30 ottobre 2006

Grazie Report

Grande puntata di Report su RaiTre ieri sera sul tema rigassificatori, con la partecipazione speciale dal Polesine di Tosca, Luigi, Luigino, l'assessore Nonnato, l'avvocato Matteo Ceruti e l'avvocato dello Stato Giampaolo Schiesaro.
Così si sarà finalmente capito quanto irrazionale è questo sviluppo... del tubo!
Oggi dalle 16 il giornalista autore del servizio, Michele Buono, sarà in linea con gli ascoltatori per commenti e curiosità sul forum di Report.
La trascrizione dell'intero servizio è disponibile qui.

29 ottobre 2006

Premio Uomo dell'anno in Polesine

Cari affezionati lettori vi annuncio che ho deciso di istituire il premio

Uomo dell'anno in Polesine

per chi si sia particolarmente distinto nella nostra terra, nel bene o nel male, nel corso del 2006

I premi saranno naturalmente simbolici.
Per votare inviate una mail al seguente indirizzo: Lavocetta@gmail.com, o cliccate qui a fianco.

Lancio subito alcuni dei nomi superfavoriti (prima le donne):
il sostituto procuratore Manuela Fasolato
il giudice Lorenzo Miazzi
il comico Beppe Grillo
il segretario provinciale della Cisl Orazio Trambaiolli
il Presidente della Provincia Federico Saccardin
il Commissario del Parco Luigi Migliorini

Attendo inoltre le vostre segnalazioni per altri candidati.

20 ottobre 2006

Cisl, primi effetti del convegno: dimissioni dal sindacato


Lettera aperta a Orazio Trambaiolli, segretario provinciale della CISL

Ho assistito alla tavola rotonda della CISL sul terminal, centrale e zuccherificio a Porto Viro il 16 ottobre nella mia duplice veste di ambientalista e iscritto CISL (da circa 20 anni).
Ho una prima osservazione di metodo da farle.
La fine dell'incontro era prevista alle 19.30 ed era stato annunciato uno spazio al termine dedicato alle domande. Lei però ha chiuso alle 18.30, subito dopo l'intervento di D'Antoni, mentre una parte della sala se ne stava andando, prendendolo a pretesto per non consentire a nessuno di intervenire.
Alle mie obiezioni, ha risposto che D'Antoni doveva andare via. Ma io (e certamente altri) avrei voluto fare una domanda a Lei. Dovrò accontentarmi di fargliela ora per iscritto. Francamente, che a un convegno del mio sindacato vi sia come relatore il consigliere di Confindustria Banzato mentre io non posso neanche fare una domanda al mio Segretario, mi sembra il mondo alla rovescia.
Mi consolo pensando che la stessa sorte è toccata agli amici RSU dello zuccherificio, anche loro zittiti dalla affrettata conclusione anticipata. Siamo stati più bravi noi del Coordinamento provinciale dei Comitati, che a luglio abbiamo lasciato loro spazio durante la serata con Beppe Grillo in piazza a Porto Viro. Addirittura meglio della CISL si è comportata Assindustria a giugno a Rovigo, ammettendo al tavolo dei relatori un rappresentante del Comitato Antiterminal.

A proposito di zuccherificio, a me è sembrata una vera canagliata associarlo nel titolo del convegno a due opere discutibilissime come terminal e centrale. Che “incompatibilità ambientale” (per citare il titolo) può mai avere la riconversione dello zuccherificio? Vi sono mai state obiezioni da parte di qualcuno? L'utilizzo strumentale del dramma dei lavoratori di Contarina a sostegno della tesi pro carbone e pro terminal del convegno è una cosa che mi fa vergognare.
In effetti il convegno è stato un incontro a tesi, tutto a favore del carbone e del terminal, di Edison e Enel. Leggendo la Sua relazione lo potranno capire tutti.

Non le contesterò le 16 righe che Lei a pag. 5 dedica al nucleare (ma che c'entrava?) e l'involontario effetto comico che al termine di quella Sua tirata nuclearista provoca la frase “Premetto che non rientro tra coloro che auspicano il ritorno al nucleare”.
Non le contesterò gli errori della Sua relazione (ad esempio a pagina 6 il definire “rinnovabile” l'energia da rifiuti, al pari del sole e del vento, o che il petrolio è la sostanza più inquinante in circolazione (pag. 9). Le ricordo – per stare in tema - che le centrali a carbone producono mercurio, metallo pesante tossico per i pesci e quindi anche per l'uomo lungo la catena alimentare). Lei dopotutto è un sindacalista, non un esperto di energia o un biologo.
Non le contesterò la sottovalutazione del Parco del Delta e dei risultati fin qui ottenuti (pag. 3 e 4): forse dimentica che appositamente la politica ha creato il Parco debolissimo, perché non incida e non disturbi. Ma Lei è un sindacalista, non un politico.
Non le contesterò il “sasso nello stagno” della proposta di bruciare rifiuti nella centrale di Porto Tolle (pag. 12): è chiaro che Lei pensa che così i rifiuti scompaiano, mentre in realtà niente si distrugge e si moltiplicano i veleni. Lei dopotutto è un sindacalista, non un fisico.

Ma farò una domanda al sindacalista, che avrei voluto farle alla fine del convegno se me ne avesse data l'opportunità.
Come fa a fidarsi delle rassicurazioni dell'Enel sull'occupazione e delle sue garanzie sul “carbone pulito”? Come fa il sindacato a fidarsi di un'azienda così? Un'azienda che è stata condannata sei mesi fa per inquinamento e danneggiamento continuato dal 1996 al 2005!
Chi ci assicura che l'Enel farà bene in futuro quello che ha fatto male per oltre 10 anni almeno (dico “almeno” per garantismo, ma sappiamo tutti distinguere tra le tante responsabilità reali e le poche che possono essere provate in un'aula di tribunale).
Chi di noi affiderebbe i suoi beni a chi l'ha derubato per anni? Lei farebbe così con i suoi soldi? Credo proprio di no, non sembra stupido. Perché allora vuole che ci comportiamo da stupidi in questa provincia, affidando il nostro futuro a un'azienda inaffidabile, che oltretutto potrebbe decidere la chiusura della centrale dall'oggi al domani se lo trovasse conveniente?
Nella mia opinione, questo non è neanche ambientalismo, solo buon senso.
Ma è triste che a favore dell'Enel parli il sindacato, non trova? Lasciamo pure che ne parli bene Assindustria, ma noi?
Scopro al termine di questa lettera che la vera “incompatibilità ambientale” è quella tra me e il mio sindacato. Riceva pertanto le mie dimissioni, che formalizzerò nei prossimi giorni restituendo la mia delega. A Lei non farà né caldo né freddo, ma per me è un pezzo della mia vita. Lei ci ha detto di aver voluto gettare “sassi nello stagno”, anche se qualcuno viene colpito dai suoi sassi vedo che non fa differenza.

Distintamente
Giorgio Penolazzi, Villadose 18.10.2006


17 ottobre 2006

La Cisl a D'Antoni: "Intercedi a Roma per il distretto energetico nel Delta"


Faccio un (primo, breve: devo ancora riprendermi) resoconto del convegno di ieri 16 ottobre organizzato dalla Cisl a Porto Viro dal titolo "Terminal, Centrale e Zuccherificio: grandi opportunità di sviluppo o incompatibilità ambientali?"

Erano invitate tutte le principali cariche istituzionali della provincia, compresi naturalmente gli onorevoli polesani.
La Cisl era presente in tutte le sue forme.
Ma il principale ospite era il Viceministro allo sviluppo e all'economia Sergio D'Antoni che del resto era "tra i suoi", essendo stato segretario generale della Cisl per molti anni.
Duro è stato per me rimanere ad ascoltare la interpretazione dei fatti come l'ha lentamente snocciolata nella sua interminabile relazione (qui la relazione) dal canto suo il segretario provinciale della Cisl, Orazio Trambaiolli.
Secondo Trambaiolli la politica locale avrebbe preferito la risposta populista "assecondando di fatto tutti i comitati anti -tutto e tutti". Ed inoltre: "Molte sono state le occasioni per cui, preoccupati più per le posizioni dei comitati o di qualche partito polesano appiattito sul Parco del Delta per l'ecosistema o per l'impatto ambientale, la scelta più conveniente è stata quella di porre il classico NO [...] Ecco perchè alla proposta di riconversione della centrale si è detto NO. All'insediamento del terminal gasifero si è risposto ancora NO. In merito alla riconversione dello zuccherificio non si è riscontrata grande convinzione. Ha prevalso la cultura dell'inconsistenza rispetto agli impegni assunti, che equivale ad una espressa rinuncia al governo di quelle "legittime preoccupazioni" che devono esistere e spronarci, verso un maggiore senso di responsabilità."
(Peccato, non c'eravamo accorti di tutti questi no fermi e decisi ...)
Sempre nella sua relazione diverse le provocazioni forti, come la nostalgia per il nucleare: "Nel novembre 1987 l'Italia, grazie all'uso demagogico dello strumento referendario, ha rinunciato alla produzione di energia nucleare. Quel voto, nè consapevole nè informato, fu grandemente influenzato dall'onda emotiva provocata dal disastro di Chernobyl".
Dulcis in fundo: "Perchè non chiedere all'Enel che quel 5% di produzione alternativa a cui è tenuta, per effetto del protocollo di Kyoto, non sia generata dai rifiuti prodotti nel nostro territorio, riducendo così i costi di Comuni e cittadini?"
(qualcuno usciva gridando "vergogna!!!")

Franco Sech, segretario regionale Cisl, è intervenuto incentrando il suo discorso sull'esigenza di energia e sulla diversificazione delle fonti. Secondo Sech il Piano energetico regionale non è ancora andato in discussione e si dovrà valutare la bontà di questa idea (davvero) innovativa di un distretto energetico da sviluppare qui in Polesine, anche per sfruttare le vie d'acqua.

Dall'alto della Confederazione Nazionale Renzo Bellini ha parlato di sviluppo sostenibile. L'85% della energia la importiamo e i costi aumentano di anno in anno. Caro Trambaiolli, è meglio non parlare del nucleare, perchè sembra servano ancora 20 anni per una tecnologia sicura! Il petrolio è la materia prima più inquinante e i costi aumenteranno: si deve sostituire. (Come?) Primo: si deve passare al carbone pulito, produce CO2 è vero, ma nell'ambito della energia complessiva nazionale si può fare qui a Porto Tolle. Secondo: si devono costruire rigassificatori per ridurre la dipendenza da Russia e Algeria. Terzo: si deveo aumentare il numero dei termovalorizzatori.
(nient'altro?)

Noi non abbiamo potuto parlare. Nessuno dal pubblico. Un caso? Avremmo detto la nostra, contestualizzato e messi i puntini sulle "i". E avremmo parlato dell'importanza del Parco naturale nel Delta del Po (che sta facendo la fine del topo). Non sarebbe stato facile chiuderci la bocca. (sarà un caso...)
E pensare che lì perfino l'on. Frigato si è mostrato scettico di fronte alla prospettiva del carbone (seppur pulito) e alla sua coesistenza con lo sviluppo ambientale e turistico dell'area.

Ma evidentemente quelli dalla Cisl sono avanti, più avanti di tutti!
Che cos'è mai il Parco naturale, al confronto del distretto dell'energia, nel Delta del Po???!

alcuni articoli dal Gazzettino di Rovigo:
Resoconto del convegno
Dichiarazioni del Commissario del Parco Migliorini

13 ottobre 2006

Il carbone fa bene allo sport

I metodi con cui Enel cerca consenso alla sua politica industriale non vanno troppo per il sottile. Ne parla esplicitamente questo articolo della stampa in cui Enel finanzia con 16mila euro le società sportive del comune di Porto Tolle (come Civitavecchia sede di una centrale Enel). Sembra che esista un progetto "Enel per lo sport" non per caso nei comuni dove possiede le centrali. In cambio una cosa da niente: esporre striscioni con la scritta "Enel: l'energia che ti ascolta".
Insomma un'opera quasi "buona".E da sfruttare, come sembra dire l'assessore con delega allo sport di Porto Tolle.
Ma attenzione: tutto dipenderà dallo stato di avazamento del progetto di conversione a carbone. (!!!)
Ma vuoi vedere che anche il mondo del calcio portotollese non si sentirà un po' riconoscente a "mamma" Enel?
A Porto Tolle però qualcuno pesta i piedi contro il carbone anche in maggioranza, come l'assessore Pizzo (PRC).
E oggi i Verdi del Veneto richiamano il Governo perchè dia segnali inequivocabili di contrarietà alla conversione a carbone.

08 ottobre 2006

Conversione a carbone: dal 5 ottobre entro 30 giorni le osservazioni

foto gentilmente linkata dal "i miei momenti nel Delta "di Nicola Donà

Il progetto di conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle sembra essere vicino all'ottenimento della Via dal Ministero. Dico "sembra" perchè voci di corridoio e notizie sulla stampa si alternano, tra pressioni molto forti e dichiarazioni di netta contrarietà, rendendo difficile capire quale sia la reale situazione. Anche l'ente Parco si dichiara fermamente contrario.

Devo dire che al di sopra di tutto regna l'ottimismo di Enel, che grazie alle sue magnifiche "virtù", riuscirebbe probabilmente ad indorare qualsiasi maledetta pillola e a farla ingoiare quasi a chiunque governi o abiti il territorio.
Rimane per fortuna quel timido "quasi". Sapete anche voi che certe volte basta un piccolo quasi per cambiare le cose. E io ci spero. Pensate al processo per inquinamento ambientale svolto ad Adria contro Enel: chi realisticamente si sarebbe immaginato che si sarebbe concluso con la condanna della potente Enel?
Il giudice Lorenzo Miazzi ha da poco depositato le motivazioni della sentenza
(leggi la sentenza)
Oltre alla speranza, approfitto dello spazio sul mio blog per fare da eco all'avviso che Enel ha depositato presso gli uffici della Regione la documentazione che va ad integrare secondo le richieste del Ministero il progetto di conversione a carbone. Dal 5 di ottobre entro 30 giorni le osservazioni dovranno essere inviate al Ministero.

Mano alle penne amici ambientalisti e animalisti da tutto il mondo: aiutateci a salvare il nostro Delta del Po dal mostro a carbone. Scrivete al Ministero dell'ambiente e della tutela del Territorio e al Ministero per i beni e le attività culturali perchè non conceda l'autorizzazione alla conversione a carbone.

05 ottobre 2006

Acqua come male comune


Non voglio commentare (perchè mi lascerei troppo andare) gli articoli di ieri e di oggi sulla crisi dell'azienda pubblica che gestisce l'acqua e sulla pensata veramente"geniale" degli aumenti delle tariffe, fino ad una tariffa media di 1,5068 euro al metro cubo con valore retroattivo dal 1° gennaio 2006. (?????)

FATELI VOI I COMMENTI, PLEASE!

Su Famiglia Cristiana di questa settimana c'è un importante articolo di Giuseppe Altamore dal titolo "I buchi nell'acqua" (parte1 e parte2, grazie all'autore e a F.C.) che vi invito caldamente a leggere e meditare.

01 ottobre 2006

Acqua: un bene comune?


Metto il punto interrogativo sul titolo per questo importante tema che sarà oggetto di un incontro pubblico organizzato dai Verdi di Rovigo per giovedì prossimo 5 ottobre, ore 21, Museo dei Grandi fiumi- a Rovigo. Tutti invitati.

L' acqua è un bene da considerare comune: è di tutti, bene necessario per la sopravvivenza, la cui tutela e disponibilità sono importanti per la qualità della vita, un bene prezioso ma senza prezzo, alla cui salvaguardia tutti devono poter concorrere. Un bene che non dovrebbe entrare nelle logiche del mercato dove l'affare è senza dubbio di chi vende e vorrebbe gli utili.

L'incontro nasce oltre che dall'esigenza di sottolineare l'importanza di una seria riflessione sui beni comuni, anche perchè qui in Polesine da più di un anno si dibatte sul malfunzionamento della società pubblica "Polservizi" che gestisce il servizio dell'acqua (vedi articolo di Luca Gigli dal Gazzettino di Rovigo 8/8/2006). La società ha accumulato negli anni un debito enorme e la politica e gli amministratori dovranno ormai trovare i soldi e il bandolo della matassa.
Sarebbe auspicabile che ci fosse anche l'intenzione di far luce sulle responsabilità della gestione, diffuse da destra a sinistra. In genere chi sbaglia paga, ma ora su chi graverà l'enorme debito di Polservizi?
Facile intuirlo: sulla massa silenziosa dei cittadini, che alla fine pagheranno le tariffe rialzate perchè non possono fare diversamente. L'aria che tira è che si debba ricapitalizzare; ovvio che sia necessario un cambio al vertice di presidente e consiglio di amministrazione. Non si dice apertamente, ma poi quatti quatti si alzeranno le tariffe perchè per fare cassa è il buon cittadino ad essere essenziale. E dietro a questo lo spettro della privatizzazione: entrerebbero in gioco aziende private o addirittura multinazionali.
Ma chi ci garantisce che un nuovo consiglio di amministrazione ed un nuovo presidente scelti non si sa come (o meglio si sa bene come ...) riusciranno a far funzionare "il carrozzone" che altri hanno mandato allo sfascio? Ma se anche lo faranno funzionare, le tariffe aumenteranno lo stesso?
Il discorso non convince.
E' necessario chiarire il senso e ripensare la logica con cui si sceglie di gestire un bene come l'acqua, se è vero che questo bene è pubblico.
Intanto a Villadose il sindaco prudentemente accantona i soldi per la ricapitalizzazione di Polservizi, ricavandoli dal quel pozzo inesauribile di denari che è la sempreverde discarica di rifiuti Taglietto. E così il cerchio si chiude (e più che un ciclo integrato diventa "integratissimo").