacifica e civile. Di sicuro più civile delle affermazioni di certi industriali che si credono onnipotenti e che pensano che il denaro compri tutti. La nostra protesta è stata pacifica e civile anche se siamo stati relegati ai margini, stretti dalle transenne, controllati a vista, a qualcuno di noi perfino richiesti i documenti senza fornire una ragione solo perchè diretti alla manifestazione, peraltro autorizzatissima.
Chissà se i documenti li hanno chiesti anche ai partecipanti della manifestazione dei lavoratori Enel sulla strada provinciale!

Noi eravamo in un angolo circondati dalle forze dell'ordine come se fossimo pericolosi. Ma il vero pericolo sono evidentemente solo le nostre idee.
In questo modo nessuno dei celebri invitati al convegno di Confindustria poteva passarci davanti: venivano fatti girare 200 metri prima.
Un caso?
Così nessuno di loro ha visto il nostro volto preoccupato, ma determinato, anche se triste nel vedere lo spreco con cui si mette in vendita il nostro territorio.

Qui il comunicato distribuito dagli organizzatori della manifestazione del sit in di protesta.

Qui il comunicato di sostegno e adesione alla manifestazione dei Verdi provinciali

Caro Francesco Rutelli

Pubblico con piacere la lettera che Gianluigi Ceruti, ex deputato verde e padre della Legge quadro sui Parchi, ha scritto all'ex collega cofirmatario dell'allora disegno di legge, e ora vice presidente del Consiglio, Francesco Rutelli.

LETTERA APERTA A FRANCESCO RUTELLI, VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI

Caro Presidente e Ministro, caro Francesco,
ho appreso che giovedì prossimo parteciperai ad un meeting sul Delta del Po. Mi dicono che l’incontro vede tra i suoi sponsor la società
che intende realizzare alle foci del nostro maggiore fiume un terminal gasiero e l’Enel che vorrebbe convertire a carbone la centrale termoelettrica di Porto Tolle
di cui nel 1970 si prevedeva la chiusura definitiva dopo trent’anni.
Dalle anticipazioni che si sono lette sulla stampa c’è ancora chi vorrebbe fare del Delta del Po la pattumiera d’Italia, la cloaca dove scaricare tutte le iniziative più inquinanti, più degradanti, più dannose per le popolazioni e per l’ambiente in cui esse vivono seminando le consuete illusioni.

Come sai, il Delta del Po è un territorio anfibio prezioso e fragile dove le compatibilità ambientali di qualsiasi intervento vanno valutate con assoluto rigore e le scelte non possono essere improvvisate o dettate dagli interessi di pochi.
Dapprima vennero le centrali di metano che furono chiuse d’autorità verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, dopo aver provocato fenomeni di subsidenza favorendo l’insorgere di alluvioni.
Poi nel 1970 la centrale termoelettrica di Porto Tolle, “cacciata a pedate” da altre province italiane, come ammise testualmente il presidente dell’Enel del tempo, imposta in Polesine ed accettata da una classe dirigente poco lungimirante, pronta a svendere se stessa e le popolazioni rappresentate.

Una recente sentenza di un Tribunale della Repubblica ha confermato che l’impianto di Porto Tolle, dalla sua entrata in funzione e sino al 2005 è stata la centrale Enel più inquinante d’Italia e, quindi, la maggior fonte fissa di inquinamento atmosferico del Paese.
Eppure questo territorio anfibio è vocato per la creazione di un’area naturale protetta di interesse internazionale per le sue zone umide che l’Unesco ha incluso nel progetto “Uomo e Biosfera” e le più prestigiose autorità scientifiche hanno sempre raccomandato di preservare per gli eccezionali valori naturalistici e biologici che rappresentano anche una fonte rilevante di potenziale ricchezza attraverso un turismo rispettoso dell’ambiente, come in tutto il mondo accade.
Fu proprio per queste sue intrinseche caratteristiche che nella decima legislatura presentammo, tu ed io insieme ad altri 36 deputati, la proposta di legge generale sui Parchi nazionali comprendendo nella lista anche il Delta del Po nel Veneto e in Emilia Romagna.

Caro Presidente e Ministro – caro Francesco, tu sai che quel progetto si è tradotto in una legge (n. 394 del 1991) che ha consentito all’Italia di conseguire traguardi apprezzati in tutto il mondo. Spero che anche tu come me sia fiero di quel risultato, che ha creato anche nuova occupazione, e risoluto a difendere quella conquista civile, culturale ed economica.
Purtroppo nel caso del Delta del Po la legge quadro sulle aree naturali protette è rimasta sostanzialmente inapplicata in quanto, in luogo del parco nazionale-interregionale, si sono realizzati due parchi regionali distinti, non collegati tra loro e privo, quello veneto, di alcune aree naturalisticamente fondamentali come valli, lagune, scanni, barene
Ciò malgrado la stessa legge veneta istitutiva del parco regionale del Delta ha previsto che gli impianti elettrici localizzati nel suo territorio debbano essere alimentati a gas metano o a combustibile meno inquinante, quale certamente non è il carbone.

Dopo le aggressioni e gli interventi più inconsulti, il Delta del Po e la sua gente non hanno bisogno di subire altre ferite, altri inganni, altre disillusioni.
Nel terzo millennio non è accettabile che si possa sacrificare ancora un territorio importante della nostra penisola e continuare a considerarlo, con cinica disinvoltura, colonia da conquistare.
Se il Governo italiano non farà la sua parte, troverà nel Delta persone, giovani ed associazioni disposti a trasferire questa problematica sul piano nazionale e internazionale.
Confidando che tu sia coerente con la tua storia personale, con il tuo passato e con la tua delicata funzione pubblica, ti saluto nel segno di un’antica, intatta cordialità.

- Gianluigi Ceruti -

15 ottobre 2007

Blog action day: DIFENDI LA TUA TERRA

Bloggers Unite - Blog Action Day

Oggi in tutto il mondo è il BLOG ACTION DAY, cioè un giorno in cui i blogger possono unire i loro blog intorno ad un tema importante e scottante.
Questa volta il tema è l'AMBIENTE: cosa posso dire al mondo che valga anche da qui nel mio Polesine?

Io come tutti gli ambientalisti sono stra-felice del premio Nobel per la pace ad Al Gore e agli scienziati dell'IPCC. Questo premia tutti coloro che anche nel loro piccolo si preoccupano seriamente dei cambiamenti climatici e vogliono prendere misure serie ed immediate per contrastarli, perchè non so se ci siamo capiti ... non c'è tempo da perdere, questa è l'emergenza globale!
Perciò la nostra battaglia contro l'uso dei combustibili fossili, e tra tutti l'uso del carbone qui in Polesine, soprattutto per le emissioni di CO2, è oltremodo giusta e ragionevole.
Irragionevole è nel nostro caso l'Enel e gli industriali. Irragionevoli sono quei politici che gli danno corda (avranno i loro vantaggi...) e che credono che le priorità siano altre: forse è prioritario il bilancio delle aziende private? Forse il piano industriale privato vuol sovrapporsi a quello nazionale? Forse ci governano le multinazionali?
Sarebbe il caso di chiarire a tutti da chi saranno pagati gli eccessi di CO2 prodotti da queste aziende così poco rispettose dei nostri diritti!!!

Concludo la mia breve "ramanzina" all'Enel che mi legge raccomandando a Fulvio Conti che sarà da noi il 18 ottobre prossimo di considerare altre strade per fare i soldi nel nostro amato Delta. Magari con una centrale all'avanguardia che sfrutti l'energia del sole, magari con una azienda che produca i pannelli fotovoltaici. Magari con la preparazione di tecnici specializzati.
Questo sarebbe rispettoso del nostro territorio, e di sicuro non troverebbe gli ostacoli che sta trovando adesso.
Per chi è della zona non dimenticate il sit in di protesta del 18 ottobre ad Adria!!!
E nel frattempo il popolo dei blogger continua la sua azione informativa: chi va piano va sano e va lontano... e prima o poi vince un Nobel!


14 ottobre 2007

Sit in di protesta il 18 ottobre ad Adria

Nell'umile Polesine il 18 ottobre è previsto un convegno in grande stile di Confindustria presso l'autodromo di Adria da l titolo "Il delta del Po in equilibrio tra sviluppo e ambiente".
Montezemolo, Marcegaglia, Conti, Miller, Rutelli, Maroni sono i pezzi da novanta che interverranno per promuovere il polo energetico nazionale nel delta del Po, con particolare attenzione per la centrale a carbone di Enel, contro l'opposizione che si è manifestata con particolare forza in questo anno dal territorio bassopolesano ad opera di alcuni dei comuni del Delta, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e comitati (vedi la recente manifestazione a Roma sotto le finestre di Bersani).
Qui il sito realizzato appositamente per il convegno, che richiede un invito specifico ed esclusivo. Una particolare ospitalità sarà rivolta alla stampa.

Contro il polo energetico nel Delta, lo spreco del territorio, per la salvaguardia della salute, per il Parco, per uno sviluppo compatibile, il coordinamento dei comitati insieme agli operatori turistici di Rosolina e di Albarella ha organizzato un sit-in di protesta civile e pacifica a cui possono partecipare tutti dal titolo:
DIFENDI LA TUA TERRA
!
Qui l'articolo dal Gazzettino di oggi.

13 ottobre 2007

Pace e Ambiente


Il Nobel per la pace 2007 ad Al Gore e all'IPCC, il Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico "per il loro sforzo per costruire e diffondere una maggiore conoscenza del cambiamento climatico provocato dall'uomo e per porre le premesse alle misure necessarie a contrastare tale cambiamento" (dalla motivazione del premio).


"Sono profondamente onorato di ricevere il Nobel per la Pace.
Questo riconoscimento è ancor più significativo perché ho l'onore di condividerlo con l'IPCC, il massimo ente scientifico mondiale che si dedica a migliorare la nostra comprensione della crisi climatica, un gruppo i cui membri lavorano in modo instancabile e generoso da molti anni.
Abbiamo di fronte una vera emergenza planetaria.
La crisi climatica non è una questione politica, è una sfida morale e spirituale per tutta l'umanità".
Al Gore ieri, all'annuncio del premio

09 ottobre 2007

Erasmo Venosi e i costi di una energia ad alto impatto ambientale

In questi giorni l'accordo e il disaccordo sul Welfare fanno l'altalena, tra la parte più moderata del "guai a chi lo tocca" e l'ala sinistra della squadra di governo che attende l'esito del referendum dei lavoratori, sperando che si confermi la temuta inadeguatezza rispetto alle categorie più deboli dei lavoratori, i precari, per cui non sarebbero state prese le dovute misure di tutela.
Nell'ala sinistra chi alza i toni è soprattutto Rifondazione seguita a ruota dal PdCI.
Nel mare della discussione e del dibattito fra tasse, pensioni scalini e scaloni, precari e superprecari, Confindustria e Casini a chi pensano di più?
A Pecoraro, al nucleare e al carbone. Non è strano? E vorrebbero chiedere la sua testa.
I Verdi reagiscono e ribadiscono le ragioni contrarie all'uso di questi combustibili.
Interviene sui giornali anche il responsabile nazionale energia dei verdi, Erasmo Venosi:

"Egregio Direttore ho letto l'articolo sul Convegno di Montebelluna sulle questioni energetiche e vorrei poter esporLe alcune considerazioni. Il nucleare sicuro oggi non esiste, e non è nemmeno competitivo se si valutano , tutti i costi.I reattori di terza generazione in istallazione sono l'EPR in costruzione ad Olkiluoto, il CANDU ACR 700, e l'ABWR installato in Asia. Sono i sempreterni reattori ad acqua leggera, bollente o in pressione e la variante canadese con l'acqua pesante ( deuterio al posto d'idrogeno).Nessuna variante sostanziale.Uno dei criteri per definire il nucleare pulito e sicuro, è l'assenza dei piani d'emergenza per la popolazione vicina. Parametro questi definito dalla Generation IV Technology Road Map nel 2001. Nessuno dei reattori di terza generazione è a sicurezza intrinseca e tutti prevedono i piani d'emergenza. Costi: quelli comunicati si riferiscono , al cosiddetto "overnight" letteralmente, costruito in una notte. Mancano i costi: relativi agli interessi sul capitale di debito, di remunerazione del capitale proprio investito, d'ingegneria di dettaglio legati al primo prototipo (FOAKE) e che può raggiungere fino al 30% del costo overnight, i costi di contingency, quelli di esercizio e manutenzione ( O&M). A questi vanno aggiunti i costi del ciclo del combustibile: costo uranio minerale, arricchimento, trasformazione in barre.Infine il costo trattamento del combustibile esausto (riprocessamento), il condizionamento delle scorie, del plutonio, degli attinidi, il loro stoccaggio e infine lo smantellamento del reattore. Relatiavemente poi ai rigassificatori, qualcuno spieghi, perché rispetto ad una stima di consumo di 100 mld di metri cubi di gas al 2010 e infrastrutture attuali per 101 mld di mc, con consumi del 2007 pari a 84,5 mld di mc , si devono costruire! Inoltre perché Eni non ha potenziato il metanodotto dall'Algeria TTPC per 8 mld di mc e per questo assoggettato dall'Antitrust(Istruttoria A 358), ad una sanzione di 290 milioni d'euro il 15 febbraio 2006.Sono in procedura due metanodotti il GALSI (Algeria _Sardegna), e l'IGI dalla Grecia, dichiarato d'interesse europeo dall'UE, per complessivi 16 mld di mc, e infine altri 3,2 mld di mc arriveranno da est attraverso il potenziamento del TAG.Relativamente al carbone cosiddetto pulito, chiariamo che vuol dire a ridotte emissioni d'ossidi di azoto, di zolfo e di polveri. Produce invece gas serra come anidride carbonica e perossido d'azoto. Chi pagherà la sanzione di 100 euro per lo sforamento rispetto a kyoto più l'acquisto di crediti di CO 2, a 22 euro a tonnellata.? Il DPEF quantifica ottimisticamente la bolletta di Kyoto a crca 3 mld d'euro. Chi pagherà ? E perché concedere la riconversione a Porto Tolle, che indipendentemente dai fondati motivi ambientali, potrebbe essere riconvertito, con ciclo combinato a gas posto che nella zona è stato approvato, un rigassificatore e che infine , della energia generata con il carbone in Italia ,il 66% è prodotta da Enel ? ( Relazione 2006 AEEG).I costi della CO2 ,il futuribile stoccaggio di questa in siti geologici,la inefficiente conversione su un ciclo nemmeno combinato, ci portano a ritenere la proposta " Porto Tolle" irragionevole.E per favore si eviti la bufala dello stoccaggio del mar del nord , perché la CO 2 insufflata nei pozzi serve ad estrarre il petrolio che non sarebbe mai estratto. Questi sono i fatti il resto è ciarpame ideologico o qualcosa di peggio! "

Erasmo Venosi
responsabile nazionale per l'energia dei Verdi

04 ottobre 2007

Dal delta del Po al delta del Niger


Bella l'iniziativa dell'assessorato alle pari opportunità, pace e immigrazione del comune di Rovigo che ha affrontato oggi al Museo dei Grandi Fiumi il problema dello sfruttamento indiscriminato del territorio allo scopo del solo profitto partendo dalla Nigeria, divenuta negli ultimi anni il simbolo della predazione ambientale e dell'impoverimento delle risorse, con grave danno alla popolazione residente.
L'assessore provinciale Virgili ha portato i suoi saluti, mentre il presidente Saccardin di cui era previsto almeno il saluto non è intervenuto.
Numerosi le testimonianze del paradossale grave stato di povertà in cui si trovano le popolazioni del Delta del Niger. Nel pomeriggio Justina Wiito, infermiera e volontaria per l'educazione sanitaria nelle scuole del delta ha raccontato per immagini la vita delle famiglie costrette dall'indigenza ad un duro lavoro per ottenere il necessario alla sopravvivenza impiegando i figli piccoli.
Dopo di lei il giornalista del Manifesto Stefano Liberti ha rapidamente raccontato la sua breve esperienza di inviato nel periodo in cui furono rapiti i tre tecnici italiani dell'Agip. il Delta del Niger vive forti contraddizioni,"il paesaggio lascia esterrefatti, torce di fuoco bruciano a 30- 40 metri di altezza a cielo aperto. Nel paese vengono estratti 2,5 milioni di barili al giorno di petrolio. L'Agip da sola ne estrae 150mila al giorno. Di tutto il petrolio estratto nulla ricade in Nigeria, perchè il profitto arricchisce soltanto le multinazionali. Solo le briciole vengono investite per progetti agricoli: in 10 anni sarebbero stati investiti 20 milioni di euro da Eni e Agip".
Il presidente dell'ordine degli agronomi Dina Merlo, dopo avere brevemente descritto le caratteristiche ed il pregio del territorio del Delta del Po, ricco di zone umide, e di corridoi ecologici, tra successioni di habitat ricchi per diversità biologiche, ma fragili ed in continua evoluzione ha puntato il suo discorso attorno alla direttrice dello sviluppo sostenibile che integri alle caratteristiche naturali le tradizioni e la cultura, ricordando l'importanza del Parco del Delta del Po e la ingombrante presenza della centrale dell'Enel.
Carlo Costantini è stato la voce del coordinamento dei comitati polesani per la difesa dell'ambiente. La relazione accompagnata dalla ricca sequenza delle immagini delle numerose manifestazioni che si sono avvicendate nell'ultimo anno, compresa l'azione di Greenpeace a Porto Tolle, ha voluto raccontare l'impegno e il coinvolgimento sempre maggiore della gente contro la creazione di un polo energetico nazionale nel Delta del Po e la necessità di un piano energetico regionale e nazionale che possa regolare gli impianti dove sono necessari. E ha accusato la stampa locale di dedicare troppo poca attenzione al movimento che ormai ha assunto dimensioni considerevoli.
Infine il Magistrato Manuela Fasolato ha parlato di un diritto riconosciuto alla tutela dell'ambiente e di come l'osservanza delle leggi e nuove leggi agiscano nel prevenire i danni all'ambiente. I danni si ripercuotono sulle risorse acqua, aria, suolo e possono provocare gravi implicazioni sulla salubrità ambientale, oltre a danneggiare bellezze naturali e paesaggistiche. Infine ha affrontato il tema della monetizzazione dei danni ambientali secondo il principio ormai assunto che "chi inquina paga". Ma in realtà la monetizzazione non è mai l'esatto equivalente di un danno alle risorse.

Qui un articolo dal settimanale Carta "la guerra strisciante sul delta del Niger"